LA Cultura E LE IDEE DI Foscolo PDF

Title LA Cultura E LE IDEE DI Foscolo
Author Martina Angioni
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Riassunto in breve sulle idee di Foscolo...


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LA CULTURA E LE IDEE DI FOSCOLO Le idee fosco liane prese dal filosofo Hobbes e da Macchiavelli sono correnti pessimistiche con idee illuministiche e preromantiche. Oltre ad essere un’illuminista preromantico Foscolo si può definire come un neoclassico che richiama i miti greci in chiave autobiografica(ossia come se stesse parlando di se stesso). La formazione del giovane poeta oltre al modello dei grandi classici latini e greci oltre a quelli italiani come Dante e Petrarca viene influenzato anche dal sentimentalismo di Rousseau e del Werther di Goethe. In un primo momento subì le influenze di Rousseau che lo spinse ad abbracciare concezioni democratiche e posizioni giacobine, prendendo anche il culto della natura dove tutto è passionalità intensa; mentre più avanti si staccò da questi principi abbracciando il pessimismo di Macchiavelli che lo induceva a credere nella malvagità dell’uomo che lotta contro gli altri per imporre il suo dominio.

IL MATERIALISMO Si tratta di un materialismo meccanicistico in cui non ammettono né l’esistenza di dio né l’esistenza dell’anima. Il materialismo è la posizione di chi ritiene che tutta la realtà sia materia ed esclude quindi lo spirito se non come prodotto della materia stessa. Ne deriva la negazione del trascendente e della sopravvivenza dell’anima dopo la morte. Per Foscolo, è ben chiaro il rischio di una simile posizione, la negazione di ogni valore superiore, ideale, non solo ma il pessimismo che ne scaturisce può facilmente generare indifferenza, fatalismo, passività. La morte segna l’annullamento totale dell’individuo, per Foscolo la consolazione del pessimismo è la bellezza illusionistica ossia la poesia che dura eternamente.

LA FUNZIONE DELLA LETTERATURA E DELLE ARTI Un fondamentale valore che Foscolo propone è la bellezza, di cui sono tesorieri la letteratura e le arti. Ad esse è assegnato da Foscolo il compito di depurare l’animo dell’uomo dalle passioni che nascono dai conflitti della vita associata, di consolarlo dalle sofferenze e dalle angosce del vivere. Rasserenando e purificando l’animo dell’uomo, lo rendono più umano, lo allontanano dalla condizione feroce che continua a permanere in lui dai tempi primitivi, insegnandogli il rispetto per gli altri uomini e la compassione per i deboli e i sofferenti. La letteratura e le arti diventano per Foscolo una funzione civilizzatrice; ad essa contribuisce anche il compito di tramandare le memorie, in cui consiste l’anima di un popolo. Nel caso dell’Italia, ci si collega alla funzione patriottica, necessaria per trasformare un popolo diviso e arretrato a causa di secoli di decadenza e servitù in una nazione civile e moderna.

LE ULTIME LETTERE A JACOPO ORTIS E’ un romanzo epistolare (tipo di romanzo che affida la narrazione a scambi di lettere tra personaggi e per questo non è presente una diretta narrazione) che accompagna Foscolo per gran parte della sua vita e che riscosse un grande successo in Italia. Ispiratosi al Werther, è il nodo fondamentale dell’intreccio, un giovane che si suicida per amore di una donna già destinata come sposa ad un altro. Ma oltre a Goethe come fonte di ispirazione, c’è anche un nucleo tematico profondo che è appunto la figura di un giovane intellettuale in conflitto con un contesto sociale in cui non può inserirsi. Jacopo Ortis nel racconto sarà “l’altro io” di Foscolo, avrà un percorso travagliato di cui si dice, Jacopo si sia ucciso in nome della patria, per nome di Venezia. Nella figura del protagonista, Jacopo Ortis rimanda all’idea di Foscolo, con grandi aspirazioni giovanili, il sogno della bellezza e alla libertà. Come Foscolo, l’Ortis aveva pensato al suicidio come risposta ad un’esistenza che per lui era insoddisfacente e che non corrispondeva ai suoi sentimenti e alle sue ambizioni; perciò l’opera ha un carattere autobiografico molto marcato.

Il romanzo si concentra sul protagonista, che indirizza le lettere all’amico Lorenzo Alderani. Deluso dal trattato di Campoformio, si rifugia nei colli Euganei dove conosce Teresa che però è già promessa in sposa, forzata dal padre, ad un altro uomo, si tratta di Odoardo. Pur contraccambiando i sentimenti di Jacopo, decide però di non opporsi al padre, e Jacopo per questo decide di partire. Appresa la notizia del matrimonio di Teresa, nutrendo ormai l’idea del suicidio, egli dà un ultimo saluto all’innamorata e si toglie la vita. Per la critica antica, Jacopo si è suicidato per non combattere. Dunque si può notare come Jacopo abbia perso fiducia illuministica nel progresso e nella realizzazione positiva della storia. Infatti, Jacopo vede nella natura una forza che può conservarsi solo attraverso la distruzione umana.

LA DELUSIONE STORICA Il conflitto sociale si trasferisce anche su un piano politico. Il dramma di Werther è quello di non potersi identificare con la sua classe di provenienza: lo slancio del cuore, la forte passionalità, la superiore sensibilità del giovane artista sono respinti dal mondo borghese. Dall’altro lato, l’artista borghese è respinto anche dall’aristocrazia che è ancora la classe dominante, chiusa ottusamente a difesa dei suoi privilegi di casta. Il dramma di Jacopo è diverso: non tanto l’urto contro un assetto sociale ferreo che lo respinge, quanto il senso di angoscioso di una mancanza, il non avere una patria, un tessuto sociale e politico degno di questo nome dove inserirsi. Il fatto essenziale è che il Werther fu scritto prima della Rivoluzione, l’Ortis dopo. Dietro il giovane Werther c’è la Germania dell’assolutismo principesco, caratterizzata dal dominio sociale dell’aristocrazia e da una borghesia reazionaria; dietro il giovane Ortis c’è invece un’Italia dell’età napoleonica, con i suoi tumultuosi rivolgimenti ed il delinearsi di un nuovo regime oppressivo del “tiranno” straniero. Nel giovane Werther c’è la disperazione che nasce dal sentire il bisogno di un mondo diverso, senza però intravedere alcuna possibilità concreta di una trasformazione profonda, in Jacopo c’è invece la disperazione che nasce dalla delusione rivoluzionaria, che vede tradite tutte le speranze patriottiche e democratiche, dal

vedere la libertà finire in tirannide, dal rendersi conto che lo strumento rivoluzionario è ormai impraticabile. Non essendoci alternative possibili sul piano della storia, l’unica via che si offre ad Ortis per uscire da una situazione negativa, al tempo stesso insostenibile e immodificabile è la morte (vista anche come forma di estrema protesta).

L’ORTIS E IL ROMANZO MODERNO Foscolo con l’Ortis, riesce a cogliere i problemi che si pongono alle generazioni italiane post-rivoluzionarie, così, sul piano delle forme letterarie ha la geniale intuizione di trasferire in Italia un modello di romanzo moderno, molto diffuso in ambito europeo. Più che un semplice racconto l’opera appare come un lungo monologo, in cui l’eroe si confessa con forte pathos e al tempo stesso si abbandona ad una lunga serie di mediazioni filosofiche e politiche o ad appassionate orazioni. L’opera è scritta in una prosa aulica, pervasa da una continua tensione al sublime; la sintassi è complessa, sul modello classico, la linea del pensiero è caratterizzata da studiate antitesi o simmetrie....


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