Lezione 16 - Evoluzione del sistema televisivo PDF

Title Lezione 16 - Evoluzione del sistema televisivo
Course Linguaggi della televisione e del giornalismo
Institution Università Telematica Internazionale UniNettuno
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Linguaggi della Televisione e del GiornalismoLezione n° 16: “Evoluzione del sistema televisivo” Docenti video: Prof - Gianpiero Gamaleri (Università Roma Tre - Ex Consigliere d'Amministrazione RAI)Gentili Studentesse, cari studenti. Questa lezione è dedicata all'evoluzione del sistema televisivo. è ...


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Linguaggi della Televisione e del Giornalismo Lezione n° 16: “Evoluzione del sistema televisivo” Docenti video: Prof - Gianpiero Gamaleri (Università Roma Tre - Ex Consigliere d'Amministrazione RAI)

Gentili Studentesse, cari studenti. Questa lezione è dedicata all'evoluzione del sistema televisivo. è dedicata in pratica alla televisione. Non c'è bisogno che io ricordi l'importanza di questo tema, EVOLUZIONE l'importanza di questo strumento con cui abbiamo una DEL SISTEMA familiarità completa: le statistiche anche più recenti dicono che tutt'ora dopo la grande evoluzione del sistema TELEVISIVO televisivo il 98% dei cittadini italiani vede mediamente la televisione almeno una volta alla settimana e anche per più ore al giorno, inoltre la televisione è quello strumento che continua a portarci, (diciamo così) quasi fosse un tam-tam tribale del pianeta, i grandi eventi dalle Torri Gemelle purtroppo spesso sono eventi disastrosi come le Torri Gemelle, come lo Tsunami, come il terremoto recente in Giappone, a volte sono avvenimenti lieti come la vittoria dell'Italia a qualche campionato del mondo di calcio, ecco, comunque uno strumento totalitario che investe tutte le fasce sociali, anche i bambini sono profondamente coinvolti anzi ci si preoccupa che non lo siano troppo a volte stanno troppo davanti alla televisione oltre le tre ore al giorno, gli adulti un po' meno, sopratutto da quando c'è Internet però, comunque parliamo dello strumento principe. Il 77% delle informazioni fondamentali ci arrivano attraverso la televisione anche perché in Italia la lettura del giornale non è poi così ampia, così ricorrente, ecco. Quindi parliamo di argomento molto importante ma cerchiamo adesso di dare sistematicità al nostro discorso attraverso l'enunciazione degli argomenti e gli argomenti della lezione sono quelli che adesso vediamo insieme. Innanzi tutto vediamo l'aspetto tecnologico, cioè le Argoment tecnologie di diffusione del segnale: come arriva la televisione dalle antenne di trasmissione fino a casa > Le tecnologie di diffusione del segnale nostra? è una cosa molto importante perché c'è stata una > Assetti giuridicoisttuzionali evoluzione anche recente di enorme portata di cui > Primi esperiment dobbiamo prendere atto; secondo argomento gli assetti giuridico-istituzionali: tutti i giorni leggiamo sui giornali che la televisione, parliamo della RAI, parliamo ovviamente di Mediaset, parliamo di SKY, parliamo de LA7 parliamo di tante altre emittenti, (non troppe insomma: queste sono le principali) ebbene, la televisione è oggetto spesso di dibattito: chi governa la televisione? Argoment come è governata? > La televisione del monopolio chi deve far > La concorrenza televisiva > La televisione della Seconda Repubblica > L'assetto attuale

