Riassunto completo di psicologia generale con sperimentazioni Prof. Costa PDF

Title Riassunto completo di psicologia generale con sperimentazioni Prof. Costa
Author Natascja Cacace
Course Psicologia generale
Institution Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
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Summary

Intera materia di Psicologia generale seguita in presenza. Seguendo le lezioni e memorizzando bene questo riassunto ho superato l'esame con un bel 26...


Description

CENNI INTRODUTTIVI Gli oggetti principali dello studio della psicologia in estrema sintesi sono: funzioni cognitive, funzioni affettive e comportamento. Tali oggetti sono studiati in ottica di sviluppo sano, fisiologico e deviazione patologica. La ricerca è rivolta all’individuo singolo, ai gruppi, alle comunità in diverse aree e contesti. (Necessità delle specializzazioni) La psicologia si fonda su orientamenti fisiologici, filosofici, sociologici e biologici. Tramite il metodo sperimentale la psicologia diventa scienza e quindi disciplina autonoma in campo scientifico.

STORIA -

Strutturalismo: Wundt; fondatore del primo laboratorio (Lipsia 1879), oggetto di studio i processi mentali, metodo utilizzato l’introspezione (capacità di autovalutare i cambiamenti). Venivano presentati al soggetto sperimentale degli stimoli per poi valutarne il cambiamento. Metodo con molti limiti in quanto estremamente soggettivo, di conseguenza la difficoltà di replica degli esperimenti stessi.

-

Funzionalismo: Wundt+variabili biologiche e comportamentali, ovvero l’aggiunta di elementi osservabili in modo oggettivo attraverso operazioni mentali osservabili e misurabili. Trae ispirazione dalle ricerche di Darwin della selezione naturale. Ricerche relative ai processi di apprendimento che, integrando variabili biologiche e comportamentali promuovono l’adattamento dell’individuo al suo ambiente.

-

Comportamentalismo: 

Watson: principale esponente, oggetto di studio è il comportamento direttamente osservabile. L’adattamento si ha tramite l’apprendimento di associazioni stimolorisposta.



Pavlon: un organismo apprende le relazioni causali tra eventi tramite associazione stimoli-risposte in modo automatizzato attraverso il meccanismo del condizionamento classico (Animale affamato alla presentazione del cibo produce saliva)



Thordnike: le conseguenze di un’azione possono portare all’eliminazione di alcuni comportamenti o viceversa. Ovvero esiti gratificanti legati ad un’azione aumentano la probabilità di essere ripetuti e viceversa.



Skinner: sulla base di Thordinike introduce il rinforzo. Un comportamento ha più possibilità di essere ripetuto se associato ad uno stimolo positivo: ricompensa. In questo modo il condizionamento è operante (il soggetto apprende che un comportamento genera conseguenze positive e quindi lo riproduce).

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Psicologia della gestalt: oggetto di studio i fenomeni percettivi, ricerche per spiegare come i processi mentali agiscono nell’elaborazione degli stimoli ambientali.

-

Cognitivismo: Neisser; Comportamentalismo+ studio dei processi mentali con metodologie oggettive

 Jean Piaget: i processi cognitivi sono parte integrante del processo di adattamento tramite due fasi: 

Assimilazione: informazione nuova incorporata negli schemi preesistenti dell’individuo



Accomodamento: si applica quando l’informazione (essendo nuova) non può essere elaborata tramite schemi preesistenti perché inadeguati

Queste due fasi devono agire in equilibrio per promuovere un adattamento stabile e funzionale.

