Brogna Esame - Riassunto Geografia e pianificazione turistica PDF

Title Brogna Esame - Riassunto Geografia e pianificazione turistica
Author Graziella Letizia
Course Geografia e pianificazione turistica
Institution Sapienza - Università di Roma
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Territorio, Regione, Regionalizzazione Geografia Economica: dottrina che cerca di capire se i modelli economici riportati sul territorio abbiano o meno un senso. L’economia crea le regole base tramite delle teorie, alle quali si applicano dei modelli. La geografia economica quindi vuole comprendere la realtà economica concreta di quel territorio, se ciò che viene studiato a tavolino funzionerà nel concreto. Es. Cortina D’ampezzo: Ha costruito la sua importanza sulla percezione di ricchezza (chi era ricco, per farlo vedere, andava a Cortina). Questo grazie alle olimpiadi invernali del’56 con la costruzione di impianti nuovi e di lusso. Aveva quindi un’immagine di benessere, ma sfrontato (un hotel nel periodo natalizio pretendeva un pagamento per 10 notti). Ma dopo anni questo tipo di economia turistica non ha retto più: il mercato è cambiato a causa della crisi, la borghesia preferisce spendere meno in altre località e i ricchi preferiscono andare in altri posti con gli stessi soldi; questo perché il prodotto che cortina offriva non valeva più quello che costava. Si sono iniziati così a chiudere hotel e ristoranti in favore di pub e pizzerie. Territorio: Superficie terrestre con tuto ciò che in essa è presente, sia in modo tangibile che in modo intangibile. Il territorio è caratterizzato da collegamenti e flussi tra questi. Quindi: 1) Luogo antropico (condizionato dall’uomo) 2) Con una forma amministrativa 3) In cui sono presenti beni sociali e culturali  

Sviluppo: Quando migliora la qualità della vita in un luogo Crescita: quando un fenomeno aumenta rispetto ai periodi precedenti nel corso del tempo.

Territorio Strutturato: Territorio all’interno del quale è presente una rete di flussi ben strutturata. Più collegamenti e più flussi tra questi collegamenti ci sono e più il territorio è strutturato. Non necessariamente un territorio strutturato è anche sviluppato, infatti l’area Tuareg risulta essere ben strutturata ma non sviluppata. Invece quando un territorio è sviluppato è quasi sempre strutturato, poiché aumenta il benessere e quindi i flussi tra gli elementi. Regione All’interno delle discipline geografiche si intende, molto semplicemente, una porzione di territorio. La regione turistica è una porzione di territorio ottenuta mediante l’applicazione del principio turistico, così possiamo dire che la regione è il prodotto dell’applicazione di un principio regionalizzante (elemento sul quale si fonda il processo di regionalizzazione) al territorio. La regione è quindi il risultato del processo di regionalizzazione, il prodotto delle fasi di analisi e classificazione degli elementi presenti su questo territorio. Regionalizzare Significa ripartire un territorio non meglio identificato in porzioni. Vista la quantità e l’eterogeneità degli elementi presenti su un territorio (clima, vegetazione, città, campagna, montagne, pianure…) saranno numerose, se non infinite le possibili regionalizzazioni e quindi le regioni che si possono ottenere all’interno della medesima area. Qualsiasi forma di amministrazione attuale tende a dividere un territorio sulla base dei propri bisogni e dei propri obiettivi. La scienza regionale è però recente; prende vita solo a partire dai primi anni del secolo scorso. Ma in pochi decenni subisce rapide e drastiche evoluzioni. Al variare del modo di osservare e classificare il territorio mutano parallelamente i criteri di divisione.

