Microeconomia pdf - Appunti di lezione tutte le lezioni PDF

Title Microeconomia pdf - Appunti di lezione tutte le lezioni
Course Istituzioni di microeconomia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Appunti di microeconomia a.s. 2019/2020 della docente Piva. Contengono la teoria estrapolata dal manuale Varian con anche alcuni grafici ...


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MICROECONOMIA UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE @appuntidielisa Tre soggetti economici 1. Prima categoria: consumatori -> noi tutti siamo consumatori di beni, di servizi; solamente fisiologicamente consumiamo alimenti. I consumatori in quanto tali esprimono una domanda. La prima categoria di soggetti economici attiene a quei soggetti in grado di esprimere una domanda, che si declina a seconda del bene e del servizio. La domanda deve essere soddisfatta dall’altro lato del mercato, ovvero dall’offerta, che è specularmente prodotta dalla seconda categoria di soggetti economici, i produttori, meglio ancora le imprese 2. Seconda categoria: imprese produttrici -> sono responsabili dell’offerta, di offrire beni e servizi sul mercato. Il luogo in cui avviene l’incontro fra domanda e offerta è evidentemente il mercato. Se il mercato è in equilibrio la domanda è uguale all’offerta. I malfunzionamenti del mercato si verificano ad esempio nel caso in cui la domanda non incontri l’offerta, (es. asta su e-bay dove non c’è occasione di incontro); quindi se ci sono inefficienze di vario tipo si genera lo spazio per il terzo tipo di agente economico, i cosiddetti policy makers 3. Terza categoria: policy makers -> sono soggetti terzi rispetto a produttori e consumatori che introducono delle regole per ovviare alle inefficienze del mercato; sono ad esempio le organizzazioni sovranazionali, BTO, il governo. Intervengono laddove vi siano delle inefficienze nel mercato, dei fallimenti, delle situazioni dove benché vi siano delle possibilità, il mercato fallisce, scambia meno di quanto dovrebbe

TEORIA DEL CONSUMATORE Assunzione di fondo: i soggetti che stiamo analizzano fanno scelte razionali (sia nella teoria del consumatore che nella teoria della produzione); cioè nessuno fa shopping eccessivo, si compra in base alla regola della razionalità. Però siamo imperfetti come umani, quindi è una razionalità che si dice essere limitata, certe informazioni non le abbiamo, non esistono, ma in ogni caso la assunzione di razionalità si fa lo stesso, perché verosimilmente domina un comportamento razionale piuttosto che un comportamento guidato dall’impulso del momento. Questo è il cardine su cui si fonda la microeconomica, nel senso che identifichiamo l’obiettivo del consumatore e il vincolo del consumatore. Questa razionalità si estrinseca nell’identificazione dell’obiettivo che il consumatore vuole raggiungere e il vincolo che deve rispettare. Faremo ricorso all’ottimizzazione vincolata, che attiene alla razionalità dell’agente economico, si vedrà in entrambe le teorie Come si esplicita l’ottimizzazione vincolata nella teoria del consumatore? Il consumatore razionale procede secondo l’ottica dell’ottimizzazione vincolata, ma qual è la sua funzione obiettivo? È la funzione che in qualche modo stilizza la sua soddisfazione. L’obiettivo del consumatore è ottimizzare, massimizzare, la propria soddisfazione. La funzione di utilità è la funzione obiettivo del consumatore, che attiene proprio alla sua soddisfazione. E’ ovvio che se non ci fossero vincoli di spesa potremmo acquistare tutto ciò che vogliamo, ma il mondo è connotato da un perimetro di vincoli, il primo è il vincolo di bilancio, il vincolo di natura finanziaria. Esso costituisce il vincolo al comportamento razionale del consumatore. Il consumatore razionale vuole massimizzare la propria soddisfazione, chiamata utilità, rispettando il vincolo di bilancio. Questo processo di ottimizzazione definisce qual è il prodotto scelto poi dal @appuntidielisa

consumatore; l’esito di questo comportamento razionale identifica quello che chiamiamo paniere ottimo, ovvero la scelta ottima fatta dal consumatore. Paniere di consumo = insieme di oggetti della scelta del consumatore La domanda di mercato è la sommatoria, l’insieme, di tutte le domande dei singoli consumatori, per cui parliamo dall’approccio micro, relativo ad un singolo consumatore, e di un approccio progressivamente macro, relativo all’insieme dei consumatori. Il mercato è il luogo dove si incontrano domanda e offerta, in cui si può identificare l’equilibrio di mercato, il punto in cui domanda e offerta si incontrano, auspicabilmente. Ci possono però essere dei disequilibri. Rilevante è anche il ruolo delle imposte: se il mercato continua a scambiare nonostante le imposizioni fiscali, queste su chi gravano?

