Pedagogia speciale e sostegno PDF

Title Pedagogia speciale e sostegno
Author Josko Covacéuszach
Course Pedagogia sperimentale 
Institution Università degli Studi di Udine
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Summary

Corso TFA sostegno 2019-2020, prof. Fedeli...


Description

1 CORSO CON FEDELI, DOCENTE DI PEDAGOGIA SPECIALE - APPUNTI F. G.

PER L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO SONO NECESSARIE ABILITA’ RELAZIONALI METODOLOGIA RIGOROSA ED AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO Insegnante di sostegno come insegnante di classe e non custode del bambino con disabilità. Deve aiutare classe ed insegnanti curricolari ad adattare il curricolo alle esigenze del bambino o del ragazzo.! Funzione consulenziale nei confronti dei colleghi. Supporto agli altri docenti per l’adattamento del bambino. In genere però il docente di sostegno rischia di essere allontanato dalla classe.! Se nella scrittura dei PEI abbiamo dei momenti pianificati la cosa diventa diversa. ! L’inclusione può prevedere dei momenti individualizzati ma questo va scritto. Quindi l’insegnante di sostegno deve fare un grande lavoro di sensibilizzazione.!

n

TRE REPERTORI DI ABILITA’! 1. ABILITA’ RELAZIONALE Ci si deve relazionare con figure molto diverse tra loro, prima di tutto col ragazzino con disabilità. ! Inoltre devo relazionarmi in modo diverso con le diverse figure e con i ragazzini diversi (per esempio autismo, down, adhd, ecc.). Ci si specializza su tutto. in altri paesi le specializzazioni son molto più settoriali.! Molta voglia di lavorare con loro, con la famiglia, con gli altri docenti che faranno parte del PEI. Per relazionarsi è necessario possedere un linguaggio rigoroso. ! Un libro interessante da leggere è Pragmatica della comunicazione umana Watzlawick. le abilità relazionali sono un macigno enorme da dover gestire. ! Altro libro potrebbe essere L’insegnante di qualità di Paolo Meazzini, che parla di abilità personali che dovrebbe avere l’insegnante. 2: METODOLOGIA L’insegnante di sostegno dovrebbe avere una metodologia molto rigorosa.! es: come si scrivono gli obiettivi? ! L’obiettivo non è fare maturare il soggetto ma devo dire perché viene strutturata la determinata attività. L’obiettivo mi permette di rie COSA FARà IL RAGAZZINO, PER ESEMPIO IL RAGAZZINO AVRA’ pressione a pinza.!

2 Come si scrivono gli obiettivi? Per esempio i tempi di attenzione che aumenteranno per il soggetto. Lungo, breve, medio termine, ecc. divisi in maniera gerarchica come rappresnnta la TASK ANALYSIS.! La verifica degli obiettivi riferita a come si misuravano prima e dopo gli obiettivi, come si misuravano eventualmente le diverse attività e come gli obiettivi venivano misurati.! Ci sono dei metodi che permettono di raggiungere dei risultati ma non basta dire qui strumenti sono utilizzati ma capire la metodologia rigorosa da usare a scuola .! è importante misurare in modo costante e rigoroso gli obiettivi ed avere una metodologia osservativa, quindi leggere quello che presente in diagnosi funzionale ma prevalentemente applicare sempre una pratica osservativa rigorosa. Per esempio ragazzino adhd con legge 104 (per comorbidità). L’analisi funzionale ci permette di capire quale stimolo permette al determinato comportamento di instaurarsi nel ragazzino, con una osservazione rigorosa capisco quali aspetti ambientali danno quel determinato comportamento. 3: AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO Nella disabilità ci sono continui progressi. devo essere al corrente dei cambiamenti che intercorrono all’interno della disabilita e della ricerca relativa. ICT o DSM, i vari manuali dove sono descritti i sintomi dei vari disturbi. Accanto al nome del disturbo c’è un codice alfanumerico che spesso viene scritto dai clinici.! L’autismo ed altre patologie cambiano costantemente e devo capire come sono mutate nel tempo le descrizioni delle diverse malattie, ecc. !

