Appunti - Pedagogia Speciale - a.a. 2015/2016 PDF

Title Appunti - Pedagogia Speciale - a.a. 2015/2016
Course Pedagogia Speciale
Institution Università degli Studi di Salerno
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Appunti - Pedagogia Speciale - a.a. 2015/2016...


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PAS PERCORSI ABILITANTI SPECIALI

Corso disciplinare Pedagogia speciale Teoria e principi Prof. Felice Corona

Università degli Studi di Salerno

Modelli didattici (Tessaro, 2001) MODELLO DIDATTICO FILOSOFICO-DISCIPLINARE ATTIVISTICO CIBERNETICO-TECNOLOGICO FUNZIONALISTA STRUTTURALISTA COGNITIVISTA DIALETTICO-SOCIOLOGICO SCIENTIFICO- SPERIMENTALE FENOMENOLOGICO SISTEMICO TESTUALE

METATEORIA Idealismo (G.Gentile) Pragmatismo (J. Dewey) Comportamentismo (B.Skinner) Funzionalismo (T. Parsons) Strutturalismo (C. Levi Strauss) Psicologia cognitiva (Piaget – Bruner) Teoria critica (Horkheimer, Adorno) Spiegazione (neopositivismo) Fenomenologia (E. Husserl)

Modelli di apprendimento - Modelli di insegnamento Modelli comportamentisti:  Apprendimento: dato da associazione stimolo/risposta  Soggetto che apprende è sensibile a condizionamento: soggetto rispondente a leggi intensità/frequenza/continuità della stimolazione operante leggi dell’esercizio/effetto = prove ed errori/ soddisfazione che segue risposta(rinforzo)  Educazione: genera cambiamenti comportamentali  Formatore: stimola, verifica, rinforza, controlla, programma

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN

La ricerca di Jacob Kounin (1971) si concentrò nel capire quali fossero le strategie che gli insegnanti più capaci mettevano in atto per gestire la classe. Egli riprese con la telecamera migliaia di ore di lezione in centinaia di classi sparse in tutti gli Stati Uniti, che lo portarono a comprendere quali fossero le strategie più efficaci per gestire le migliori condizioni di apprendimento.

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN 1. La presenza efficace in classe (Withitness) 2. Slancio e scorrevolezza (Momentum and smoothness) 3. Condurre più attività contemporaneamente (Overlapping) 4. La didattica diversificata 5. Effetto onda (Ripple effect)

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN 1.

LA PRESENZA EFFICACE IN CLASSE (Withitness)

L’insegnante capace è colui che sa gestire i problemi che sorgono in ogni momento: conosce, quindi, quello che succede in classe (withitness “essere addentro”). Questa è una capacità molto importante che non tutti gli insegnanti hanno: solo quelli realmente competenti riescono a comunicare ai ragazzi la loro presenza, la loro capacità di intervenire in ogni situazione. Gli allievi devono sentire di avere di fronte un docente in grado di osservarli; ciò è molto utile perché previene comportamenti inadatti e permette un intervento educativo mirato e immediato.

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN 2. SLANCIO E SCORREVOLEZZA (Momentum and smoothness)

Se si desidera gestire la classe in modo significativo occorre mettere in campo non solo le abilità di attenzione, di osservazione, di analisi del comportamento degli allievi, ma anche quello slancio iniziale nell’affrontare i nuovi argomenti del programma che cattura l’interesse degli alunni e quella scorrevolezza necessaria a mantenere viva la loro motivazione. L’energia e l’entusiasmo del docente nel presentare un’attività sono contagiose e permettono allo studente di motivarsi adeguatamente in vista di un obiettivo che vale la pena di raggiungere: l’apprendimento

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN 3. CONDURRE PIU’ ATTIVITA’ CONTEMPORANEAMENTE (Overlapping) Per gestire la classe è necessario avere la capacità di presentare agli allievi più compiti da realizzare e diverse attività da svolgere in aula nello stesso tempo e nella stessa ora. Kounin ritiene questa abilità nodale per condurre una situazione di insegnamento-apprendimento che non può essere identica per tutti in ogni ora di lezione. I ragazzi hanno bisogni differenti e quindi necessitano di attività didattiche differenziate. La moltiplicazione e diversificazione delle attività deve diventare un fatto normale.