TEORIA DELLA PRODUZIONE Attiene alle imprese e all’offerta -> applichiamo anche in questo caso il concetto di ottimizzazione vincolata, una logica che deve essere declinata opportunamente, cambiando punto di vista. L’ottimizzazione si esplicita con l’identificazione di quella che è la funzione di produzione, che diventa la funzione obiettivo, ma in un’ottica di performance economica, cioè funzionale a far ottenere un guadagno all’impresa, a massimizzare i profitti dell’impresa; è un tramite funzionale alla massimizzazione dei profitti, nel rispetto del vincolo tecnologico, ovvero tutto ciò che attiene alla capacità dell’impresa di trasformare le materie prime in prodotti finiti. Le tecnologie hanno ritmi di produzione più o meno efficienti. Il principale vincolo quindi è il vincolo di tipo tecnologico; per produrre posso usare tecnologie più o meno sostenibili La scelta ottima dell’impresa, quanto rende disponibile sul mercato; si ricava così l’offerta dell’impresa Puntualizzazione lessicale: industria -> non ci riferiamo all’industria come grande impresa, per noi è il settore industriale, il settore di tutte le imprese che producono una certa categoria di beni e servizi La concorrenza è l’ipotesi di fondo da cui partiamo; è intesa come forma di mercato o struttura di mercato. Implicitamente partiamo dal considerare imprese che operano in un settore concorrenziale, dove può accadere che le imprese siano molto numerose. La numerosità quindi è un prerequisito per un settore concorrenziale. Le imprese non hanno un’autonomia nel fissare il prezzo; sono delle price takers, prendono il prezzo come definito dal mercato, si dice anche che il prezzo sia esogeno, definito dall’insieme delle imprese. La singola impresa può decidere di vendere ad un prezzo più alto ma se il prodotto non è distintivo non viene pagato il prezzo superiore Ci sono altre forme di mercato: l’antagonista della concorrenza è il monopolio (un solo venditore); è una forma di mercato che si contrappone perfettamente alla concorrenza. Ad esempio Kellogs aveva una situazione di monopolio per quanto riguarda i cereali da colazione. Possono anche diverse imprese ad accordarsi per comportarsi come fossero un unico soggetto, sono numerose, ma si comportano con accordi tali per cui si comportano come in un cartello, un trust, di imprese. Diversi invece sono i modelli di oligopolio: oligoi, pochi venditori. Ad esempio il settore automobilistico Game theory: teoria dei giochi Equilibrio economico generale: EEG -> attiene al fatto che le economie reali si compongono per loro natura di tantissimi mercati. E’ possibile che tutti i mercati che compongono un’economia siano contemporaneamente in equilibrio? Se l’equilibrio economico generale non è raggiungibile, vedremo come i disequilibri si compensano Economia di puro scambio: modello 2x2 -> modello più semplice @appuntidielisa

