L\'ascolto attivo secondo Thomas Gordon PDF

Title L\'ascolto attivo secondo Thomas Gordon
Author Antonella Larizza
Course Psicologia sociale
Institution Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria
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Summary

L'ascolto attivo secondo le teorie di Thomas Gordon...


Description

1.3 L’ascolto attivo di Thomas Gordon

Le tecniche di ascolto attivo si devono in particolare modo al lavoro di Thomas Gordon, psicologo statunitense che fu in un primo momento allievo e successivamente collaboratore di Carl Rogers, teorico della Comunicazione Efficace, un sistema di lavoro con le persone completo e integrato, volto alla creazione e al mantenimento di relazioni efficaci, e alla riduzione dei conflitti. Per ogni persona con cui siamo in rapporto ci formiamo una finestra percettiva attraverso cui osserviamo i suoi comportamenti. Ne abbiamo una diversa per ogni persona con cui ci rapportiamo. Questa finestra percettiva ! denominata: rettangolo del comportamento 1. Per comportamento ci si riferisce a qualcosa che possiamo udire e vedere concretamente, non al giudizio che si può maturare su quella persona. La prima abilità da sviluppare ! quella di imparare a distinguere e sperare i comportamenti dai giudizi. Ogni persona si trova a vivere di volta in volta due tipi di sentimenti diversi nelle relazioni interpersonali, sentimenti da un lato di accettazione, dall’altro di non accettazione. Questi comportamenti, nella vita quotidiana possono riguardare un figlio, un alunno, il partner, un insegnante. La linea non riconosce caratteri statici, tendere a muoversi molto rapidamente nel corso di una giornata e varia da persona. A persona. Nessuno accetta tutto incondizionatamente, accede che due persone possano vedere lo sesso comportamento in maniera del tutto differente. Conosciamo tre fattori che influenzano il livello di accettazione e sono fattori interni alla Persona; che si possono riferire alla personalità; stato d’animo; condizioni di salute e possono essere soggetti a cambiamenti indipendenti dal comportamento altrui 2. In secondo luogo vi ! l’ambiente, cio! il luogo in cui si svolge il comportamento che può determinare i sentimenti di accettazione o non accettazione ed infine in terzo luogo vi ! l’altro, che tende a modificare i sentimenti di accettazione in riferimento al soggetto specifico secondo caratteri che possono avere a che fare con la personalità, il sesso, la personalità di quest’ultimo. L’area di accettazione può essere suddivisa in modo da rappresentare due tipo di comportamento differenti, un primo nel quale l’altra persona non genera problemi di relazione perciò vi sarà un’area non problematica. In quest’area si possono collocare i comportamenti che non risultano essere problematici per voi, ma segnalano la presenza di un problema per l’altro. E’colui che ha il problema che vive l’esperienza, e invece in chi non lo vive dall’altra parte porrebbe insorgere la voglia di aiutare a risolvere questo problema. Quindi avremo comportamenti accettabili nel quale l’altra persona ! in difficoltà, quindi presenta un problema, un secondo tipo di comportamenti accettabili che coinvolge l’area non problematica che risulta essere la situazione ideale per l’insegnamento e l’apprendimento, ed infine i comportamenti 1 Athena., (2012)., Comunicazione e tecniche relazionali,.Consulman Editore 2 Mario Cusinato., (2013)., La competenza: Perché e come prendersi cura delle relazioni., Springer Editore

inaccettabili nel quale noi siamo in difficoltà, quindi siamo noi ad avere un problema 3. Lo scopo dei training di Gordon ! quello di acquisire le competenze necessarie per ridurre il più possibile le due aree problematiche all’interno della relazione interpersonale. L’area non problematica rappresenterà tutte le volte in cui si potrà stare con l’altro in modo piacevole e vantaggioso per entrambi. Quando il problema ! dell’altro, Gordon delinea alcune abilità che rendono le persone efficaci tra le quali troviamo: imparare a capire quando l’altro si trova in difficoltà, cogliendo segni e sintomi, imparare a svolgere un’efficace funzione d’aiuto rispetto all’altro in difficoltà, imparare a distinguere fattori che aiutano da quelli che non aiutano colui che ha un problema, imparare ad evitare risposte non facilitanti all’aiuto dell’altro, esercitare delle abilità di ascolto necessarie all’elaborazione del problema dell’altro ed infine imparare ad aiutare l’altro a risolvere autonomamente i propri problemi 4. Per non incorrere nel pericolo di reagire verbalmente usando delle barriere che comunicano la non accettazione del problema, Gordon coniglia la tecnica dell’ascolto attivo, nel quale ogni senso ! coinvolto, anche la sensibilità e l’intuizione, esso può essere definito il sesto senso della comunicazione. Come abbiamo già precisato in precedenza, l’ascolto ! una tecnica indispensabile per una buona comunicazione. Non si tratta semplicemente di stare in silenzio ed ascoltare, colui che ascolta attivamente lo fa attraverso la mente, gli occhi e il cuore e cerca di comunicare a chi parla che ciò che dice ! importante per lui. Thomas Gordon a riguardo, individua quattro momenti importanti per l’ascolto: l’ascolto passivo durante la fase iniziale, colui che ascolta tende a rimanere in silenzio e a non interrompere l’interlocutore, questo permette a chi parla di sapere che chi ascolta ha un determinato interesse sull’argomento esposto e si denota una sua predisposizione all’ascolto, il secondo momento ! dato da messaggi di accoglimento verbali e non verbali, colui che ascolta dovrebbe dimostrare all’interlocutore la sua attenzione e il suo interesse per ciò che dice non solo attraverso delle frasi di incitazione, ma anche attraverso dei movimenti corporei come cenni col capo, sorrisi e sguardi che mettano il soggetto parlante a proprio agio in modo tale da continuare il suo discorso 5. Il terzo momento ! dato da inviti all’approfondimento, si tratta di messaggi prevalentemente verbali che incoraggiano chi parla ad approfondire l’argomento ed in questo caso l’ascoltatore dovrebbe senza giudicare o commentare, esordire con frasi del tipo ‘’spiegami meglio’’. Il quarto e ultimo momento ! l’ascolto attivo, momento nel quale chi ascolta ripropone il contenuto del messaggio condiviso

