Pedagogia Alexander Neill Summerhill PDF

Title Pedagogia Alexander Neill Summerhill
Author Gaia Longoni
Course Psicologia dell'educazione
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Il pensiero di Neill e il progetto di Summerhill ...


Description

28.02.2018

Alexander Neill (1883-1973) Neill diviene famoso negli ultimi anni della sua vita, intorno agli anni ’60, diventando anche una bandiera di chi professava l’anti-autoritarismo contro la società, ma questa fama non gli ha fatto bene. Neill è un autore molto complesso e su cui si possono dire tante cose, ma è stato anche molto mistificato: spesso accade che un pensiero che inizia ad essere divulgato viene anche banalizzato. Egli è il protagonista e il direttore di un istituto scolastico che anche oggi è vivente, ed è Summerhill. Oggi la figlia Zoe orgogliosamente porta avanti questo progetto e la sua impresa educativa. Questa impresa pedagogica anche se inizialmente era molto radicalizzata, oggi si è più statalizzata anche se come scuola porta avanti ancora dispositivi pedagogici iniziati da Neill.

Immaginiamo di essere un bambino di 6 anni o un ragazzino di 10 anni e di vivere in una comunità. Un giorno c’è la cosiddetta assemblea generale e tutti i bambini, insegnanti, personale scolastico si radunano perché c’è un problema: a Summerhill ci sono dei bambini che spesso fumano nei bagni ed è un qualcosa di non opportuno. Ciascuno di noi può dire la sua e alla fine si deve decidere qualche cosa e si passa ai voti. Posso decidere il mio voto e ogni voto vale tanto quanto il voto di qualsiasi adulto nella scuola, anche se sono solo un bambino. Si decide e la vita scolastica continua e da quel giorno chiunque potrà continuare a fumare nei bagni. Questo è un aneddoto di Summerhill. Summerhill è una scuola in cui non c’è un’imposizione di legge dall’alto, ma le regole vengono costruite dalla comunità scolastica. Chiunque ha diritto di voto, di parole e di organizzarsi. Summerhill è infatti considerato da molti il punto più alto di quella che è detta educazione libertaria e comunitaria. Le ragioni che muovono questo tipo di educazione che si basa di abbassare il tono rispetto ai temi dell’autorità, possono essere due:  

Una ragione politica per cui c’è un rimando all’anarchia Una ragione che parte dal piano antiscientifico che deriva dalla psicologia e dalla psicoanalisi.

Il secondo caso è quello di Neill: egli era affascinato dalle idee psicoanalitiche che transitavano nel suo tempo e in più conosceva personalmente alcuni grandi psicoanalisti. Egli trova giustificazione di alcune sue idee, che poi verranno messe in pratica, nella psicoanalisi, ma a monte c’è il profilo di una persona arrabbiata con il sistema scolastico vigente. Neill era laureato in lingue e diventa un maestro statale che però non accetta il sistema. Siamo nell’Inghilterra dell’inizio del ‘900 quindi dobbiamo immaginare un sistema molto rigido e legato alla disciplina. Neill era una persona che amava prendere appunti nel suo diario e anche le sue opere hanno forma diaristica. Tra i suoi scritti ne è stato recuperato uno che dice: Il mio lavoro è senza speranze perché la scuola dovrebbe mirare a costruire una generazione nuova, migliore della precedente ma il sistema attuale è fatto in modo da produrre uomini uguali a quelli oggi. Non è quindi un sistema generativo, ma un sistema che condiziona e plasma le persone.

Neill è avverso a qualsiasi tipo di disciplina e lavoro mnemonico della scuola. Egli immagina una scuola in cui un alunno possa autodisciplinarsi e possa studiare ciò che vuole. C’è l’idea dell’autoregolazione. I primi decenni del ‘900 sono anche il periodo dell’attivismo pedagogico, e in questo periodo si viaggia molto per confrontarsi a vicenda. La pedagogia era una cosa seria: chi si inventava un metodo, una scuola nuova, diventava una persona di una certa popolarità. Così anche Neill viaggia molto in Germania e in Austria. Tra i suoi viaggi ce n’è uno che è molto proficuo: incontra Homer Lane che, sempre su base psicoanalitica, aveva fondato una scuola denominata Little Commonwealth, in cui accoglieva bambini e ragazzi abbandonati e problematici. Lane decide che il modo per recuperare questi ragazzi è dare loro fiducia: condividere con loro qualsiasi cosa, credere nella loro capacità di essere responsabili. Non ci sono imposizioni e regole da seguire eccetto ciò che le persone stesse hanno voluto darsi come regole. Questo è il sistema di auto-regolazione. Neill questo sistema dell’autoregolazione dunque non se lo inventa, ma lo sperimenta in altre esperienze. Un altro incontro importante è quello con un tale O’Neill che aveva aperto una scuola per i figli di minatori e praticava anche lui l’autogoverno. Neill fa quindi delle esperienze in cui si convince del fatto che si può istituire una scuola che non imponga nulla, né cose da fare né idee, ma deve potersi autogovernare così che adulti e bambini possano essere uguali. I ragazzi devono godere di piena fiducia e devono essere lasciati liberi di vivere, senza pensare di poterli preparare alla vita attraverso delle imposizioni. Summerhill nasce in Germania nel 1921, ma pochissimo dopo viene spostata in Inghilterra e prende la forma di una scuola privata che si autofinanzia attraverso i soldi di Neill e grazie alle donazioni internazionali, oltre che grazie alla retta versata dai genitori. Summerhill non è ovviamente una scuola per ragazzi poveri, ma per bambini e ragazzi che vengono dalla borghesia di tutta Europa. Neill realizza così il suo sogno di una scuola a profilo internazionale. Questi ragazzi borghesi sono spesso, nei primi anni, un po’ problematici: vivaci e indisciplinati ma i genitori accettano comunque di mandarli in una “scuola senza regole”. Proprio l’aspetto delle regole è stato un bel po’ mistificato: si vedeva Summerhill come il posto senza regole, ma non è così. Summerhill è il luogo dove la comunità di autoregola e si controlla vicendevolmente, non c’è l’autorità forte del direttore, ma i ragazzi scelgono le proprie regole. Ci sono alcuni aspetti interessanti di Summerhill: 