INTRODUZIONE ALLA MICROECONOMIA Excursus storico: alcuni cenni storici SCUOLA MERCANTILISTA: la prima scuola è quella mercantilista (16esimo secolo – inizi 17esimo); Europa. Periodo successivo al medioevo, idea diversa dalle economie chiuse del medioevo; inizia a diffondersi la consapevolezza che è opportuno scambiare anche al di fuori del confine del proprio stato. C’è un passaggio da una economia chiusa ad una logica di apertura dei confini almeno da un punto di vista commerciale. Questo nuovo approccio culturale si traduce in tre azioni 1. INTERVENTO DEL GOVERNO: si acquisisce la consapevolezza che lo stato deve intervenire nell’economia; non è più lasciata a se stessa, il governo incentiva gli scambi, alimenta il sistema economico. Questo intervento così incentivo può essere definito come una politica economica attiva, per stimolare il funzionamento dei mercati 2. SI CONIA LA MONETA: si inizia a stampare moneta in maniera sistematica; la moneta non nasce ovviamente in questo periodo. La moneta diventa il mezzo di scambio che supera il baratto, è un mezzo di pagamento neutrale. Si stampa moneta attraverso un controllo pubblico, del governo, e si acquisisce la consapevolezza che se circola troppa moneta rispetto alle esigenze dei mercati questa può generare inflazione, aumento generalizzato dei prezzi, che può creare danni sul mercato 3. SCAMBI INTERNAZIONALI COMMERCIALI: sono i decenni in cui si dà un forte impulso al colonialismo; le colonie sono finalizzate ad acquisire materie prime a basso costo e sono viste come mercati di sbocco. Si supera l’idea di economia chiusa. Obiettivo era la bilancia commerciale: differenza export e importi; l’obiettivo era di esportare il più possibile, ma importare a basso costo

SCUOLA FISIOCRATICA: 18esimo secolo. Quesnay, medico, intellettuale al servizio della corte di Francia, scrive un trattato economico in cui si evoca la necessità di fare un approfondimento sull’economia. Etimo: fusis, natura, crateo, avere potere -> scuola del potere della natura. Vuol dire che in questa opera sottolinea come il settore primario, quello della natura, dell’agricoltura, sia il settore principale e deve perciò essere favorito in tutti i modi, perché garantisce la sopravvivenza della popolazione. Composizione economie • • •

Settore primario: agricoltura Settore secondario: manifattura, artigianato, industria Settore terziario: servizi

Nessun interventismo da parte dello stato, a differenza della scuola mercantilista. Il settore primario deve lavorare in maniera spontanea, senza vincoli imposti

SCUOLA CLASSICA: Inghilterra, poco prima della prima rivoluzione industriale, fine 18esimo secolo. Periodo di grande fermento industriale, periodo di Darwin e della catena di montaggio. Il principale esponente è Adam Smith, che scrive “la ricchezza delle nazioni”. Il punto centrale: tutti gli agenti economici hanno obiettivi individuali, in qualche mondo egoistici, quindi ciascuno vuole massimizzare la propria soddisfazione. La logica liberista di Smith dice che ognuno vuole massimizzare il proprio benessere, ma il mercato in qualche modo @appuntidielisa

coordina le scelte dei singoli soggetti economici, e in questo ruolo di coordinamento, il mercato riesce ad ottenere il meglio possibile anche per la collettività. Smith usa la metafora della mano invisibile, che rappresenta il ruolo del mercato che favorisce il comportamento dei singoli. Smith sottoscrive l’ipotesi fondamentale della scuola fisiocratica: non vuole interventi di politica economica, il mercato libero permette che tutto si verifichi in maniera perfetta. Ricardo adotta la legge di SAY: prevede che per chiarire come i mercati possano essere così in equilibrio, l’offerta è in grado di generare da sola una propria domanda. Offerta -> Domanda. Cambio di scenario: la rivoluzione industriale diventa massiccia, anche in Europa e negli US; quindi la produzione industriale diventa centrale. Si fa riferimento alla scuola marxista. Marx si focalizza sulla produzione industriale, codificando i proprietari dei mezzi di produzione, come i capitalisti. Chi detiene i mezzi di produzione sono quindi i capitalisti, chi invece presta il lavoro sono i lavoratori salariati -> dicotomia fra soggetti economici. Secondo Marx il prezzo a cui si vende il bene prodotto dovrebbe riflettere esclusivamente il valore del lavoro necessario per produrre quel bene. Se gli operai lavorano per un valore di 40 euro, il bene dovrebbe essere venduto al massimo a 40,5 euro. Invece succede i capitalisti fissano dei prezzi per avere degli extra profitti, quasi ingiustificati. Il sistema capitalistico per lui non funziona perché i capitalisti vendono ad un prezzo molto più alto e con gli extra guadagni aprono nuove catene di produzione, aumentano l’offerta. MA chi compra? I capitalisti sono pochi. Ciò che viene prodotto viene acquistato dai lavoratori, ma c’è uno squilibrio: la domanda dei lavoratori è bloccata ad un livello minimo, perché il loro salario è minimo, per cui si genera la crisi di sovrapproduzione, che scatena il crollo del sistema capitalistico.