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capo? quali riferimenti deve avere? quali sono i ruoli professionali al suo interno che devono garantire l'autenticità, l'oggettività del messaggio ecc. ecc., sono temi quotidiani e quindi dobbiamo parlare anche degli assetti giuridico-istituzionali che governano, che presiedono a questo sistema radio-televisivo ed in particolare televisivo. Altro argomento sono la Storia, i primi esperimenti che si svolti per avere almeno un minimo di retroterra sul passato e poi successivamente arriviamo alla televisione del monopolio che è la televisione della RAI che come vedremo si è sviluppata per un periodo di tempo molto ampio - c'é tutt'ora ovviamente la RAI in un regime di concorrenza però per lungo periodo è stata monopolistica; infine ecco la concorrenza televisiva, quindi come si configura il sistema dopo che si sono aperte le porte anche ad altri soggetti emittenti di produzione e di emissione. La televisione della seconda repubblica, dopo cioè “Mani Pulite”, dopo quel fatidico 1992 in cui in Italia sono cambiate molte cose e infine l'assetto attuale. Questo in grandi linee è il percorso che faremo parlando appunto dell'evoluzione del sistema televisivo. [03:41] Le tecnologie di diffusione del segnale[03:50] Il primo punto, abbiamo detto, le tecnologie di diffusione. è molto importante, ripeto, avere un presupposto tecnico per potere capire quali sono le caratteristiche del mezzo, come quando parlando di una persona, prima di tutto si parla se sta bene in salute, come è la sua struttura fisica, dopo di ché si potrà parlare anche di tutti gli altri aspetti anche psicologici, etici, morali, di conoscenza, ecc.. Così la televisione ha bisogno di essere conosciuta nella sua ossatura, nella sua struttura fisica. Ecco. Il primo punto riguarda appunto la tecnologia televisiva. La tecnologia televisiva che ha come presupposto, già ne abbiamo parlato nella lezione sulla radio ma adesso dobbiamo riprenderlo, il fatto dell'uso, dello sfruttamento del cosidetto spettro dell'etere, cioè di una fetta, di una piccola fetta significativa delle frequenze che compongono questo spettro, che è uno spettro anche visivo, una specie di arcobaleno, chiamiamolo così, delle frequenze che evidentemente è un bene molto prezioso perché non è illimitato; per capirci subito quando voi adoperate il vostro televisore domestico, quando schiacciate il menù vedrete che vi sono dei canali disponibili, delle frequenze disponibili che vanno da uno a diciannove in VHF e vanno da ventuno fino a sessantanove in UHF: non dobbiamo trasformarci in ingegneri ma sapere che ci sono dei numeri limitati e dentro queste caselle, per così dire, dentro queste autostrade viaggia il segnale televisivo. Quindi è un bene prezioso perché non è illimitato, deve sfruttare, evidentemente dei percorsi, delle strade, delle autostrade dell'etere che sono appunto le frequenze dello spettro televisivo e queste frequenze, come dice appunto anche la nostra slide, sono limitate e quindi c'è

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necessità di dire a chi va una frequenza, a chi va l'altra e chi le governa, chi le distribuisce, chi le attribuisce e questo è un punto importantissimo dal punto di vista tecnologico che ha dei riflessi anche sulla disciplina del mezzo. Naturalmente, come tutti ormai sappiamo perché tutti quotidianamente abbiamo a che fare anche col web, col cellulare, ormai tutto è diventato digitalizzato ed anche (diciamo) l'uso delle frequenze televisive ormai non viene più in modo analogico ma in modo digitale. Quindi digitalizzazione completa del segnale televisivo, della trasmissione, digitalizzazione anche della produzione televisiva con tutta una serie di vantaggi notevoli con cui ormai abbiamo avuto dimestichezza: maggiore qualità, maggior numero di programmi possibili, forme di interattività, ecc.. Quindi una evoluzione tecnologica molto importante derivata dal passaggio dall'analogico al digitale. Sia nella produzione, appunto come dice la slide, dei programmi, sia nella loro diffusione e poi vedremo meglio di cosa si tratta a questo proposito. Lo vedremo parlando dei tre livelli distributivi della tv: una volta esisteva solo un modello distributivo che era quello terrestre, da una antenna posizionata per esempio a Monte Mario per quanto riguarda Roma o a Monte Gambarie per quanto riguarda la Calabria e la Sicilia o a Monte Penice, ecc. ecc, verso le case di ciascuno, con l'avvento di queste nuove tecnologie abbiamo avuto nel contempo una trasmissione anche satellitare che viene dal cielo attraverso grappoli di satelliti posizionati in orbita geostazionaria, cioè quasi che fossero fermi nel cielo e che forniscono le nostre case attraverso la famosa padella, la famosa parabola di cui quasi tutti ormai disponiamo, sopratutto nei paesi del terzo mondo dove fare le infrastrutture terrestri è molto più complicato e costoso e quindi si è passati direttamente alla diffusione satellitare. Per non parlare anche della televisione via cavo, della televisione che arriva attraverso l'ip tv che è un protocollo di ricezione del segnale via cavo con una serie di vantaggi notevole che possiamo anche immaginare sopratutto in termini di interattività. Quindi una vera e propria rivoluzione tecnologica che ha moltiplicato le opportunità e reso ancor più necessario occuparsi di come funziona il sistema nel suo complesso in modo tale che i cittadini siano, (diciamo così), avvantaggiati, e non siano, in un certo modo, sopraffatti da tutte queste possibilità. Assetti giuridico-istituzionali [08:55] Arriviamo, quindi, subito agli aspetti giuridicoistituzionali del sistema televisivo e precedentemente ovviamente di quello radiofonico che l'ha preceduto e dobbiamo rifarci al decreto del 1923 che chi ha ascoltato la trasmissione sulla radio ha già abbastanza presente. è un decreto importante che nasce con la nascita della radio, con la gestione della radio e che dice fondamentalmente una cosa: che la proprietà, chiamiamola così in modo improprio, la disponibilità delle frequenze spetta allo Stato: è un bene troppo prezioso per lasciarlo indiscriminatamente ai privati. [09:32] Esiste il principio della cosidetta “Riserva allo Stato”