Partendo da concetti banali di regione si giunge ad entità sempre più articolate e complesse e soprattutto in costante movimento. L’evoluzione del pensiero 1) Il Determinismo (Ratzel, 1912) Il comportamento umano, e di conseguenza le forme di organizzazione del territorio, sono il risultato di una serie di elementi e condizionamenti fisici, naturali. Sono le forze della natura a dettare legge. L’uomo non è in grado di contrastarle, può semplicemente subirle, sperando nella buona sorte e resistendo, per quanto possibile, nei periodi avversi. Si ha un rapporto di causalità unidirezionale che va dall’ambiente naturale verso l’uomo (mai viceversa). La Regione Naturale Prima tipologia di regione che si afferma, si riflette sulla presenza – assenza di elementi e fenomeni naturali. Ad esempio, fotografo un territorio e descrivo dove sono le montagne e dove le pianure. Traccio i confini tra aree pianeggianti e aree montane ed ottengo una prima tipologia di regioni (regioni pianeggianti e regioni montane). Allo stesso modo posso individuare regioni fluviali, regioni lacuali, regioni aride e regioni umide, regioni calde e regioni fredde. Nasce se il principio è morfologico, la natura impone le regole e l’uomo le subisce cercando di organizzarsi in base ad esse, gli strumenti di studio sono banali. La Regione Omogenea Immediata evoluzione della Regione Naturale è la Regione Omogenea: Si va oltre gli elementi naturali, analizzando altri fenomeni rilevabili e quantificabili. Si inizia a riflettere sulla lingua parlata (Regioni Linguistiche), sulla religione praticata (Regioni Religiose), sulla valuta utilizzata (Regioni Valutarie), sull’attività praticata (Regioni Rurali, Regioni Industriali) Sono Regioni Omogenee in quanto si caratterizzano per l’omogenea presenza - assenza di un fenomeno, non più esclusivamente naturale. La Regione Naturale è quindi un sotto insieme della Regione omogenea. Il territorio non può essere più considerato come una semplice somma di forme ed elementi secondo il concetto di regione omogenea, ma diviene un insieme di elementi anche eterogenei che interagiscono costantemente tra loro e con l’uomo. Ci troviamo tuttavia ancora in una situazione deterministica, di tipo passivo, con l’uomo incapace di contrastare le forze della natura. 2) Il Possibilismo Vidal de la Blache (1950) Si passa da un rapporto uomo ambiente di causalità unidirezionale ad una causalità complessa, dove il legame uomo ambiente è del tipo azione-reazione. L’uomo è visto come un fattore geografico (uno dei tanti elementi che compongono l’ambiente), in grado di svolgere contemporaneamente un ruolo attivo e passivo. Esiste uno scambio alla pari (o quasi) con tutto ciò che lo circonda. L’uomo ha quindi la possibilità di agire (ovviamente se è in grado) e in particolare ha la possibilità di scegliere tra più opzioni. Nel 1922 Febvre conia il termine Possibilismo. Elencandone i principi basilari: • La natura non impone solo vincoli ma offre varie possibilità di occupazione del suolo e di utilizzazione delle risorse • Le comunità, pur se entro certi limiti, esercitano una scelta tra le possibili alternative. • La scelta è compiuta in base alla cultura, alla tecnologia, alle circostanze storiche. Assumono estrema importanza i termini:  Genere di vita (l’insieme dei comportamenti sociali relativi al territorio)  Paesaggio (espressione sul territorio del genere di vita). È chiaro come il singolo paesaggio (o regione) varierà al mutare del comportamento, delle abitudini e delle attività economiche della popolazione che lo occupa.