SCUOLA NEOCLASSICA: Marshall, Jevons, Walras, Pareto; XIX – XX secolo, Inghilterra, Svizzera, Germania, Italia. La microeconomia si fonda sulle formulazioni di questa scuola. Evoca un qualcosa di classico, ha un approccio similare alla scuola classica ma con declinazioni moderne. L’idea di fondo è che i mercati sono sempre in equilibrio, non sono necessari i policy makers. Si distingue il breve periodo da lungo periodo. Tipicamente per breve periodo si intende l’anno, ma è un confine labile, si deve far riferimento al tipo di bene o di mercato. Si utilizzano delle formulazioni tipo derivata, algebra lineare, ottimizzazione vincolata, richiami a Lagrange

SCUOLA KEYNESIANA: Keynes, XX secolo. Fase storica molto delicata: fine prima guerra mondiale e momento della grande depressione del ’29; crollo delle borse, disoccupazione, investimenti azzerati, ripercussioni in Europa, stallo economico. Keynes si chiede, se i mercati funzionano così bene da soli, com’è stata possibile la crisi del ’29? E’ necessario quindi definire l’intervento dei policy makers. Keynes dice che è la domanda pubblica che genera la propria offerta. Se il sistema privato non è in grado di ripartire da solo, facciamo ripartire gli investimenti pubblici, scuole, strade, infrastrutture, che fanno da stimolo per l’economia. E’ il soggetto pubblico che si deve far carico di fornire uno stimolo all’economia per farla ripartire (diversa dalla scuola neoclassica in cui l’offerta latente fa sorgere la domanda)

SCUOLA MONETARISTA: Friedman, anni ’70. Ci si rende conto che in tutta questa macchina, la moneta certamente ha una funzione preminente per favorire gli scambi e quindi c’è il tema dei tassi di cambi fra valute. C’è la consapevolezza che se si immette troppa moneta si genera inflazione. In Italia l’inflazione aveva toccato valori a doppia cifra, che ha scatenato il debito pubblico attuale. Deve circolare moneta adeguata rispetto alle esigenze. Troppa moneta, politica economica di espansione, rischia di generare l’inflazione

@appuntidielisa

VINCOLO DI BILANCIO Cap. 2 Vincolo di natura finanziaria che deve essere rispettato dal consumatore. In questo approccio il consumatore non può prendere soldi a prestito e verosimilmente i tassi di interesse sono talmente bassi che non c’è cura nel risparmiare denaro. Situazione in cui non si prende prestito e c’è interesse a spendere tutto quello che si ha, ma il consumatore è razionale e vuole allocare questo denaro nel modo migliore possibile In un sistema economico in cui si producono n beni, un paniere è l’insieme delle quantità degli n beni. Noi, per semplicità, consideriamo solo due beni (x e y). Ipotizziamo che x sia il bene mele, e y sia un bene composito, ovvero è l’insieme di tutti gli altri beni ad eccezione delle mele. Quindi abbiamo mele x e y bene composito • • • •

Tutti i panieri acquistabili da un consumatore costituiscono il cosiddetto insieme di bilancio, che un insieme più ampio del vincolo di bilancio Nell’ipotesi in cui il consumatore non sia mai “sazio” e desideri spendere tutto il reddito, si indentifica il vincolo di bilancio (è un di cui dell’insieme di bilancio) Per cui dalla logica generale di insieme di bilancio passiamo ad una logica più circostanziata di vincolo di bilancio I beni così definiti sono di natura positiva; maggiore la quantità, sarà maggiore la soddisfazione del consumatore. Però ci sono beni di natura negativa: inquinamento, sigarette. Noi ci concentriamo sui beni di natura positiva PENDENZA DEL VINCOLO DI BILANCIO

La pendenza del vincolo di bilancio è : – Px / Py All’aumento del consumo del bene x di un’unità, si deve ridurre il consumo del bene y di Px / Py unità Costo – opportunità: l’opportunità è associata all’incremento del bene x. Il costo di questa operazione di incremento del bene x è associato al fatto che si deve rinunciare ad una parte della quota y -> LOGICA DEL TRADE OFF. Vantaggio da parte, e svantaggio dall’altra parte di eguale proporzione