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delle frequenze radio televisive e quindi questo è un punto fondamentale nato, pensate, addirittura

nel 1923 ed è quanto mai attuale: in questi giorni si parla di attribuzioni di frequenze di concessione di frequenze da parte dello Stato, di un riordino delle frequenze in modo tale che tutti funzionino in modo migliore, ebbene, con degli introiti notevoli perché ci sono tasse di concessione veramente notevoli, questa operazione che avviene in questo nostro periodo deriva da un Decreto del 1923. Quindi la “Riserva allo Stato”, abbiamo detto, dello sfruttamento delle frequenze. Ma lo Stato quando prende le frequenze, come fa a gestirle? Le gestisce attraverso il regime delle Concessioni: non può tenersele in mano, inerti, che non servono a niente, ovviamente? Le deve dare in Concessione a dei Soggetti a delle Società a degli Enti che provvedano a utilizzarle a sfruttarle a rendere dei servizi ai cittadini. Il regime delle Concessioni può essere duplice, teoricamente e anche praticamente. Se la Concessione è data ad un solo Soggetto per tutta la nazione, come è avvenuto in tutte le nazioni europee e non solo in Italia negli anni '20, negli anni '30, negli anni '40, negli anni '50 e fino anni '70, abbiamo un regime di Monopolio . Monopolio non è stato solo l'EIAR (ai tempi era radio), la RAI, per un lungo periodo ma è stata anche la BBC, è stata la ORTF in Francia perché la concessione ha un solo soggetto, di questa possibilità di questo servizio che è quello derivante dall'uso delle frequenze quindi dalle trasmissioni televisive. Gli sviluppi successivi, ovviamente, aprono alla concorrenza, non più una sola Concessione ma tante Concessioni quanti sono i soggetti in campo; e allora nasce la Concorrenza, può nascere come c'è anche in Italia, concorrenza tra un soggetto storico, il Servizio Pubblico RAI e tanti soggetti o alcuni soggetti sopravvenuti successivamente, come Mediaset, come SKY. A questo proposito ricordiamo subito che la recente (diciamo) Relazione del Presidente dell'Autorità per le Comunicazioni Corrado Calabrò ha ricordato come appunto oggi vi siano tre fondamentali soggetti dal punto di vista della loro consistenza economica che sono appunto RAI, Mediaset e SKY e vi sia questa strana situazione per cui ciascuno di loro ha ormai un budget, un giro di affari, delle entrate e delle uscite - per capirci, dal punto di vista economico – più o meno simili, intorno, per ciascuno, a poco oltre ai due miliardi e mezzo di €uro all'anno, che è una cifra non indifferente perché significa che solo questi tre soggetti muovono ogni anno circa otto miliardi di €uro tra entrate, canone e pubblicità e altre e servizi e uscite, i servizi che vengono resi al pubblico tramite abbonamento Canone Radiotelevisivo oppure abbonamento a SKY o altre forme che riguardano Mediaset. E tutte e tre stanno in una situazione abbastanza di pareggio economico anche se non è la stessa situazione