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN 4. LA DIDATTICA DIVERSIFICATA Le attività in classe devono motivare l’allievo. Per riuscirci è necessario non offrire mai il fianco al disimpegno con una proposta formativa che lasci inattivi per molto tempo. Occorre perciò essere capaci di variare e diversificare la proposta didattica nell’arco della giornata o del periodo formativo.

Pedagogia speciale MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI JACOB KOUNIN 5. EFFETTO ONDA (Ripple effect) Per condurre la classe occorre usare una strategia, detta “effetto onda”, in grado di prevenire comportamenti inadeguati. Quando un soggetto ha un atteggiamento inadatto e potenzialmente pericoloso per il clima di classe, è possibile impiegare la strategia in questione, ossia riprendere l’allievo di fronte a tutti, anche con energia, con lo scopo di comunicare che il comportamento inadeguato deve cessare, non solamente a lui, ma all’intero gruppo, in modo che tutti possano imparare dalla situazione. Kounin sostiene che tale strategia è molto efficace con i bambini della scuola dell’obbligo, meno con gli adolescenti

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI WILLIAM GLASSER Glasser crede fermamente che la qualità della scuola passi attraverso quella dell’insegnamento e che si cresca nella responsabilità se si è inseriti in un contesto educativo favorevole; un ambiente diventa tale solo se i bisogni degli allievi trovano soddisfazione. I bisogni fondamentali sono quelli di sopravvivenza, di appartenenza, di competenza, di libertà e di gaiezza, quell’esigenza della persona di trovare godimento nell’affrontare la vita di tutti i giorni, di lavorare con gli altri in un’atmosfera serena, di apprendere con gioia. Per Glasser bisognerebbe eliminare dai programmi tutto ciò che non ha importanza per la vita dell’allievo, ogni argomento inutile. Glasser ritiene che occorra operare delle scelte sui contenuti privilegiando l’approfondimento e l’analisi piuttosto che la superficialità e la frammentarietà. La variabile tempo non deve condizionare il processo di apprendimento che si attua solo quando si approfondiscono degli argomenti. Si tratta di preferire alla gestione boss-management la gestione lead-management. • La prima prevede che l’insegnante assuma un ruolo autoritario attento più ai risultati che ai processi, più all’esecuzione che al ragionamento, più alla disciplina che alla gestione della classe. • La seconda si realizza in un approccio educativo facilitatorio poiché l’insegnante coinvolge gli studenti sollecitandoli a esprimersi, propone attività personalizzate, si afferma come modello, insiste sull’autovalutazione degli allievi, rende possibile un’atmosfera di classe positiva, favorisce la qualità delle relazioni usando metodi persuasivi e non repressivi.

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI LEE CANTER Il punto di partenza di Canter è il rispetto dei diritti del docente, dei quali l’insegnante deve essere consapevole per gestire la classe. Infatti, senza il rispetto dei diritti reciproci non si costruisce il rapporto educativo e vengono a mancare i presupposti per una vita di classe fruttuosa per tutti. Sta all’insegnante fissare regole e richiederne il rispetto; pretendere serietà e affidabilità; esigere l’appoggio delle famiglie e il sostegno dei dirigenti scolastici. Questi diritti possono essere rivendicati da insegnanti competenti e professionalmente preparati. Ciò dovrebbe essere garantito da una formazione in grado di promuovere abilità assertive. Secondo Canter il docente ben preparato: • formula consegne servendosi di un linguaggio puntuale; • assume un ruolo autorevole; • stabilisce norme e direttive; • promuove comportamenti collaborativi e tolleranti mostrandosi in pari tempo intransigente verso condotte scorrette o inadeguate; • guida e orienta il percorso formativo degli studenti; • favorisce l’instaurarsi in aula di un clima pacato e sereno; • sprona alla collaborazione e al sostegno reciproco degli alunni. Il modello di Canter di conseguenza implica che l’insegnante s’impegni a instaurare un rapporto rispettoso e sereno con i propri allievi e a gestire le dinamiche della classe mediante interventi precisi volti alla comprensione delle difficoltà o dei problemi degli alunni; comporta l’assunzione di regole e linee di azione ben definite e l’adozione di un ruolo fermo e deciso verso comportamenti inopportuni promuovendo quelli improntati all’autocontrollo; sottintende l’uso dei metodi e strategie didattiche partecipative, l’attenzione e la considerazione per i bisogni dello studente.