VARIAZIONI DEL REDDITO E DEI PREZZI Un aumento nel reddito sposta il vincolo verso l’esterno, ampliando l’insieme di bilancio. L’opposto avviene in caso di riduzione del reddito (il vincolo si sposta verso l’interno, verso l’origine degli assi). Il vincolo in senso geometrico quindi subisce una traslazione Se un prezzo si riduce il vincolo di bilancio ruota verso l’esterno (i vecchi panieri sono sempre disponibili, oltre ad alcuni nuovi). L’opposto avviene nel caso di un aumento di prezzo

Caso particolare 1 : RAZIONAMENTO SULLA QUANTITA’ Razionamento inteso come limite a quantità disponibile @appuntidielisa

Es. razionamento della benzina (contesto bellico) • • • •

I due beni sono: benzina (x) e un bene composito (y) La quantità massima di benzina che il consumatore può acquistare è 45 litri Il governo raziona la benzina ad un massimo di 35 litri -> intervento di policy maker Come si modifica l’insieme di bilancio?

Caso particolare 2: IMPOSTE AD VALOREM UNIFORMI • •

Un’imposta uniforme si applica a tutti i beni l’introduzione di un’imposta ad valorem al saggio o tasso t aumenta tutti i prezzi del t%: da p a (1+t) x p

Cosa accade al vincolo di bilancio quando vengono fissate delle imposte? Il vincolo di bilancio si comporta come se ci fosse stata una contrazione del reddito, ovvero trasla verso l’origine degli assi •

si ridimensiona la capacità di spesa del consumatore

LE PREFERENZE CAP. 3 Le preferenze del consumatore possono essere razionali, e sono anche dette regolari, che sono un di cui delle preferenze razionali PREFERENZE RAZIONALI Per descriverle sono necessari degli operatori logici Un paniere A (xa, ya) può essere rispetto ad un paniere B (xb, yb) -

strettamente preferito: A > B (non sarebbe un segno di maggioranza ma di preferenza) debolmente preferito: A ≥ B indifferente: A ~ B

questa scelta viene fatta individuando i tre assiomi delle preferenze razionali ASSIOMA: qualcosa che viene definito e per il quale si assume che non ci sia bisogno di una dimostrazione perché è sempre vero; è una sorta di dogma. Ciascun consumatore è sempre in grado di esprimere una preferenza riconducibile a queste tre opzioni quindi è in grado di ordinare, classificare, i panieri, dove la classifica può anche esprimere un ex equo 1) il primo assioma attiene alla COMPLETEZZA: tra A e B deve valere una delle precedenti relazioni (strettamente preferito, debolmente, indifferente) 2) il secondo è più tautologico; è quello della RIFLESSIVITA’: si dice che ogni paniere sia desiderabile almeno tanto quanto se stesso. Ci sono due panieri, hanno la stessa composizione, identici, ma i beni sono distribuiti in maniera diversa. - > A ~ A 3) il terzo è la somma di questa razionalità delle preferenze e viene codificato come la TRANSITIVITA’, che è quindi l’espressione massima delle preferenze. Questa logica prevede che il consumatore sia messo di fronte alla scelta fra due panieri in maniera progressiva, ovvero, ad esempio nel primo confronto fra A e B, ha una preferenza che è riconducibile ad una preferenza stretta (preferisce A). @appuntidielisa

In una seconda scelta viene posta di fronte alla scelta fra B, che avevo precedentemente scartato, e C; fra questi due la preferenza stretta implica che B sia strettamente preferito a C. Non è una scelta diretta fra il paniere A e C, ma per la transitività, considerando congiuntamente le preferenze, si può derivare la preferenza esistenza fra paniere A e C. Se A è strettamente preferito a B e B è strettamente preferito a C, allora A sarà strettamente preferito a C. E’ una deduzione. Se A > B e B > C, allora A > C LE PREFERENZE REGOLARI Le preferenze regolari sono preferenze razionali che soddisfano ulteriori condizioni (condizione di monotonicità e di convessità) Un’ulteriore ipotesi comunemente accettata consiste nella “...


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