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Psicologia dinamica: primo esponente Freud; propose un dispositivo tecnico scientifico di intervento la psicanalisi (nasce di fatto la pratica clinica). Nulla si verifica casualmente nelle organizzazioni mentali. Ogni evento psichico è legato a variabili che lo hanno preceduto e che lo spiegano. Due modelli di funzionamento dell’apparato psichico proposti da Freud: a) Venivano descritti tre livelli: 1. L’inconscio: composto da contenuti rimossi dalla coscienza che continuano ad influenzare il funzionamento mentale 2. Preconscio: contenuti che pur non facendo parte della coscienza possono comunque entrarvi 3. Conscio: La coscienza dell’individuo con i pensieri, gli affetti e tutto ciò di cui è possibile avere consapevolezza. b) Ipotesi strutturale , secondo la quale l’apparato mentale sarebbe costituito da tre istanze: 1. L’istanza dell’Es: insieme delle pulsioni di tipo libidico e aggressivo che rimangono a livelli dell’inconscio. 2. L’io: istanza primaria dell’individuo che regola l’apparato motorio e percettivo 3. Super io: forma i valori dell’individuo (coscienza morale).

METODI DI INDAGINE IN PSICOLOGIA La psicologia è disciplina scientifica e come tale utilizza per la ricerca il metodo scientifico come altre discipline. Il metodo scientifico utilizzato ha le stesse caratteristiche utilizzate in altre discipline, però l’oggetto dello studio sono le funzioni mentali e il comportamento. L’obiettivo della ricerca è la formulazione delle teorie in grado di spiegare il funzionamento sano e patologico dei processi psicologici. Teoria: Organizzazione dell’insieme di ipotesi e dei fatti in un sistema coerente in grado di promuovere le spiegazioni di fenomeni più ampi, ovvero di aspetti che si verificano ad esempio in natura; quindi alla spiegazione di determinati fatti in funzione a determinate condizioni. La teoria è la “matrice semantica” che consente di attribuire un significato chiaro ai fenomeni osservati e di predirne il verificarsi. Prerequisito importante della teoria scientifica è la falsificabilità (Popper), ovvero una teoria scientifica non può essere valida per sempre, al contrario deve essere sottoponibile a critiche dalle nuove conoscenze che vengono acquisite. Deve essere quindi aperta a innovazione, di conseguenza falsificabile. Metodo scientifico: l’obiettivo del metodo scientifico è quello di individuare le relazioni non casuali tra eventi, ovvero verificare la sussistenza di nessi non casuali. Il metodo scientifico sperimentale è applicato dal ricercatore per verificare la validità dell’ipotesi formulata. Ipotesi: suggerimento di una relazione tra variabili; variabili dipendenti e variabili indipendenti e la relazione tra esse deve essere causale (ovvero la variabile dipendente causa la variabile indipendente). E’ il metodo più idoneo per verificare la sussistenza di una relazione causale tra variabili. L’applicazione del metodo scientifico prevede delle fasi: 

Definizione del problema. Ovvero analisi dello stato dell’arte. (Prima di poter supporre l’esistenza di una relazione non causale di eventi variabili è necessario conoscere ciò che è già noto, cioè apprendere al meglio le conoscenze già note in letteratura su quell’argomento.



Formulazione delle ipotesi sperimentali.



Progettazione dell’esperimento in funzione delle ipotesi formulate.



Esecuzione dell’esperimento: raccolta e registrazione accurata dei dati (risposte di soggetti a determinate predisposte dallo sperimentatore.



Comunicazione dei risultati alla comunità scientifica attraverso le pubblicazioni.

Con la formulazione delle ipotesi si presuppone che esista una relazione non casuale tra eventi, variabili o fenomeni. La relazione tra eventi ipotizzata dallo sperimentatore non è nota all’inizio della ricerca (lo sperimentatore vuole scoprire qualcosa di nuovo). Infatti si parla di ipotesi sperimentale o alternativa (è l’ipotesi supposta dallo sperimentatore) Ipotesi nulla : quella che fino a quel momento si pensava che la relazione tra eventi fosse casuale. Per verificare la veridicità dell’ipotesi sperimentale è necessario mettere in discussione l’ipotesi nulla. L’ipotesi nulla è conservativa, ovvero ex ante, l’ipotesi sperimentale è innovativa, ovvero aggiunge conoscenze al già noto. Ipotesi sperimentale:

y=f(x)

ovvero y è in funzione di x

Conoscendo i valori di x è possibile conoscere i valori di y. L’evento x causa l’evento y, relazione di tipo causa-effetto tra x e y. X: Variabile indipendente. Il ricercatore la manipola in modi diversi Y: Variabile dipendente. I valori di y dipendono dai valori assunti dalla variabile x manipolata dal ricercatore. La relazione tra fenomeni è sempre una relazione tra variabili (grandezze, quantità, qualità) RICERCA COSTA: STUDIO DELLA MEMORIA PROSPETTICA NELLA MALATTIA DI PARKINSON Obiettivo della ricerca: esaminare la dipendenza di memoria prospettica dalla funzione di set-shifting 

