Letteratura 3 - Riassunto La narrativa giapponese moderna e contemporanea PDF

Title Letteratura 3 - Riassunto La narrativa giapponese moderna e contemporanea
Course Letteratura Giapponese 3
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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sintesi del libro integrato con le lezioni...


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14. Letteratura di guerra e letteratura della bomba atomica Definizioni: Letteratura di guerra, SENSŌ BUNGAKU —> testi e autori che appartengono a periodi distanti: critici distinguono la produzione degli anni della guerra e del dopo guerra. Suddivisione che sottolinea come il problema della guerra in Giappone vien affrontano —> specie da un punto di vista personale e spesso raccontato nel genere autobiografico. Hijiya propone uno schema diviso in 5 generazioni per definire le caratteristiche:

- Generazione anziana: coloro che non sembrano stati toccati dalla guerra —> c’è chi si è

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rifugiato nel mondo estetico rifiutando di cooperare con il regime (Nagai Kafū, Tanizaki Jun’ichirō) o chi ha collaborato a vari gradi (Kawabata Yasunari o Masamune Hakuchō). Anche dopo la guerra, questi autori mantengono le distanze dal conflitto —> racchiusi nel mondo estetico idealizzato nel passato classico o premoderno. Attivisti di sinistra che si sono converti nel tenkō: letteratura di rottura con la precedente esperienza —> scrittori del Sengoha, “Scuola del dopoguerra” (Shiina Rinzō, Takeda Taijun, Noma Hiroshi, Ōoka Shōhei, Shimao Toshio). Scrittori del senchūha, “Scuola del periodo bellico” (Mishima Yukio, Abe Kobō); Scrittori che erano bambini durante la guerra (Ōe Kenzaburō); Generazione nata dopo la guerra ma che tratta della guerra anche se in modo più astratto (Murakami Ryū).

Tema della guerra entra nelle opere letterarie in modo diverso —> ci sono tre paradigmi: guerra come tema centrale, come aspetto secondario, o come omissione. Luoghi e tempi sono diversi —> alcuni scrivono di campi di battaglia, o la vita dei civili, oltremare al Giappone; alla fine della guerra, le esplosioni atomiche, la capitolazione; o il dopoguerra e i problemi a seguito della fine e della sconfitta della guerra. La produzione che ha per tema la guerra utilizza il jin bungaku (romanzo “puro”) —> possono essere nelle forma di annotazioni personali, diari, lettere o resoconti. Voci della guerra: Dal 1937 con invasione della Cina —> testi di ispirazione patriottica e di incitamento alla guerra. Hino Ashihei scrive una trilogia nel 1938, era corrispondente in Cina —> “Mugi to heitai”, “Tsuchi to heitai”, “Hana to heitai”: successo in tono nazionale dove descrive l’eroismo dei soldati al fronte, mancanza di prospettiva critica. Alcune di queste opere furono tradotte in Italia negli anni ’40 —> interesse di stampo patriottico e fascista. “Irite iru heitai” di Ishikawa Tatsuzō —> spirito nazionalista, ma che descrive in modo troppo veritariro le atrocità compiute dai giapponesi ai cinese: fu messo al bando. Scuola Sengoha —> opere ispirate agli anni della guerra che descrivono il trauma dell’esperienza al fonte e le conseguenze morali e psicologiche nate dal conflitto. Ōoka Shōhei è un autore che descrive gli aspetti più volenti della guerra (come il cannibalismo dei sopravvissuti). 1