3 Thomas Gordon., (1991)., Insegnanti efficaci. Il metodo Gordon. Pratiche educative per insegnanti genitori e studenti., Giunti Editore. 4 Edgar H. Schein.,(2010)., Le forme d’aiuto., Come costruire e sostenere relazioni efficaci., Cortina Raffaello Editore 5 Thomas Gordon., (1991). , Insegnanti efficaci. Il metodo Gordon. Pratiche educative per insegnanti genitori e studenti., Giunti Editore.

all’altro con parole diverse. In questa fase non entrano in gioco solo le parole bensì emozioni e sentimenti. Altre manifestazioni importanti sono oggetto dell’ascolto attivo, in particolare l’empatia, attraverso la quale ci si immedesima nell’altra persona per coglierne i pensieri e gli stati d’animo in modo tale da condividerne l’esperienza pur non vivendola in prima persona. Un altro aspetto da non sottovalutare ! la considerazione positiva e incondizionata che si riferisce a una globale accettazione della persona, anche e sopra tutto nel caso in cui quest’ultima abbia valori e atteggiamenti diversi dai nostri, ! essenziale che l’interlocutore non venga giudicato e che ciò che venga messo in discussione non sia la persona bensì il comportamento. Infine un ultimo aspetto ! la congruenza con se stessi. Ciò non significa assumere un atteggiamento difensivo, piuttosto agire in maniera tale da riflettere quel che si sente dentro. L’ascolto attivo ! una tecnica fondamentale della comunicazione utilizzata nei processi d’aiuto alla persona, nel momento in cui ci si deve attivare per la risoluzione di conflitti. Possiamo parlare di ascolto attivo come di un approccio applicabile nelle razioni che risulterà utile non solo per rendere più facile, chiara e corretta l’espressione delle proprie emozioni o argomentazioni, ma in particolare nel saper ascoltare e percepire le ragioni e i sentimenti altrui stabilendo con colui che parla un contatto autentico che diverrà la base di relazioni arricchenti ed efficaci 6. Nei metodi educativi, la capacità di ascoltare ! stata nel tempo molto sottovalutata, in quanto il sapere ascoltare ! lo strumento principale a disposizione delle persone che per professione, si occupano di altre persone. Il modo in cui si ascoltano gli altri genera uno stile di comunicazione che tende ad influenzare, in maniera positiva o negativa l’ambiente che ci circonda. Saper ascoltare in maniera empatia e saper mettere a proprio agio gli altri attraverso la comunicazione efficace vorrà dire contribuire alla creazione di un ambiente sicuro in cui ognuno di noi potrà esprimersi al meglio. Attraverso l’ascolto attivo ! possibile: evitare gran parte degli errori comunicativi che stimolano la creazione di barriere e sentimenti di incomprensione tra ruoli, rendere attenti ai sentimenti e vissuti emotivi che accompagnano ogni tipo di comunicazione e che spesso restano da parte e non vengono percepiti per la mancanza di attenzione all’aspetto della comunicazione non verbale, in tal modo da consentire di cogliere la serie di significati insiti nelle parole altrui per poi restituirli a specchio 7. Ancora dare l’idea di essere presenti nella situazione, far notare la propria disponibilità ad incontrare realmente l’altro, ! essenziale offrire uno spontaneo rinforzo al sé dell’altro, ciò ! dato 6 Thomas Gordon (1991) Insegnanti efficaci. Il metodo Gordon. Pratiche educative per insegnanti genitori e studenti. Giunti Editore. 7 Daniele Trevisani.(2019) Ascolto attivo ed empatia: I segreti di una comunicazione efficace. Franco Angeli Editore

dal fatto che in ogni relazione un buon incontro, un senso di fiducia e accettazione tende a dare rinforzo nutritivo al nostro sentimento di coesione e integrità interno. Stimolare in chi parla una genuina espressione di sé attraverso la ricchezza emotiva, dissuadendo dalla narrazione sterile, ricca di giudizi, oppure fine a replicare il pensiero comune in riferimento a determinati argomenti, specie quando si tratta di modi di pensare dicotomici ed etici. Questo particolare metodo di colloquio e relazione, amplia che colui che ascolta mantenga nei confronti di chi parla una disposizione che si ispiri ai criteri che implicano: il fatto che noi possiamo cambiare noi stessi senza pretendere di voler cambiare chi ci sta intorno, in secondo luogo non ! necessario che le idee di chi parla e di chi ascolta siano uguali e convergenti e non occorre tentare di fare tentativi per modificare l’idea altrui, ciò che conta davvero ! concedere la possibilità di esprimersi e dare dignità ad ogni verità, anche la più soggettiva. Inoltre le persone non possono essere come le vorremmo, perciò sono come ! giusto che siano ed infine il giudizio non aiuta a capire gli altri, né tantomeno ad apprezzarli....


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