Riassunto \"La narrativa giapponese classica\" - L. Bienati e A. Boscaro PDF

Title Riassunto \"La narrativa giapponese classica\" - L. Bienati e A. Boscaro
Author Agustina Fiorella Arturi
Course Istituzioni di cultura giapponese
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Riassunto del libro "La narrativa giapponese classica" di Luisa Bienati e Adriana Boscaro (esito esame: 30)...


Description

1. PERIODIZZAZIONE Konishi Jin’ichi propose questa suddivisione: ● ●

ETÀ ARCAICA: prima del 500 ⇒ zoku ETÀ ANTICA: Asuka e Nara ⇒ ga



MEDIOEVO: ➔ Chūko: primo medioevo (Heian) ⇒ ga ➔ Chūsei: alto medioevo (Kamakura - Muromachi) ⇒ ga-zoku ➔ Kinsei: tardo medioevo o età recente (Edo) ⇒ alternanza ga / zoku



KINDAI: età moderna (dal 1868)

All’interno di queste individuò deglI indici di periodizzazione, cioè concetti espressivi di un’epoca: ❤





Ga: ciò che è raffinato, giunto al punto max di perfezione, uno stile completo. I suoi fruitori devono essere colti Zoku: ciò che è comune, basso, inferiore; ha un senso negativo di volgarità e un senso positivo di novità Ga-zoku: ciò che rientra in entrambe le classificazioni

2. LINGUA ➢ Cinese: lingua letteraria e colta ➢ Giapponese: lingua con poteri evocativi magico-sacrali (considerata superiore, usata nella

redazione di poesie private) Giapponesi acquisirono la scrittura cinese nel 400-500. MA solo nell’800 nacquero i kana (derivati dalla semplificazione dei kanji), usati dalle donne perché considerati più adatti alla manualità femminile. Cinese rimase la lingua ufficiale della burocrazia, usata quasi solo da uomini. Tuttavia, anche l’uso di kanji causava problemi, perché potevano essere usati solo x il loro significato o x esprimere un suono, senza tener conto del significato. Nacque così il wabun, lo stile giapponese che faceva uso della lingua parlata dall’aristocrazia di corte. In campo letterario, gerarchia era: scritture buddhiste + testi confuciani > poesia + prosa in cinese > waka L’allontanamento dal cinese è contemporaneo allo sviluppo del monogatari.

3. KOJIKI , 712 L’imperatore Tenmu (672-868) ordinò la compilazione di una storia “ufficiale” del Paese che certificasse l’importanza delle divinità protettrici delle varie casate e affermasse la supremazia dei discendenti di Amaterasu Ōmikami. 712: il nobile di corte Ō no Yasumaro presentò all’imperatrice Genmei il KOJIKI “Vecchie cose scritte”, una rielaborazione scritta di racconti e testi antichi memorizzati da Are, cortigiano in grado di leggere gli annali in cinese. La prefazione di Yasumaro è in cinese e il testo è scritto in parte in cinese, in parte in kanji usati foneticamente o semanticamente. 1° tentativo di mettere x iscritto la lingua autoctona e 1° opera della letteratura giappo. Diviso in 3:

➢ Racconto della creazione del Cielo e della Terra, della nascita degli dèi (kamiyo), della

formazione dell’arcipelago giapponese, della successione di generazioni di divinità e delle loro gesta fino a Ninigi no Mikoto che prende possesso delle isole del Giappone. ➢ Avvenimenti relativi ai primi 15 imperatori semi-leggendari a partire da Jinmu ➢ Elenco dei regnanti storici da Nintoku all’imperatrice Suiko

È il 1° esempio di renga e anticipa un tema molto amato nel periodo Edo: lo shinjū. Fu abbandonato x secoli finché Motoori Norinaga (1730-1801) lo tradusse e commentò nel Kojikiden.

TRAMA Le divinità che abitano la Piana dell’Alto Cielo, giunte alla 7° generazione, incaricano Izanami e Izanagi di consolidare le terre senza forma che vanno alla deriva, con l’aiuto di una lancia da cui nasce la 1° isola Onogoro, in cui Izanami e Izanagi si stabiliscono. Dopo il loro rito nuziale (dovuto ripetersi x un errore di Izanami) danno vita ad altre terre e esseri sacri che a loro volta danno vita ad altri e così via. ➢ Signore dei mari ➢ Signore dei venti ➢ Signora dei campi ➢ Signore del fuoco: brucia gli organi genitali di Izanami, che muore. È vendicata da Izanagi, che gli taglia la

