Le parole del mito - Riassunto delle parti introduttive ai capitoli del libro PDF

Title Le parole del mito - Riassunto delle parti introduttive ai capitoli del libro
Author Silvia Brambilla
Course Letteratura greca
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto delle parti introduttive ai capitoli del libro ...


Description

ALLE ORIGINI DEL MONDO : DAL CAOS AL DILUVIO UNIVERSALE 1. I re degli dei In epoca immediatamente successiva alla composizione dell'Iliade e dell'Odissea, a cavallo tra l' VII e il VII secolo a.C il poeta Esiodo (Beozia) espone nella Teogonia, l'avvicendamento delle entità divine che precedettero e giustificarono l'insediamento e il potere degli dèi Olimpi, ossia il pantheon tradizionale del culto greco in età storica. La Teogonia non è un'opera a carattere religioso; il suo senso è quello di un'indagine razionale sulla natura fisica del mondo, che viene spiegata nei suoi elementi primordiali. Emerge la gioia del racconto d'effetto e d'avventura, analisi della realtà ma con consapevolezza che anche il fantastico è possibile. La sezione di Teogonia qui proposta comprende la successione divina fino alla presa di potere di Zeus. Dopo l'indistinto Caos, nasce Gaia, la terra, che senza unione sessuale generò Urano, il cielo, e con lui diede vita ai primi dèi, i Titani (fra cui Crono (che nasce per ultimo dopo il mare, Oceano, i monti..era il più tremendo dei figli e odiava il possente padre)) , poi ai Ciclopi e ai Centimani. Urano li odiava tutti e appena nascevano li nascondeva sotto il seno di Gaia, che piangeva. Gaia così macchinò la vendetta; fabbricò una falce (l'adamante)e incitò i figli a vendicarsi. Nessuno parlava eccetto Crono che decise di evirarlo. Il sangue uscito dai genitali fecondi di Urano venne prese da Gaia, che continuò a generare (le Erinni, i Giganti, le Ninfe..) tutti questi suoi figli presero il nome di Titani (che si sforzano a un delitto di cui pagheranno). Dopo l'evirazione del padre Urano, Crono prese il potere, e generò insieme alla sorella Rea i futuri dèi Olimpi, fra cui Zeus, inghiottendoli però tutti appena nati. Rea, prima di partorire Zeus pregò i genitori di fare qualcosa vs Crono. I genitori dissero a Rea di portare il figlio Zeus a Creta , mentre a Crono diedero una pietra in fasce che inghiottì non accorgendosene. Grazie a Zeus, Crono risputò i figli, e venne detronizzato dal sapiente ultimogenito, a cui furono consegnati il tuono, il lampo e il fulmine. 2. La lotta tra Olimpi e Titani Esiodo continua con la descrizione della Titanomachia, la guerra che i Titani opposero alla presa del potere degli dèi Olimpi. Con l'aiuto dei Centimani (Cotto, Gige e Briareo, figli di Gaia e Urano, che il padre aveva imprigionato sotto la terra e che ora vengono liberati da Zeus) gli Olimpi respingono l'assalto degli altri figli di Urano, i Titani,e l'Olimpo, dove risiedono Zeus e i suoi fratelli. La lotta si svolge dall'alto di due montagne, l'Otri, da cui combattono i Titani, e l'Olimpo, dove risiede Zeus con i fratelli. (l'olimpo era ora identificato con la cima del monte, solo poi perde a sua concretezza e si identifica con una regione celeste). Dopo enorme fragore, lancio di dardi, folgori, tuoni e lampi, i Titani figli della terra erano immersi nel vapore e accecati dai fulmini. Cotto, Briareo e Gige riuscirono a sconfiggere i Titani e a legarli sotto la terra, nel più profondo. 3. Il regno di Ade Legata al racconto della Titanomachia è la descrizione del Tartaro, il luogo sotterraneo dove i Titani vengono imprigionati. Il brano è molto discusso poiché presenta delle incongruenze che hanno fatto pensare a una manipolazione del testo. Esiodo identifica chiaramente il Tartaro con il regno infimo di Ade, il fratello di Zeus, a cui spetta la sovranità sui morti. Sua sposa è Persefone, la figlia di Demetra , il cui rapimento è descritto negli inni Omerici. Custode del regno di Ade è Cerbero, che impedisce la fuga delle anime dei morti. È anche circondato da porte di bronzo e muro tutto intorno. Proprio lì vivono Gige, Cotto e Briareo, fedeli guardie di Zeus. Un anno intero non basterebbe per giungere al fondo. C'è Atlante, che regge il mondo e si alternano Giorno e Notte. Proprio nella Notte risiedono i suoi figli, Sonno e Morte, terribili dèi. Proprio lì si innalza il palazzo del dio di sotterra, di Ade invincibile e della spietata Persefone. Cerbero fa festa con coda e orecchie chi vi entra ma poi non lo lascia più uscire. 4. Il regno di Posidone Fratello di Zeus e di Ade, Posidone è il dio che regna sul mare. In realtà l'ambito del suo potere è più complesso; alcuni intendono il suo nome come “sposo della Terra”: e in effetti la tradizione ricorda non solo il suo rapporto con Demetra (la Terra Madre per eccellenza), ma anche la sua

