Lezioni di economia istituzioni intermediari finanziari PDF

Title Lezioni di economia istituzioni intermediari finanziari
Author Alessia Samuele
Course Economia politica
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STUDIO M.C. & T. MANAGEMENT CONSULTING & TRAINING

LEZIONI DI

ISTITUZIONI INTERMEDIARI FINANZIARI

Dispense a cura del prof. Umberto Caldaroni Studio M.C.&T.

Sede: Largo Bientina, 8 – 00199 Roma - e-mail [email protected] tel. +39 3385402202 1

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ISTITUZIONI E MERCATI FINANZIARI CAPITOLO 1 

Mercato finanziario: mercato in cui hanno luogo i trasferimenti di fondi da chi ha disponibilità fina nziaria a chi ha bisogno di fondi; si divide principalmente in mercato azionario e obbligazionario.



Titolo (= strumento finanziario): rappresenta un diritto sui redditi futuri dell’emittente o sulle sue attività.



Obbligazione (= legame, obbligo, in inglese Bond): è un titolo di debito che contiene la promessa di pagamenti periodici per un determinato lasso di tempo.



Tasso d’interesse: rappresenta il costo del credito o la remunerazione corrisposta a fronte dei prestiti di fondi; possono rappresentare un deterrente all’acquisto di una casa o un automobile (per una famiglia) o un incentivo al risparmio.



Azione ordinaria: strumento finanziario che rappresenta una quota di proprietà in una società; un diritto sui redditi e il suo patrimonio.



Mercato azionario: rappresenta il luogo in cui vengono scambiati i diritti sui redditi delle società (quote azionarie); può essere inteso come il luogo in cui le persone diventane ricche e povere molto in fretta. Gioca un ruolo molto importante perché, a seconda dei prezzi e del numero delle azioni che emettono le imprese, possono godere di una maggiore o minore disponibilità di denaro.



Mercato valutario: rappresenta il luogo in cui vengono scambiati i titoli da una nazione all’altra, che necessitano preventivamente di essere conver titi nella valuta del paese di destinazione; determina, inoltre, il tasso di cambio: cioè il prezzo di una valuta nazionale espressa in quella di un altro paese. Una variazione del tasso di cambio ha effetto sulle importazioni del proprio paese in quanto: più forte è la moneta del paese, e tanto aumentano le importazioni (i prodotti esteri costano di meno); inoltre, aumentano anche i prezzi dei prodotti interni, poiché le imprese esportano di meno e hanno meno guadagni.



Istituzioni finanziarie (intermediari finanziari): istituzioni che producono e offrono servizi finanziari e garantiscono il funzionamento dei mercati finanziari.



Sistema finanziario: comprende molti tipi di intermediari finanziari di natura privata: banche, assicurazioni, fondi d’investimento.



Banca centrale: organismo di natura pubblica responsabile delle decisioni e dell’implementazione della politica monetaria; distinguiamo: 1. BCE: operante in Europa. 2. Fed: operante negli USA.



Politica monetaria: riguarda la gestione dei tassi d’interesse e della moneta (o offerta di moneta), che rappresenta tutto ciò che viene utilizzato per il pagamento di beni e servizi e per il rimborso prestiti.



Banca: impresa autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria che consiste nella raccolta del risparmio e nell’esercizio del credito; è il principale intermediario finanziario con cui gli utenti interagiscono, e pertanto sono oggetto di un attento studio.

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CAPITOLO 2 

Funzione dei mercati finanziari: svolgono la funzione economica essenziale di trasferire le risorse da chi ha eccedenza di fondi verso chi presenta una carenza. Il flusso di fondi può avvenire seguendo un circuito:  Diretto: le unità in deficit prendono a prestito direttamente dalle unità in surplus.  Indiretto: i fondi vengono trasferiti mediante l’impiego degli intermediari finanziari. I titoli rappresentano attività per chi li acquista e passività per chi li emette. I mercati finanziari migliorano il benessere economico di tutta la società in quanto consentono un’efficiente allocazione del capitale.



Scadenza: indica il numero di anni che manca all’estinzione di uno strumento di debito; si distingue in scadenza a:  Breve termine: se la sua scadenza è inferiore ad 1 anno.  Medio termine: se la sua scadenza è compresa tra 1 e 10 anni.  Lungo termine: se la sua scadenza supera i 10 anni.



Azioni: dopo le obbligazioni rappresentano il metodo principale per reperire il denaro dal mercato; spesso corrispondono dei pagamenti periodici (dividendi) ai loro titolari.



Mercati creditizi: luogo in cui si negoziano strumenti finanziari non trasferibili (mutui e depositi).



Mercati mobiliari: luogo in cui si negoziano strumenti trasferibili (obbligazioni, azioni).



