L\'amico immaginario - Appunti delle lezioni, argomento aggiuntivo, non presente sul manuale di Psicologia PDF

Title L\'amico immaginario - Appunti delle lezioni, argomento aggiuntivo, non presente sul manuale di Psicologia
Course Psicologia della personalità
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 6
File Size 214.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 31
Total Views 133

Summary

Appunti delle lezioni, argomento aggiuntivo, non presente sul manuale di Psicologia dello sviluppo, ma importante per sostenere il parziale...


Description

L’amico immaginario Fa parte della vita dei bambini in una specifica fascia d’età Concetto di immaginazione: “L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata l’immaginazione abbraccia il mondo”. L’immaginazione è molto più estesa, consente al bambino di aprire i propri orizzonti e attraverso essa riesce a conquistare altre conoscenze che lo portano a uno sviluppo cognitivo sempre più avanzato.

Studi sull’amico immaginario: 1895  primo lavoro scientifico di Vostrovsky: amico immaginario funzione stabilizzante e adattiva per lo sviluppo. L’amico immaginario non era visto in maniera negativa ma chi lo possedeva faceva parte di un contesto di normalità. Accanto a questa corrente di pensiero se ne sviluppa un'altra che invece vede nell’amico immaginario un rischio per lo sviluppo del bambin. Quasi come fosse una manifestazione che poteva assumere le fattezze, per esempio, delle allucinazioni o dei deliri. L’amico immaginario viene considerato con allarmismo quindi come l'espressione precoce di un disturbo psicopatologico che poi si può tradurre in allucinazione. Piaget  da interpretazione più adattiva: la tendenza ad inventarsi amici immaginari è parte integrante dello sviluppo cognitivo del bambino. Fa parte del normale/ tipico sviluppo cognitivo, è l’espressione adattiva dello sviluppo. La teoria psicodinamica  analizza quelle che possono essere le funzioni dell’amico immaginario. Considera le caratteristiche dell’amico immaginario come il risultato di una proiezione di quello che il bambino vorrebbe idealmente per sé. Funzione protettiva all’interno di un contesto adattivo e non di rischio Fenomeno: molto diffuso tra i bambini, normalità, funzione costruttiva e adattiva. È l’espressione della creatività ma anche delle competenze cognitive. È la rappresentazione dello sviluppo del pensiero simbolico. Sviluppo di capacità di decontestualizzazione e simbolizzazione. Oggi considerato fenomeno nella norma, rappresenta sviluppo creativo, ha funzione adattiva e costruttiva. È un fenomeno positivo perché fa riferimento alla capacità del bambino di creare con l'immaginazione qualcosa che nella realtà non c'è, quindi è l'espressione della creatività ma anche delle competenze intellettive cognitive. L’amico immaginario è la rappresentazione dello sviluppo del pensiero simbolico. Le capacità di astrazione di decontestualizzazione e di simbolizzazione sono caratteristiche di un pensiero con uno sviluppo cognitivo avanzato.

La fantasia e l'immaginazione diventano elementi che accrescono le competenze del bambino. La funzione dell’amico immaginario diventa quella di espressione di una capacità ma anche di un bisogno. Fenomeno che riguarda principalmente età prescolare. Molti bambini tra 2-6 anni coltivano la fantasia di un amico immaginario (in alcuni studi oltre 60%). Molto comune nei bambini di età prescolare, con un picco in prossimità dei 4 anni. L'amico immaginario può anche permanere fino indicativamente all'età scolare.

Ci sono diverse caratteristiche che possono contraddistinguere queste creazioni immaginare: un primo livello -> GRADO DI INVISIBILITA’, ovvero quanto la creazione immaginaria è dotata di caratteristiche astratte. Più è dotata di caratteristiche astratte più vuol dire che il bambino è competente cognitivamente. La letteratura su questo aspetto si suddivide in due: Amico invisibile: personaggio immaginario e invisibile che ha un nome, a cui si riferisce nella conversazione con altri o con cui gioca per almeno un mese, e che risulta essere realistico per il bambino, ma senza apparenti basi oggettive. Creazione astratta ma che si basa su caratteristiche oggettive quindi caratteristiche che i bambini ritrovano magari in altri persone che fanno parte del loro mondo sociale oppure caratteristiche ideali che vorrebbero possedere loro stessi. Qui troviamo l'aspetto di proiezione psicodinamica. Oggetto personificato: oggetto trattato come se fosse vivente, a cui il bambino attribuisce stati mentali e di personalità, la cui relazione può durare alcune settimane o mesi. Per esempio, un peluche che viene investito dal bambino di caratteristiche umane Sia l’amico invisibile che l’oggetto personificato possono essere entrambi considerati come amico immaginario. Avere un amico invisibile o un oggetto personificato fa riferimento a un diverso grado di sviluppo cognitivo ma può dipendere anche dall'età e dal genere.