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per quanto riguarda gli ascolti, ma su questo non ci intratteniamo ma solo per dire che dal Monopolio si è ormai passati alla Concorrenza.[13:33] Primi esperimenti [13:40] Torniamo un attimo indietro per vedere storicamente i primi esperimenti che si sono svolti. I primi esperimenti riguardano le tappe storiche della televisione. Abbiamo qui

praticamente il

nascere

della televisione prima, poco prima, della seconda guerra mondiale, cioè negli anni dal '35 al '39; la seconda guerra mondiale sappiamo è dal '39 al '45, ecco. Prima dello scoccare, purtroppo di questa nefasta esperienza europea e mondiale e già negli Stati Uniti c'erano dei servizi televisivi, c'erano anche in Giappone, c'erano anche in Germania ed in molti paesi europei compresa l'Italia che dal punto di vista dell'evoluzione tecnologica certo non lasciava a desiderare. Però tutto questo sperimentare si ferma, si blocca, sopratutto in Europa a causa della seconda guerra mondiale: c'è un black-out tra il 1939 e il 1945 e anni successivi; per cui abbiamo la sospensione bellica, ovviamente, la ricostruzione, sopratutto degli impianti, molti dei quali erano andati distrutti perché, come sappiamo, i beni di trasmissione, gli strumenti di trasmissione sono praticamente un elemento molto molto importante durante purtroppo i conflitti e spesso si attacca, prima delle caserme, si attacca, si cerca di abbattere la stazione televisiva, quindi c'era un'opera di ricostruzione che si è avviata ovviamente per la radio e poi successivamente per la televisione. Sono state le prime sperimentazioni d'Italia che sono intorno al 1951, ma noi sappiamo che poi la RAI e veniamo quindi adesso alla televisione del monopolio perché al momento la concessione era data esclusivamente alla RAI nasce il 3 gennaio 1954.

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La televisione del monopolio [15:40] La RAI diventa Radio Televisione Italiana, prima era Radio Audizioni Italia, perché riguardava solo la Radio, adesso diventa RAI Radio Televisione Italiana, cambia anche il nome.

I Generi televisivi e gli appuntamenti settimanali. Ecco. - Questo è un punto veramente importante: la televisione come nasce? Nasce nel 1954 e anni successivi, sopratutto come un collage, un insieme di tutte le altre forme espressive che l'hanno preceduta: il lunedì c'era il film ancora adesso su RAI uno c'è “ Lunedì Film” che è una sigla e che viene da allora dal 1954, cioè prendere nel magazzino dei film disponibili, allora siccome si voleva proteggere dalla cinematografia non si prendevano recenti, si prendevano film molto molto vecchio che però arrivavano nelle case direttamente degli italiani. Il venerdì c'era il teatro. Il teatro era molto semplice; mi ricordo un grande commentatore di teatro era Lello Bersani che fu un cronista storico di cronache teatrali , ebbene entrava in un teatro, il teatro del venerdì e annunciava lo spettacolo, la sua trama gli attori ecc. semplicemente con la ripresa di quello che avveniva sul palco. Devo dire che le cose, forse che lo spettacolo era un po' noioso, non era certo un ritmo televisivo però certamente portava, sopratutto nelle case di provincia, dove la frequenza al teatro non era possibile, attori, delle esperienze, dei testi che veramente colpivano lo spettatore. E così pure il telegiornale che cosa era? Era il giornale radio da una parte che veniva travasato nella televisione con uno storico annunciatore che si chiamava Palladini impeccabile come pronuncia e dall'altra parte anche qualche fotografia derivata dalle fotografie dei giornali che anche allora erano molto imprecise ma insomma figuravano, anche, sopratutto anche dei giornali illustrati, figuravano ad illustrazione delle diverse pagine. Quindi la televisione non nasce con un proprio linguaggio ma nasce come un ibrido di linguaggi mutuati dalle altre esperienze di

comunicazione che l'hanno preceduta. E piano piano, quindi, come dicevamo, si passa dalla stampa a raccogliere l'esperienza dei giornali, alla radio a raccogliere l'esperienza dei giornaliradio, anche degli sketch radiofonici dei quiz, abbiamo ricordato nella trasmissione sulla radio un personaggio che era Silvio Gigli che è stato anticipatore dei quiz che poi saranno sviluppati enormemente da Mike Bongiorno, nome su cui 6 di 15