Mercato primario: mercato finanziario in cui l’impresa emette nuovi titoli obbligazionari e azioni che sono vendute pr esso l’investitore iniziale (Borsa d’Investimento).



Mercato secondario: mercato finanziario in cui possono essere rivenduti o acquistati titoli già in circolazione: 1. Borsa valori: è il luogo dove vengono scambiati, più frequentemente, titoli già in circolazione; distinguiamo 2 figure principali:  Dealer: facilita l’incontro tra venditori e compratori acquistando i titoli dai primi e vendendoli ai secondi..  Broker: mette in contatto possibili acquirenti e venditori. 2. Mercati Over The Count (OTC): fa riferimento alla personalizzazione dei titoli relativi alle caratteristiche della persona che li sottoscrive; in cui le condizioni di sottoscrizione sono molto particolari.



Mercato monetario: vengono negoziati titoli a breve termine; variazione dei prezzi contenuti.



Mercato dei capitali: vengono negoziati titoli a medio-lungo termine.



Mercato domestico: stretta relazione tra il mercato e il contesto del paese di riferimento; gli scambi sono realizzati da operatori nazionali.



Mercato internazionale: caratterizzato dall’assenza di relazione tra il mercato ed uno specifico paese.



Obbligazione estera: obbligazione del mercato internazionale, vendute all’estero e denominate nella valuta del paese di destinazione.



Eurobbligazioni (= bonds in valuta estera emesse da operatori economici internazionali quali banche, imprese multinazionali, istitu-



come avviene di norma, o variabile, Floating rates note, e sono titoli al portatore): denominata in una valuta diversa da quella del paese di emissione e/o scambio. Eurovaluta: depositi di denaro effettuati fuori dal proprio paese; eurodollaro (= Gli eurodollari sono fondi in

zioni e organismi comunitari, Stati europei e collocate sui mercati finanziari internazionali. Le eurobbligazioni possono essere a tasso fisso,

dollari depositati su conti al di fuori degli USA e che quindi non sono sotto la giurisdizione della Federal Reserve. Rappresentano investimenti alternativi al prestito interbancario. Sono depositi vincolati con scadenza molto breve, in genere 24 ore o inferiore. Il tasso pagato da un acquirente di eurodollari è il LIBID, London interbank offer rate, mentre il tasso incassato da un venditore di eurodollari è il LIBOR, London interbank offer rate. Prima della crisi finanziaria del 2007-2009 il tasso LIBOR era prossimo a quello del prestito interbancario. Il prefisso euro non sta ad indicare la valuta, non c'è alcuna connessione con l'euro o l'eurozona. Più generalmente, il prefisso euro può essere utilizzato per indicare una qualsiasi moneta che è depositata in un paese in cui non è la moneta ufficiale, per esempio Euroyen. In Europa i più grandi depositi di eurodollari sono a Londra): Studio M.C.&T.

depositi di Dollari effettuati al di fuori degli USA.

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Intermediazione finanziaria: percorso primario per le risorse finanziarie che si muovono dai datori ai prenditori di fondi; coinvolge gli intermediari finanziari nel circuito indiretto.



Costi di transazione: tempo e denaro spesi per effettuare un’operazione finanziaria; la capacità di r idurre questi costi implica uno sviluppo di economia di scala (= La locuzione economie di scala, economies of scale, è usata in economia per indicare la relazione esistente tra aumento della scala di produzione, correlata alla dimensione di un impianto, e d iminuzione del costo medio unitario di produzione. Alla base di economie di scala vi possono essere fattori tecnici, statistici, organizzativi o connessi al grado di controllo del mercato)

e, inoltre, una maggiore liquidità che aiuta l’esecuzione di transazioni.



Rischio: incertezza sui rendimenti realizzati.



Ridistribuzione del rischio: gli intermediari emettono e vendono strumenti finanziari con profili di r ischio coerenti con le preferenze della clientela e usano poi le risorse ottenute per acquistare altre attività che possono presentare una rischiosità più alta (trasformazione delle attività finanziarie).