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI FREDRIC JONES

Il modello di Jones è frutto di studio ed esperienze effettuate in quarant’anni di lavoro a stretto contatto con le realtà di classe. Egli è consapevole del duro lavoro che gli insegnanti oggi devono mettere in atto per gestire adeguatamente una classe, tanto che è diventata famosa una sua considerazione scritta in Positive classroom discipline (Jones, 1987): “Gli insegnanti prendono ogni giorno circa cinquecento decisioni di conduzione della realtà di classe, che rende il loro lavoro secondo solo come complessità e stress a quello dei controllori di volo del traffico aereo”. I pilastri del modello di Jones sono i seguenti:

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI FREDRIC JONES

I pilastri del modello di Jones sono i seguenti: a. b. c. d.

Precisa organizzazione della classe Il ruolo della comunicazione non verbale Strategia di conduzione della lezione Usare un sistema di incentivi

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI FREDRIC JONES

a. Precisa organizzazione della classe

L’ambiente fisico, l’aula, la sistemazione dei banchi, la posizione della cattedra assumono enorme valore. L’insegnante è chiamato a essere presente con tutta la sua persona, poiché la sua fisicità è uno strumento determinante nella gestione della classe; da qui l’importanza di strutturare l’aula in modo che egli possa raggiungere nel più breve tempo possibile ogni allievo, sistemando i banchi in modo adatto allo scopo.

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI FREDRIC JONES

b. Il ruolo della comunicazione non verbale Jones pone molta attenzione alla comunicazione non verbale; egli sostiene, infatti, che la maggior parte dei problemi disciplinari che esplodono in classe possono essere evitati con un uso accorto del linguaggio corporeo da parte del docente. In particolare Jones mette in evidenza l’importanza: • del controllo prossimale per bloccare senza difficoltà i comportamenti inadeguati (la vicinanza fisica del docente all’allievo blocca la volontà di rompere le norme); • del contatto oculare (per esprimere direttive e per scoraggiare condotte non idonee); • delle espressioni facciali (per manifestare il proprio disappunto per un atteggiamento scorretto o per mostrare consenso per un’azione positiva); • della postura del corpo (per sottolineare l’importanza di un momento didattico particolare e dissuadere eventuali comportamenti non idonei); • dei segnali e dei gesti (per rinforzare le direttive impartite oper trasmettere agli allievi più difficili la propria calma e il controllo pieno di una situazione specifica); • della respirazione (primo sintomo evidente di serenità, infatti in caso di tensione il respiro si fa affannoso); • del tono di voce (per avvertire gli allievi dei propri stati d’animo).

MODELLI PEDAGOGIGI FONDAMENTALI MODELLO DI FREDRIC JONES

c. Strategia di conduzione della lezione Generalmente gli insegnanti, quando si rendono conto che che un allievo è in difficoltà di fronte a un compito, offrono ulteriori spiegazioni e lo aiutano a eseguirlo correttamente. Questa interazione che Jones chiama “d’aiuto universale” non è efficace; occorre invece adottare una “positiva interazione di supporto” scandita in tre passi successivi: lodare, suggerire e allontanarsi...


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