Le acque sacre in Abruzzo riassunto PDF

Title Le acque sacre in Abruzzo riassunto
Author Rya Hell
Course Geografia
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Riassunto del libro Le acque sacre in Abruzzo...


Description

Le acque sacre in Abruzzo 1. L'acqua assume valore sacrale, in quanto vista come elemento essenziale della vita dell'uomo. È un oggetto di culto in diverse religioni, da quelle pagane e rurali al cristianesimo. L'acqua è vista come elemento risanatore e purificatore. 1.3 Una complessa morfologia L'Abruzzo si divide in un’area montuosa e un’area marittima. L’area montuosa interna è caratterizzata da tre allineamenti montuosi: - un allineamento costituito dalla Majella, dal Gran Sasso, Montagna del Morrone e dai monti della Laga; - un fascio di catene delimitate dalla conca aquilana e dall'alto bacino del Volturno ed è separato dalla precedente dalla depressione della valle dell'Aterno; - la catena degli Ernici-Simbruini Le due catene montuose più rilevanti sono il Gran Sasso d’Italia e la Majella. Il Gran Sasso si estende per oltre quaranta km, di cui il Corno Grande è la vetta più alta (2912 m). La gola di Popoli è la via di penetrazione più agevole per la regione marittima. La Majella contiene diverse cime che superano i 2000 m di altezza ed è caratterizzata vasti pianori sommitali, originati dall’erosione marina avvenuta durante la fase di emersione. Le conche del Fucino, di Sulmona e dell’Aquila costituiscono le tre zone di coltura e insediamento umano dell’Abruzzo montano. La disposizione delle catene montuose ha condizionato le vie di comunicazione. 1.4 I segreti della montagna abruzzese: alcune nozioni di geologia Tra le catene montuose sono presenti molte grotte e ripari per via della natura carsogena delle rocce che hanno permesso l’insediamento umano. La struttura geologica dell’Abruzzo montano si distingue in due facies: la più antica risalente al Cretaceo e la più recente all’Eocene. Il calcare cretaceo ha una struttura compatta e ha colore grigiastro. Il calcare eocenico nei piani dell’Eocene superiore è marnosoargillosa, meno permeabile e perde compattezza. L’Abruzzo calcareo è la zona più povera, in particolar modo in presenza del calcare cretaceo: arido, privo di vegetazione e non favorevole alle colture. Dalle rocce calcaree hanno origine le terre brune e le terre rosse, che rappresentano le uniche zone coltivabili delle catene montuose appenniniche. L’Abruzzo montuoso è caratterizzato da paesaggi carsico con una complessa circolazione sotterranea, caratterizzata da grotte e gallerie, e scarsa idrografia in superficie. (Facies: complesso dei caratteri litologici e paleontologici presenti in una roccia sedimentaria tali da consentire il riconoscimento dell'ambiente in cui si depositarono i materiali che costituiscono quella stessa roccia)

1.5 L’Abruzzo marittimo L’Abruzzo marittimo è caratterizzato da un’ampia fascia collinare, divisibile in diverse zone a causa della diversità della conformazione rocciosa, che presentano elementi in comune come la modesta altitudine, corsi d’acqua paralleli o perpendicolari alla costa, la diffusione di processi erosivi catastrofici (frane) o accelerati (calanchi). La valle del fiume Pescara segna il confine tra due zone: -

il Subappennino Aprutino a nord-ovest è costituito da due zone: quella interna è formata da una coltre molassica miocenica caratterizzata da una forte presenza di materiali arenacei con marne sabbiose e sabbie argillose; la fascia esterna da marne argillose cineree appartenenti al Pliocene inferiore con banchi di sabbia giallastre, ghiaie e ciottoli, che rappresentano i residui degli ultimi sedimenti marini, sollevatesi duranti il Pliocene.

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il Subappennino Frentano a sud-est è prevalentemente caratterizzato da flysch eocenico.

