La società turistica - Riassunto Sociologia del turismo PDF

Title La società turistica - Riassunto Sociologia del turismo
Author Anonymous User
Course Sociologia del turismo
Institution Sapienza - Università di Roma
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"La società turistica" -Vincenzo Nocifora- Riassunto completo dell'intero libro....


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SOCIOLOGIA DEL TURISMO: LA SOCIETA’ TURISTICA, Nocifora -RIASSUNTOCapitolo 1: Il turismo in una prospettiva storica Paragrafo 1. Tutto il mondo è stato visitato e colonizzato: sembra quasi che non vi siano piu' mete sconosciute. Il turismo di scoperta, invece, rinasce continuamente inventando nuove mete e inaspettate forme di viaggio; il turismo continua a svilupparsi ancora oggi: ricchissimi consumatori che vogliono compiere una esperienza inusuale. Non pensiamo comunque al turismo come un fenomeno sempiterno, a-storico, de-contestualizzabile, se il turismo è sempre esistito, è molto probabile che continui ad esistere anche dopo che la nosta societa', storicamente determinata, avra' cessato di vivere. La considerazione sopracitata non è veritiera: noi non pensiamo abbia senso chiamare turismo qualunque forma di mobilita' territoriale si sia manifestata storicamente. Possiamo dire che la mobilita' territoriale degli uomini sia sempre esistita, ma questa affermazione non è decisiva ai fini dell'interpretazione del fenomeno turistico. Maggiore valenza ha invece la constatazione che: la mobilita' territoriale a scopo ludico-ricreativo-culturale, per periodi di tempo brevi senza che cio' comporti la perdita della propria residenza abituale, rappresenta un comportamento che avviene in una precisa fase storica, con il processo di industrializzazione e l'avvento della modernita'. E' con questa societa' storicamente determinata che il turismo nasce e si sviluppa, ed è con questa specifica configurazione sociale che probabilmente cessera' di esistere, quando saranno venuti meno i presupposti per la sopravvivenza dell'attuale forma storica di organizzazione societaria. Il nostro viaggio alla scoperta degli elementi peculiari, che contraddistinguono il turismo moderno, prende inizio dallo studio del Grand Tour. Cercheremo quindi di formulare delle definizioni che siano, il piu' possibile, aderenti ai temi del viaggio e della villeggiatura, per poi indagare quali siano le ragioni che portano alla nascita del turismo di massa, partendo dal modello elio-tropico-balneare, che si afferma nell'Inghilterra del XIX secolo. Paragrafo 2. La storia del viaggio sul tema del "Grand Tour", si è avvalsa della ricca produzione letteraria che si sviluppa a cavallo fra il XVIII ed il XIX secolo e che ha come protagonista l'intellettuale romantico. Per Grand Tour si intende il viaggio di formazione, condotto da personaggi appartenenti alle grandi famiglie europee che aveva lo scopo di aggiungere un ulteriore tassello, se non il piu' importante, alla formazione individuale del signore. La prova di un'esperienza di vita indipendente, nonche' il consolidamento del diritto di cittadinanza, all'interno delle classi superiori, era fondamentale per chi avrebbe dovuto assumere la guida di una grande casata. A partire dal XVIII secolo si va pero' sempre piu' delineando all'interno della classe dominante un nuovo concetto di tour, che definiremo, per distinguerlo dal suo precedente storico, "Grand Tour Romantico". Questo nuovo concetto di viaggio viene, per così dire, "inventato" da una nuova figura sociale: l'intellettuale borghese che sara' il protagonista dello sviluppo della cultura romantica. Si tratta di uno studioso il quale non solo sente la necessita' di conoscere, com'era tradizione, i testi della cultura classica, romane e greca, ma, al tempo stesso, non ritiene completa la propria formazione fin

