Pedagogia Speciale Questioni Epistemologiche PDF

Title Pedagogia Speciale Questioni Epistemologiche
Course PEDAGOGIA SPECIALE
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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Sintesi libro ...


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PEDAGOGIA SPECIALE: QUESTIONI EPISTEMOLOGICHE. IL DIBATTITO EPISTEMOLOGICO 1.1 IN CERCA DI IDENTITA’ La complessità del mondo attuale impone continue revisioni dei modelli culturali e esistenziali. Lo stesso accade in ambito educativo. La lettura imperativa della complessità del reale con la conseguenziale utilizzazione di questa come categoria di cambiamento costituisce un fondamentale problema della Pedagogia Speciale nell’odierna fase storica. La specificità della Pedagogia speciale come scienza della complessità e della diversità consiste proprio nell’ individuare funzionali soluzioni e risposte ai bisogni educativi speciali nelle concrete situazioni nelle quali si manifestano, pertanto, non può assolutamente fornire risposte già standerizzate utilizzando precostruite categorie storiche. Individua ed elabora prospettive e modelli conoscitivi sempre aperti e in continua evoluzione che connotano e legittimano di senso il suo statuto epistemologico(Indagine critica intorno alla struttura logica della conoscenza, Filosofia della scienza, Indagine criticamente fondata sulla struttura, sui metodi e sui fondamenti delle scienze positive). L’emergenza del “bisogno educativo speciale” richiede conoscenze in molti settori del sapere, non esclude le pratiche legate alla quotidianità. Il metodo sperimentale diventa uno strumento essenziale per convalidare la validità dei molteplici costrutti teorici ed è caratterizzato dalla individuazione –precisazione del problema, dalla formulazione di ipotesi, dalla definizione di progetti, dalla descrizione di impianti metodologici, nonché alla scelta di adeguate modalità di valutazione e di verifica. La scienza pertanto è un campo aperto connotato da regole fondamentali: il rispetto dei dati e l’obbedienza dei criteri di coerenza. La complessità della Pedagogia speciale scaturisce dal fatto che si tratta di una scienza i cui contorni non sono definiti una volta per tutte, in quanto vengono rielaborati nella incessante ricerca di possibili soluzioni, in cui la potenziata capacità di interpretare le soluzioni di deficit e di handicap rappresenta il principio basilare della prospettiva dell’integrazione- inclusione. La definizione della Pedagogia speciale come scienza della complessità e della diversità permette di sottolineare, la natura democratica, dinamica ed aperta della disciplina stessa, la spiccata disponibilità nei confronti del nuovo e dell’inconsueto, la necessaria valorizzazione delle persone disabili e con “bisogni educativi speciali” nel rapporto con gli altri mediato da uno spirito critico e di ricerca generatore di costruttivi confronti coi problemi emergenti. Saper leggere le diversità significa, infatti, individuare le possibilità e le risorse per ricondurle a comuni territori di appartenenza. La persona disabile non abbisogna soltanto di terapie riabilitative, ma necessita soprattutto di funzionali percorsi educativo-didattici. Ogni soggetto diversamente abile non va privato di una sua storia degna di essere ascoltata, raccontata, ri-costruita, ri-scritta. Questo è il compito imprescindibile della Pedagogia speciale. La ricerca propria della Pedagogia Speciale ha come obiettivo la promozione e la piena realizzazione della dignità umana: non si tratta di realizzare solamente interventi efficaci, ma di riflettere costantemente sulle ragioni pedagogiche e teoriche della prassi educativa orientata all’inclusione delle diversità. La Pedagogia speciale ha come suo obiettivo prioritario di favorire l’integrazione delle persone con bisogni specifici e particolari nel loro contesto sociale e culturale e quindi di prepararli ad una vita che seppur problematica e complessa ha necessità di essere

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pienamente vissuta con gli altri. Ha come obiettivo la promozione e la piena realizzazione della dignità umana. L’approccio disciplinare della Pedagogia speciale consiste nell’individuare il problema dove questo sfugge all’attenzione comune, nell’interpretarlo correttamente elaborando ipotesi di intervento con modalità di aiuto capaci di permettere alla persona “diversa” di recuperare “il proprio fare significativo e il proprio essere motivato”. L’oggetto d’indagine della Pedagogia speciale resta la risposta, in termini educativi e formativi ai “bisogni educativi speciali” nelle situazioni in cui essi si manifestano.