Asimmetria informativa: un soggetto che partecipa ad uno scambio finanziario non dispone di adeguate informazioni sulla controparte, che possono permettergli di prendere decisioni più accurate. Distinguiamo:  Selezione avversa (= In economia, la selezione avversa è una situazione in cui una variazione delle condizioni di un contratto provoca una selezione dei contraenti sfavorevole per la parte che ha modificato, a suo vantaggio, le condizioni): problema presente prima della transazione, cioè i prenditori più “pericolosi” sono quelli che premono maggiormente per sottoscrivere il titolo.  Moral hazard (= Moral hazard [rischio soggettivo]. Situazione in cui una delle parti, dopo la stipulazione del contratto, ha la possibilità di agire in modo tale da ledere gli interessi dell'altro contraente poiché quest'ultimo non è in grado di osservare le azioni del primo. Tale peculiare situazione di informazione asimmetrica è dunque connessa alla possibilità di compiere una c.d. azione nascosta. Tipici esempi di contratti in cui si verificano fenomeni di moral hazard sono quelli assicurativi: dopo la stipula, l'assicurato può mod ificare il proprio comportamento e mostrarsi meno diligente o meno vigile. Poiché non è possibile, p er le imprese assicurative, osservare direttamente il comportamento di ciascun individuo, esse non possono discriminare efficacemente il premio, con conseguente fallimento del mercato ed una inefficiente allocazione delle risorse: infatti, nel punto di equilibrio, i consumatori sarebbero disposti ad acquistare una quantità maggiore di servizi assicurativi e le imprese assicurative sarebbero disposte ad offrirli a patto che i consumatori non mutino il proprio atteggiamento. Se tale maggiore offerta si realizzasse, però, proprio un mutato comportamento sarebbe una scelta

razionale da parte del consumatore): problema generato dopo la transazione; è il rischio che il prenditore di fondi compia azioni che accrescano la sua probabilità d’insolvenza.



Intermediari creditizi:  Banche: raccolgono fondi attraverso l’emissione in conti correnti.  Altri intermediari creditizi: svolgono funzioni simili a quelle bancarie.



Intermediari assicurativi:  Imprese di assicurazioni a vita: assicurano le persone offrendo prestazioni monetarie in un’unica soluzione; ottengono fondi grazie a premi che gli assicurati corrispondono in merito alla stipulazione del contratto.  Imprese di assicurazione danni: assicurano i titolari delle polizze contro eventi che possono colpire la persona, le cose o il patrimonio.  Fondi pensione: veicoli medianti il quale si realizzano piano pensionistici.



Intermediari mobiliari:  Società d’intermediazione mobiliare (SIM) e banche d’investimento.  Società di gestione del risparmio (SGR).  Società a capitale variabile (SICAV). I mercati e gli intermediari finanziari sono soggetti ad un controllo pubblico per 3 motivi principali:  Aumentare le informazioni disponibili agli investitori.  Rafforzare la solidità e la stabilità del sistema finanziario  Migliorare il controllo della politica monetaria.

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CAPITOLO 3 

Flusso di cassa (cash flow): sono flussi di pagamento per gli investitori originati dai vari strumenti di debito. Capitalizzazione: quanto vale nel futuro il capitale investito oggi

Attualizzazione: quanto vale oggi il montante incassato nel futuro

Regime dell’interesse semplice L'interesse viene detto semplice quando è proporzionale al capitale e al tempo. Ovvero gli interessi, maturati da un dato capitale nel periodo di tempo considerato, non vengono aggiunti al capitale che li ha prodotti (capitalizzazione ) e, quindi, non maturano a loro volta interessi. Indicando con:  C il capitale iniziale  i il tasso di interesse periodale (in genere tasso unitario annuo, ma può essere mensile, trimestrale...)  t durata temporale dell'operazione, espressa in numero di periodi (in genere anni)  M il capitale finale, detto anche montante, pari alla somma di capitale iniziale più gli interessi maturati si avrà che il montante al tempo t sarà la soluzione della seguente equazione alle differenze con M0 = C Mt+1 = Mt + iM0 = Mt + iC Pertanto si ha: M1 = M0 + iC = C + iC M2 = M1 + iC = C + iC + iC = C + 2iC Mt = Mt-1 + iC = C + (t-1)iC = C + tiC = C(1+ti) Regime dell’interesse composto L'interesse viene detto composto quando, invece di essere pagato o riscosso, è aggiunto al capitale iniziale che lo ha prodotto. Questo comporta che alla maturazione degli interessi il montante verrà riutilizzato come capitale iniziale per il periodo successivo, ovvero anche l'interesse produce interesse. In questo caso gli interessi si sommano al capitale iniziale che li ha prodotti al termine di ogni anno. Per determinare il montante di un capitale C , dopo un numero t di anni e impiegato ad interesse composto (annuo) i , si ha che il montante al tempo t sarà la soluzione della seguente equazione alle differenze con M0 = C: Mt+1 = Mt + iMt = Mt (1+i) M1 = M0 (1+i) Mt = Mt-1 (1+i) = C(1+i)t-1 (1+i) = C(1+i)t