Disturbi del neurosviluppo

Disturbi da comportamento dirompente

Disturbi emotivi

Altri disturbi dello sviluppo

Autismo

Disturbo oppositivo provocatorio

Disturbi ansiosi

Disturbi dell’apprendi mento

ADHD

Disturbo della condotta

Disturbi dell’umore

Disturbi del linguaggio

Disturbi alimentari

Disprassie

Disabilità Disturbi da intellettive sostanze RM Deficit senso-motori Sindromi cromosomiche o a base neurobiologica

L.104/92

Certificazione sanitaria

DSA

170/2010

Diagnosi clinica

Funzionamento limite ADHD Problematiche linguistiche, motorie, prassiche, ecc.

DM 27/12/12

Individuazione scuola

3

! 1. disturbi del neurosviluppo

2. disturbi da comportamento dirompente

3. disturbi emotivi

4. altri disturbi dello sviluppo

autismo

disturbo oppositivo provocatorio

disturbi ansiosi

disturbi dell’apprendimento

adhd

disturbo della condotta

disturbi dell’umore

disturbi del linguaggio

disabilità intellettive

disturbi da sostanze

disturbi alimentari

disprassie

L.104/92

L.170/2010

DM. 12/2012

Famiglia

Famiglia

Scuola

Certificazione

SSN o ente accreditato

SSN o ente accreditato

Valutazione

Diagnosi

Diagnosi

Richiesta

2.Disturbi neurosviluppo a.GLI ULTIMI INTRODOTTI NEL DSM 5, HANNO BASE NEUROBIOLOGICA. Ad esempio l’ADHD non ProgrammaP.E.I. P.D.P. P.D.P. è dovuto a genitori incapaci ma ha origine genetica. è zione bambino che crea il genitore incoerente, non Sostegno SI NO NO viceversa. Per esempio la MADRE FRIGORIFERO è una conseguenza del bambino autistico, non la causa dello sviluppo e tale teoria ha messo in croce molti genitori che agiscono condizionati.! c. Anche il bambino iperattivo ha delle aree del cervello che non gli permettono di funzionare come dovrebbe. Non è il genitore che causa tale comportamento. d. Disabilità intellettive era un tempo il ritardo mentale. Il ragazzino con ritardo mentale non ha un ritardo rispetto i compagni ma un modo di funzionare diverso. Non ha quindi senso trattare questi ragazzi come dei bambini di otto anni (per esempio c’è il discorso della sfera sessuale che dev’essere invece presa in considerazione) ! I disturbi dello sviluppo sono dei disturbi CRONICI!!!! Ciò vale per autismo, ADHD, disabilità intellettive. IL QI 65 rimarrà 65. L’obiettivo non è innalzare il QI ma cercare le attività per permettere un funzionamento buono. ! Questi disturbi non possono essere superati.! 2. Disturbi da comportamento dirompente Hanno base neurobiologica ma l’ambiente è molto importante. ! a. Oppositivo provocatorio, spesso correlato ad ADHD, teniamo presente che in genere i disturbi puri sono scarsamente presenti. In genere la multiproblematicità è la norma. I disturbi puri sono molto rari. ! b. Disturbo della condotta! c. disturbi da sostanze ! 3. Disturbi emotivi a. Fobie, comportamenti ritualistici per gestire l’ansia, disturbi dell’umore, depressivi, multimaniacali, ecc. Questi disturbi sono nettamente superiori tra le persone con ritardo evolutivo. Il problema è che spesso siamo molo presi da aspetti cognitivi e quindi non riusciamo a vedere queste problematiche emotive. Nei bambini e in persone con difficoltà cognitiva si manifestano in modo diverso. ! b. L’adulto depresso si comporta in un modo, il bambino e la persona con disabilità cognitiva si comportano in maniera diversa. La depressione si può ad esempio esprimere con il movimento, ma anche l’ansia (si manifesta come disturbo organico e non con quello che c’è dietro: mal di pancia, mal di testa, ecc.)! 4. Disturbi del linguaggio e dell’apprendimento pur se non proprio affidati all’insegnante di sostegno costui se li prende spesso in gestione. !

4 CERTIFICAZIONI E DIAGNOSI

Deficit senso motori! RM! Sindromi cromosomiche o a base neurobiologica

L 104

CERTIFICAZIONE SANITARIA

DSA

170/2010

DIAGNOSI CLINICA

Erano i casi che non rientrano nella legge precedente anche per il livello intellettivo nella norma

Funzionamento limite! ADHD! Problematiche linguistiche, motorie e pratiche

DM 27/12/12

INDIVIDUAZIONE SCUOLA PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO.