quando non ha visto con i propri occhi i luoghi concreti e le vestigia che rimangono di quella antica cultura per renderne testimonianza alla comunita' intellettuale cui fa riferimento. L'elemento che il "Grand Tour" romantico ha in comune con l'esperienza di viaggio del "Tour" tradizionale è rappresentata solamente dalla necessita' educativa di concludere con un'esperienza itinerante, il proprio percorso formativo individuale. Se prima il visitatore apparteneva solamente a nobili casate e viaggiva all'interno del circuito di ospitalita' delle classi superiori, ora il viaggiatore romantico, seppur ancora appartenente perlopiu' alla nobilta', scinde la propria esperienza di viaggio dalla propria connotazione di classe. Il viaggio rappresenta il mezzo per diffondere non ad una parte sola, ma alla societa' nel suo insieme quella idea di sensibilita' per l'antico, quel gusto del bello. Emerge così un elemento che riveste una rilevanza notevole: la "motivazione comunicativa". La necessita' di stabilire un contatto tra la societa' di appartenenza e quella del passato rappresenta la spinta principale per l'esigenza comunicativa del viaggiatore intellettuale. Cio' che muove quest'ultimo è la necessita' di diffondere, attraverso la propria testimonianza personale, la cultura e la sensibilita' romantica. In questo volume l'ipotesi che proponiamo è dunque quella che la nascita del movimento turistico, unitamente all'aumento costante e continuo del numero di viaggiatori, sia da ricercarsi non tanto nella crescita delle opportunita' tecnologiche ed economiche che la modernita' ha comportato e comporta, quanto piuttosto nella comparsa sulla scena sociale del viaggiatore moderno. Questo soggetto sociale, riesce a staccarsi di dosso l'etichetta negativa di forestiero e a vincere quelle reistenze alla comunicazione, fra culture differenti, tipiche della societa' tradizionale. Il bagaglio culturale dei grandi viaggiatori dei precedenti periodi storici risultano essere estremamente differenti, sul piano qualitativo, da quelli rappresentati dal Grand Tour degli intellettuali del XVIII secolo. Turri quegli uomini che in passato avevano vissuto esperienze di questo tipo, erano stati etichettati e mitizzati attraverso i piu' disparati e differenti processi di significazione comunicativa. Ulisse è un viaggiatore molto particolare, non puo' essere accostato a Marco Polo, il quale, a sua volta, assume un significato simbolico ben diverso rispetto a quello attribuito a Goethe. Paragrafo 3. 4. Indicheremo con il termine turismo un insieme di attivita', e di comportamenti di mobilita' territoriale, che attengono a duegruppi di fenomeni, il viaggio e la villeggiatura. Usando il termine turismo ci poniamo sia dal punto di vista dei fruitori di servizi che quello dei prestarori d'opera, accorpiamo in un'unica categoria produttori e consumatori, figure sociali che, piu' avanti, distingueremo con maggior precisione. Consideriamo inoltre come facenti parte della pratica turistica,globalmente intesa, anche quel complesso di processi decisionali e di strutture pubbliche che ne conentono la realizzazione pur senza ricavarne alcun vantaggio economico. Con il termine viaggio individuiamo un comportamento turistico che privilegi il percorso, e mettiamo, quindi l'accento sui vettori sulle vie di comunicazione, sull'esperienza di confronto con realta' culturali diverse, sull'esigenza del viaggiatore di entrare in contatto con societa' differenti per usi costumi e tradizioni dalla propria. Con il termine villeggiatura facciamo invece riferimento ad un comportamento di vacanza piu' ritualistico ed abitudinario, che sottolinea l'esigenza di riposo e ricreazione, e che ricerca spesso questa esperienza in una residenza secondaria, utilizzata secondo modalita' comportamentali che hanno carattere abituale e ricorrente. Il quadro complessivo non sarebbe completo se non citassimo l'escursionismo. Quando parliamo di escursionismo, facciamo riferimento alla definizione della OMT ( Organizzazione Mondiale del Turismo)