azione di “Scuotitotìre della terra” ossia la sua facoltà di provocare terremoti. Nel brano dell'iliade qui riportato è Posidone stesso a definire la sua sezione di potere in rapporto a quella di Zeus e Ade. Oltre a Posidone compare Iride, messaggera degli dei, Era, la sposa di Zeus, con l'inganno ha distolto dalla battaglia l'attenzione del sommo dio, permettendo così a Posidone di intervenire a a favore degli Achei, che riescono a respingere i Troiani. Appena Zeus si accorge di ciò, manda Iride da Posidone , ordinandogli di allontanarsi dalla lotta. Il dio del mare precisa la sua posizione di pari grado rispetto agli altri due fratelli (siamo tutti e tre generati da Crono e Rea:Zeus e io e poi Ade. L'universo fu diviso in tre e ognuno ebbe la sua parte di potere. Die di rimproverare i suoi figli e non lui) , ma poi cederà all'obbligo di Zeus. 5. Le cinque età dell'uomo Esiodo nelle Opere e giorni riporta il famoso mito, secondo cui l'uomo, dopo aver vissuto la splendida età dell'oro al tempo del regno di Crono, si è poi progressivamente abbruttito, sino all'attuale disprezzata età del ferro. Il mito delle cinque età si trova in questo libro poiché è dedicato , non più agli dei, ma agli uomini. Il suo racconto è mitico ma strutturato secondo una volontà di spiegazione razionale, se non storica. Infatti nelle ultime tre generazioni sono riconoscibili quelle antecedenti dei Greci: la terza stirpe, di bronzo, è quella degli antichi invasori della Grecia, la quarta, degli eroi, è quella dei guerrieri di età micenea e la quinta, di ferro, è quella dei Dori del XII secolo che distrussero la cviltà micenea. La prima stirpe da cui parte è quella d'oro: uomini che vivevano liberi dalla pena, lontani da ogni male, i campi offrivano in abbondanza i loro frutti, erano uomini buoni. La seconda stirpe creata dagli dèi è quella d'argento: i bambini rimanevano accanto alle madri imparando solo sciocchezze, sprecavano la vita in vili affanni, non veneravano gli dèi e non offrivano loro sacrifici. Zeus, infuriato, li fece sparire. Diventarono quindi demoni sotterranei. La terza di bronzo: violenta e terribile, amava la guerra, non mangiavano pane. Erano orrendi e avevano corpi possenti. Distrutti dalle loro stesse mani. Zeus ne fece quindi una quarta, una stirpe più giusta , di uomini eroi chiamati semidèi, ma la guerra li distrusse mentre combattevano a Troia. In ultimo ci fu la quinta stirpe (Dove Esiodi dice di non voler mai essere nato nella quinta), la nostra (dice), è la stirpe di ferro, gli uomini non smettono mai di distruggersi per l'affanno. Ma Zeus terminerà anche questa. Non ci sarà più rimedio al male. 6. L'astuzia e la punizione di Prometeo Tutte le tradizioni antiche concordano nel vedere in Prometeo l'essere divino che disperatamente cercò di aiutare l'umanità, di sollevarla dallo stato di ferinità e di alleviare i suoi tormenti e la fatica di sopravvivenza. In questo passo della Teogonia, viene ricordato di quando Prometeo restituì agli uomini il fuoco, che l'ira di Zeus aveva tolto. (Prometeo è il figlio del Titano Giapeto, fratello di Crono, quindi è cugino di Zeus). Per questo fu incatenato a una roccia de Caucaso, dove un'aquila inviata da Zeus, ogni giorno gli divorava il fegato, che poi ogni notte ricresceva, fino al giorno in cui Eracle lo liberò. Zeus acconsentì poiché la gloria di Eracle sulla terra fosse più grande. Esiodo racconta che dopo la liberazione da parte di Eracle, quando gli uomini e gli dei erano a contesa, Prometeo decise di spartire un grosso bue con l'intento di ingannare Zeus. Nascose infatti le bianche ossa nel grasso lucido e chiese a Zeus di scegliere la sua parte. Zeus di adirò moltissimo poichè aveva capito l'inganno. Da allora gli uomini della terra bruciano agli dèi bianche ossa e dopo ciò Zeus prese anche il fuoco agli uomini, ma Prometeo lo nascose in una canna e lo rubò. 7. Pandora, la prima donna Pandora fu creata da Zeus per il male degli uomini, per ricostituire quella fatica di vivere che Prometeo aveva in qualche modo alleviato. Nel mito del vaso di Pandora, Esiodo sceglie la variante secondo cui nel vaso erano contenuti tutti i mali, quando Pandora, per femminile curiosità, solleva il coperchio, i mali saltano fuori e subito si diffondono in tutti il mondo. Un'altra versione sostiene invece che nel vaso fossero conservati tutti i beni, che per colpa di Pandora, fuggirono via e tornarono in cielo; agli uomini rimase solo la Speranza. Secondo quanto dice Esiodo, Zeus, infuriato con Prometeo, aveva nascosto i mezzi della vita agli uomini e disse che in cambio a tutti i prossimi uomini darà un male. Zeus comandò poi a Efesto di

