Edouard Séguin - Riassunto di pedagogia speciale PDF

Title Edouard Séguin - Riassunto di pedagogia speciale
Course PEDAGOGIA SPECIALE
Institution Università della Calabria
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Riassunto di pedagogia speciale...


Description

Edouard Séguin Nasce in Francia nel 1812. Studia medicina con Itard e segue il caso di un bambino con ritardo mentale nel 1839. Un anno dopo viene incaricato dell’istruzione dei bambini disabili mentali a Bicetre, l’ospedale psichiatrico di Parigi. Si scontra con dei medici in quanto non accattava l’eccessiva medicalizzazione nel trattamento dei bambi disabili. Nel 1847 fonda a rue Pigalle la prima scuola speciale per una trentina di bambini con ritardo mentale. Dopo il 1848, a causa delle sue posizioni repubblicane e socialiste e delle difficoltà finanziarie dovette emigrare negli Stati Uniti e fonda un istituto medico-pedagogico per i bambini disabili ponendo la questione della loro scolarizzazione ed inclusione sociale. Si laurea in medicina a New York dove si trasferisce. Contemporaneamente ad i suoi lavori con i bambini disabili, inizia a studiare la temperatura corporea degli uomini e degli animali, inventando insieme al britannico T. Albert, il termometro per misurare la temperatura corporea. Nel 1873 diventa presidente dell’Associazione americana degli operatori sanitari che si occupano dei soggetti definiti degli idioti e dei deboli mentali. È come riconosciuto negli Stati Uniti come il fondatore dell'educazione speciale americana. Nei capitoli iniziali del suo volume del 1846 procede dunque nell’analisi e, insistendo sui precedenti studi sull’idiozia, prendendo in esame i lavori dei più accreditati psichiatri del tempo (Pinel, Esquirol, Belhomme), stigmatizza le artificiose suddivisioni che distinguevano tra idioti e imbecilli; in tali lavori non esisteva alcuna traccia né di cura, né di educazione e tutto era ancora allo stato in cui Itard si era fermato con il “selvaggio dell’Aveyron”. Pinel non aveva intrapreso questo percorso di Itard aveva intrapreso l’educazione del selvaggio educazione, sulla base di una diagnosi contraria. dell’Aveyron perché non lo credeva idiota, e che si è fermato ai sensi, non è mai penetrato nella dimensione delle funzioni intellettive superiori Seguin muove accuse alla classe medica che, pur avendo raccolto molteplici e curiose rappresentazioni degli idioti, ha tradito il senso autentico dell’osservazione. I medici non hanno né curato, né definito, né analizzato l’idiozia, perpetrando l’indifferenza dell’opinione pubblica, lo scoraggiamento delle famiglie, l’abbandono negli asili del governo. È questo lo stato d’abbandono sociale e culturale che si cela dietro il termine idiotie e che fa da sfondo alla vicenda professionale e culturale di Seguin. La sua volontà morale fa riferimento al carattere individuale della persona concepita, fin dall’inizio, come soggetto autentico, biograficamente individuato, legato alla relazione con l’altro, capace di maturare una propria comprensione di sé. Delinea la sua posizione chiarendo fin da subito che l’idiozia = è un’infermità del sistema nervoso, che ha l’effetto radicale di rimuovere in tutto o in parte gli organi e le facoltà del bambino dall’azione regolare delle sue volontà, che lo consegna ai suoi istinti e lo interrompe dal mondo morale; il riferimento alla condizione di isolamento e di abbandono, che Seguin denuncia, riconnette pienamente il termine “idiota” radice greca, significa privato, solitario, separato, al suo significato etimologico: evidenza questa condizione di solitudine che genera incomunicabilità e di conseguenza chiusura e allontanamento dal mondo della vita, considerandola una barriera da superare. Il soggeto idiota=persona capace di esprimere sé stessa e di essere concretamente integrata nel contesto etico e sociale in cui vive e nel quale ha uguali diritti e doveri; il nucleo centrale è promuovere e sostenere in ciascun individuo, la possibilità di vivere in maniera quanto più piena possibile la propria esistenza, attraverso processi educativi di liberazione ed emancipazione.