1.6 Le acque abruzzesi Le rocce fratturare (dolomiti e calcari) e i materiali permeabili (conglomerati e sabbie) favorisco l’affluenza delle sorgenti. L’abbondante circolazione sotterranea è favorita dalle piogge, dallo scioglimento della neve e in particolar modo dai fenomeni di carsismo (doline, inghiottitoi), sviluppati per la morfologia a piani e a conche. L’idrografia abruzzese è molto fitta, ma non sono presenti corsi d’acqua di notevole lunghezza (Pescara e Sangro superano i 100km). I fiumi abruzzesi si dividono in: -

i fiumi sub-appenninici hanno origine dalle colline, hanno un corso breve e un regime torrentizio che si interrompe nei mesi estivi (Alento, Piomba);

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i fiumi preappenninici vengono alimentati dalle sorgenti delle catene montuose o dell’altopiano e scorrono lungo zone collinari e marittime (Vibrata, Salinello);

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i fiumi appenninici hanno origine dalle sorgenti carsiche alla base dei maggiori rilievi calcarei, hanno un corso lungo e irregolare e una portata più abbondante (Aterno-Pescara, Sangro);

Nel 1875 il bacino del Fucino è stato prosciugato. I laghi abruzzesi sono di estensione modesta, ad eccezione del Lago di Scanno, che è il più ampio bacino lacustre naturale (superficie di appena un km quadrato), e hanno favorito la pastorizia e la distribuzione degli abitati oltre i 1000m. 1.7 Il clima e la vegetazione Il clima abruzzese, dato il territorio variegato, è diviso in due fasce: la fascia marittima a nord-est e la fascia montuosa a sud-ovest. Il padre domenicano Serafino Razzi scrive a proposito del clima aquilano che in inverno il paesaggio montuoso è colpito da nevicate abbondati, piogge e venti impetuosi, mentre in estate dilettevole e fresco con qualche temporale. Del Re divide afferma che la vegetazione della

zona abruzzese è divisibile in zone: faggi e querce crescono nelle zone montuose, viti, ulivi e fichi nelle zone collinari e gli aranci in quelle marittime. *Il termine territorio indica una porzione di superficie terrestre o di terra abitata, il paesaggio l’insieme di elementi caratteristici di una determinata porzione di territorio, l’ambiente il complesso delle condizioni fisiche (luce, temperatura, pressione), chimiche (composizione del mezzo) e biologiche (presenza di altri esseri viventi e tipi di rapporto con loro) in cui si svolge la vita di organismi.

2. 2.1 I santi patroni dell’acqua L’Abruzzo è stato protagonista di diverse religioni. Il paganesimo e il culto della natura si sono sovrapposti al cristianesimo: molte caratteristiche sono state ereditate, come molte sono andate perse: un esempio è il culto dell’Arcangelo Michele che si è sostituito a quello di Mercurio, Dioniso, Mitra ed Ercole. Importanti luoghi di culto frequentati nell’antichità troviamo Grotta S. Angelo a Civitella del Tronto, il tempio dedicato ad Ercole e Cerere a Corfinio, dove sono stati trovati numerosi ex voto (oggetti dati in dono alla divinità), il tempio dedicato a Ercole Curino all’eremo di Sant’Onofrio sul Morrone, l’antica Superaequum dei Peligni a Castelvecchio Subequo, dove si pensa si praticassero riti idrici per via della presenza di una sorgente d’acqua. A Palombaro la venerazione di Sant’Agata si sarebbe sovrapposto al culto della dea Bona, protettrice delle popolazioni che abitavano nella zona. 2.2 Le cure Nell’antichità, quando la medicina non era ancora sviluppata, si riteneva che la natura avesse proprietà curative, in particolar modo l’acqua ha sempre occupato un ruolo primario: utilizzata, ad esempio, a scopo purificatore e terapeutico. Molte acque dovevano essere recuperate in date precise, coincidente con il giorno di morte del santo, per essere utilizzate nel corso dell’anno, quando ve ne era bisogno. La febbre malarica sul versante meridionale della Majella veniva curata mediante l’acqua raccolta dalla Fonte di San Cataldo, nel comune di Palena. Si pensa che le acque di sorgente nella grotta di San Cataldo all’Orfento avessero potere curativo. La peste veniva curata con l’acqua di San Rocco, prelevata in una grotta dove si pensava fosse vissuto il Santo ospite dei Principi Colonna di Roma. Tra altri esempi malattie all’orecchio venivano curate con acqua della fonte di Sant’Ippolito, malattie della pelle presso Assergi e sul Morrone, acque della grotta di Sant’Onofrio per curare diverse malattie e per esorcizzare dal demonio, reumatismi e artriti con un bagno nell’Aterno. Nel santuario della Madonna delle Grazie alla fine dell’800 una bambina morente venne curata con l’acqua fuoriuscita da un’apertura creatasi nel fondo dell’antica chiesa. Importanti sono la Chiesa di San Michele a San Vittorino, i due eremi legati a Pietro Morrone, cioè San Bartolomeo in Legio e l’Eremo di Sant’Onofrio. Importanti sono i culti galattogeni dedicati a figure femminili, come Sant’Eufemia, Sant’Agata e Santa Scolastica, dove il bere l’acqua di determinate fonti sacre favoriva la secrezione lattea delle donne. 2.3 Alle radici delle credenze abruzzesi