Vi lavorano insegnanti che in precedenza avevano lavorato in scuola statali ed accettano le idee di Summerhill. Il paradosso sta nel fatto che a Summerhill non c’è quasi nessun tipo di insegnamento: i ragazzi potranno decidere se e come e cosa studiare e l’insegnante si rende disponibile ad insegnare varie cose qualora il ragazzo lo richieda. Noi siamo abituati a pensare alla scuola come un sistema coercitivo: innanzitutto c’è l’obbligo scolastico e per ottenere il diploma bisogna seguire quello che ci si impone.

Summerhill non è coercitivo per i ragazzi, ma per gli insegnanti: c’è un ribaltamento totale rispetto a quello che per noi è la scuola. Si racconta di un bambino che entra a Summerhill ma decide di non seguire nulla per 10 anni, ad un certo punto decide che è arrivato il momento di imparare un mestiere e allora Summerhill si mette in moto per insegnarglielo. I principali dispositivi educativi di Summerhill sostanzialmente sono due:





L’assemblea generale: ovvero un luogo di governo. Summerhill è una sorta di piccola repubblica, un luogo di esercizio di democrazie e l’assemblea generale legifera con l’aiuto di tutti. L’assemblea generale nel tempo ha cambiato i suoi metodi, ma rimane comunque come esempio di autogoverno. Le lezioni private: Summerhill è un luogo in cui ciascuno può decidere della sua vita, l’importante è stare dentro questo contenitore democratico. Potrebbe anche esserci però il caso di un bambino che vive un momento di disagio e disorientamento e allora può chiedere a Orange Peel un aiuto che veniva fornito tramite lezioni private che all’inizio avevano quasi la struttura di seduta terapeutica, successivamente diventano una sorta di dialoghi liberi. Orange Peel è il nomignolo che gli studenti avevano dato a Neill, e questo fa anche capire che tipo di rapporto ci fosse all’interno della comunità. Questo meccanismo delle lezioni privati è stato anche criticato perché comunque è un momento di relazione forte fra adulto e bambino.