Età: I bambini più grandi (4/ 6 anni) possono sviluppare amici invisibili Più piccoli (2/4 anni) più facilmente personificato.

Connotazione di genere: femmine  maggior tendenza ad immaginarsi un amico invisibile maschi  tendono ad utilizzare l’oggetto personificato, una creazione di fantasia più strutturata, più legato alla concretezza

Stili relazionali Qualità relazione: bambino-amico immaginario Di solito i bambini intrattengono con l’amico immaginario: 



relazioni di tipo egualitario: i partner sullo stesso piano relazionale. Sono relazioni caratterizzate da reciprocità compromesso, cooperazione. Quindi relazione positive e simmetriche; oppure relazioni di tipo gerarchico: i partner non si trovano sullo stesso piano (relazione asimmetrica): in generale, l’amico immaginario si trova ad essere subordinato al bambino. Sono relazioni caratterizzare da sentimenti di protezione e/o esercizio del controllo. Il sentimento del bambino rispetto alla relazione col suo amico immaginario è quella di padroneggiare la realtà immaginare

Relazione come strumento che rafforza il sé del bambino  funzione adattiva. Queste sono tipologie di relazioni più frequenti.

Nella relazione si può individuare anche una valenza negativa: amico immaginario deve portare al benessere il bambino. Se il bambino crea un amico immaginario che non lo fa stare bene va indagato  comunicazione di malessere. Relazione di tipo gerarchico in cui amico immaginario è al comando del bambino prende il ruolo di guida e potere. Relazione non più appagante per il bambino, si mette in una posizione di subordinazione. Generalmente questo tipo di relazione riflette le caratteristiche di altre esperienze relazionali vissute dal bambino nella realtà e dice molto sulla concezione che il bambino ha di “amicizia”, degli altri e di sé stesso. È espressione di una parte di sé sofferente. Può rivelarsi il riflesso di una relazione disfunzionale che il bambino vive realmente L’amico immaginario può essere da una parte qualcosa di tipico e tranquillo ma lo stesso fenomeno in un contesto diverso ha altro valore e significato. Un fenomeno non è mai completamente positivo o negativo. Bisogna essere in grado di leggere ogni dettaglio.

Significato dell’amico immaginario Winnicott parla di oggetto transizionale. L’amico immaginario rientra in questa tipologia di fenomeno perché nella sua creazione il bambino utilizza il pensiero per consolarsi, senza avere più bisogno di un tangibile oggetto di sicurezza (processo di interiorizzazione) Attraverso un processo di simbolizzazione l’oggetto transizionale evoca, tramite alcune sue caratteristiche, l’oggetto di sicurezza mancante. Nel caso dell’amico immaginario il processo di simbolizzazione e di creazione è molto sofisticato. Soggetto al fenomeno dello splitting: processo cognitivo che separa in polarità contrapposte i tratti e i comportamenti positivi o negatici, anziché riconoscerne l’integrazione in un unico schema coerente. È una creazione protettiva e rassicurante. Compensa un bisogno, una mancanza.

L’amico immaginario ha diverse funzioni: Funzione difensiva: il bambino cera di fronteggiare la solitudine, l’importanza, la paura e si inventa un compagno/ aiutante immaginario al fine di “ripopolare” il proprio mondo. Funzione compensatoria e consolatoria (figli unici o con fratelli molto più grandi, l’amico immaginario è meglio di un amico reale) perché di solito questi bambini utilizzano l'amico immaginario perché va a compensare qualsiasi mancanza, per cui l'amico immaginario è meglio di un amico reale, ha una serie di caratteristiche fantastiche che consolano il bambino dall’essere solo. Funzione di supporto: l’amico immaginario (supereroe) incarna le capacità o le risorse, che al bambino mancano, e gli offre l’opportunità di sperimentare nuove competenze fisiche o sociali, oppure di creare giochi nuovi. Rafforzamento dell’autostima e superamento delle difficoltà quotidiane. Funzione espressiva: amico immaginario come canale attraverso cui il bambino riesce a sfogare soprattutto le emozioni negative, i sentimenti di rabbia e/ o turbamento  autoregolazione delle emozioni Amico immaginario inteso come una strategia sofisticata di coping perché nel momento in cui il bambino si trova ad affrontare delle difficoltà o delle frustrazioni con il potere del suo pensiero, quindi con le sue capacità cognitive riesce a elaborare una creazione simbolica che consente di superare le difficoltà, le mancanze e anche la solitudine. Tutte queste tre funzioni sono di tipo adattivo perché vanno a costruire non a distruggere, cosa che invece succede nel momento in cui l'amico immaginario non assolve più in funzione adattiva ma disadattiva. Super-Io ausiliario: l’amico immaginario aiuta a controllare gli impulsi e regola i comportamenti