testa ⇒ dal sangue nascono altri esseri

Dopo la morte della moglie, Izanagi affronta un viaggio negli inferi x riportarla indietro con la sola regola di non guardarla, ma disobbedisce e si ritrova davanti una creatura orrenda da cui fugge inorridito. Una volta fuori dagli inferi, inizia le abluzioni per purificarsi dallo sporco infernale, dando vita ad altri esseri sacri (Amaterasu, Susanowo e Tsukiyomi..). Da qui parte la lunga lotta tra Amaterasu, dea del sole a cui erano state riservate le pianure del cielo e una collana sacra, e Susanowo, dio dei mari invidioso e irascibile che si macchia di crimini celesti, cioè rivolti contro le divinità. Amaterasu si rinchiude in una grotta, privando il mondo della sua luce, e uscirà x curiosità quando sentirà una gran folla ridere ad una danza sconcia di Ame-no-uzume. Il tribunale degli dèi punisce Susanowo e lo condanna a un viaggio terreno in cui dovrà affrontare pericoli e prove e che lo renderà pacifico e sottomesso ⇒ figura duplice: dio violento e dio benevolo terreno. Il clan Izumo, sulla costa dello Honshū meridionale, era uno degli avversari di Yamato (gli altri: i Kumaso a Tsukushi e gli Emishi nelle regioni orientali). Il sovrano Yamato incarica il figlio Ousu, esperto di inganni, di eliminarli. Sconfigge i Kumaso, che riconoscono la sua supremazia dandogli il soprannome di “rude Yamato” (Yamato Takeru). Il suo carattere si addolcirà quando la sua sposa si sacrificherà per lui, e dopo aver scambiato una divinità per il suo messaggero, perde i suoi poteri e inizia a vagare per il paese. Infine muore e si trasforma in un uccello bianco.

4. NIHON SHOKI, 720 “Annuali del Giappone”, copre gli anni dalle origini fino al 697. Non ha prefazione ed è scritto interamente in cinese, ma contiene poesie giapponesi. È considerato la 1° autentica storia del Giappone, seguita da altri annali su modello cinese, con cui forma il Rikkokushi “6 storie nazionali”: Shoku nihongi, Nihonkōki, Shoku nihonkōki, Montoku jitsuroku e Sandai jitsuroku. Inizia col racconto della creazione dei vari dèi, poi annota in ordine cronologico (non sempre affidabile) i regni degli imperatori da Jinmu all’imperatrice Jitō (fine 600).

Entrambe le opere ➔ Hanno una visione triplice del mondo: CIELO, TERRA e MARE/CIELO, TERRA e OLTRETOMBA. Non vi è però una frattura tra il mondo degli dèi e quello degli uomini; le stesse divinità sono molte umane e poco trascendentali. ➔ Costruiscono una linea ininterrotta di sovrani che inizia con una progenitrice divina (bansei ikkei “una linea per diecimila generazioni) ➔ Sono un misto di quanto trasmesso oralmente nelle varie province e prestiti dal continente (le figure letterarie, il taglio storico, l’influsso del pensiero confuciano) Fu necessario trovare un punto di incontro tra due principali filoni narrativi relativi a due culture diverse: la stirpe di Izumo e quella di Yamato. Esso fu trovato nella narrazione della “cessione volontaria” del Paese fertile da parte del dio del clan di Izumo a Ninigi no mikoto. La posizione di Amaterasu nella gerarchia divina serviva a rispecchiare quella del clan Yamato rispetto agli altri clan. Il concetto di Mandato conferito dal Cielo fu adottato ma trasformato in un mandato non meritocratico ma ereditario, inevitabile e irrevocabile. Nei periodi di crisi sovrani, intellettuali e uomini di fede si sono appellati a questo principio in un discorso ideologico-nazionalista caricando questi testi di un’aura di sacralità.

5. MAN’

, 759

La “raccolta delle diecimila foglie” (foglie = anche parole o generazioni) è l’opera letteraria più importante del periodo Nara a livello poetico. Riunisce per iscritto circa 4500 poesie ed è molto eterogeneo: contiene infatti componimenti diversi per autore, datazione, metrica e stile. Le poesie più antiche sono attribuite a sovrani e membri della famiglia reale e somigliano sia per contenuto che per metrica alle antiche ballate; esprimevano infatti l’emotività personale attraverso degli schemi fissi e formali. Le poesie più recenti invece sono attribuite a poeti di corte o sono anonime. Concluso nel 759, rimase sconosciuto fino al 1200 circa. Fu recuperato e studiato in dettaglio solo alla fine del periodo Edo. Tra le caratteristiche attribuite all’opera: makoto (sincerità) e mascolinità, contrapposta alla femminilità delle raccolte successive del periodo Heian. A differenza delle antiche ballate, nel Manyōshū emerge il rapporto con la natura, che diventa uno dei temi principali. Struttura dell’opera in 20 libri (rotoli) ➢ 1 e 2: parte più antica, composta da membri della famiglia reale e poeti di corte come