1.2 LA PEDAGOGIA SPECIALE COME DISCIPLINA DI FRONTIERA La pedagogia speciale e i professionisti della cura e dell’aiuto che costantemente lavorano con o per le persone diverse e in situazioni di disagio ed emarginazione, debbono lasciarsi interpellare, interrogare, da bisogni vecchi e nuovi, materiali e immateriali dare ascolto ai bisogni in-editi, in-dici-bli, ricercare i luoghi di frontiera dove abitano gli ultimi. Il concetto di “frontiera” sta nel conoscere l’esistenza di un limite, ma anche nel possedere una buona padronanza di conoscenze specialistiche. La collocazione “di frontiera” assunta dalla disciplina, permette quindi, di allargare i confini, di andare “oltre” il consueto , di scoprire nuove prospettive e territori di conoscenza, di confondersi feracemente con altre scienze per arricchire la propria identità, rileggendo criticamente le teorizzazioni, i metodi, le procedure adottate, gli oggetti- soggetti d’indagine etc.. Si è così venuta a formare all’interno della disciplina una tensione dialettica tra esigenze di natura tecnico-scientifica, finalizzate alla costruzione di modelli educativi e rieducativi volti ad attuare approcci individualizzati in base alle diverse patologie e bisogni speciali ed esigenze di natura sociale volti a realizzare la maggiore integrazione possibile delle persone disabili. Da qui è nata la terza via mediante la quale sia possibile coniugare interventi di natura specialistica con quelli finalizzati all’integrazione scolastica, sociale, lavorativa. Tra le discipline pedagogiche la Pedagogia speciale è quella che più delle altre è chiamata ad interagire e a collaborare in modo interdisciplinare con le diverse scienze. La diversità del deficit e dell’handicap, rappresentano lo specifico oggetto d’indagine della Pedagogia speciale. La conoscenza del deficit è oggetto di studio di una molteplicità di discipline, ma la logica dell’integrazione e la conseguente riduzione dell’handicap appartengono allo specifico territorio di competenza della Pedagogia speciale, connotandone i saperi, i campi d’ azione, gli obiettivi ed i metodi. La cura educativa non è cura sanitaria, né terapia, ma si risolve in un sistema in-fieri (in via di formazione), di regole comunicative, sociali, relazionali in grado di permettere a un soggetto di divenire ciò che può. Di formarsi appunto. La Pedagogia speciale come pedagogia del “prendersi cura di”, in prospettiva educativa è capace di elaborare un sapere dialogico-ermeneutico, complesso, ecologico-sistemico, umanistico-esistenziale e quindi, in divenire. La cura è una dimensione formativa insita nella pratica educativa e rappresenta una categoria pedagogica riflettente la piena adesione all’accadere educativo. La cura, come relazione di aiuto è rivolta alla funzionale emancipazione di ogni soggetto. Lo statuto epistemologico della Pedagogia speciale si legittima nella capacità di oltrepassare i limiti, per orientarsi verso un sapere aperto al cambiamento ed in grado di operare per e nel cambiamento con funzionali strumenti di ricerca di nuove soluzioni migliorative della realtà del disabile.