che sottolinea l'esigenza di parlare di pratica turistica solo per quei comportamenti di visita che richiedono almeno una notte di pernottamento, fuori dalla propria residenza abituale, e di escursionismo invece nei casi in cui non vi sia questo tipo di requisito. Molte localita' diventano mete turistiche, perche' vi vengono attivati percori escursionistici per la popolazione locale, e col passare del tempo finiscono per attrarre visitatori da un'altra area geografica progressivamente sempre piu' vasta. Il turismo risulta dall'insieme di tre differenti pratiche sociali quindi: a) il viaggio come pratica di turismo itinerante, che si realizza non soltanto per raggiungere un determinato luogo quanto piuttosto all'interno di un percorso che ha diverse tappe. b) la villeggiatura come pratica di turismo sedentaria, che si realizza mediante un soggiorno, piu' o meno lungo, lontano dalla propria residenza abituale e attraverso pratiche tendenzialmente abitudinarie. c) l'escursionismo come pratica di turismo occasionale, che si esplica in una visita di una giornata sola, con rientro entro la propria residenza abituale, o presso l'alloggio utilizzato temporaneamente dai turisti delle altre due categorie sopra citate. Questa tipologia non esclude pero' l'esistenza di pratiche turistiche intermedie come ad esempio i pacchetti turistici di una o due settimane attraverso diverse mete che pongono in essere comportamenti rituali abbastanza sedentari (viaggio) + (villeggiatura). Ma quale fu il processo storico che porto' le persone a poter dedicare del tempo ad attivita' simile e noi a poter analizzare un fenomeno di questo tipo secondo la sopra citata definizione? La lunga transizione dal feudalesimo al capitalismo frantuma la concezione circolare del tempo, rendendolo quantificabile in quella costruzione storica specifica. a carattere quantitativo e lineare che consente l'invenzione della giornata lavorativa. La sostituzione della forza motrice umana con la forza motrice animale, e poi meccanica porta alla progressiva strutturazione della giornata lavorativa e all'espulsione dal luogo di produzione di tutte quelle attivita', che ora vengono intese come private, quindi frutto di scelte individuali dei soggetti. Inizia qui molto faticosamente e contraddittoriamente, la progressiva seprazione del tempo di lavoro dal tempo di non lavoro. Ulteriore deciso cambiamento interviene con la maturazione della cultura scientificoilluminista, sopratutto della sua componente medico- igienista. Da notare che quando parlaimo di cultura igienista, non facciamo riferimento solo alle abitudini di pulizia e cura del corpo, ma ci riferiamo anche alla convinzione, che si comincia a diffondere, sui benefici della vita all'aria aperta e dei periodi di soggiorno nell'aria salubre della campagna. Nel mondo premoderno la campagna era spesso il luogo dell'insicurezza e della paura. Con le grandi carestie che si susseguono dal XIV al XVII secolo, e che preparano la grande rivoluzione demografica del XVIII secolo, i suoli si cominciano ad invertire radicalmente. Le citta' diventano prograssivamente insalubri, di converso, la vita in campagna diventa sinonimo di vita salubre e sana. E' quindi questo clima, culturale e scientifico, a favorire, la diffusione dell'esigenza della limitazione della giornata lavorativa, di pratiche di tempo libero da dedicare alla cura del corpo. La storia del capitalismo moderno è anche la storia del progressivo strutturarsi del tempo di lavoro e della costante opera di regolamentazione e limitazione della stessa. Nonostante il tempo libero sia in linea di principio tempo individuale e quindi fruibile in forma non vincolata da legami sociali, è con la strutturazione del tempo di lavoro che si procede parallelamente alla strutturazione del tempo di non lavoro. So doffondono difatti, pratiche del tempo libero massificate. Così come sono massificati i comportamenti inerenti al tempo di lavoro, così è massificata anche la gestione del tempo libero. Paragrafo 5.