Memoria prospettica: insieme dei processi che permettono ad un individuo di realizzare intenzioni di azioni nel futuro (es. pagare una bolletta tra una settimana)



Set-shifting: capacità di cambiar flessibilmente compiti diversi in momenti diversi.

Stato dell’arte: esistenza dei dati sulla relazione tra la MP e shifting in soggetti sani e popolazioni neurologiche. Ipotesi sperimentale: variazione della capacità di shifting causano variazioni delle capacità di MP. Variabile indipendente : Capacità di shifting Variabile indipendente: Capacità di MP Oggetto dell’esame: Pazienti con malattia di Parkinson Sono state create due condizioni sperimentali: 

1- E’ stato somministrato un trainig (esercizi) per il potenziamento delle capaità di shifting. Prima e dopo la somministrazione del trainig ai pazienti sono stati somministrati dei test di MP



2- Con effetto placebo: ovvero trainning per il potenziamento non di shifting

Effettivamente esiste una dipendenza tra le varietà di shifting e la varietà di MP: Dopo la somministrazione dei training per il potenziamento dell’shifting il livello di capacità della MP è aumentato.

Per le valutazioni di esiti di interventi si utilizzano due disegni sperimentali: 

Single blind (singolo cieco): il soggetto sperimentale non conosce la condizione sperimentale in cui è inserito



Double blind (doppio cieco): sia il soggetto sperimentale che il ricercatore non conoscono la condizione sperimentale. Questa consente di limitare i potenziali effetti confondenti determinati dall’intervento soggettivo del soggetto sperimentale e de ricercatore, per questo hanno maggiore riconoscimento in campo scientifico.

Correlazione tra eventi La relazione tra variabili non sempre può essere espressa in termini di casualità. Ci sono casi in cui c’è correlazione tra variabili, ovvero corrispondenza tra i valori, dove i valori di una variabile cambiano al variare dei valori di un’altra variabile in modo regolare e concorde. Tra i due valori la correlazione può essere

positiva o negativa. Positiva quando i due valori incrementano o decrementano insieme; negativa quando uno dei due valori incrementa e l’altro diminuisce; sempre in modo concorde e regolare. Il metodo della correlazione è molto importante per le ricerche scientifiche. L’esame della correlazione può essere



Può rappresentare uno step preliminare all’esecuzione di un esperimento vero e proprio.



Può rappresentare l’unico metodo applicabile



La variabile “indipendente” non può essere manipolata dallo sperimentatore (sesso, altezza, età)

Campione sperimentale Parte di un insieme che ne rappresenta le caratteristiche qualitative di quell’insieme, e che quindi lo rappresentano. I soggetti esaminati devono essere rappresentativi della popolazione di riferimento. Più ampio è il campione più è probabile che possa essere rappresentativo della popolazione. Deve inoltre avere una selezione naturale. Ciascun membro della popolazione deve avere le stesse probabilità di essere inserito nel campione di studio. Nel metodo scientifico sperimentale il ricercatore: 

Formula delle ipotesi sperimentali e individua le variabili;



Definisce le variabili in termini operazionali (in modo da poter assegnare loro un valore misurabile)



Recluta i soggetti (campione sperimentale)



Esegue l’esperimento (raccolta e registrazione dati)



Elabora i dati attraverso procedure di analisi statistiche codificate



Interpreta i risultati



Comunica i risultati alla comunità scientifica.

La prestazione ai test o alle procedure sperimentali costruite ad hoc è valutata attraverso l’esame di: 

Accuratezza



Latenza della risposta (tempo di risposta o tempo di reazione).