La Regione Umana (o antropizzata) La regione geografica, secondo il paradigma Possibilista è quindi un territorio plasmato da un determinato genere di vita (e quindi dall’uomo), e si esprime tramite un paesaggio (o diversi paesaggi tra loro connessi) 3) Paradigma e Modello (Khun, 1962) Il passaggio da concezione possibilista a concezione funzionalista È basato principalmente sull’introduzione di due nuovi concetti: Paradigma e Modello interpretativo.  Il Paradigma È l’insieme delle intuizioni teoriche dei convincimenti e dei valori che provocano una rivoluzione che conduce a nuove convinzioni (teorie, conclusioni). Ovviamente il paradigma resta comunque dipendente dal Dogma che lo genera. Il Paradigma Se l’analisi del territorio secondo i classici poneva in riga le località e in colonna le proprietà fisiche delle stesse, la nuova geografia (paradigma funzionale) mette in relazione i luoghi tra loro e rispetto i punti centrali (polarizzanti) esaminando le distanze, i flussi, servendosi in continuazione di teorie, modelli interpretativi…)  Il Modello interpretativo È lo schema teorico che descrive il fenomeno (o l’insieme dei fenomeni) mettendone in risalto le caratteristiche strutturali ritenute più importanti. Secondo le scienze matematiche è un insieme di equazioni che descrivono in modo semplificato le relazioni ipotizzate tra una serie di fenomeni, allo scopo di spiegarne o prevederne lo svolgimento. Si parla quindi di Regione funzionale perché la realtà regionale diviene qualche cosa di identificabile e descrivibile tramite una funzione matematica, semplice nel caso di regioni banali, molto complessa in presenza di regioni evolute. La regione termina nel luogo in cui la funzione matematica che la identifica perde valore (si parla ad esempio di regioni socio – economiche) 4) Il Funzionalismo Juillard (anni ‘60 - ‘70) In questi anni si producono numerose teorie e modelli territoriali e si sviluppa in particolare:  Geografia regionale (che mantiene scopi meramente conoscitivi)  Scienza Regionale (basata su metodi e teorie, sullo studio delle relazioni presenti sul territorio). Questi concetti si scindono, infatti la prima continua ad avere principalmente uno scopo descrittivo, conoscitivo, la seconda si pone come obiettivo di base la pianificazione territoriale, la definizione di policy. La Regione funzionale È imperniata su un centro animatore e su reti che da questo traggono origine. L’impostazione funzionalista tende quindi a definire le relazioni tra oggetti e aree che da questi sono sottesi. I principi: 1. Elemento base della regione Funzionale è la polarizzazione, ovvero il prodotto della dominazione di un insieme di elementi (tra loro interconnessi) sul territorio circostante.  Si esprime attraverso fenomeni economici (movimenti di beni e di capitali e di persone) e fenomeni sociali (rapporti tra classi, tra comunità del centro e della periferia).  Si è comunque in presenza di qualche cosa in movimento (flussi di persone, beni, servizi, capitali) 2. Le proiezioni territoriali (concentrazioni), che possono essere di tipo puntuale (un polo industriale), assiale (un asse di sviluppo), areale (una agglomerazione urbana) 3. L’intensificarsi delle interdipendenze tra elementi (interni e esterni alla struttura che genera la polarizzazione (una città, un polo industriale) al crescere del fenomeno polarizzante 4. La Regione Funzionale coincide quindi con lo spazio investito dalla Polarizzazione (l’Area gravitazionale). Si inizia a cercare una relazione tra le varie regioni individuate dai vari elementi, la realtà economica è funzione dell’interagire di numerosi fattori y= f(X), nella regione ogni punto del territorio è il risultato di una funzione che darà un certo risultato compreso tra -1 e 1. Il limite è che manca la componente temporale, il confronto con gli anni precedenti, come la situazione si è evoluta e quindi si potrà evolvere.

5) La Regione Sistemica (Von Bertalanffy, 1968) Rappresenta l’evoluzione, il perfezionamento del paradigma funzionale. È il prodotto dell’incontro tra geografia e teoria generale dei sistemi. Si ritiene che i rapporti tra comportamento sociale e territorio siano orientati a produrre sistemi. Il sistema può essere definito come un’insieme di elementi tra loro interdipendenti (agendo anche su un solo elemento si provocano reazioni a catena in grado di contagiare tutti i restanti e di mutare l’equilibrio dell’intero sistema) ed orientati Si punta all’individuazione dell’interdipendenza tra elementi del sistema (in qualsiasi direzione), si vogliono cercare le leggi che lo regolano. Si assiste quindi al ripudio totale del paradigma deterministico. Si introduce il concetto di Processo, ovvero l’insieme di fenomeni, flussi, interazioni che si generano tra gli elementi del sistema. Si giunge in particolare a definire il Processo Orientato. La Regione Sistemica (o Sistema Territoriale) Si muove verso un obiettivo ben definito. Noi non lo conosciamo, il sistema lo ha invece ben chiaro. Nel senso che la regione, lasciata libera, seguirà una sua direzione (sviluppo, staticità, destrutturazione). A chiunque farebbe comodo conoscerla, ma interessa in particolare a chi amministra il territorio. Questo perché nel caso in cui la direzione non fosse quella auspicata si dovrà intervenire, trovando il modo di agire utilizzando gli strumenti più efficaci. E’ possibile prevedere cosa succederà da qui a n anni (es tra 5 anni) purché si tratti di una regione sistemica.