La distinzione concettuale tra viaggio e villeggiatura assume, in questa fase storica (periodo illuminista), contorni sempre piu' socialmente riconoscibili. Sono le elites a fungere da precursori di modi di comportamento e di stili di vita che vengono poi trasferiti nell'organizzazione sociale nel suo complesso. Questo nuovo comportamento di vacanza, che era gia' maturo nella Venezia del XVII secolo, si ando' gradualmente diffondendo in tutta Europa. Le classi borghesi, arricchitesi di recente, consolidano il proprio patrimonio, attraverso immobili a carattere rurale. La visita ai possedimenti di campagna alla fine della stagione dei lavori agricoli, diventa un comportamento. Questo trasferimento aveva un duplice scopo. Il primo era quello di presieder al raccolto e, quindi, di regolare e controllare lo stato di efficienza delle proprie tenute e dell'organizzazione del lavoro, il secondo era quello di dedicarsi ad attivita' piu' rilassanti e frivole. Il viaggio viene svuotato della sua connotazione di percorso formativo, per assumere un ruolo meramente strumentale. A partire dal XVIII secolo, una nuova motivazione affianca quelle gia' esistenti: è quella che attribuisce alla villeggiatura una proprieta' di tipo terapeutico, ossia vincere l'insalubrita' della vita cittadina. Da qui la ricerca di seconde abitazioni. Il fenomeno della vancza porta così i ceti piu' agiati ad acquistare o ad affittare casa in campagna per potervi passare periodi di tempo piu' o meno lunghi durante il corso dell'anno. I sovrani con le loro corti cominciano così a stabilire la propria residenza secondaria vicino alle grandi localita' termali europee. L'esiguita' del territorio utilizzabile per il centro termale vero e proprio e la grande massa di nuovi visitatori fanno nascere l'esigenza di costruire strutture idonee ad accogliere i turisti nei loro brevi periodi di soggiorno. Sorgono così strutture di accoglienza e da qui le citta' termali, i primi veri grandi centri di vacanza esclusivamente dedicati ad attivita' di tempo libero a carattere ludico ricreativo. E' con il consumo termale che il turismo comincia ad avere conseguenze territoriali significative, il turismo si riduce così da comportamento attivo itinerante a comportamento ricreativo stanziale, nel quale il viaggio rappresenta solo lo strumento concreto per raggiungere la localita' prescelta. Paragrafo 6. La nascita del turismo balneare puo' essere ricondotta all'inizio dell'Ottocento, con la nascita della stazione balneare inglese. J.Urry nel suo Lo sguardo del turista ha posto sotto osservazione specifica questo modello e la sua espanzione storica. Il turismo balneare è il primo esempio di democratizzazione turistica, impostasi sia per la facilita' con cui possono essere raggiunti i luoghi balneari, sia per la possibilita' di fruirne senza fare ricorso a strutture di accoglienza. Sebbene i comportamenti distintivi delle elites siano del tutto ineguagliabili, tuttavia la capacita' imitativa delle masse crea forme specifiche di soggiorno che democretizzano rapidamente lalocalita' e la rendono non piu' frequentabile da parte delle elites nel breve volgere di pochi lustri. E' questo che spinge le elites stesse a ricercare lolacita' esterne ai confini nazionali con caratteristiche di esoticita', capaci di rendere la vacanza meno facilmente imitabile da parte delle masse lavoratrici della metropoli londinese. Quando, alla meta' dell'800 l'allora principe di Galles sceglie la Costa Azzurra come propria residenza estiva, opera un tentativo di rendere meno imitabili i propri comportamenti di tempo libero. Questo comportamento innovativo ebbe l'effetto di attirare in quella parte di Francia, tra Saint Tropez e Montecalo, oltre a tutta la corte reale, anche la ricca aristocrazia europea, attenta a non lasciarsi sfuggire l'occasione di mettere in mostra il proprio splendore e la propria ricchezza. La cosa piu' interessante di questo processo è che, come era gia' accaduto attorno alle localita' termali, trattandosi di ospiti dell'altissima aristocrazia, con esigenze di soggiorno del tutto specifiche, questa loro scelta implica