Kakinomoto no Hitomaro. Presentano una prefazione in cinese in cui si precisano le circostanze in cui la poesia è stata scritta ➢ 3-6: poesie composte da funzionari di corte in occasioni ufficiali e private. Tra esse quelle scritte

da Yamanoue no Okura e Ōtomo no Tabibito ➢ 7-16: poesie organizzate secondo caratteristiche formali o tematiche ➢ 17-20: diario poetico di Ōtomo no Yakamochi

Metrica 4200 TANKA (poesie brevi) o WAKA (poesie giapponesi) ➢ vv formati da 5, 7, 5, 7, 7 more. Non si andava a capo, erano scritti di fila

➢ vv divisi in 2 parti: kaminoku (primi 3 vv da 5, 7, 5 more) e shimonoku (2 vv da 7, 7 more) ➢ Secondo la tradizione, il 1° waka fu composto da Susanowo no Mikoto ➢ Ruolo importante nella comunicazione tra amanti (erano giudicati per come componevano poesie) ➢ Molte figure retoriche:

-

Jokotoba (parole di introduzione): più parole modificano le parole seguenti per associaz. semantica o fonetica Makurakotoba (parole-cuscino): un'unica parola modifica quelle seguenti ⇒ epiteto

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Kakekotoba (parole perno): collegano due termini per omofonia

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Engo (parole legate): termini legati per associazione semantica

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Prestiti dal cinese e dal greco/latino

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260 CHŌKA (poesie lunghe) ➢ Fino a un centinaio di vv formati da 5 o 7 more ➢ Spesso si concludono con un tanka formando un hanka ➢ Abbandonati nel periodo Heian 60 SEDŌKA (poesie che tornano a capo) ➢ vv formati da 5, 7, 7, 5, 7, 7 more ➢ Abbandonati nel periodo Heian FORME ANOMALE o poesie in cinese Temi Rapporto uomo-donna, natura, divinità, lavoro nei campi, costumi locali, gente comune, canzoni di provincia (azumauta delle prov orientali, sakimori uta attribuite alle guardie di frontiera), lodi ai susini e al sake (dalla letteratura cinese). Temi esclusi Politica, religione, aldilà. Tipi principali di componimenti ● ● ●

Zōka (miscellanee): poesie varie Sōmonka (poesie d’amore): poesie di mutua comunicazione. Amore uomo-donna o tra fratelli Banka (elegie) ➔ Ufficiali ➔ In memoria del/la consorte ➔ In onore di uno sconosciuto ➔ Scritte da condannati ➔ Lamenti di morte di eroi leggendari

AUTORI KAKINOMOTO NO HITOMARO Considerato il più grande. Non si hanno informazioni sulla sua vita, solo sulle sue opere: scrisse 450 tanka (poesie brevi) e 20 chōka, portando anche il chōka al suo massimo splendore. Scrisse sia poesie ufficiali (per la corte) che intime. Utilizzava molto i makurakotoba e i jokotoba. Un suo famoso chōka è un’elegia dedicata alla moglie defunta. YAMABE NO AKAHITO Poeta più manierista e formalista di Hitomaro e per questo più apprezzato nel periodo immediatamente successivo a lui. È famoso per i suoi poemi incentrati sulla natura e come maestro dei tanka.

Non fu particolarmente originale, ma è importante perché testimonia l’introduzione della figura del poeta come professione e la nascita di un rapporto tra poesia e natura. ŌTOMO NO TABITO Riprese la poesia cinese e infatti i principali temi che trattò sono le lodi ai susini e le lodi al sake. YAMANOUE NO OKURA Di origini coreane. Riprese la poesia cinese ma era molto originale, trattò temi che altri evitavano (bambini, povertà, tasse, freddo, effetti delle carestie, miserie della vecchiaia).

Il suo chōka più famoso è “dialogo sulla povertà e sulla miseria” in cui confronta le condizioni di un uomo povero con quelle di un uomo ancora più povero. ŌTOMO NO YAKAMOCHI Espresse sentimenti poco convenzionali verso la natura (es. evoca tristezza e malinconia parlando di una soleggiata giornata di primavera.)