Furyoki e Nobi —> denuncia contro la guerra che è vista come un male: esperienze personale trascende l’esistenza del singolo e assume un valore universale. Noma Hiroshi e Shiina Rinzō —> descrivono la desolazione e il senso di vuoti nei primi anni del dopoguerra con toni vicini all’esistenzialismo europeo. SIMAO TOSHIO racconta la guerra attraverso le sue esperienze dirette —> pilota della marina che descrive diversi racconti sugli ultimi giorni prima della resa. SHUTSU KOTŌKI —> romanzo centrato nell’esperienza dell’autore tra il 13 e 14 agosto del 1945: ottiene il “Premio letterario del dopoguerra”, SENGO BUNGAKU SHO. Trauma incancellabile della guerra lo porterà a scrivere anche SHUPPATSU WA TSUI NI OTOZUREZU e SONO NATSU NO IMA WA. La letteratura della bomba atomica: La letteratura del dopoguerra —> rappresenta la tendenza degli intellettuali e degli scrittori del dopoguerra in maniera generale toccando vari tempi. GENBAKU BUNGAKU, “letteratura della bomba atomica” —> testi di narrativa, di poesia, opere documentarie, letterature per infanzia: punto in comune è l’esperienza della bomba atomica. Genere che si identifica al riferimento per un certo dato storico: caratteristica di questo genere è la crossotopia, ovvero precisazione del luogo e della data dell’evento —> bombardamenti di Hiroshima del 6 agosto 1945 e Nagasaki del 9 agosto. Preposizione articolata “Della” —> fa capire che è una letteratura specifica di un certo periodo storico. Con Genbaku —> non si intende un preciso stile letterario: è una differenza con il sensō bungaku e dimostra la tragicità dell’evento e permette di comprendere meglio quanto questo accadimento sia così straordinario da non rientrare nella guerra. Letteratura della bomba atomica —> poche opere conosciute in Giapponese: vennero censurate dopo il ’45 e poco tradotte. Esistenza di una categoria a sé stante ha posto diversi interrogativi:

- Può essere un’opera d’arte un’opera autobiografica-testimoniale: critici considerano di -

second’ordine le testimonianze degli scrittori hibakusha, coloro che sono stati colpiti dalla radiazioni. Può un’opera d’arte sulla bomba atomica descrivere un coinvolgimento emotivo. Autori che hanno scritto subito o molto tempo dopo dal bombardamento: questa cosa può cambiare i modi di rappresentazione e le differenze.

Tre fasi di evoluzione del GENBAKU BUNGAKU:

- “Evocare le rovine” o “la ricreazione dell’immediatezza”: testimonianza diretta di opere documentarie scritte subito dopo la guerra , tra ’45-’52 (Hara Tamiki e Ōta Yōko);

- “Prospettiva a distanza”: scrittori non diretti testimoni che cercano di creare un effetto di -

distanziamento (Ōe Kenzaburō e Ibuse Masuji); “Espansione nel tempo e nello spazio”: bomba atomica narrata in una prospettiva dove le storie escono fuori dal Giappone, con una prospettiva internazionale. Bomba vista come qualcosa che può succedere nel nostro presente e attenzione si sposta dal passato al futuro. Vi sono estimi e non testimoni dei bombardamenti (Hayashi Kyōko, Ōba Minako, Sata Ineko, Inoue Mitsuharu, Oda Makoto. Ultima fase soggetta ad una 2

continua evoluzione: il genere non si esaurisce ma cambia prospettiva (non solo narrativa, ma anche cinema, manga, anime). Può essere definita anche come SHINSAIBUNGAKU —> “letteratura della catastrofe”: con catastrofi si intendono anche le catastrofi naturali che si sono abbattute in Giappone. Per questo motivo si può tradurre anche come “letterature del trauma” —> riferimento non solo alle opere letterarie giapponesi, ma anche estere. Catastrofe —> è un concetto oggettivo. Trauma —> è un concetto soggettivo: rielaborazione personale a una catastrofe: alcuni scrittori possono elaborare il trauma descrivendo l’evento, altri erigono un muro. Letteratura giapponese della catastrofe —> si riferisce a quattro eventi accaduti in un arco di tempo minore di un secolo: - terremoto del Kanto (1923) - Seconda Guerra Mondiale - Bomba atomica - Fukushima Voci da Hiroshima e Nagasaki Genbaku bungaku —> letteratura che parla della bomba atomica: non della guerra. HARA TOMICHI —> reagisce allo shock della bomba atomica scrivendo subito dell’accaduto. Stile di scrittura —> uso eccessivo del katakana: conferiscono al testo uno stile provocatorio. Frasi utilizzate —> semplici e non convenzionali: danno un senso di estraniamento. Linguaggio non convenzionale —> scaturisce dal fatto che c’è la difficoltà nell’utilizzare uno stile “normale” per raccontare una tale catastrofe. “Natsu no hana” —> opera in cui Hara descrive l’esplosione non con immagini immediate: bomba sembra associato ad un fungo i estate. Nell’opera —> autore si chiede se l’uomo colpite dalla bomba e chi ha sganciato la bomba possono definirsi esseri umani. Associazione Primo Levi —> entrambi addottorano la testimonianza urgenze: testimoniare l’accaduta per le generazioni future. TANAKA KISHIROU Ha grande difficoltà nel scrivere di questi temi a causa del forte trauma. Per esorcizzare subito il dolore —> necessità di scrivere con una forte urgenza. Dicotomia parola-silenzio —> la parola permette di non rimuginare nel dolore, ma di affrontarlo. “Hiroshima noto” —> si parla di intervista nel silenzio: unica risposta possibile. Autore —> fa una critica alle commemorazioni del 6 e 9 agosto: ritenute inadeguate. TOGE SANKICHI Scrittore che utilizza la poesia come stile: nelle sue opere non fa riferimenti al bombardamento in modo specifico, ma potrebbe riferirsi a qualsiasi evento traumatico. Frase più conosciuta —> “ningen no kaese”: tradotto in “ridatemi gli uomini”. Opere —> utilizzo di uno stile semplice, come per bambini: utilizzo esclusivo degli hiragana a discapito dei kanji. 3