La storia spirituale dell’Abruzzo è molto ricca e caratterizzata dalla sovrapposizione tra riti pagani e cristiani. Diversi studiosi, come Abbate e Paoletti, scrivono di un territorio in cui i cambiamenti faticano ad arrivare e in cui la popolazione rurale è attaccata alla tradizione; l’Abruzzo, infatti, fino a metà dell’800 era ancora vittima di un sistema feudale e paternalistico a causa della sua appartenenza al Regno delle due Sicilie, un ambiente povero economicamente e arretrato che comincia la sua ascesa con la Legge Crispi del 1888. Il credo religioso rurale e pagano abruzzese era legato alla vita di tutti i giorni in contrasto con la credenza soprannaturale del cristianesimo, che poco si conformava alle usanze abruzzesi. La natura è l’elemento cardine del culto abruzzese e che soprattutto fonda la sua medicina popolare. I rimedi naturali venivano utilizzati ancora nel periodo postunitario.

3. 3.2 Economia e religione nell’Abruzzo pagano La popolazione rurale abruzzese era prevalentemente dedita alla pastorizia e alla caccia ed era basata su una cultura di sussistenza. Era organizzata socialmente in una ristretta oligarchia di pastori guerrieri, che abitavano in piccoli villaggi sparsi in un territorio comunitario, nel quale avevano sede i loro pascoli. Il centro politico, economico e religioso era costituito dai santuari, posti nei punti d’incrocio delle rotte della transumanza. Dopo la conquista romana l’ambiente pastorale è stato migliorato con l’istituzione di aree dedite al pascolo e al riposo del gregge, con la costruzione di strade tra le montagne e la pianura dove le comunità potevano richiedere un pedaggio. 3.3 Spiritualità e transumanza in epoca pagana In epoca pagana era molto diffuso il culto di Ercole, visto come protettore delle strade e delle piste tratturali, e legato alla transumanza. In tutto il territorio abruzzese sono disseminati santuari dedicati al culto di Ercole e sorgono in prossimità di sorgenti d’acqua, ad esempio il percorso del tratturo principale nei territori di Vacri, Pretoro e Manoppello, che attraversava il fiume Pescara. 3.4 Evangelizzazione ed eremitismo tra realtà e tradizione L’evangelizzazione dell’Abruzzo si dice avvenne nel I secolo per mano di Sant’Antimo di Antiochia, discepolo di San Pietro, oppure attraverso i santi Domiziano e Legunziano. Il processo di cristianizzazione avvenne attraverso le strade romane, raggiungendo il culmine con il monachesimo. Tra il V e il VI secolo si contavano circa quindici sedi vescovili in tutto il territorio abruzzese. Il territorio impervio e montuoso dell’Abruzzo favorì il monachesimo in tutte le sue sfumature. Alcuni cristiani sentirono la necessità di isolarsi dalla società per vivere a pieno la loro fede attraverso una vita ascetica: esempi sono San Lorenzo e Equinozio di Amiterno, fondatori di diversi monasteri, San Benedetto, che visse nel monastero di Montecassino e che fondò l’ordine dei benedettini, fondato sul precetto ‘’Ora et Labora’’, e Pietro Celestino tra il XI e il XII secolo, che poi diverrà papa. 3.5 L’Abruzzo medioevale Con la caduta dell’Impero romano il ‘’paesaggio agrario abruzzese viene disgregato’’ (Sereni), si ha, infatti, il ritorno del predominio del pascolo e il regresso delle tecniche colturali. L’Abruzzo fu uno dei