NUKATA Principessa, una delle 70 autrici donne presenti nel Manyōshū. ŌTOMO NO SAKANOUE NO IRATSUME Poetessa, scrisse descrizioni paesaggistiche ed elegie ma anche riguardo alle sfumature psicologiche presenti in una donna innamorata. Contemporanea alla stesura del Manyōshū è quella della più antica antologia giapponese di poesia cinese: il Kaifusō “raccolta” in onore di antichi poeti”.

6. MONOGATARI Letteralmente “storia raccontata”: mono 物 (cosa) ; katari 語 (raccontare, riferire) ➢ Prima: testi letti negli esclusivi circoli delle dame di corte nella capitale Heian-kyō (Kyōto), poi iniziò a circolare qualche copia manoscritta (solo 200 ca perché carta x copiarli era costosa). Poi: raggiunse il massimo splendore dal 900 al 1100. ➢ Siccome contiene poesie poteva essere scambiato x nikki, kashū (raccolta di poesie) o zuihitsu ➢ È fittizio ⇒ molti difensori della cultura ufficiale dell’epoca si accanirono contro la sua mancanza di veridicità (NO makoto)

AUTRICI e AUTORI Molti M dovettero aspettare l’attribuzione posteriore di un autore e un titolo, dato che erano quasi tutti anonimi. Anche se x tradizione sono attribuiti a dame di corte, la maggior parte fu scritta da uomini (es. Taketori monogatari attribuito a Murasaki Shikibu ma probabilmente scritto da un uomo di corte). PRINCIPALI AUTRICI: ● ●

Sei Shōnagon Izumi Shikibu

● ●

Akazome Emon Murasaki Shikibu !

Lei nel Genji spiega la funzione del M: non sono importanti veridicità e contenuto, ma ciò che si può trarre di buono dalla storia / personaggi. Tuttavia, x Buddhismo e Confucianesimo leggere fiction (e soprattutto scriverle) era peccaminoso ⇒ Genji condannato.

Solo nel 1200 fu ritrovato il MUMYŌZŌSHI, commento e critica dei M che ne risollevò la considerazione in quanto in possesso di alcuni elementi che lo elevavano al pari della poesia. Inoltre, ne indica come elemento caratteristico la compresenza di elementi fittizi e falsi (soragoto) con altri reali (aru koto). ● ● ●

Ispirazione (kokoro) Giusto modo di esprimersi (kotoba) Forma (sugata)

SOTTOGENERI REKISHI MONOGATARI Via di mezzo tra storiografia e racconto di eventi e della storia come uno specchio (kagami) che riflette il passato a cui fare riferimento. Si sviluppano intorno al 1000. TITOLO

ITA

AUTRICE

Eiga m.

Storia di splendori

Akazome Emon

Ōkagami

Il grande specchio

DESCRIZIONE Narra fatti relativi ai Fujiwara 1000 - 1100 Scritto in kana Protagonisti: 2 ultracentenari a cui dei giovani inesperti fanno domande. Prot. assoluto è Fujiwara no Michinaga

GUNKI MONOGATARI Cronache militari redatte in wakan konkōbun (stile sino-giapponese), contemporanee ai rekishi. TITOLO

ITA

DATA

DESCRIZIONE

Heike m.

Storia dei Taira

metà 1200

Basato sugli scontri avvenuti durante il periodo Kamakura tra Taira e Minamoto. In particolare fa riferimento alla Guerra Genpei (1180-1185) che portò alla definitiva rovina dei Taira. Incentrato sulla figura di Taira no Kiyomori (generale dei Taira) ma narrato dal pov dei Minamoto. Temi: mujō (impermanenza delle cose), mappō (coscienza di vivere nel tempo della fase finale della Legge buddhista)

TSUKURI e UTA MONOGATARI TSUKURI “Racconti di finzione” = alternanza prosa - poesia, fittizi UTA “Racconti poetici” = prevalenza poesia, meno finzione

TAKETORI MONOGATARI “Storia di un tagliabambù”, anonimo, inizi 900. 1° monogatari ever. ➢ TSUKURI monogatari ➢ Nonostante l’ambientazione realistica, è costellato di elementi fantastici

Trama: un tagliabambù ritrova una bambina minuscola (Kaguya hime) e la adotta. Cresce velocemente, portando tra l’altro ricchezza e fortuna ai genitori adottivi. La sua bellezza e luminosità (elemento evidenziato frequentemente) attirano le attenzioni di moltissimi pretendenti, tra cui l’imperatore. Lei non cede a nessuna avance, sostenendo che non appartiene al mondo terreno e tornando poi infatti nella Capitale della Luna (la sua città natale). Lascia all’imperatore un elisir dell’immortalità, che egli brucia nella bocca del Fuji (da qui la leggenda sul nome della montagna, che potrebbe significare “immortale”).