ŌTA YŌKO (1906-1963) Scrittrice già prima della guerra e la prima a scrivere dopo il bombardamento. Autrice più prolifica del genbaku —> unisce l’urgenza della testimonianza alla ricerca letteraria. “Shikabane no machi”, 1948 (Città di cadaveri) —> prima opera sul bombardamento: descrizione di Hiroshima dopo il bombardamento e come lei vede e vive il 6 agosto. Descrive una città che dovrebbe essere viva, ma è popolata da cadaveri. Prefazione del ’50 —> serie di riflessione che toccano le problematiche degli scrittori del genere genbaku: genesi di quest’opera avviene in un contesto particolare, con il senso della morte incombente e della paura di non riuscire a scrivere in modo strutturato un’opera fiction. Difficoltà nello scrivere a causa di questa esperienza devastante. Hiroshima —> soggetto difficile per la letteratura: impossibile descrivere l’orrore senza una nuova terminologia e linguaggio. Ogni sua opera tratterà di questo evento —> necessita di testimoniare: coinvolgimento emotivo inevitabile anche se a distanza di anni; accumulo di ricordi e frammenti della realtà che minacciano di dare forma all’originale. Ota dà la propria testimonianza —> dimostra un’urgenza nel descrivere il propio senso d’incertezza nei confronti della vita e del futuro. Ota —> non soddisfatta del risultato del romanzo, si sente di essere stata poco esaustiva poiché aveva scritto solo della sua esperienza: nonostante ciò, non riuscirebbe a riscrivere l’opera a causa dell’enorme dolore provato e anche perché non riuscirebbe a rendere il senso di immediatezza. Coinvolgimento personale è inevitabile —> importanza del raccontare: questo è il dovere dello scrittore. Letteratura ha un valore morale della testimonianza —> spinta emotiva legata alla rappresentazione della sua esperienza soggettiva. Shikibane no machi —> “letteratura delle macerie”: eventi dal momento dell’esplosione del 6 agosto, fino al giorno 9. Il testo inizia subito con la tragedia e la situazione che le sta attorno —> con gradualità fa emergere il contesto storico: sgancio della bomba su Hiroshima. Punto di vista della autrice e di altri personaggi (adulti, bambini)—> descrizione dello scoppio. Associazione tra infermo e calore —> non è un’immagine nuova, ma esprime al meglio l’evento. In molti racconti del genere genbaku vengono raccontati eventi della vita quotidiana che vengono spezzati dallo sgancio della bomba —> ultimi momenti di vita normale: con il bombardamento avviene l’inizio di una nuova vita che non sarà più come quella di prima. Ōta inserisce resoconti di medici e scienziati, resoconti di giornale —> smorzare il coinvolgimento emotivo dell’autrice e rendere più oggettiva l’esperienza soggettiva: tecnica di contrapporre il racconto soggettivo con l’oggettività del dato scientifico sarà usata anche da altri autori HIBAUKUSHA (Ibuse Masuji, Hayashi Kyōko). NAKIGA KOTOKI Scrive in terza persona —> in maniera più distacca: permette di dare una conoscenza più profonda di cosa accade nel giorno dello scoppio della bomba. 4