6) Il Paradigma Olistico Tra la fine degli anni ’70 e inizio anni ’80 si introduce il concetto di idea olistica nell’organizzazione del territorio L’Olismo è una teoria biologica secondo la quale l’organismo deve essere studiato in quanto totalità organizzata e non come semplice somma di parti (è proprio ciò che avviene nello studio delle regioni) Il paradigma olistico si contrappone al paradigma sintagmatico • Il funzionalismo aveva già inquadrato la superficie terrestre come un insieme di elementi interdipendenti ; • la Teoria Generale dei Sistemi trasferisce l’attenzione dalla struttura in se al Processo che la muove verso determinati traguardi. 7) Dal Sistema spaziale Aperto alla Regione Sostenibile La Regione viene studiata come un Sistema Spaziale Aperto, insieme di elementi umani, fisici e immateriali interconnessi e mossi da uno stesso processo, aperto alle relazioni esterne, e in grado di opporsi a comportamenti degradativi. I termini fondamentali sono quindi: 1) struttura, 2) processo, 3) apertura all’esterno, 4) relazione tra elementi, 5) opposizione all’entropia Dal Sistema spaziale Aperto alla Regione Sostenibile La regione è un sistema complesso in movimento (regione funzionale + regioni sistemica), si cerca però di dare risposte a precise domande: • ma questo sistema rispetta i principi della sostenibilità (impatto complessivo del turismo sulle altre attività e sulla società)? • è in grado di perpetuarsi nel tempo, di autorigenerarsi, di alimentarsi?

Abbiamo diverse forme di sostenibilità: - Ambientale: una costruzione che si fonda sulla base della sostenibilità ambientale è portata a durare maggiormente nel tempo. - Economica : i.e. l’economia locale è capace di sostenere il processo nel tempo? - Sociale: relativo alle disparità di trattamento. - Culturale: bisogna garantire anche la sostenibilità culturale, altrimenti il percorso non andrà a buon fine. - Politica : se ha alla base una forza politica tale da avviarla e concluderla

Esempi: Dubai: da località extralusso è diventata meta di turismo balneare, alla portata ormai di tutti, nonostante il sostegno economico non sussistono ulteriori condizioni di sostenibilità e il sistema turistico è entrato in crisi. Club Mediterranéé: villaggi turistici sulle coste mediterranee francesi e sulle ex colonie africane francesi, dove a 30 metri dalla costa inizia il deserto. I villaggi turistici toglievano materia prime ai residenti, senza alcun tipo di ritorno visto che i ricavati erano francesi. Così ci sono stati degli attentati vicino i villaggi vacanze, quindi la realtà è diventata non sostenibile socialmente. In ogni caso la previsione è fondamentale, bisogna saper interpretare i segnali che lancia il territorio come: Lago di Bracciano: Negli anni ’70 era navigabile ed era molto gradito dalle famiglie, ma nel tempo ha lanciato dei segnali come numerosi incidenti, scarichi riversati nel lago e il diffondersi di alcune malattie. Per questi pericoli i turisti hanno deciso di non volerlo più come prodotto turistico. Questo ha portato a 20 e più anni di crisi, durante i quali ha chiuso anche il Museo Vigna di Valle dell’Aeronautica. Monte Livata, sono presenti 2 stazioni sciistiche ma sono 2 anni che non nevica, segnale di un cambiamento climatico. Riassunto Regioni: La Geografia Economica si occupa delle Regioni nei primi anni del 900 studiando gli elementi naturali, il fine non era il turismo ma per facilitare l’amministrazione e la pianificazione. Non hanno gli strumenti di cui disponiamo noi ora quindi si basano solo sugli elementi naturali quindi distinguono ad esempio la montagna dalla collina dalla pianura (Principio Naturale). Poco più avanti negli anni si comincio a suddividere lo stesso territorio con moltissime altre variabili come ad es lingua parlata, religione praticata, attività economica principale, valuta utilizzata, storia… (si hanno più variabili perché ho più strumenti a disposizione). Manca però un’integrazione tra queste metodologie di segmentazione, abbiamo quindi molte carte complesse ma molto più utili ai fini del turismo. Il geografo degli anni 40/50 ottiene i primi risultati utili sovrapponendo queste carte. Negli anni 50 inizio 60 la geografia si aiuta con la matematica e si convince che qualsiasi attività territoriale può essere rappresentata dal una funzione (Principio keynesiano). Cosi, la Geografia introduce il principio di Regione Funzionale. Per offrire un prodotto scientifico bisogna inserire il fattore temporale-> principio temporale. (se sono bravo cercherò anche di fare previsioni per il futuro) REGIONE NATURALE (montagna, collina, pianura) REGIONE OMOGENEA (lingua parlata, religione ecc.) REGIONE FUNZIONALE (metodo scientifico inconfutabile) REGIONE SISTEMICA (porzione di territorio messa a sistema, il risultato finale di questo territorio è il prodotto della messa a sistema di questi elementi; tale regione ha inoltre una caratteristica, la sua evoluzione può essere prevista, quindi si può dire dove e come intervenire. Aggiungo al metodo scientifico il fattore tempo).