modificazioniterritoriali estremamente significative. Occorre costruire grandi ville e residenze secondarie di gran classe. Il soggiorno al mareviene a poco a poco, preferito a quello in campagna, perche' si ritiene che l'esposizione ai raggi solari e i bagni in acqua di mare abbiano proprieta' curative e ristoratrici piu' significative. E' attraverso un processo di questo tipo che diventano rinomate mete turistiche localita' come Taormina, la Versilia, la Costa Azzurra, la costiera riminese. Cosa spinse il principe del Galles a scegliere come residenza estiva la Costa Azzurra? Le relazioni turistiche tra ospitante ed ospitato sono basate sul livello di conoscenza reciproca, e quindi proprio quasi come ossimoro il principe del Galles pone la propria residenza estiva in Francia, perche in Costa Azzurra trova l'esotico, perche' si muove in un contesto culturale all'interno del quale possiede un bagaglio di informazioni di base adeguato. Nella scelta del luogo da visitare, giocano un ruolo importante due elementi contraddittori tra loro: da un lato vi è la volonta' di andare a conoscere, dall'altro vi è anche la necessita' che vi sia anche la disponibilita' di informazioni di base, così la Costa Azzurra dell'Ottocento, seppure diversa per cultura e tradizioni dall'Inghilterra vittoriana, risulta comunque abbastanza vicina per tradizione culturale e sociale. Non dimentichiamoci la domanda di partenza. Possiamo dire che la villeggiatura ha soppiantato interamente il viaggio romantico, e lo ha trasformato nel semplice mezzo strumentale per raggiungere il luogo di villeggiatura stessa? Il viaggio culturale, ricreativo e formativo al tempo stesso, è stato in realta' sostituito interamente dalla villeggiatura, pur conte le caratteristiche di esoticita' ed innovazione culturale sin qui passate in rassegna? La risposta sembrerebbe negativa. Il turista in Costa Azzurra non veste i panni del tranquillo vacanziere. Egli è piuttosto un esploratore, disposto ad affrontare un viaggio lungo, stressante e faticoso, Nonostante le difficolta' che puo' affrontare nel raggiungere il luogo tanto agognato ragioniamo sul fatto che si tratta comunque di un turista che vive consapevolmente e creativamente la propria esperienza di visita. In ultima analisi quindi siamo ancora all'interno di un turismo di elite. Paragrafo 7. Il periodo a cavallo tra le due Guerre Mondiali provoca un notevole cambiamento per quanto riguarda la concezione del turismo. Nasce infatti il turismo sociale. La spinta salutista ed igienista di fine Ottocento porto' i grandi stati moderni ad incoraggiare e sostenere l'avvicinamento delle grandi masse alla pratica turistica. Le grandi organizzazioni di massa come partiti e sindacati crearono strutture specializzate nella gestione delle attivita' di tempo libero dei lavoratori. Dal punto di vista Italiano un passo avanti importante fu costituito dalla costruzione e promozione delle grandi colonie estive sulle spiagge della costiera tirrenica ed adriatica. Iniziarono gli enti di previdenza dei dirigenti pubblici e dei militari in strutture che oggi definiremo come manufatti, in alcuni casi anche di grandissimo pregio architettonico, dedicati al soggiorno estivo di figli di categorie sociali che ancora non erano in grado di accedere alla pratica turistica con mezzi propri. Per quanto si potesse trattare all'inizio, di flussi turistici limitati sul piano quantitativo, nel volgere di pochi anni fu possibile vedere le localita' interessate trasformarsi radicalmente diventando quelle che tuttoggi sono le principali localita' da turismo balneare italiano ( Rimini, Milano Marittima, Riccione). Successivamente le caratteristiche innovative del turismo sociale sarebbero state soppiantate da pratiche turistiche, centrate su comportamenti piu' abitudinari. Si consolidava così una villeggiatura statica, intesa come periodo di tempo da dedicare all'ozio e al rilassamento. Il viaggio era considerato un tempo morto, un tempo "sprecato" per raggiungere il luogo di destinazione, la linea di demarcazione tra due prassi turistiche, il

viaggio e la villeggiatura diventa adesso sempre piu' netta. E' fondamentale mettere in risalto comunque il ruolo positivo che proprio questo tanto bistrattato turismo di massa aveva avuto nel promuovere integrazione sociale, comunicazione interclassista. Le colonie estive prima, ma anche il turismo balneare del secondo dopoguerra poi, hanno contribuito significativamente ad integrare il paese nel suo complesso, a modernizzare ed urbanizzare i suoi comportamenti sociali, ad integrare su scala nazionale gli stili di vita. Col secondo dopoguerra, l'arrivo di villeggianti stranieri ha anche contribuito a comuncuare aprire il paese all'Europa, quindi possiamo sintetizzare il tutto dicendo che è stato anche ...


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