A Summerhill i comportamenti devianti ci sono, infatti i ragazzi all’inizio entravano come deviati, ma vengono regolati mai attraverso la punizione corporale che era molto in voga in quel tempo, mai attraverso la frustrazione o il divieto, ma attraverso la generazione e la comprensione di comportamenti alternativi. In ogni caso non sono mai gli adulti a decidere di un certo tipo punizione, ma è la comunità di Summerhill. Neill vive un po’ una contraddizione al suo interno, è come se avesse due grandi anime: da una parte c’è il Neill educatore che vive e racconta l’esperienza di Summerhill che appare come un luogo in cui si sta bene, in cui i ragazzi imparano (come ogni luogo scolastico era osservato dal governo che mandava degli ispettori e i risultati erano comunque positivi). Summerhill è un luogo in cui c’è bravo educatore che è Neill che è innamorato dei suoi ragazzi. Ma c’è anche una Summerhill nell’ideale di Neill che è un po’ diversa: Neill sostiene che l’autorità dell’educatore non esiste, che lui non è altro che un soggetto fra gli altri e ogni forma di autorità deve essere repressa. Egli a livello ideale tende ad abbassare i toni sulla sua figura, nel concreto invece egli è una figura estremamente presente ed estremamente carismatica. Summerhill ci permette di ragionare quindi sul tema dell’antinomia libertà-autorità: in educazione deve esserci libertà o autorità? Rousseau che ha ispirato molte esperienze pedagogiche, quando scrive L’Emile cercava di lasciare sostanzialmente l’Emilio di lasciare libero di crescere secondo la sua utopia, ma Rousseau sapeva che era sì necessario lasciare libero il ragazzo di crescere, ma al tempo stesso era consapevole che esso avesse anche bisogno dell’autorità dell’adulto. Nell’Emilio l’istitutore è molto presente ed è un’autorità forte. Se parliamo di educazione parliamo anche di un rapporto di autorità, ma non l’autorità in senso negativo come si crede, ma l’autorità come auctoritas, cioè quello che fa crescere. Nell’educazione l’autorità è qualcosa di strutturale. L’educazione, in qualunque sua forma, necessita dell’autorità, perché l’educazione è sempre un rapporto di potere nel senso di rapporto di influenza. La relazione educativa è una relazione asimmetrica: c’è una persona che ha un potere su un’altra e che gli viene consegnato per tante ragioni, ma noi ci facciamo sempre educare da qualcun altro e questo altro assume un potere su di noi. E se la relazione è asimmetrica il compito dell’educatore è appiattire questa asimmetria, perché ad un certo punto l’educatore deve sparire nel momento in cui l’asimmetria sparisce. Il problema quindi non è eliminare l’autorità, ma evitare un rapporto autoritario che si basa sull’imposizione, ma ci vuole un rapporto autorevole per cui se io mi affido a qualcuno è perché l’ho scelto e lo ritengo necessario per la mia libertà. L’autorità deve presentarci come autorità liberatrice e orientatrice per l’altro e mai per sé. Scurati diceva che l’educatore è colui che lavora sempre per l’altro e mai per sé. Neill su questo discorso faceva un po’ di confusione ed è da qui che nascono le critiche nei suoi confronti: Neill negava un po’ questo tema, ritenendosi uno fra i tanti, ma non è assolutamente

così perché egli era comunque un adulto, a cui bambini volevano bene e a cui si affidavano perché estremamente carismatico. Una delle critiche più grandi a Summerhill è in relazione al fatto che Neill, intervistato sull’efficacia della sua scuola sulla società e quindi in primis sul futuro dei ragazzi di Summerhill, sostiene che le persone che escono dalla sua scuola sono diventate persone molto buone, poco attaccate al denaro e al potere. Egli racconta quindi un tipo ideale di adulto che nella sua vita ha transitato dentro Summerhill. Questo è interessante perché la critica che si può muovere è che può darsi che Neill abbia voluto creare una sorta di propri cloni. Il problema è che l’impresa pedagogica di Summerhill era di non condizionare in nessun modo i ragazzi, di renderli liberi, però la critica che è stata mossa è molto importante anche se la verità non la sapremo mai. C’è un dilemma pedagogico di fondo. Il carisma è un’arma molto potente: le grandi catastrofi storiche sono successe in virtù di forti figure carismatiche, ma anche nell’educazione, nelle relazioni personali, quando si realizza una relazione di potere forti bisogna stare attenti. L’educatore deve stare attento perché deve capire fino a quando va verso la liberazione dell’altro e quando invece supera il limite e condiziona l’altro in maniera negativa rendendolo quello che tu vorresti che fosse. C’è un momento in cui l’educatore deve fermarsi un attimo a riflettere. Chi si deve interrogare è sempre l’educatore, mai l’educando, perché esso agisce sempre in modo spontaneo. Negli anni ’70, dopo la morte di Neill, c’è stata una pubblicazione in cui erano contenuti una serie di saggi critici su Summerhill, alcuni anche molto pesanti. Un ispettore americano disse che piuttosto che mandare suo figlio a Summerhill lo avrebbe mandato in un bordello. Questo per dire che Neill ha avuto tantissimi estimatori, così come tanti critici. Oggi l’idea dell’autogoverno e dell’autoregolazione è qualcosa a cui sicuramente la scuola dovrebbe guardare: l’idea della fiducia, di accettare e di mettersi in relazione accettando anche gli interessi di un ragazzo sono elementi che nella scuola tradizionale mancano ma su cui si potrebbe ragionare. L’idea dell’autoregolazione implica che lo studente che apprende apprende meglio se gli viene data fiducia e se lo studente in primis crede in quello che sta facendo perché sta sperimentando la sua autonomia. Questo ovviamente in Summerhill è all’eccesso. C’è un altro aspetto di Summerhill che è una provocazione molto bella ed è bene sottolineare. Neill lancia un messaggio molto importante: egli prima di iscrivere un ragazzo nella sua scuola parlava coi suoi genitori in un colloquio nel quale parlava della sua scuola e dei suoi principi. Il genitore poteva così accettare o meno, ma nel momento in cui il genitore stava per accettare ma non era del tutto convinto Neill chiedeva di evitare l’iscrizione. Neill aveva una scuola che si autogestiva dal punto di vista economico e ci sono stati momenti di crisi finanziaria molto importante, ma sul criterio pedagogico non c’erano sconti: se questo non era compreso non venivano graditi come clienti....


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