Definizioni e Dati sul Turismo Turismo È il secondo mercato mondiale per dimensione economica e diffusione spaziale, dopo il petrolio. Ogni anno viaggiano circa 800 mln di persone. (Hunziker, 1942) Insieme dei rapporti e dei fenomeni che risultano dal viaggio e dal soggiorno dei non residenti che includa almeno un pernotto che non vada oltre i 12 mesi e non dia luogo a insediamenti o ad attività lucrativa principale. Viene definito come un comparto perchè è qualcosa di molto complesso, in quanto è difficile assemblare tutti i pezzi che costituiscono il turismo.

E' costituito da una molteplicità di elementi, di cui lo stesso risulta essere il risultato tali componenti sono tangibili e intangibili. Quindi il turismo non è un'unica entità , ma è un insieme di flussi e di fenomeni Per essere un turista bisogna effettuare : – un viaggio, inteso in termini di spostamento dal luogo di residenza – un soggiorno, i.e dormire in un luogo , che sia al di fuori dal luogo di residenza, colui che non soggiorna è un'escursionista, ma non un turista a prescindere dai servizi di cui ha usufruito. Il non turista al 100% è colui che ad esempio anche essendo un albergo ma non manda un messaggio turistico (es un albergo che ospita operai nonostante possa avere tutte le camere piene, lavora con non turismo , in quanto il messaggio che manda è diverso e tale albergo esce dal mercato del settore turistico) Storia e Sviluppo del Turismo

come è nato e come si è sviluppato il concetto di turismo? 1. Il turismo di sicuro esiste già nell’antica Roma (dal centro di Roma si spostavano fuori, alle campagne, colline ecc..) anche se ancora è pochissimo, infatti è un fenomeno fortemente elitario ma comunque riesce ad incidere sull’economia perché si tratta di un turismo ricco. 2. Da li a poco si sviluppa un altro fenomeno turistico turismo religioso (gruppi consistenti di persone che si spostano da un luogo all’altro perché la loro religione li guida verso questi luoghi). I pellegrinaggi a differenza della prima tipologia di turismo non era solo elitario, ma lo facevano in tanti. In linea di massima era un turismo povero. In entrambi i casi vi è una carenza di mezzi di trasporto, che quindi rende questi due tipi di turismo molto complessi. Con la rivoluzione industriale e quindi con il treno il turismo inizia ad avere l’accezione che noi conosciamo. Altro mezzo molto utilizzato per il turismo è la bicicletta ciclo turismo. Fare turismo inizia a diventare possibile ma comunque vi sono ancora due enormi limiti: - Tempo, non c’era il tempo, non esistevano le ferie (se c’erano era periodo di riposo); mancava la mentalità turistica. - Denaro. 3. Durante l’800 si sviluppò il Grand Tour –GT— (viaggi di formazione nelle città europee per i giovani ricchi). Con il grand tour, i mezzi di traspo...


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