mescolare acqua e terra e di plasmare una fanciulla bella, simile alle dee. Ordinò ad Atena di insegnarle il lavoro per tessere splendide trame e agli altri dèi altro. Il dio messaggero le mise nel cuore gli inganni e questa donna fu chiamata Pandora, perchè tutti gli dèi dell'Olimpo le fecero dei doni. Zeus mandò poi il messagero da Epimeteo (sbadato fratello di Prometeo che non si ricordsava che Prometeo gli aveva detto di non accettare doni da Zeus). Pandora aprì il vaso facendo uscire tutti i mali. Rimase solo la Speranza. Gli altri infiniti mali e malattie vagano tra gli uomini, portando dolore. 8. La colpa di Licaone e il diluvio universale: Deucalione e Pirra ripopolano la terra La storia del diluvio universale che qui si presenta è tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. Sembra ricollegarsi a tradizioni di origine babilonese, forse in relazione al grande diluvio che si verificò in Mesopotamia nel III millennio a.C. Tutti gli dei sono riuniti nella sala marmorea e Giove dice di voler distruggere il genere umano poiché Licaone di è preso gioco di lui. Racconta quindi del delitto di quest'ultimo e della sua vendetta. Sentendo dell'infamità della generazione umana Giove scende sulla terra, incuriosito, sotto aspetto umano. Scopre orrore dappertutto, giunta la sera si rifugia dall'inospitale tiranno d'Arcadia e svela di essere un dio. Licaone lo deride e e vuole provare se è davvero un dio. Nella notte decide di uccidere Giove, ma non gli basta, fa a pezzi anche un ostaggio del popolo Molosso che lì si trovava e cuoce le sue carni per poi presentarle a banchetto. Giove si infuria, lo fa ululare, gli fa crescere il pelo e le zampe. Ma vuole punire tutta la razza umana, gli dèi applaudono le parole di Giove ma si chiedono cosa sarà la terra senza il genere umano. Giove gli dice di non preoccuparsi poichè penserà lui alla nascita di una nuova generazione, diversa dall'antica. Comincia a incendiare tutto ma poi ha paura che anche l'etere si incendi, così decide di annientare il genere umano sotto le onde. Tutti i fiumi vengono convocati da Nettuno. Tutto è allagato, gli animali annegano e così gli uomini. Quando l'acqua copriva ormai tutto il mondo,giungono sul Parnaso Deucalione e la sua sposa Pirra su una piccola barca. Nessun uomo fu mai migliore id lui e più amante della giustizia e nessuna donna più motivata di lei al timore di dio. Quando Giove vide che tutta la terra era paludi e loro due rimanevano soltanto, aprì le nubi e gli mostro le terre e il cielo. Il mondo ricompare. Deucalione e Pirra piangono poiché si sono resi conto di essere gli unici al mondo, poi invocarono l'aiuto divino. Andarono al tempio della dea Temi e pregarono; la dea dice di disperdere le ossa della madre. Dopo titubanze, Prometeo svela che la madre è la terra e le sue ossa le pietre. Così fanno e ogni pietra che lanciano si trasforma in uomo e donna.