campi di battaglia nella guerra tra Goti e Bizantini. L’occupazione longobarda nel 568 avvenne attraverso i tratturi. Il territorio viene diviso tra Ducato di Spoleto e Ducato di Benevento. I vecchi centri urbani di origine romana vennero presi come punti di riferimento sia per l’ambito civile che religioso. Le diocesi ebbero un ruolo fondamentale nella riorganizzazione territoriale dopo la conversione al cristianesimo dei Longobardi. Nel 774 la divisione territoriale abruzzese divenne ancora più netta, con la discesa dei Franchi in Italia: il Ducato di Benevento si rifiutava di sottostare alla giurisdizione di Carlo Magno. Tra l’epoca longobarda e carolingia sorsero numerosi monasteri e abbazie, in particolare quella di San Clemente a Casauria e il complesso benedettino di Santa Maria sull’altopiano delle Cinquemiglia. I monasteri svolsero un ruolo fondamentale nella riattivazione delle vie di comunicazione e nella rinascita di centri urbani. Venne riaperta la via Minucia (Napoli-Abruzzo), che diverrà una delle rotte principali dell’economia meridionale. Importante il ruolo degli ordini monastici: -

i cistercensi, originatesi dai benedettini, si ampliarono in tutto il Sud Italia, rilanciarono la transumanza, riutilizzando i territori della montagna abruzzese, che erano stati lasciati incoltivati a causa della frammentazione feudale, e favorita da un nuovo modello produttivo (olio, vino, saline, frumento, mulini, pesca);

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i celestini, fondati da Pietro da Morrone, che conducevano una vita solitaria, di penitenza e di povertà, e che si dedicarono all’allevamento;

3.6 Dalla ‘’Via degli Abruzzi’’ alla decadenza economica Tra il XI e il XII secolo il risveglio economico coinvolse anche l’Abruzzo. Il fenomeno dell’incastellamento portò alla riorganizzazione del territorio, alla riduzione dei terreni incolti e alla concentrazione del popolo nei castelli. Intorno al 1000 il territorio venne riunito sotto la dominazione normanna. La pastorizia fiorì grazie a due leggi, che proteggevano la transumanza attraverso norme severe contro chi avesse ostacolato il pascolo delle greggi e il ripristino dell’antica tassa per lo sfruttamento dei pascoli. Sotto il dominio degli Svevi venne creato il Demanio del Tavoliere tra Abruzzo, Puglia e Basilicata. Dopo un periodo di crisi sotto la dominazione angioina, con gli Aragonesi l’Abruzzo divenne uno dei principali snodi commerciali, diplomatici e militari, data la sua posizione intermedia tra Napoli e Firenze: la Via degli Abruzzi. Centri come L’Aquila, Sulmona e Lanciano erano le principali città del territorio abruzzese. Dopo l’elezione a re di Carlo V d’Asburgo il Regno di Napoli diventava un’appendice mediterranea, dove l’Abruzzo ricopriva un ruolo di contenimento, data il territorio impervio e l’inaccessibilità delle montagne. L’economia meridionale fu condannata al ristagno economico a causa del processo di infeudamento e il fiscalismo statale. Dalla fine del ‘400 e dopo il sacco di Roma del 1527, il declino della mercatura fiorentina e lo spostamento delle vie commerciali dall’Appenino alle fasce litorali contribuirono a marginalizzare l’economia dell’area interna. 3.7 I secoli d’oro della transumanza