Continua a parlare di quel giorno definendo sé stessa come “La Raccontastorie del 9 Agosto” —> raccontare è il compito della scrittrice: deve tramandare la propria esperienza e deve farsi carico del silenzio di non vuole o non può parlare. Narrare del 9 Agosto —> non vuol dire solo narrare in occorrenza della commemorazione: ma deve essere testimoniato ogni giorno IBUSE MASUJI (1898-1993) Argomento ricorrente nei suoi romanzi —> flora e fauna modificate: immagini che rimando al quesito se dopo un evento del genere la natura può rinascere e come. Temporalità ritmica —> continua oscillazione tra l’evento passato e il presente: comprende come l’avvento della bomba atomica ha ancora effetto sul presente. Mette insieme più storie, scrive anche dalla prospettiva di altre persone in modo da rendere più completo il racconto. Tema principale —> la ferita: ovvero il trauma creato dalla bomba atomica. Sorta di continuità nel tempo —> sangue è un ciclo biologico che si trasmette geneticamente: paura della trasmissione di malattie genetiche dettate dalla redazioni della bomba atomica. Elabora nell’arco della propria vita il tema della catastrofe in vari modi —> sempre con elementi di continuità: si ritrova anche in “Kuroi ame”. Si sofferma su due tipi di catastrofi —> manifestazioni violente della natura (terremoti, inondazioni, incendi) e eventi drammatici causati dall’uomo. Eventi causati dall’uomo —> divisa a sua volta in altre due sottocategorie: catastrofi causate dall’uomo e legate al progresso e alla modernità (sottofondo critico: la modernità è vista come il male, con l’abuso dell’uomo sulla natura), e la seconda categoria sono le catastrofi causate dall’uomo e legate a guerre ed eventi bellici. Elemento in comune delle catastrofi —> capacità dell’uomo e della natura di rinascere: presente in tutte le opere di Ibuse. Rappresenta il ciclo inarrestabile dell’uomo —> solo la bomba atomica è riuscita a modificare i cicli modificando le cellule. Descrizione delle catastrofi —> immagini ricorrenti riprese dall’immaginario poetico tradizionale: come acqua e fuoco (ricorrenti descrizioni di colonne di fuoco e le inondazioni: temi che raggiungo il massimo sviluppo in “Kuroi Ame”. “Kuchi Suken no Iru Tanima” —> romanzo del ’29 “Kawa” —> romanzo del ’32. Primo romanzo narra la satira di un guardiano di montagna che deve lasciare il posto in cui ha vissuto a causa della rottura della diga —> catastrofe non viene descritta, ma viene rappresenta la sua incombenza. Vita idealizzata della campagna descritta come tranquilla —> critica alla modernizzazione e quindi alla città: Ibuse tratta il tema dello sradicamento e dell’abbandono (si differenzia cosi da Kafu e Sōseki). Prospettiva utilizzata —> è quella della gente comune (contadini e emarginati): sono persone umili, deboli e povere, appartenenti alla classe contadini e innocenti vittime di sciagure. Uso dei documenti —> come un romanziere storico che fa ricerche in modo da poter raccontare in modo veritiero i racconti: trama fittizia con base storica KUROI AME, 1965 (La pioggia nera) —> al culmine della sua carriera letteraria. 5