Gli adhd non erano disturbi di apprendimento quindi rimanevano all’esterno della norma precedente. La direttiva ministeriale introduce il concetto di BES.

Strumenti compensativi e misure dispensative dovrebbero essere scelti dallo stesso docente e non dalla diagnosi. Per esempio possono non dare un aumento del tempo al ragazzo dislessico ma frazionare la prova per evitare, per altro, di farlo crollare per l’eccessiva durata della prova. ! Nota sulla DM 27/12/12. La direttiva rischia di essere abbastanza confusa. Introduce ADHD, disturbi linguaggio, disprasie, funzionamento intellettivo limite (FIL). Nota sul FIL. I test intellettivi hanno una media di valori. La media del QI è 100.! Sotto il 70 c’è ritardo mentale. Sopra no.! IL problema è che il limite di 70 fu introdotto nel 1956. Ma una seconda elementare degli anni 50 non è paragonabile ad una scuola di adesso.! Un ragazzino con 78 negli anni 50 faceva cerchietti, ma adesso fa cose molto più + complesse, quindi rischia di trovarsi in crisi. Quindi ci troviamo di fronte ad un FIL, anche per evitare di confondersi con il funzionamento border line. ! Oltre a questi, anche per gli altri aspetti svantaggiati dei ragazzi la scuola può stabilire un pdp da proporre, ove reputato opportuno e necessario ma su decisione della scuola perché la legge non dice quando dev’essere scritto. Viene deciso dall’insegnante di sostegno.! la DM 2012 dice che tutti sono BES. In teoria quindi i BES sono tutti. ! PER LA 170 La diagnosi è possibile sia da ente pubblico che da enti privati. la 27/12/2012 permette al docente di individuare il soggetto e fare il piano didattico personalizzato. Ma la normativa non dice quando farlo nello specifico. Individuare gli allievi BES e fare il PDP sono due momenti separati.! ! La direttiva parla di individuazione degli allievi, non devo minimamente fare una diagnosi. Posso dire che ha problematiche attentive tali da non partecipare alla lezione ma non posso dire che ha una diagnosi chiaramente. ! La direttiva parla di ben fondate considerazioni psicopedagogiche, non modo tale da evitare contenziosi con la famiglia.! In realtà si deve stare attenti a evitare diagnosi che non sono chiaramente supportate da un professionista!

5 La programmazione educativa. una qualsiasi programmazione dovrebbe permettere di sapere ! 1. CONOSCERE LE FASI DEI BAMBINI A SVILUPPO TIPICO (tenendo conto che non c’è uno sviluppo pienamente aderente alle tabelle che parlano di tappe di sviluppo)! 2. INDIVIDUARE IL LIVELLO DI SVILUPPO DEL BAMBINO CON D.I. IN RIFERIMENTO SIA AI POTENZIALI DI SVILUPPO CHE DI APPRENDIMENTO (cosa che un insegnante riesce spesso a fare molto di più che non il genitore, che spesso non si accorge delle difficoltà del bambino). Ci si chiede come risponda il determinato bambino in rapporto al contesto degli altri bambini. Si usa meno che in passato l’espressione di “attività mentale”. Si parla di tempi di sviluppo e potenzialità di apprendimento. Devo capire com’ il bambino nel suo continuum: oggi, mesi fa, in futuro come sarà.! 3. FATTORI MATURAZIONALI E AMBIENTALI possono incidere sul soggetto. Per esempio, sulla manualità fine incidono molto i fattori educativi: la manualità fine, oppure le scarpe con gli strap a 9 anni, ecc. Si deve tenero conto sia degli aspetti maturazioni sia dal contesto. Un bambino iperprotetto potrebbe non sviluppare determinati aspetti che altri svilupperebbero i altre condizioni. Non sa fare una cosa solo per disabilità o anche per la storia? SI automanipola per patologia o perché gli è sempre stato permesso di farlo? Bisogna chiedere alla famiglia certe informazioni ma queste info devono essere raccolte in modo molto chiaro ed evitando conflitti con la famiglia. Bisogna sapere come creare un colloquio con i genitori per permettere loro di diventare partner educativi.! 4. DISARMONIE EVOLUTIVE 5. A PARITA’ DI CONDIZIONI DI SVILUPPO nella D.D. vi sono meno potenzialità di apprendimento rispetto agli altri soggetti. ! DPR 24 feb 1994 DIAGNOSI FUNZIONALE Atto di inizio ! dovrebbe essere seguita da un PROFILO DINAMICO FUNZIONALE in cui si devono sostanzialmente indicare gli obiettivi. Finiranno in un unico documento Profilo di funzionamento.! Dopo questo c’è un PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO in cui dovrebbe esserci tutto ben fatto e ben descritto, qualcosa che viene fatto specificamente. ! Il punto migliore è la SOBRIETA’. Pochi obiettivi importanti! Spesso però l’analisi diventa un’analisi clinica più che funzionale. Non evidenzia la modalità di funzionamento. ! Qual i proble m ati che at tent ive ha i l soggetto? Bisogna raccogliere queste informazioni con strumenti e procedure chiare.!