LE AVVENTURE DEGLI DEI 1. Zeus ed Era: un matrimonio d'inganni Gli inganni reciproci e le risse matrimoniali tra Zeus ed Era sono una costante nei racconti mitici greci. La gelosia di Era, la continua macchinazione di trame ai danni dello sposo sono la degna risposta ai quotidiani tradimenti del sommo dio con altre dee o donne mortali. Questi sono elementi che rivelano il desiderio di umanizzare la sfera del divino, attribuendole caratteristiche decisamente terrene. Lo stesso matrimonio nasce da un inganno, Zeus dopo aver tentato di sedurre la sorella (sono infatti entrambi figli di Rea e Crono) si è trasformato in cuculo e si è fatto accogliere nel seno di Era per scaldarsi; una volta lì Zeus riprese le sue sembianze umane e la violentò, quindi Era fu costretta ad acconsentire alle nozze. Il primo brano è relativo all'Iliade: Era e Posidone, che parteggiano per i Greci, vorrebbero inclinare le sorti della battaglia a loro favore, contro i Troiani, ma temono che Zeus se ne accorga e possa impedirlo. Era decide allora di ingannarlo con le armi della seduzione cosicchè si distragga e Posidone possa intervenire. (diòs hapàte – inganno di Zeus). Il secondo brano riporta uno dei più grandi tradimenti di Zeus, quello con la fanciulla Europa, in cui il dio, per eludere Era, seduce Europa sotto la veste di un toro. Europa è la figlia di Agenore, re della Fenicia. Zeus la rapì e la portò a Creta, dalla loro unione nacquero tre figli, tra cui Minosse. Agenore mandò allora i suoi figli maschi alla ricerca Di Europa.

2. La nascita e gli amori di Afrodite Se c'è una scusa che Zeus possa addurre ai suoi molteplici tradimenti, questa è di certo la volontà di Afrodite. L'ambito del suo potere non è tanto quello della fertilità quanto l'impulso incontrollabile all'unione sessuale. Nel brano della Teogonia qui riportato Esiodo sostiene che la dea nacque dal seme di Urano caduto in mare nel momento della sua evirazione da parte di Crono. (Secondo Omero invece Afrodite sarebbe figlia di Zeus). Alcuni studiosi propendono per un'origine non greca della dea, ma piuttosto di area orientale. Il secondo brano è riguardante la storia del suo amore con il dio della guerra Ares. Omero racconta di come la bella dea , sposa del dio fabbro Efesto, lo tradì nel suo stesso letto, scatenando l'ira del marito. Il terzo brano riguarda la tragica storia d'amore con il bellissimo Adone. Lui era il fanciullo frutto dell'amore incestuoso del re di Cipro con la figlia. Amato da Afrodite e da Persefone, trascorreva un terzo dell'anno con Persefone e un terzo con Afrodite. Afrodite però con i suoi incanti convinse il ragazzo a restare con lei anche nei periodi dell'anno che non le spettavano. Persefone istigò quindi Ares, che, sotto l'aspetto di un cinghiale, uccise Adone durante la caccia. (I giardini di Adone – piccoli vasi di fiori fatti crescere in occasione della festa di Adone). L'ultimo brano è l'inno omerico ad Afrodite. Appartiene forse al VII secolo a.C , quindi immediatamente successivo alla composizione dell'Iliade e dell'Odissea. Racconta la storia d'amore di Afrodite per Anchise , insieme al quale la dea generò il figlio Enea, destinato a diventare capostipite dei Romani. Alla narrazione principale il poeta intreccia il breve ricordo di altri due miti d'amore: quello di Zeus per Ganimede, rapito in cielo e divenuto coppiere degli dei, e quello di Aurora per Titono, che ottenne l'immortalità ma in un'eterna vecchiaia. 3. La nascita e le imprese di Apollo Apollo è, dopo Zeus, il dio più venerato dal popolo greco e, alla sua identità divina, fa capo una diffusione del culto assai complessa e sempre collegata con diversi momenti concreti dell'esperienza individuale e sociale. Apollo è il dio saettatore, causa di morti improvvise e di pestilenze. Ma è anche il dio guaritore per eccellenza, a cui fa capo, attraverso il figlio Asclepio. È il dio della musica e del canto. È il dio che protegge la pastorizia. Ma è soprattutto il dio sapiente. , solo lui conosce il pensiero di Zeus e ha il compito di comunicarlo agli uomini attraverso gli oracoli. Il responso del dio era considerato indispensabile. Alla nascita del dio e all'origine dei suoi santuari a Delo e Delfi è invece dedicato l'Inno omerico ad Apollo. Fondamentali sono il lungo travaglio di Leto, la figlia del titano che generò Apollo e Artemide dalla sua unione con Zeus, rifiutata da tanti luoghi della Grecia prima di poter dare alla luce Apollo nell'isola di Delo, e la presa di possesso di Delfi da parte del dio, con la lotta contro la dragonessa e il reclutamento dei marinai cretesi come sacerdoti del tempio. 4. Artemide, la vergine cacciatrice Artemide è, come Apollo, figlia di Leto e Zeus ed è una dea arciera. Rappresentata sempre con la corte veste dei cacciatori, la faretra sulle spalle e l'arco in mano. Artemide è la saettatrice di cervi, a lei vengono dedicati sacrifici di animali selvatici. Artemide, dea vergine,non si sposò mai e la sua condizione di fanciulla la fece identificare, in epoca più tarda, con la pallida luce della luna. Il primo brano è tratto dall'inno omerico ad Artemide di Callimaco,. Il mito viene impiegato da Callimaco per ritrarre la divinità in un aspetto più quotidiano, più umanizzato, al limite della comicità. In Ovidio invece nelle Metamorfosi, tutto è giocato sul senso orroroso del prodigio, che narra della trasformazione in cervo di Atteone e della sua morte per aver visto nuda la dea durante il bagno. 5. Atena, la guerriera amica delle arti Secondo la tradizione esiodea, Zeus avrebbe inghiottito Metis , la Saggezza, per impedirle di generare un figlio in grado spodestare il padre: ma Metis era già incinta di una figlia, Atena, che non trovò altro modo di venire al mondo se non quello di saltar fuori dalla testa del padre. Dal modo anomalo della sua nascita, derivano le principali caratteristiche della sua personalità divina. Essendo nata dalla testa del padre, Atena è la dea sapiente, la prudenza e l'equilibrio personificati e mancando di una vera madre, essa ha acquistato tratti contrari all'ambito femminile del matrimonio