Lasciata al pregiudizio e all’ignoranza, senza l’apporto della cura educativa e della cultura, la condizione dell’idiota non fa che aggravarsi al punto tale da non poter più beneficiare di alcuna cura. È quindi importante prospettare un intervento educativo che sia:  il più precoce possibile  che abbia avvio in famiglia  che si rivolga alla totalità della persona. Il compito dell’educazione è quindi quello di restituire le funzioni là dove mancano. Per Seguin prendersi cura dell’idiozia=confrontarsi con un problema complesso che, avendo come oggetto l’uomo nella sua integralità, richiama riflessioni che impegnano:  l’igiene  la filosofia  l’educazione  la morale La necessità di abbandonare l’educazione delle sole facoltà intellettuali, a favore di un’educazione rivolta alle masse che prende in considerazione l’uomo tutto intero, e quindi le sue facoltà, le funzioni e le attitudini, anziché la sola memoria. È dunque possibile migliorare l’educazione di tutti e ciò vale anche per gli idioti. Seguin individua le proprie risorse in quelle che considera le discipline più progredite della scienza del tempo:  la religione  la filosofia  la psicologia  l’igiene Seguin asserisce che è importante superare l’incognita rappresentata dallo stato patologico in cui versano gli idioti. Ciò è possibile attraverso quella che, egli definisce come Formule Speciale=percorso educativo che deriva dall’antropologia più antica e che vale per l’uomo sano in tutte le forme di vitalità e per l’idiota nelle sue forme estreme di insensibilità intellettiva e di immoralità. Si tratta di un metodo che si rivolge all’uomo nella sua integrità mobilitando su tre livelli:  L’attività  L’intelligenza  La volontà (sentimento, spirito, moralità) Il metodo fisiologico di Seguin è riassumibile in tre fasi:  Fissazione=attraverso la ripetizione variata dello stimolo, l’allievo assimila un nuovo elemento, che si fissa essenzialmente per comparazione con le precedenti acquisizioni.  Riconoscimento=attraverso l’individuazione della risposta esatta tra diverse possibili, si verifica la capacità dell’allievo di decodificare quanto appreso in precedenza.  Evocazione=rappresenta la fase di apprendimento più complessa, per chi è interessato da deficit mentale, poiché si tratta di evocare l’oggetto di interesse in sua assenza (una parola, una frase, un viso, una melodia). La calma=componente fondamentale nelle attitudini dell’insegnante ed è opportuno che sia accompagnata da un atteggiamento particolarmente fiero e fermo che egli dovrà esibire fin dal primo incontro con il suo allievo. Il maestro dovrà essere capace di “smontare” i comportamenti del suo allievo e rendere edotta la famiglia sulla natura di tali resistenze, perché con essi si possa collaborare e proseguire a casa l’attività di educazione da lui avviata. Seguin concepisce il Il processo di apprendimento:

l’imitazione e lo sviluppo del sistema senso-motorio: l’attività, l’intelligenza e la volontà sono i 3 ordini di fenomeni che dominano tutti gli altri nell’individuo; L’educazione del sistema muscolare Attribuisce molta importanza ai sistemi muscolare e nervoso, a quello che chiama l’equilibrio delle funzioni. Le posture, i movimenti sono importanti per l’educazione intellettuale e morale, interconnessi anche con le emozioni e la sfera affettiva che avviene attraverso il processo di imitazione, poiché mediante posture e movimenti il bambino disabile impara a controllare la propria attenzione e le proprie emozioni, crea le basi per la presa di coscienza dell’unità della propria personalità e l’acquisizione della consapevolezza del proprio schema corporeo che è alla base della costruzione dell’immagine del proprio sé; infatti precisa che spesso questi non hanno la minima idea delle parti distinte del corpo. Studia la goffaggine che non è il risultato di una mancanza di intelligenza, ma di mancanza di volontà, che attraverso l’imitazione che è una riproduzione creativa, il soggetto acquisisce nozioni di piano curva a destra sinistra di fare operazioni per posizionare gli oggetti di forme diverse; sono esercizi che permettono un equilibrio tra sistema nervoso organi di senso e coordinamento Educazione degli apparati sensoriali. Per Seguin, le sensazioni esteriori provengono dal sistema nervoso e dagli apparati sensoriali, l’educazione applicata ai sensi del gusto, del tatto, dell’olfatto, dell’udito e della vista avrebbe un effetto sullo sviluppo intellettuale; propone l’uso della musica ritmata nell’educazione degli idioti, in quanto produce delle emozioni che servono a sviluppare diverse potenzialità e capacità. L’apprendimento della scritura. L’apprendimento della lettura e della scrittura, per Séguin, deve partire dai vissuti del bambino, deve basarsi sulle esperienze che abbiano un senso e provocano interesse nel bambino: è di vitale importanza che il bambino non associ una sola parola senza comprenderla. È molto importante l’attività grafica: mediante il disegno, il bambino inizia il cammino verso la scrittura e la lettura, esercitando l’attenzione. Ciò condurrà il bambino alla strutturazione e allo sviluppo delle funzioni simboliche. L’attività pratica per i bambini con un ritardo stimola in loro l’interesse: il colore, il piano, la dimensione, la configurazione e l’incastro sono elementi concreti che portano allo sviluppo delle facoltà cognitive. Inoltre, risulta anche importante la capacità di saper attirare l’attenzione e di saper modulare il tono della voce e delle gestualità per sintonizzarsi con il bambino definendo ciò come atti di relazione. L’importanza dell’esercizio della memoria. Per coltivare la memoria di un bambino con disabilità intellettiva occorre esercitarla su dei fenomeni sensibili perché la capacità di memoria è anche legata alla comprensione. La memoria e l’attenzione sono importanti e possono essere sviluppate con l’esercizio del calcolo basato su un’aritmetica della vita pratica: la quotidianità offre parecchie opportunità di fare dei calcoli legati alla vita. Autorità e ubbidienza nel processo educativo. Nella sua scuola per bambini con insufficienza mentale, ogni mattina fa recitare una preghiera laica; l’autorità educativa esiste sul piano educativo solo se è autorevole sul piano morale. Egli, è assolutamente contrario ad ogni caso di manifestato falso pietismo che lascia il disabile abbandonato a sé stesso ed ai suoi impulsi perché questo rende i piccoli “idioti” prigionieri della loro disabilità, ostacolando il loro sviluppo e rendendoli dipendenti e servi dell’azione altrui. Quando Séguin parla di trattamento morale, intende l’educazione della società, cioè imparare a stare nella società: il processo di socializzazione è ciò che ci rende umani, esseri di relazione.