Percorso didattico

Percorso riabilitativo

Dopo tali osservazioni dovremmo quindi trovare i presupposti per la scrittura del PEI.! Aspetto importantissimo è poi l’ATTUAZIONE DEL PEI. Ci sono molte sentenze in cui la famiglia contestava quanto scritto nel PDP e nel PEI. ! Meglio essere essenziali, la famiglia firma e si crea delle aspettative in merito. !

PEI PROGETTO GLOBALE DI VITA 1.

Apprend Apprendimenti imenti

2.

Socia Socializzazione lizzazione

Percorso sociale

6 Inoltre il PEI dovrebbe essere una parte del PROGETTO GLOBALE DI VITA. Dev’esserci quindi un percorso sociale. ! Bisogna porsi il problema del DOPO!!

3 AREE

IL PROGETTO GLOBALE DI VITA

Area delle abilità cognitive

Area delle competenze socioemozionali

1.AREA DELLE ABILITA’ COGNITIVE 2.AREA DELLE COMPETENZE SOCIO EMOZION ALI - su queste si deve lavorare molto col bambino disabile. Molte aziende scelgono di assumere un disabile in rapporto alle loro capacitò di tipo socio emozionale. Molto spesso queste sono anche più importante del QI.! 3.A R E A D E I C O M P O R TA M E N T I ADATTIVI E INTEGRANTI - mensa, bagno, ecc.

Area dei comportamenti adattivi ed integranti

Quando scriviamo il PEI dobbiamo tener conto di! !

Il PEI è il documento programmatico mediante il quale viene organizzato un int intervent ervent ervento o didat didattico tico educ educativo ativo multid multidimensional imensional imensionalee ind individ ivid ividualizzato ualizzato sulla base del funzionamento dell’alunno con DI, per la realizzazione del diritto di istruzione e apprendimento. 1. EVITARE IL RISCHIO DI SANITARIZZAZIONE! l’ottica medico sanitaria è ancora molto presente nella professione di Insegnante di sostegno. ! Il DPR febbraio 1994 è stato scritto non dal ministero dell’Istruzione ma dal ministero della Salute, anche in questo senso si è molto marcata l’ottica fortemente sanitaria. # 2. PENSARE AL FUTURO IN OTTICA PROGETTUALE E A LUNGO TERMINE Le persone disabili hanno aumentato molto la lunghezza della vita. Il famoso “dopo di noi”.!

7 3. PUNTARE SULL’INDIVIDUALIZZAZIONE 4. RAGIONARE IN MODO DIVERSO IL SOSTEGNO 5. SPERIMENTARE ORGANIZZAZIONI EDUCATIVE E DIDATTICHE CHE RIGUARDANO LA CLASSE INTERA PROGETTARE GLI SPAZI è un manuale per la Giunti che dice di come si possono progettare bene gli spazi interni per riuscire a creare un’organizzazione spaziale che permette !