INIZIO La storia si apre con “ima wa mukashi”, “c’era una volta” ed è suddivisibile in 3 FASI: ●

Iniziale equilibrio: vita quotidiana del tagliabambù

● ●

Rottura equilibrio: ritrovamento Kaguyahime Ristabilimento equilibrio: partenza principessa

EPILOGO Partenza principessa riporta le cose al loro posto ⇒ mono no aware: mix di bellezza e tristezza. CARATTERISTICHE ➢ Tabù separazione del mondo terreno con quello dell’aldilà ➢ Costante prova: Kaguyahime chiede imprese impossibili x chiarire che la risoluzione non si può avere nel mondo terreno ➢ Grande descrizione psicologica ➢ Elementi fantastici x descrivere la natura ultraterrena della principessa e x raccontare come i pretendenti provano a recuperare gli oggetti delle prove ➢ Lettore sa di essere davanti a un racconto fittizio già da incipit (c’era una volta) e finale (così è stato tramandato), Nei setsuwa invece si presupponeva che ciò che veniva narrato fosse vero

ISE MONOGATARI “I racconti di Ise”, anonimo, intorno alla prima metà 900 ➢ UTA monogatari ➢ Già da fine p. Heian l’opera più rappresentativa della letteratura in kana ➢ AMBIGUITÀ: ●

Struttura particolare: tra sequenza e l’altra NO successione logica o temporale, SI continui rimandi tra una sezione e l’altra



Titolo dall’interpretazione incerta ➢ ➢ ➢ ➢



Ise = persona che lo ha scritto Ise = luogo (provincia di Ise) Dan 69 che parla della vestale di Ise è il più importante del testo I/se: (i) femmina, (se) maschio ⇒ poemi d’amore tra 2 amanti

Pervenute varianti dell’opera con n° diverso di DAN = sezioni indipendenti che sembrano far ricominciare il testo in continuazione

INCIPIT Mukashi, otoko arikeri “C’era una volta un uomo” ⇒ riferimento al protagonista che secondo la tradizione è Ariwara no Narihira (testo non lo nomina esplicitamente).

Origine Molto dibattuta, ma si pensa: orale ⇒ scritto ⇒ integrazione con altre poesie di Narihira e altri poeti anonimi ⇒ aggiunta commenti alle poesie stesse. C’è una POESIA CENTRALE, a cui segue un pezzo in prosa che ha funzione per lo più esplicativa ⇒ struttura che richiama lo honkadori (tardo Heian) che prevede la composizione di poemi su un poema di base (honka). NO trama che segue i principi logici di causa-effetto, SI progressione della storia (tipo una biografia).

La fortuna dell’Ise monogatari fu dettata anche da 2 importanti EDIZIONI: ➢ 1° curata da Fujiwara no Teika, che lo renderà canonico nella versione con 125 dan ➢ 2° del 1608, stampata con caratteri mobili e illustrazioni

PROTAGONISTA Figura di Narihira molto vaga, spesso confusa col mito. Del personaggio storico di Ariwara no Narihira si sa che fu di discendenza imperiale e che il potere della sua famiglia si scontrò con quello dei Fujiwara in ascesa, ma non assunse mai nessuna delle cariche a cui avrebbe potuto accedere. La città di Nara, i valori estetici del passato e i personaggi opposti al potere dei Fujiwara sono elementi che ritroviamo anche nell’opera. Il racconto si concentra sui vari poemi d’amore che lui invia a varie donne e le relazioni amorose con esse, di cui la più significativa è quella con la vestale di Ise, principessa e sacerdotessa (dan 69-75). Importante è anche la sua amicizia col principe Koretaka. Confronto Narihira-Genji: raffinati, belli, eleganti e maestri nel comporre waka, hanno relazioni amorose con più donne. Infatti l’Ise ha ispirato Murasaki Shikibu.

OCHIKUBO MONOGATARI Attribuzione incerta a Minamoto no Shitagō, sicuramente un uomo x il lessico tipico degli studi cinesi. Narra della 1° moglie del Secondo Consigliere dei Minamoto, che ha 3 figli e tiranneggia l’unica figlia avuta da un precedente matrimonio del marito. La giovane Ochikubo (un luogo sotto il livello dell’abitazione, a simboleggiare la...


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