Educazione alla libertà e della volontà. Lo scopo dell’educazione è la libertà; è la prima condizione per essere libero è di volerlo. Con queste parole, coglie le basi di una pedagogia generale: l’educazione è una pratica della libertà, un apprendimento della libertà, e la base della libertà è la volontà. Educare soggetti con ritardo mentale significa educare la volontà nella personalità propria attraverso il recupero della stima di sé e della riattivazione del desiderio di fare. La volontà e libertà rappresentano il binomio cardine nel processo di apprendimento: come educare la persona alla capacità di scelta e alla consapevolezza del contesto nel quale vive senza educare la volontà, cioè la capacità di mettere in moto le proprie abilità per affrontare le difficoltà, superare gli ostacoli e risolvere i problemi. Riprenderà questa constatazione anche lo psico-pedagogista russo, Lev Vygotskij, sostenendo che molti di questi bambini sono invalidi della volontà. Anche Paulo Freire, riprenderà questa trattazione nei suoi testi sostenendo che “lo scopo dell’azione educativa è di promuovere l’autodetermiazione che è alla base di ogni processo di apprendimento e fa emergere la soggettività autonoma di ognuno. L’educazione della volontà passa attraverso l’imitazione: attraverso l’imitazione l’Idiota va oltre la manifestazione dei puri istinti, impara in qualche modo a controllarli e si educa allo sforzo nella sfera delle idee e dei sentimenti. L’importanza dell’osservazione dinamica e contestuale come strumento pedagogico. L’osservazione avviene nei contesti di vita reale per comprendere quali siano gli interessi del soggetto e far leva sulle attività per le quali dimostra abilità e interesse. Insiste sul desiderio di fare che coincide con lo s viluppo delle capacità del soggetto, rispettando tempi e ritmi di apprendimento di ciascuno. Occorre, anche, un riposo abilmente organizzato. L’educazione come lota contro l’inferiorità sociale. L’educazione è la condizione per lottare contro l’esclusione; intende sviluppare le capacità dei soggetti mediante l’educazione, per affrontare le difficoltà dell’esistenza e di una società fondata sulla diseguaglianza e la discriminazione dei popoli più deboli. Educare il bambino disabile a fare il più possibile da sé e ad acquisire un minimo di autocontrollo e di consapevolezza vuol dire lottare contro la sua inferiorità sociale, metterlo nelle condizioni di sentirsi una persona con la sua umanità e la sua dignità.

La filosofia di Seguin I bambini disabili, per l’autore, possiedono gli stessi diritti di tutti. Esperienze educative con sordi, muti, ciechi, mostravano l’educabilità del bambino disabile, la domanda che si poneva era: perché questa possibilità non dovrebbe esserci con i bambini con ritardo mentale? Non solo sono educabili, ma possono raggiungere un buon livello di autonomia dal punto di vista dell’intelletto e della comprensione del mondo e precisa che l’educazione dei “deboli mentali” è una questione di “dinamica vitale”. Per chiarire il suo metodo educativo, parte da una critica globale del metodo educativo dominante: l’educazione di L’educazione per S., deve seguire le orme di uomini massa che pretende di rendere tutti eguali non che si sono opposti a tutte le forme di oppressione, rispetta l’individualità di ogni alunno, dei suoi uomini liberi dai pregiudizi, capaci di seguire il bisogni; insomma, un conformismo scolastico non proprio cammino basato su idee soggettive. tiene conto delle differenze, anzi finisce per L’educazione mnemonica e omologatrice genera trasformare le differenze in diseguaglianza. banalità intellettuale, è la malattia viva dei tempi L’educazione standardizzata cancella ogni moderni. L’educazione, estesa ai campi della vita individualità e personalità, crea una massa di sociale, determina lo sviluppo di quello che noi oggi individui incapaci di pensare con la propria testa e chiamiamo ‘capacità metacognitive’. L’educazione di essere sé stessi. abbraccia l’uomo nella sua interezza: facoltà, funzioni, attitudini.