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INCLUSIONE, GIUSTIZIA SOCIALE E DIRITTI DI CITTADINANZA 2.1 DIGNITA’ UMANA E CITTADINANZA ATTIVA La promozione della dignità umana e della personale stima si sé rientrano in una prospettiva di sviluppo comune che necessita di un sentimento di solidarietà competente e diffuso a fondamento dell’attività dei professionisti della relazione di cura e di aiuto, dei genitori, dei volontari e dell’intera comunità sociale e culturale. La vita etica rappresenta l’ambito in cui ogni soggetto “è riconosciuto come individuo le cui capacità e particolarità hanno valore nella società concreta ed il cui riconoscimento abbisogna di solidarietà per poter partecipare alla comune cura di scopi sociali. L’impegno è quello di rendere possibile a ciascuno di essere cittadino, fare cittadinanza attiva, ovvero avere l’opportunità di agire nei contesti sociali e nelle politiche pubbliche con modalità e strategie differenziate, al fine di tutelare i propri diritti e mettere i gioco i propri doveri. Lazione solidale è, quindi uno spazio etico comunicativo in cui ciascun individuo ha la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni sentendosi apprezzato e riconosciuto nella sua identità personale ed originale, nel segno dell’appartenenza. Nell’attuale statuto epistemologico della pedagogia speciale emerge la forte relazione esistente tra diritti, giustizia ed equità da collegare in modo tale che il processo formativo di ogni persona consenta il raggiungimento della piena cittadinanza. Educare alla democrazia(coniugazione libertà della persona, giustizia sociale) significa ragionare sui rapporti, sul modo che abbiamo di incontrare e comportarci con l’altro, sul modo che abbiamo di interagire, di partecipare e di coinvolgere. Nella cultura democratica, la normalità va interpretata come uguaglianza di valore, di dignità, di appartenenza intesa come diritto di cittadinanza. Educare alla cittadinanza diventa formarsi allo stare insieme in maniera democratica. Riconoscere le legittimità delle singole identità significa includerle in uno spazio sociale, veramente comune e d’accesso comune, capace di compensare le debolezze di alcuni mettendo a loro disposizione quello che abbisogna loro per essere, così come sono, nello spazio comune. Il principio dell’inclusione si fonda sulla valorizzazione delle differenze. Gli studi e le ricerche in ambito europeo ed internazionale parlano di cittadinanza attiva o democratica ribadendo il rapporto di reciprocità e di comune responsabilità che lega ogni persona alla collettività. L’inclusione, il senso di appartenenza ed il diritto alla cittadinanza delle diversità richiamano il costante bisogno di ricercare logiche di alleanza educativa, con i genitori, gli operatori socio-sanitari, le risorse del territorio dell’intera comunità, allo scopo di promuovere produttive relazioni di scambio, di aiuto, di collaborazione e complementarietà solidale. L’inclusione è un obiettivo che implica la funzionale riorganizzazione dei contesti di vita, cambiamenti e ristrutturazioni delle abitudini, delle relazioni, degli atteggiamenti e degli atteggiamenti formali ed informali. Il destino scolastico degli allievi non deve essere prefissato a priori: , a cui va aggiunta la variabile dell’ eterogeneità che contraddistingue la maggior parte degli allievi, tutti uguali, tutti differenti tra loro. L’inclusione implica la progettazione di buone pratiche in cui tutte le diversità possono sentirsi accettate, valorizzate e riconosciute a scuola e nell’ extrascuola sotto il comune segno della appartenenza e dell’attiva partecipazione alla vita comunitaria. 2.1 UNA DIVERSA LETTURA DELLA DISABILITA’