I bambini con amico immaginario Sono maggiormente consapevoli della differenza tra fantasia e realtà (sanno che il loro amico immaginario è immaginario, giocano in maniera consapevole). La differenza tra rischio patologico e funzione adattiva sta proprio nella consapevolezza del bambino che sta giocando con un amico immaginario e non reale. Giocano con la fantasia come se fosse realtà ma sanno che non lo è. Finché è il bambino che controlla la realtà non ci sono problemi. Hanno più dimestichezza con fantasia ed immaginazione non solo in età pre-scolare ma anche nelle età successive. Sono bambini propensi ad utilizzare l'immaginazione anche nella risoluzione dei problemi quotidiani. Si rivelano più creativi con maggiori competenze cognitive e di teoria della mente, non soltanto nel momento in cui creano un amico immaginario ma anche a lungo termine da adolescenti, da adulti. Sanno utilizzare delle strategie maggiormente creative soprattutto quando si trovano a dover risolvere un problema, sono anche più capaci a leggere la mente propria e altrui, perché hanno avuto maggiormente modo di sperimentare. L'amico immaginario è una costruzione che il suo tempo, cioè nel momento in cui il bambino può scegliere tra amico immaginario e amici reali non ha dubbi l'amico immaginario scopare. L’amico immaginario non serve più nel momento in cui il mio mondo si popola di soggetti reali con cui fare amicizia con cui giocare con cui entra in relazione. I bambini che hanno un amico immaginario utilizzano più frequentemente le immagini mentali e sono più competenti sul piano emotivo, sanno esplorare maggiormente le emozioni perché hanno avuto modo di riflettere sulle emozioni proprio e sulle emozioni che attribuivano all’amico immaginario. L'amico immaginario è adattivo: compare in una determinata fase evolutiva del bambino e poi però scompare. Bambini di età scolare o età successive con amico immaginario sono da considerare con grande attenzione perché la creazione dell'amico immaginario è legata ad un bisogno del bambino che poi dev’essere compensato con strategie più funzionali.

Differenze di genere In età prescolare sono maggiormente le bambine a coltivare amicizie immaginarie (anche più di uno con caratteristiche diverse), sono amici immaginari con caratteristiche diverse sia fisica che psicologiche. Tra i maschi sono più comuni gli animali o supereroi, mentre tra le femmine sono frequenti i personaggi umani con precise connotazioni caratteriali e psicologiche (maggiore “gradiente di immaginazione”). Le descrizioni dei loro amici immaginari nelle bambine sono più articolate mentre quelle dei maschi sono più sbrigative.

Le bambine sono più portate alla manifestazione e alla comprensione delle emozioni negative come rabbia e paura. Nei bambini c’è più un intento di self efficacy. Bambini  amico immaginario li aiuta a sentirsi più forti nei confronti degli altri, delle situazioni Bambine  più funzione consolatoria

Il destino dell’amico immaginario Rappresenta un “elemento speciale” dello sviluppo dell’immaginazione individuale, uno stadio transitorio di possesso e di controllo esclusivo da cui può emergere un autonomo senso si sé; Elemento transitorio, ci si aspetta che col passare del tempio scompaia e venga sostituito da strategie di coping più sofisticate. Scompare anche per l’imbarazzo che si può avere nel condividere questa fantasia con gli altri. L’amico immaginario viene quindi messo in disparte e dimenticato. Segna il passaggio ad una fase di maggiore maturità e autonomia, e si manifesta spesso nel rifiuto di condividere con altri la fantasia Questi bambini oscillano tra senso della realtà e consapevolezza della fantasia. Quando gli adulti si intromettono, senza essere stati inviati, il bambino non soltanto perde la sensazione di controllo esclusivo, ma può anche temere che lo stiano prendendo in giro o comunque provare un senso di imbarazzo In generale, scompaiono tra i 6-9 anni, almeno nelle forme semplici: il 65% dei bambini tra 7-8 anni dichiara di avere un amico immaginario...


Similar Free PDFs