Sotto Alfonso I d’Aragona la transumanza passò sotto il controllo dello Stato e la produzione della lana incrementò. L’allevamento ovino divenne una delle attività più floride dell’Italia centro-meridionale. I territori destinati alla pastorizia vennero ampliati con nuovi terreni, dove non era possibile la coltivazione. Nel 1447 venne istituita la Dogana della mena delle pecore in Puglia, una struttura amministrativa e giuridica che aveva il compito di amministrare i pascoli del Tavoliere e sovraintendere la transumanza ogni anno. Con la dogana il sovrano rafforzava la propria posizione contro quella del baronaggio e slanciava l’economia pastorale. Il tavoliere veniva suddiviso in locazioni per dare ospitalità a greggi e pastori per sei mesi l’anno e le aree da pascolo venivano affidate alle imprese pastorali secondo regole precise, come in base al numero di pecore possedute e al pagamento di una tassa per il periodo di svernamento. La commercializzazione dei prodotti fu avvantaggiata dall’istituzione della Fiera di Foggia (8-25 maggio) e quando si chiudeva le greggi partivano secondo un ordine prestabilito e seguendo il tracciato dei tratturi. La rete viaria per lo spostamento delle greggi era composta da tratturi e bracci e vicino vi erano riposi laterali, destinati all’alimentazione delle greggi, e riposi generali dove venivano conteggiati. La regione dei tratturi era composta da Abruzzo, Molise, Campagna, Puglia e Basilicata. L’Abruzzo era il polo di partenza di un tracciato vario che a sud arrivava al Tavoliere di Puglia e ad ovest alla campagna romana; dall’età medievale si distinguevano tre rami: dogana del Patrimonio di San Pietro in Tuscia (Roma, Toscana e Umbria), Doganella d’Abruzzo, formata dalle giurisdizioni dei Regi Stucchi e Poste d’Atri, e Dogana di Puglia. A partire dalla seconda metà del 700, la transumanza entra in crisi per la pressione demografica, l’innovazione agricola e gli influssi illuministici. Si voleva che il Tavoliere venisse convertito all’agricoltura. Alla fine del XIX secolo, la transumanza cedeva all’agricoltura, nel Tavoliere il grande demanio statale veniva sostituito dai poderi privati dei baroni. Nonostante la crisi della transumanza, l’economia abruzzese continuava a basarsi sulla pastorizia. Con la crisi del 1926 che investiva la pastorizia e il mercato della lana, l’intera regione del Gran Sasso visse un incredibile crollo demografico. Il declino della pastorizia raggiunse il culmine negli anni ’50 per gli interventi di bonifica della Cassa per il Mezzogiorno e dell’Ente per la colonizzazione della Maremma e del Fucino. Ai fini del culto delle acque la transumanza ha contribuito a diffondere il culto di San Michele Arcangelo. 3.8 I luoghi di culto della cristianità sulle vie della transumanza Lungo i tratturi sorgevano delle chiese che permettevano ai pastori di seguire la messa, mentre controllavo il gregge. All’inizio del Tratturo Magno sorgeva il Santuario della Madonna di Roio e lungo il tragitto un piccolo complesso composto dalla chiesa di San Giovanni Battista e da un’osteria. Oltre al culto di San Michele, le vie armentizie hanno contribuito alla diffusione dei culti di san Nicola e i santi Cosima e Damiano. Il legame tra il culto di San Michele e la transumanza è dato dal fatto che il passaggio tra i pascoli invernali e quelli estivi avveniva in coincidenza con le due feste in suo onore, che fungevano da data di apertura e chiusura della transumanza.

4. La sacralità dell’acqua cela un ricco patrimonio culturale formata da beni materiali (luoghi di culto) e immateriali (credenze, riti, festività).

4.1 Dalla cultura dotta al patrimonio culturale I beni culturali includono sia luoghi e opere fisiche sia credenza, riti, usi e tradizioni. Domenico Ruocco afferma che i beni culturali sono prodotto dell’ingegno umano e testimonianza dell’evoluzione materiale o spirituale dell’uomo e del suo sviluppo civile. Tra i beni rientrano anche oggetti che un tempo venivano usati quotidianamente, che oggi sono testimoni di una cultura passata. Al valore culturale si è aggiunto un valore economico, in quanto i beni culturali sono considerati anche risorsa, inoltre sono simboli di identità e sono indispensabili per lo sviluppo civile di un popolo. 4.2 Il percorso legislativo 

Nel 1975 viene istituito il Ministero dei beni culturali che tutela e valorizza i beni culturali, ambientali, archeologici, storici, artistici, librari che siano. Già tra le due guerre diverse leggi per la preservazione dei beni culturali erano state emanate:

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legge Croce per la tutela delle bellezze panoramiche e degli immobili di interesse storico:

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legge Bottai per la tutela delle cose di interesse artistico e storico;

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legge per la protezione delle bellezze naturali;



Con l’approvazione della Costituzione italiano lo Stato divenne promotore della cultura e della ricerca scientifica. Il 14 maggio 1954 viene con la ‘’Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato’’ l’espressione bene culturale acquisisce valore gi...


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