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L’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) e L’INDEX for inclusion (L'Index per l'inclusione è stato concepito come uno strumento tramite cui le scuole (su iniziativa di singoli o di gruppi) possono operare un'auto-analisi del proprio grado di inclusività e apportare cambiamenti alla propria organizzazione per accrescere l'inclusione di tutti i suoi membri, minori e adulti, al proprio interno. Secondo gli autori non sussiste differenza tra inclusione sociale e inclusione a livello scolastico). Focalizzano l’attenzione sul bisogno di passare dalla prospettiva dell’integrazione a quella più vasta e comprensiva dell’inclusione, che diviene la finalità ultima e prima della Pedagogia e didattica speciale delle diversità. Nell’INTEGRAZIONE, lo sguardo è rivolto ad individuare funzionali processi di razionalizzazione e di adattamento per accogliere le diversità dei disabili e dei soggetti con bisogni educativi speciali nei prioritari contasti formativi. L’INCLUSIONE ha come riferimento l’insieme delle abilità differenti attraverso le quali gli alunni si propongono ai loro insegnanti, innescando così richieste legittime di cambiamento nei confronti dell’organizzazione, della didattica e delle relazioni. Ciò significa che il problema del successo formativo non è limitato solo ad alcune categorie (disabili, categorie a rischio apprendimento) ma coinvolge tutti gli alunni. Per la Pedagogia speciale ogni persona nelle sue diversità-differenze è insopprimibile valore: l’educazione è quindi valorizzazione delle differenze, in quanto promozione dei potenziali educativi individuali e riconoscimento delle diversità, tutte. Compito della Pedagogia speciale è quello di vincere i pregiudizi, resistenze, allo scopo di rimuovere barriere e ostacoli che impediscono l’educabilità e l’umano bisogno di autorealizzazione delle persone “differenti” e “diverse”. La rivisitazione del concetto di disabilità risulta fortemente legata alla visione democratica di una vera e fattiva politica di giustizia educativo-formativa, ove l’uguaglianza delle opportunità formative rappresenta un traguardo effettivamente raggiungibile da tutti, indipendentemente delle personali capacità, risorse o difficoltà presenti in ciascuno educando. L’approccio delle capacità (è un insieme di vettori di funzionamento, che riflettono la libertà della persona di condurre un tipo di vita o un altro, di scegliere tra i possibili modi di vivere) sostenuto da A Sen offre l’opportunità di riflettere e valutare le condizioni di marginalità e di inadeguato riconoscimento sociale e culturale delle persone tutte, senza esclusione alcuna. Secondo tale concezione, il deficit, la disabilità, le situazioni di handicap, così come tutte le condizioni di marginalità, di non inclusione sociale e culturale, dipendono soprattutto dalle difficoltà di rapportarsi e di funzionare delle persone “diverse” quando interagiscono con i particolari contesti sociali e culturali: la disabilità è quindi di natura relazionale, frutto di una società ingiusta che non offre adeguati spazi di libertà. L’inclusione vuol garantire l’uguaglianza delle opportunità attraverso lo sviluppo ed il mantenimento delle capacità, proprio partendo da esse, ovvero la facoltà di agire, di pensare , di sentire e di scegliere autonomamente della persona indipendentemente dalla natura delle difficoltà possedute. L’inclusione di qualità si può raggiungere a condizione che venga promossa e progettata una vasta gamma di concrete significative possibilità da offrire, attraverso la cooperazione inclusiva delle diversità, mediante processi sociali di accoglienza e di accompagnamento competente, tra loro fortemente sinergici. PEDADOGIA E DIDATTICA SPECIALE SOTTO IL SEGNO DELL’INCLUSIONE 3.1 LA DIALETTICA INTEGRAZIONE-INCLUSIONE La Pedagogia speciale si è venuta progressivamente allontanando da logiche di tipo classificatorio e programmatorio, di fronte all’ eccezionalità dei problemi posti dal variegato 4