ritorneremo e dal cinema. Andiamo avanti e vediamo invece che ad un certo punto c'è l'esigenza di fare programmi originali, cioè ci si chiede, ma la televisione è solo una scatola in cui mettere dei contenuti che già erano precedentemente presenti o avere dei programmi originali? La televisione avrà dei programmi originali. E li avrà in fondo anche dall'inizio. Le trasmissioni proprio fatte nei primissimi giorni in cui sopratutto la sede di Milano era molto vitale, vedeva, ecco che torniamo su questo nome, Mike Bongiorno che faceva una rubrica di attualità intitolata “Arrivi e Partenze”, vale a dire con un microfono e una telecamera, spesso cercando di stare vicino agli studi televisivi perché le trasmissioni allora viaggiavano sopratutto attraverso dei lunghi cavi che legavano le riprese esterne allo studio interno, ecco, con questi mezzi abbastanza rudimentali, intervistava personaggi di rilievo di passaggio nella fattispecie a Milano la trasmissione “Arrivi e Partenze”. E poi ecco il teatro; il teatro si trasforma, il teatro non è più la ripresa semplicemente del palcoscenico, le scene che si succedono sul tavolaccio del palcoscenico, ma diventa lo Sceneggiato; vale a dire lo Sceneggiato da Studio e poi anche lo Sceneggiato esterno e quindi con registi famosissimi come Antonello Falqui, ma adesso non vorrei infarcire di nomi che poi non ce li ricordiamo, ma comunque importante è il concetto, e il concetto era che la costruzione della scena teatrale era fatta dentro lo studio televisivo e di conseguenza aveva un ritmo assolutamente più mobile e più efficace di quello della semplice ripresa di uno spettacolo.Questi e tanti altri sono stati , appunto, i pionieri della tv e hanno segnato i primi successi di un mezzo che non è più soltanto un collage di altri strumenti ma piano piano guadagna una propria autonomia, un proprio linguaggio. C'è da aggiungere, da sottolineare, in particolare l'epopea di Mike Bongiorno, l'epopea di “Lascia o Raddoppia?”; la televisione nasce nel 1954, come abbiamo visto, nel '57 diventa già uno strumento fondamentale, proprio attraverso “Lascia o Raddoppia?” ed altre rubriche, ma sopratutto quella, con una accoglienza da parte del pubblico eccezionale, una accoglienza che è, sia delle famiglie, famiglie abbienti che si erano permesse l'acquisto del televisore che non era di poco prezzo, per la verità, sia attraverso l'ascolto collettivo; pensiamo che il giovedì, perché questa era la giornata, la serata di “Lascia o Raddoppia?”, nelle sale cinematografiche, moltissime sale cinematografiche d'Italia si interrompeva il film e si faceva vedere la puntata di “Lascia o Raddoppia?” fino a picchi di ascolto di veramente milioni, decine e decine di milioni di spettatori. Ricorre ancora un nome oltre a quello di Mike Bongiorno, di Lando Degoli che tutti coloro che hanno una certa età ricorderanno, purtroppo scomparso recentemente, che era un grande esperto di musica operistica e che aveva avuto, (diciamo) così, una domanda trabocchetto sul controfagotto e di lì passò alla storia della televisione per questa sua caduta su di una domanda di “Lascia o Raddoppia?”. Fatto veramente nazionale. [23:07] Il regime giuridico, (diciamo) era quello della “Riserva allo Stato”, della concessione quindi esclusiva alla RAI, della convenzione a contratti di servizio, cioè vale a dire di contratti di atti, (diciamo) così, in cui la RAI aveva il beneficio di trasmettere essa sola, aveva però anche

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degli obblighi, per esempio quello di coprire tutto il territorio nazionale arrivare possibilmente fino all'ultimo paesino sperduto per potere distribuire il segnale e metter a disposizione il proprio servizio. In questo senso si parlava e si parla tutt'ora di Servizio Universale, cioè destinato a tutti ed è un obbligo giuridico che è previsto dalla convenzione che viene firmata dal Governo, e quindi lo Stato e l'Ente emittente. L'eredità Torinese indica che così come la RAI derivava dall'EIAR cioè dall'ente che precedentemente si occupava, ai tempi del fascismo, della diffusione radiofonica aveva un nucleo molto forte di dirigenti torinesi ...


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