La pioggia nel pineto PDF

Title La pioggia nel pineto
Course Letteratura italiana
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Summary

Riassunto de "la pioggia nel pineto" di G. D'Annunzio...


Description

La Pioggia Nel Pineto Testo della poesia 1. Taci. Su le soglie 2. del bosco non odo 3. parole che dici 4. umane; ma odo 5. parole più nuove 6. che parlano gocciole e foglie 7. lontane. 8. Ascolta. Piove 9. dalle nuvole sparse. 10. Piove su le tamerici 11. salmastre ed arse, 12. piove su i pini 13. scagliosi ed irti, 14. piove su i mirti 15. divini, 16. su le ginestre fulgenti 17. di fiori accolti, 18. su i ginepri folti 19. di coccole aulenti, 20. piove su i nostri vólti 21. silvani, 22. piove su le nostre mani 23. ignude, 24. su i nostri vestimenti 25. leggieri, 26. su i freschi pensieri 27. che l’anima schiude 28. novella, 29. su la favola bella 30. che ieri 31. t’illuse, che oggi m’illude, 32. o Ermione. 33. Odi? La pioggia cade 34. su la solitaria 35. verdura 36. con un crepitìo che dura 37. e varia nell’aria 38. secondo le fronde 39. più rade, men rade. 40. Ascolta. Risponde 41. al pianto il canto 42. delle cicale 43. che il pianto australe 44. non impaura, 45. né il ciel cinerino. 46. E il pino 47. ha un suono, e il mirto 48. altro suono, e il ginepro 49. altro ancóra, stromenti 50. diversi 51. sotto innumerevoli dita. 52. E immersi 53. noi siam nello spirto 54. silvestre, 55. d’arborea vita viventi; 56. e il tuo vólto ebro 57. è molle di pioggia 58. come una foglia, 59. e le tue chiome 60. auliscono come 61. le chiare ginestre, 62. o creatura terrestre 63. che hai nome 64. Ermione.

65. Ascolta, ascolta. L’accordo 66. delle aeree cicale 67. a poco a poco 68. più sordo 69. si fa sotto il pianto 70. che cresce; 71. ma un canto vi si mesce 72. più roco 73. che di laggiù sale, 74. dall’umida ombra remota. 75. Più sordo, e più fioco 76. s’allenta, si spegne. 77. Sola una nota 78. ancor trema, si spegne, 79. risorge, trema, si spegne. 80. Non s’ode voce dal mare. 81. Or s’ode su tutta la fronda 82. crosciare 83. l’argentea pioggia 84. che monda, 85. il croscio che varia 86. secondo la fronda 87. più folta, men folta. 88. Ascolta. 89. La figlia dell’aria 90. è muta; ma la figlia 91. del limo lontana, 92. la rana, 93. canta nell’ombra più fonda, 94. chi sa dove, chi sa dove! 95. E piove su le tue ciglia, 96. Ermione. 97. Piove su le tue ciglia nere 98. sì che par tu pianga 99. ma di piacere; non bianca 100. ma quasi fatta virente, 101. par da scorza tu esca. 102. E tutta la vita è in noi fresca 103. aulente, 104. il cuor nel petto è come pèsca 105. intatta, 106. tra le pàlpebre gli occhi 107. son come polle tra l’erbe, 108. i denti negli alvèoli 109. son come mandorle acerbe. 110. E andiam di fratta in fratta, 111. or congiunti or disciolti 112. (e il verde vigor rude 113. ci allaccia i mallèoli 114. c’intrica i ginocchi) 115. chi sa dove, chi sa dove! 116. E piove su i nostri vólti 117. silvani, 118. piove su le nostre mani 119. ignude, 120. su i nostri vestimenti 121. leggieri, 122. su i freschi pensieri 123. che l’anima schiude 124. novella, 125. su la favola bella 126. che ieri 127. m’illuse, che oggi t’illude, 128. o Ermione.