IL PEI

1. Profilo di funzionamento individuale (Diagnosi Funzionale)

2. Obiettivi educativi (Profilo Dinamico Funzionale)

PEI 3. Attività, materiali, strategie, luoghi e tempi

4. Verifiche e valutazione

1. COME FUNZIONA IL SOGGETTO?# Un profilo specifico che contenga in modo ben dettagliato tutte le diverse aree. SI deve avere una immagine approfondita del soggetto. La lettura della DF è importante, anche se spesso arriva tardi. Ci sono casi in cui c’è anche il fatto in cui la DF non viene inviata per ragioni di privacy. Comunque dev’essere qualcosa in assoluta disposizione.! La differenza tra ‘osservazione del clinico e del docente è che il clinico vede il bambino, il docente de il bambino nel gruppo.! 2. OBIETTIVI EDUCATIVI (PDF) Sono molto importanti. Fatti gli obiettivi devo cercare le attività necessarie per gli obiettivi. Gli obiettivi devono precedere le attività (che devono essere ad essi contestuali)! 3. ATTIVITA’ MATERIALI, STRATEGIE, LUOGHI E TEMPI (chaining, lavoro individualizzato, lavoro in classe, ecc.) Dove faccio l’intervento? Perchè lo faccio, ecc.! 4. VERIFICHE E VALUTAZIONE. Quali obiettivi sono stati raggiunti (per esempio i tempi di attenzione sono aumentati. Come hai misurato le prove?) Verificare che l’obiettivo sia stato raggiunto o meno. Quale obiettivo è stato raggiunto facendo teatro? LE verifiche devono essere periodiche, non a distanza di troppo tempo le une dalle altre. Inoltre nella verifica finale dobbiamo valutare il mantenimento. ! Finito quel lavoro, dopo un mese ha mantenuto o lasciato tali abilità? L’aspetto del mantenimento à importantissimo. ! Ad esempio riduco i comportamenti di autolesionismo. Quanto dura questa riduzione? Abbiamo raggiunto l’obiettivo o meno? Altrimenti vado avanti e non continuo con quello. ! Verificare il mantenimento a distanza di tempo. Altro aspetto è quello della generalizzazione. Con me ha imparato a fare certe cose, con altri? !

8 In altre classi ha un controllo emotivo o no?! Costruire un comportamento regolato chiede tempo. Sregolarlo è un attimo.! Non si deve guardare solo il sostegno ma tutto il contesto. !

5 PUNTI SON ESSENZIALI 1. DEFICIT (punti di debolezza). Ciò che il soggetto non sa fare: non ha memoria a lungo termine, non ha controllo degli sfinteri, ecc. Li metto o dalla DF o da quello che rilevo io. I deficit mi dicono il limite che il soggetto non riesce a superare. Attenzione a non mettere gli obiettivi prendendo i deficit e togliere il NON (non ha controllo sfinteri, obiettivo controllo sfinteri).! Alcuni nel tempo si possono ridurre mentre altri no. Da questo posso cominciare a partire. #

Abilità residue (punti di forza)

Deficit (punti di debolezza)

Abilità emergenti

Risorse

Vincoli

2. ABILITA’ RESIDUE: cosa sa fare il soggetto? Tutto ciò che il soggetto sa fare. Teniamo presente che diversamente dal deficit, le attività residue non riusciamo a vederle. Ma dobbiamo partire con l’intervento educativo da quello che sa fare lui. Cominciar quindi dalle discipline, attività, ecc. che il soggetto possiede. Spesso però i comportamenti problematici attirano l’attenzione e impediscono di vedere i lati positivi del bambino. Provare ad esempio a scrivere 3 cose di positivo che lui fa. Eppure servono i punti positivi. ! Serve quindi saper osservare le cose in positivo.! 3. ABILITA EMERGENTI: ad esempio non sa leggere, ma come abilità residua ha una buona capacità di discriminazione delle immagine ed abilità emergente quello di muoversi in maniera autonoma a scuola. Da qui ad esempio posso aiutarlo ad uscire dalla scuola e leggere le immagini per orientarsi. Di fronte alla situazione di crisi in cui lui non saprebbe organizzarsi potrei chiedergli ad esempio di chiedere a qualcuno di aiutarlo. Si dovrebbe utilizzare molto di più il gioco in ogni caso. ! 4. RISORSE: che risorse a disposizione abbiamo? LIM, strumenti elettronici, DISPONIBILITA’ di MATERIALi, DI SPAZI, IL COLLEGA che sa fare certe cose; LE RISORSE CHE POSSONO ARRIVARE DALLE FAMIGLIE, ecc.! 5. VINCOLI. Quali aspetti sono presenti all’interno della scuola, famiglia, contetsto, ecc. che ci impediscono a realizzare determinati obiettivi? ! L’ASSESMENT - VALUTAZIONE

I MODELLI DI VALUTAZIONE

1. Normativa

2. Criteriale

Valutazione della prestazione del soggetto rispetto alla prestazione media standardizzata del gruppo di riferimento (norma)

Valutazione della prestazione del soggetto rispetto ai criteri minimi ritenuti necessari per l’adattamento o l’apprendimento

9 OSSERVAZIONE è strumento per eccellenza che permet...


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