mondo delle diversità in divenire, perché ogni soggetto con bisogni educativi speciali è irripetibile appello educativo. La Pedagogia speciale intesa come scienza del riconoscimento delle situazioni di deficit e di handicap che si prefigge la finalità di far raggiungere alla persona diversamente abile un adeguato processo di integrazione scolastica e sociale, ha adottato prospettive innovative, valorizzando la logica della progettualità, dell’integrazione della diversità che è reciproco e continuo adattamento, ristrutturazione dinamica, a più voci, del processo di integrazione. PROSPETTIVA DIAGNOSTICA: fondata sul collocamento mirava a collocare il bambino diverso entro parametri prestabiliti in situazioni istituzionali ritenute idonee per rispondere alle caratteristiche di quel bambino, riferite quasi esclusivamente al deficit certificato. PROGETTUALITA’ EDUCATIVA: prettamente pedagogica, parte dalla considerazione del bambino disabile compreso come soggetto di concreti bisogni, esigenze ed effetti diritti di cittadinanza attiva, nei micro e macro contesti di appartenenza. Tiene conto della soggettività dell’individuo e dell’interiorizzazione partecipata e costruttiva delle conoscenze. La Pedagogia speciale per l’inclusione delle differenze e diversità si legittima come scienza ed arte dell’accompagnamento delle diversità, del “prendersi cura” delle difficoltà, dei disagi, dei ritardi, delle situazioni di handicap ed di deficit di ogni educando predisponendo significativi progetti di personalizzazione-differenziazione dei percorsi formativi dentro e fuori la scuola, finalizzata ad aiutare l’altro, il “diverso” nella difficile costruzione del personale progetto di vita. Legge 517/77: integrazione scolastica e sociale. Scuola dell’autonomia: ha posto maggior attenzione alle diversità di tutti gli alunni ed alle potenzialità di ciascuno, aprendo la strada alla progettazione di percorsi più calibrati sulle esigenze e sui bisogni individuali, secondo il rispetto dei diritti democratici all’apprendimento, alla partecipazione e alla crescita educativa di tutte le diversità. INTEGRAZIONE: viene dal latino integer che significa rendere completo, più valido ed efficace, aggiungere, inserire un elemento in un gruppo-contesto e in qualche modo richiama l’idea di un precedente stato di mancanza, di esclusione, incompiutezza, rispetto alle predominanti logiche assimilatorie ed agli uniformi criteri di normalizzazione delle diversità. Il processo d’ integrazione e di natura “ASSIMILAZIONISTA”, ovvero fondato sull’adattamento dell’alunno disabile rispetto ad un’organizzazione scolastica fondamentalmente già pensata e strutturata per gli alunni “normali”, all’interno del quale la progettazione per gli alunni “speciali” svolge ancora un ruolo marginale poiché sporadicamente raccordata al progetto di tutti. L’integrazione diviene un processo basato principalmente su strategie per portare l’alunno disabile a essere quanto più possibile simile agli altri. Il successo dell’appartenenza viene misurato a partire dal grado di normalizzazione raggiunto dall’alunno. La qualità della vita scolastica del soggetto disabile viene valutata in base alla sua capacitò di colmare il varco che lo separa dagli alunni normali. L’integrazione si riferisce a un rapporto tra un soggetto e un contesto delimitato, e agli adattamenti reciproci che sono necessari perché quel rapporto proceda. Al processo d’integrazione l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) riconosce tre interpretazioni: ASSIMILAZIONE: negazione della differenza, assimilare la realtà individuale della diversità a quella del gruppo in un’ ottica di forzata normalizzazione. ACCOMODAMENTO: valorizzazione e rispetto delle differenze-diversità. Considera i diversi come effettive occasioni e risorse arricchenti l’intera collettività. ADATTAMENTO:

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L’INCLUSIONE: si basa sul riconoscimento della rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti. L’inclusione rappresenta un processo, una filosofia dell’accettazione, ossia la capacità di fornire una cornice dentro cui gli alunni, a prescindere dalle abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale possono essere ugualmente valorizzati, trattari con rispetto e forniti di uguali opportunità a scuola. Si intende l’inclusione come metodo e prospettiva in grado di realizzare un processo di conoscenza e di riconoscimento reciproco, in cui le ragioni di ciascuno si incontrano in un percorso di crescita comune. Scopo dell’inclusione è quello di rendere possibile, per ogni individuo, l’accesso alla vita normale per poter crescere e svilupparsi totalmente. L’inclusione è cultura della partecipazione di tutti e di ciascun alunno ai processi di socializzazione e di apprendimento comuni all’interno di una scuola democratica, accogliente intesa come comunità solidale che guarda alle differenze e alle diversità in positivo, allo scopo di porle al centro dell’azione educativa. Includere significa porre in relazione, inserire in un rapporto. L’inclusione non riguarda solo gli alunni disabili, ma investe ogni soggetto a rischio di esclusione o di situazioni marginali all’interno di una scuola che deve accrescere costantemente la capacità di...


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