Un’educazione che abbia senso. L’educazione è un processo di auto-conoscenza e auto-consapevolezza e mira ad esercitare il bambino disabile a  confrontarsi con sé stesso (il controllo di sé, del proprio corpo, delle proprie capacità),  con le cose (la capacità d’intervenire sulle cose e di fare rapporti tra le cose)  con gli altri (la capacità di relazionarsi con chi è diverso da sé). Tutto questo parte da azioni autonome come vestirsi, spogliarsi, lavarsi, mangiare; per questo l’imitazione creativa può sviluppare l’apprendimento e regolarizzare i movimenti. Importanza assume l’attività lavorativa, visto come mezzo educativo che può favorire lo sviluppo della socializzazione. Nota come sia più complesso lavorare con gli “idioti” delle famiglie borghesi rispetto a quelli delle famiglie della classe operaia: le prime hanno pregiudizi verso il lavoro manuale, mentre le seconde vedono risorse positive per i loro figli. Osservazioni pratiche e metodo biografico. È l’inventore del metodo ‘monografico’ che sarà ripreso successivamente da Decroly: il pedagogista deve comprendere le caratteristiche e le linee evolutive del bambino disabile, per questo occorre partire dalla sua storia e biografia e non dalle definizioni e dalle classificazioni diagnostiche; verte sulle capacità e non sui sintomi, parte dalle risorse e non dalle disfunzionalità, mirando a creare le condizioni educative per lo sviluppo della volontà autonoma e dell’autodeterminazione del soggetto con disabilità. Il ruolo dell’educatore deve mirare a far diventare il bambino disabile autorevole, assumendo un atteggiamento equo, trattando tutti come persone e potenziali cittadini di una comunità democratica, solidale e cooperativa. L’educatore deve tener conto della storia di ogni bambino disabile e saper fare su questa base una diagnosi pedagogica, in grado di cogliere le sue tendenze, le sue caratteristiche e le sue potenzialità. Propone il metodo biografico e lo studio di casi, assumendo occhio vigile verso bambini disabili che provengono da ‘ambienti popolari’ e con svantaggiate condizioni economiche e intellettuali; non generalizza mai e ogni storia è a sé, facendo una lettura sociale della vita del bambino. Una sensibilità sociale che si ritrova anche nel lavoro di Vygotskij: le condizioni sociali sono importanti in quanto minori opportunità sociali e culturali significa meno sviluppo. Riprendendo Charles Fourier: le papillonnage, cioè lo svolazzare, transitare da una situazione all’altra, da un’esperienza all’altra, integrando nell’esperienza educativa lavoro manuale, disegno, scrittura, lettura, educazione fisica, ma anche apprendimento di ruoli diversi in situazioni diverse e in contesti variegati. Questo lavoro richiede alcune virtù da parte dell’educatore: o La calma: essere padrone di sé stesso nel rapporto con il fanciullo per trasmettere sicurezza ed essere autorevole; o Imparare a conoscersi meglio nel lavoro con il bambino disabile; o Essere consapevole della “bellezza morale” e dell’azione educativa che consiste nell’accendere la fiamma dello spirito nel giovane idiota. S., fu influenzato nel suo lavoro dal socialismo utopistico di Leroux e Lamennais, ma anche da altri due personaggi celebri della cultura francese: Cartesio, che per lui rappresentava la libertà del pensare e Molière che con il suo teatro esprimeva l’anima popolare, la capacità di sdrammatizzare con il sorriso e l’ironia. Nel suo lavoro con i bambini disabili, l’autore consiglia la razionalità del metodo, il dubbio sperimentale, l’umorismo per saper cogliere la vita nella sua ricchezza, soprattutto le piccole cose della vita quotidiana. Decroly, Montessori e Vygotskij sentirono dell’influenza di Séguin: la valorizzazione dell’ambiente educativo, l’importanza della socialità, il saper osservare il potenziale di apprendimento, il saper ascoltare

e cogliere le caratteristiche individuali, il saper promuovere l’intelligenza pratica e lo sviluppo della volontà intenzionale e autonoma....


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