Valore attuale: valuta investimenti o indebitamenti alternativi e permette di calcolare il valore odierno di uno strumento del mercato di credito a un determinato tasso d’interesse; consente di confrontare il valore di due strumenti che hanno tempistiche diverse. Esistono 4 tipologie di strumenti del mercato del credito: 1. Prestito semplice: il prestatore fornisce al mutuario una determinata quantità di fondi che gli devono esser rimborsati alla scadenza con un pagamento supplementare d’interesse. 2. Prestito a rata costante: il prestatore fornisce al mutuario alcuni fondi che devono essere rimborsati restituendo periodicamente, un medesimo quantitativo composto da una quota di capitale e una d’interesse. 3. Obbligazione con cedola (o con coupon): assicura al proprietario dell’obbligazione il pagamento di una cedola ogni anno fino alla scadenza quando verrà rimborsato un determinato importo finale detto anche valore nominale. Un’obbligazione cedolare viene identificata da 3 informazioni:  Società emittente  Data di scadenza  Tasso cedolare (= Relativo a una cedola. In particolare: imposta cedolare o solo cedolare come sf.: imposta gravante sugli utili derivanti da attività finanziarie. In Italia essa è stata istituita con legge 29 dicembre 1962, n. 1745, in forma di ritenuta d'acconto, nella misura del 15% dei dividendi distribuiti, sull'imposta complementare dovuta sul reddito complessivo o sull'imposta sulle società (cedolare d'acconto). La legge 12 aprile 1964, n. 191, riduceva dal 15% al 5% l'aliquota della ritenuta e prevedeva che la ritenuta, anziché in forma di acconto, potesse essere operata in forma d'imposta (cedolare secca): in tale caso l'aliquota sarebbe salita al 30% e gli utili assoggettati a tale ritenuta d'imposta non avrebbero contribuito a formare il reddito imponibile agli effetti dell'imposta complementare progressiva e dell'imposta sulle società. Il decreto legge 21 febbraio 1967, n. 22, mantenne in vigore solo la ritenuta d'acconto del 5% e limitò la cedolare secca del 30% agli utili attribuiti alle azioni al portatore emesse in base a leggi di regioni a statuto speciale; a quelli spettanti a società semplici, in nome collettivo e in accomandita semplice e ad altre organizzazioni di persone e di beni prive di personalità giuridica; a quelli spettanti a soggetti tassabili in base al bilancio esenti dall'imposta sulle società; a quelli spettanti a persone fisiche non residenti in Italia e a quelli spettanti a società o associazioni estere senza stabile organizzazione in Italia. A seguito della legge 7 giugno 1974, n. 216, la tassazione d egli utili delle società poteva essere effettuata sia tramite ritenuta a titolo d'imposta (cedolare secca) sia tramite ritenuta a titolo d'acconto. Con la legge 6 dicembre 1976, n. 788, l'importo della cedolare secca veniva elevato al 50%. Questo tipo di imposta è stato abolito dall'art. 5 della legge 16 dicembre 1977, n. 904, che ha apportato modificazioni fondamentali alle discipline dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e al regime tributario dei dividendi e degli aumenti di capitale delle società commerciali (in particolare gli utili distribuiti dalle società commerciali concorrono a formare il reddito imponibile dei soci). Oltre che sul reddito proveniente da dividendi, lo Stato applica la cosiddetta cedolare secca sugli interessi percepiti su depositi bancari in conto corrente, Buoni Ordinari del Tesoro, Certificati di Credito del Tesoro, certificati di deposito e titoli obbligazionari. L'aliquota è normalmente inferiore sui titoli a più lunga scadenza) (o tasso nominale): importo del paga-

mento annuale della cedola espresso come percentuale del valore nominale dell’obbligazione Studio M.C.&T.

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4. Titolo a sconto (zero coupon bond): acquistato a un prezzo inferiore del suo valore nominale che verrà rimborsato alla sua scadenza; non garantisce alcun interesse, ma rimborsa solo il valore nominale. 

Rendimento a scadenza: metodo utilizzato per il calcolo dei tassi d’interesse; rappresenta l’unico tasso che uguaglia la somma dei valori attuali dei flussi di cassa prodotti da uno strumento di debito al suo valore odierno; 1. Prestito con unico flusso di cassa: ricorrendo al concetto di valore attuale, il rendimento a scadenza su un prestito semplice è facile da calcolare. Per il prestito di un anno che consideriamo ad esempio il valore odierno è € 100 e il flusso di cassa tra un anno sarebbe di € 110, vale a dire che il rimborso di € 100 + il pagamento di € 10 di interessi. Possiamo servirci di queste informazioni per calcolare il rendimento a scadenza i, riconoscendo che il valore attuale dei pagamenti futuri deve essere uguale al valore odierno di un prestito. Infatti: se Pietro prende in prestito € 100 da sua sorella, che tra un anno gli chiederà la restituzione di € 110, quale sarà il rendimento a scadenza su questo prestito? Soluzione: Il rendimento a scadenza sul prestito è del 10% (n+i) = FC /Va = (1+i) = 110/100 Otterremo: i = 1,10 - 1 = 0,10 = 10% Dove: n = numero di anni i = rendimento ...


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