La Pioggia Nel Pineto Parafrasi affiancata 1. Taci. Sulle soglie 2. del bosco non sento 3. delle parole pronunciate 4. da esseri umani, ma sento 5. delle parole inusitate («più nuove»), 6. sussurrate da gocciole e foglie 7. lontane. 8. Ascolta. Piove 9. dalle nuvole sparse. 10. Piove sulle tamerici 11. salmastre e aride, 12. piove sui pini 13. dai tronchi a scaglie e dagli aghi pungenti, 14. piove sui mirti 15. divini, 16. sulle ginestre brillanti 17. di fiori raccolti a grappoli, 18. sui ginepri fitti 19. di bacche profumate, 20. piove sui nostri volti 21. silvestri, 22. piove sulle nostre mani 23. nude, 24. sui nostri vestiti 25. leggeri, 26. sui pensieri freschi 27. che l’anima rinnovata dall’amore fa nascere, 29. sui sogni e le illusioni («la favola bella») 30. che ieri 31. t’illusero, che oggi m’illudono, 32. o Ermione. 33. Senti? La pioggia cade 34. sulla solitaria 35. vegetazione 36. con uno scrosciare costante 37. che varia nell’aria 38. solo a seconda che le foglie 39. siano più o meno fitte. 40. Ascolta. Risponde 41. a questo pianto il canto 42. delle cicale 43. che né la pioggia portata dall’Austro, 44. impauriscono 45. né il cielo grigio. 46. E il pino 47. ha un suono, e il mirto 48. un altro suono, e il ginepro 49. un altro ancora, come strumenti 50. diversi 51. suonati da innumerevoli dita. 52. E immersi 53. siamo noi nell’anima 54. silvestre, 55. partecipi della vita del bosco; 56. e il tuo volto inebriato 57. è bagnato dalla pioggia 58. come una foglia, 59. e i tuoi capelli 60. profumano come 61. le ginestre chiare, 62. o creatura terreste, 63. che hai per nome 64. Ermione.

65. Ascolta, ascolta. Il canto armonioso 66. delle cicale nell’aria 67. a poco a poco 68. si attutisce (si fa «più sordo») 69. sotto la pioggia 70. che s’intensifica; 71. ma vi si mescola un altro canto 72. più roco 73. che sale da laggiù, 74. dalle profondità del bosco («umida ombra remota»). 75. (Il canto delle cicale) più attutito e più sordo 76. s’allenta, si spegne. 77. Solo una nota (una cicala) 78. continua a tremare, si spegne, 79. riprende, trema, si spegne. 80. Non si sente la voce del mare. 81. Ora si sente su tutti gli alberi 82. lo scrosciare 83. della pioggia argentea 84. che purifica, 85. e questo scrosciare varia 86. a seconda che le fronde degli alberi 87. siano più o meno folte. 88. Ascolta. 89. La figlia dell’aria (la cicala) 90. è ora in silenzio, ma la figlia 91. del fango in lontananza, 92. la rana, 93. canta nell’ombra più profonda, 94. chissà dove, chissà dove! 95. E piove sulle tue ciglia, 96. o Ermione. 97. Piove sulle tue ciglia nere, 98. cosicché sembra che tu pianga, 99. ma di piacere; non bianca di carnagione, 100. ma quasi diventata verdeggiante, 101. sembra che tu esca dalla corteccia (di un albero). 102. E tutta la vita in noi è rinascita 103. profumata, 104. il cuore nel petto è come una pesca 105. non colta, 106. gli occhi tra le palpebre 107. sono come delle sorgenti nei prati, 108. i denti negli alveoli 109. sono come mandorle acerbe. 110. E andiamo, di cespuglio in cespuglio, 111. ora per mano, ora separati 112. (e i verdi rami tenaci e aggrovigliati 113. ci stringono le caviglie, 114. ostacolando il movimento delle ginocchia), 115. chissà dove, chissà dove! 116. E piove sui nostri volti 117. silvestri, 118. piove sulle nostre mani 119. nude, 120. sui nostri vestiti 121. leggeri, 122. sui pensieri freschi 123. che l’anima fa nascere 124. rinnovata dall’amore, 125. sui sogni e le illusioni (la favola bella) 126. che ieri 127. m’illusero, che oggi t’illudono, 128. o Ermione.