Esempio della seconda fase —> Ibuse non fu testimone diretto del bombardamento e scrisse 20 anni dopo lo scoppio. Pubblicazione dell’opera —> riceve recensioni favorevoli dalla critica estera che giapponese: gli ibakusha criticarono fortemente il romanzo poiché non è stato scritto da un sopravvissuto del bombardamento (romanzo non pienamente realistico) Utilizza fonti reali di prima mano e fittizie —> opera mista tra ricostruzione fittizia (shōsetsu) e soggettività dei diari (NIKKI). Diari —> danno un effetto realistico e crear diversi punti di vista. Titolo —> pioggia nera è caduta realmente sugli abitanti di Hiroshima: è anche un ossimoro, ovvero vengono messi in contrasto due termini che sono contrastanti (acqua è trasparente e sinonimo di vita: nella tradizione shinto è accomunata ala purificazione; inoltre era invocata dai sopravvissuti alla bomba). Descrizione realistica —> Ibuse non descrivere realmente, ma lascia intuire cosa sta accadendo: crea una tensione emotiva. Intreccio tra narrazione primaria e narrazione secondaria —> avvicinamento e allontanamento nel tempo e nello spazio, ma più coinvolgimento di chi narra: espressione di una duplice ricerca tra distanza estetica e di una descrizione vera e realistica. Stratificazione temporale —> tre diversi periodi temporale: - presente —> inizio della presentazione di Shigematsu: incisi fa capire la distanza temporale sull’evento narrato; - passato prossimo —> indicato nel giorno 6 Agosto 1945: è considerato prossimo per è ancora nella mente dei protagonisti; - passato remoto —> rappresentato dalla vita del villaggio prima della bomba, la vita di campagna viene idealizzata e considerata pura perché ancora non toccata dalla modernità. Ibuse non attribuisce a nessuno la colpa di quanto è successo —> unico aspetto della guerra e della bomba atomica è la difficoltà vissuta dal popolo: non prende posizione e non c’è un critica. Per narrare la vicenda in modo più oggettivo —> inserisce dati scientifici inerenti alla catastrofe. Alcuni diari sono fittizi, altri sono veri —> idea di tramandare le vicende raccontate alla generazioni successivi. Shigematsu ricopia il diario scritto nel ’45 —> per lasciarlo nella biblioteca del villaggio e per dimostrare che la nipote Yasuko era lontana dall’epicentro dell’esplosione Il diario di Yasuko viene offerto spontaneamente allo zio che inizia a ricopiarlo, per poi abbandonare il diario di Yasuko per iniziare a copiare il proprio—> la nipote sta cercando marito: zio inizia a trascrivere dal 5 agosto dimostrare che era lontana dall’epicentro e che non era stata segnata dalla “malattia atomica”. Diario di Shigematsu —> testo letto nel presente narrato con il protagonista che ricopia i diari: dimostrare di essere sopravvissuti era un marchio, non erano ben visti e difficilmente contraevano matrimoni. Azioni dello zio —> fa sorgere il dubbio che la ragazza non sia in buona salute, ma sia affetta dalla malattia atomica come lo zio. Questione del matrimonio —> zio sente il dovere di testimoniare che Yasuko non è malata: invia certificati medici (verranno poi utilizzati anche i diari tenuti dalla moglie e quelle del medico). Diari —> espediente per raccontare il bombardamento in modo soggettivo. Descrizione di Yasuko dell’esplosione —> descritto con un lampo e rumore assordante: solo mettendo insieme i diversi punti di vista si riesce a comprendere dell’esplosione della bomba. 6

Immagine del tuono e del fulmine —> immagine riportate dalle stesse vittime che definirono l’esplosione “pikadon” (luce e rumore). Diario di Yasuko —> descritta la pioggia nera: liquido che non va via della pelle neppure se lavata a fondo Il diario di Shigematsu —> inizia la descrizione a partire dal 6 agosto: le giornate vengono narrati come eventi di vita quotidiana: si sofferma su gesti semplici da quali partire per iniziare una nuova vita individuale e comunitaria. Dibattito con la moglie per decidere l’inchiostro da usare —> pretesto per rappresentare negativamente l’Occidente: inchiostro occidentale non rimane nel tempo, al contrario di quello tradizionale. Difficoltà nel descrivere l’evento —> difficoltà nel narrare realisticamente: Shigematsu chiederà alla moglie di scrivere un diario su quello che veniva mangiato durante la guerra. Diario alimentare —> la moglie propone di commemorare il 6 agosto mangiando ciò che aveva mangiato in quella mattina: importanza del quotidiano per riappropriarsi della propria vita. Dedizione di Shigematsu sull’allevamenti delle carpe —> cura quotidiana è terapeutica e fa capire che la vita deve continuare anche dopo la bomba atomica. Mancanza di termini con cui riferirsi della bomba —> termine “bomba atomica” è stato coniato molto tempo dopo: si usava o “pikadon” o “mokurikokuri”, ma nessuno dei due termini può descrivere realmente la bomba atomica: solo alla fine del romanzo verrà scoperto dai protagonisti il reale termine da usare. Finale —> Shigeamatsu sente alla radio la resa dell’imperatore del 15 agosto: lo sente in lontananza e il lettore riesce solo ad intuire che si tratti del discorso dell’imperatore. Immagine dell’arcobaleno bianco —> è entrato nella tradizione giapponese come presagio negativo. Yasuko —> si ammala della malattia atomica: lo zio può solo osservarla da lontano. Conclusione del romanzo —> messaggio di speranza dell’arcobaleno non biano, mentre Shigematsu osserva le carpe e sperando per un futuro migliore per la nipote, ma che sa bene che sarà irrealizzabile (non viene descritta la morte della giovane, ma si intuisce). Ironia —> capacità di distacco nella descrizione: iron...


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