e della fecondità: è la dea che tutela la verginità , che ha a cuore le prerogative maschili. In seguito divenne ispiratrice di tutte le attività che esigono ingenio. Questa sua caratteristica ha fatto nascere il racconto di Aracne, la ricamatrice provetta di cui parla Ovidio nelle Metamorfosi. 6. Efesto il dio zoppo Le vicende di Efesto, il dio del fuoco, sono collegate alla sua deformità fisica. Secondo la tradizione , a cui allude anche il brano dell'Iliade qui presentato, sua madre Era, vergognandosi di un figlio zoppo, lo gettò giù dall'Olimpo e il povero sciancato venne accolto nella casa di Oceano, dove iniziò la sua attività di artefice d'oggetti metallici. Ma non tardò di vendicarsi della madre e le regalò un trono d'oro con catene invisibili: Era rimase intrappolata e soltanto il figlio zoppo potrà liberarla. Gli antichi identificavano in luoghi diversi la sede della sua fucina, ora in Lemno, ora in Lipari. Suo compito è quello di preparare le armi degli dei. Qui Teti, chiede al dio nuove armi per il figlio Achille. Nel momento della vicenda in cui si immette il racconto di Efesto,Achille appare prostrato dalla recente morte del suo amato compagno Patroclo. La madre già sente la morte del figlio e prega Efesto che almeno gli prepari bellissime armi, che vengono qui descritte. 7. Un dio furfante, protettore di ladri: Ermes Alle prodezze del neonato Ermes è dedicato il quarto Inno omerico. In esso compaiono le complesse caratteristiche della divinità di Ermes, molto diverse tra loro, ma accomunate tutte dall'astuzia. Ermes è per eccellenza il dio astuto, secondo un'abitudine culturale greca che distingue il concetto di astuzia e di abilità da quello di sapienza e saggezza. La destrezza e la furberia di Ermes, lo hanno reso il messaggero degli dei. Ermes è anche colui che porta i sogni, e che conduce i morti nell'eterna dimora degli Inferi. È anche protettore di tutte le attività umane, è il patrono del commercio, del furto, della ginnastica, dei viaggi..Queste vicende, qui raccontate, sono le uniche in cui lui compaia da protagonista, di solito è infatti un personaggio secondario. 8. La storia di una madre e di una figlia: Demetra e Persefone è il grande inno omerico a Demetra. Si racconta del rapimento di Persefone da parte di Ade, re degli Inferi, e della dolorosa ricerca della figlia da parte di Deme...


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