La Pioggia Nel Pineto La poesia La pioggia nel pineto viene composta dal poeta a cavallo fra il luglio e l’agosto del 1902, ed appartiene alla sezione centrale di Alcyone (il terzo libro delle Laudi, uscito alla fine del 1903, e composto dal poeta tra il 1899 e il 1903). La raccolta è costituita da una serie di liriche che rappresentano «un susseguirsi di laudi celebrative della natura – e soprattutto dell’estate, dal rigoglioso giugno al malinconico settembre – nella quale il poeta si immerge mirando a realizzare una fusione panica: a sprofondare e a confondersi con tutto – mare, alberi, luci, colori – in un sempre rinnovato processo di metamorfosi che si risolve in un ampliarsi della dimensione umana».1 Sono lodi che celebrano la natura osservata in una vacanza ideale, che inizia a fine primavera nelle colline di Fiesole e termina a settembre sulle coste della Versilia. Il poeta racconta in versi come avviene la fusione dell’uomo con la natura attraverso il superamento della limitata dimensione umana. La lirica più nota e più rappresentativa della raccolta è La pioggia nel pineto, leggendo la quale riusciamo a capire come l’uomo entri in simbiosi con la natura, sottoponendosi a un processo di naturalizzazione, e come la natura subisca a sua volta un processo di antropomorfizzazione. Il poeta e la sua compagna entrano in empatia con la natura e arrivano a condividerne la sua anima segreta: D’Annunzio contempla la metamorfosi delle cose e la sua compagna si trasforma in fiore, pianta, frutto, mentre la pioggia cade. La poesia inizia con un punto fermo dopo l’imperativo Taci (v.1), che indica un momento di preparazione e di attesa. Comincia il rito d’iniziazione, al quale sono invitati tutti i lettori, e non solo la donna: si tratta di un momento quasi liturgico che per essere vissuto fino in fondo necessita di un silenzio assoluto. Il poeta esorta la sua compagna a restare in silenzio, al fine di ascoltare con la dovuta attenzione i suoni inusitati (le parole più nuove) emessi dalla natura: le parole sussurrate da gocce e foglie lontane, avvertite sin dalle soglie del bosco. Sta piovendo e la pioggia altro non è che una manifestazione della natura, che avvolge e riveste tutto. Il poeta invita più volte la sua compagna ad ascoltare (v. 8: Ascolta; v. 33: Odi?; v. 40: Ascolta; v. 65: Ascolta, ascolta; v. 88: Ascolta) la musicalità della pioggia e i suoni emessi dalla natura. Alla donna in questione viene attribuito il nome di Ermione, il nome della figlia di Elena e Menelao della mitologia greca con il quale il poeta, probabilmente, si riferisce a Eleonora Duse (una grande attrice della sua epoca, con la quale visse un’intensa storia d’amore). Il processo di naturalizzazione e di metamorfosi viene messo in atto sin dai primi versi della lirica, in cui vengono elencati diversi tipi di piante e di fiori, al fine di creare una premessa per la fusione tra gli uomini e la natura che viene esplicitata già nei versi 20-21, attraverso i quali si nota che i volti del poeta e di Ermione sono diventati silvani, permettendo ad entrambi di trasformarsi in creature silvestri, dello stesso colore e quasi della stessa sostanza del bosco. Successivamente la donna è paragonata agli elementi della natura: il suo volto è come una foglia (vv. 56-58) e i suoi capelli emanano lo stesso profumo delle ginestre (vv. 59- 61: le chiome come le ginestre). Gradualmente, arrivano entrambi a fondersi con la natura e a sentirsi parte di essa, tanto è che il poeta, attraverso l’uso delle similitudini, mostra come la donna sembri aver assunto l’aspetto di una pianta verdeggiante e sembri uscita dalla corteccia di un albero come una ninfa (vv. 99-101), il suo cuore sembri vivere di una nuova vita e sia simile al frutto della pèsca (vv. 104-105) e mostra come persino gli occhi (vv. 106-107) e i denti (vv. 108-109) si trasformino e rendano esplicito il senso d’immedesimazione delle due creature umane nella vita del bosco. D’Annunzio descrive minuziosamente il temporale estivo e lo rende estremamente musicale, attraverso l’uso di onomatopee e di un lessico particolare, ma non si limita a registrare il semplice cadere della pioggia al livello più esterno, ma mette in evidenza, in particolare, la metamorfosi panica sulla quale si basa tutta la lirica: la trasformazione sua e della sua compagna in elementi vegetali e arborei, via via che riescono a fondersi con la natura. La pioggia nel pineto colpisce, infatti, per il tema panico-metaforico, per la trasformazione vegetale del poeta e di Ermione. Il termine panismo deriva da Pan (dio greco della natura, per metà uomo e per metà caprone) e si riferisce all’identificazione dell’uomo con la natura, con la vita vegetale. Attraverso i versi 53-55, il poeta ci fa capire che la metamorfosi è ormai al suo culmine: E immersi noi siam nello spirto silvestre, d’arborea vita viventi (vv. 53-55). Il panismo dannunziano è peculiare, perché tende ad umanizzare la natura. Un altro tema molto importante della lirica è quello dell’amore, in quanto il poeta parlando della pioggia estiva refrigerante sottolinea come questa rigeneri non solo la natura, ma rinvigorisca anche l’anima dei due innamorati, i quali continuano ad abbandonarsi alla forza dei sentimenti e dell’amore, ma con la consapevolezza che si tratti soltanto di una favola bella (v. 29) che li ha illusi in passato e continua ad illuderli (vv. 29-32). Colpisce, inoltre, la musicalità che caratterizza l’intera lirica e che è ottenuta attraverso la frantumazione del verso e il ricorso alle rime interne e alle assonanze.C’è un vero e proprio studio del poeta, un virtuosismo basato anche sul principio della ripetizione, che provoca degli effetti ritmico-musicali particolarmente interessanti. Il poeta tende ad imitare i suoni della pioggia e a inventare delle vere e proprie melodie: le parole più nuove a cui fa riferimento il poeta al v. 5 sono anche le parole che creano una musicalità nuova. Per riuscire ad entrare in empatia con la natura il poeta trasforma le sue parole in musica, utilizzando un lessico piuttosto ricercato e musicale, dimostrando di aver fatto suoi gli insegnamenti dei Simbolisti francesi.

La Pioggia Nel Pineto...


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