Metodo osservazionale/differenziale: la differenza con il metodo sperimentale è l’assenza della manipolazione della variabile indipendente da parte del ricercatore perché presente in natura. (es. età) Metodo dell’osservazione naturalistica: Il comportamento del soggetto è osservato nell’ambiente di appartenenza. Assenza della manipolazione della variabile indipendente. Metodo di studio caratteristico degli studi etologici. Metodo d’inchiesta: ha l’obiettivo di descrivere gli atteggiamenti o le associazioni tra fenomeni. Scale per la misurazione delle variabili: Le scale misurano le variabili al fine di rilevare sia la presenza/assenza di un determinato attributo o fenomeno, che l’intensità in cui esso si esprime. Sono: 

Nominali: utilizzate per variabili qualitative (sesso) permettono la determinazione dell’uguaglianza/differenza di attributi



Ordinali: utilizzate per variabili qualitative e servono per stabilire l’ordine dei valori



Ad intervalli: Variabili quantitative. Consentono l’applicazione delle diverse operazioni matematiche, consentono anche la misurazione della distanza.



A rapporti: variabili quantitative, e consentono la definizione di rapporto tra attributi.

I Parametri di valutazione sono: 

Indici di posizione: Media artimetica o valore medio



Mediana: Punto medio dei valori disposti in ordine numerico



Moda: valore più frequente di distribuzione

Esempio:

2 5

4

7

5

2

4

30

3

Media:6,9 Mediana: 4 (2 2 3 3 4 4 5 2 4 30 3)

L’INDAGINE CLINICA IN PSICOLOGIA

La psicologia è anche disciplina applicativa. L’intervento clinico è finalizzato alla prevenzione, diagnosi e trattamento delle condizioni di disagio psicopatologico e di disturbo conclamato. Lo psicologo deve disporre di strumenti di valutazione validi ed affidabili. Gli oggetti di indagine in psicologia non sono tangibili e le qualità psicologiche si esprimono in molteplici modi (es. intelligenza, timidezza, introversione). Gli strumenti di valutazione sono il colloquio clinico e i test psicometrici.

Il colloquio clinico E’ lo strumento di elezione per l’indagine psicologica finalizzato alla valutazione delle caratteristiche del funzionamento cognitivo/affettivo dell’individuo. E’ finalizzato alla diagnosi psicologica in funzione dell’intervento. Affinché il colloquio possa arrivare a buon fine è necessario che il paziente partecipa in maniera attiva al percorso diagnostico (percorso di conoscenza, né il paziente né il clinico conoscono inizialmente qual è il problema, cioè il disturbo). Secondo Hinkle (1994) il processo diagnostico è il percorso che il paziente intraprendere con il clinico al fine di rilevare e circoscrivere l’entità del disturbo/disagio, attribuirgli un significato (tramite la diagnosi) e individuare le strategie di intervento. La diagnosi psicologica: è la costruzione di senso che consente di codificare una determinata condizione in cui sono presenti segni (osservati dallo psicologo) e sintomi (riferiti dal paziente) che determinano un disagio, ovvero un’alterazione delle diverse aree di funzionamento della persona: cognitiva, affettiva, comportamentale, relazionale e lavorativa. In poche parole la diagnosi è l’attribuzione del significato dell’entità del disagio/disturbo di cui il paziente è portatore. La diagnosi può essere fatto secondo: 

Classificazione fenomenologico-descrittiva: presenza o assenza di interesse clinico

Es. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5° edizione); International Classification of Diseas. Questi sono manuali di approccio categoriale ateoretico, ovvero approccio tipicamente clinico. 

Classificazione dimensionale: il problema è osservato nel continuo; sono prese in esame il funzionamento dei processi. Es. Manuale diagnostico psicodinamico (PDM).

La diagnosi psicologica : 

Promuove la comprensione del problema, ovvero la condizione di sofferenza



Facilita il processo decisionale



Promuove la comunicazione tra operatori anche di diversa formazione

Il colloquio clinico si può suddividere in: 

Colloquio fenomenologico descrittivo: serve per l’osservazione e la rilevazione dei sintomi. Viene declinato ad alto livello di strutturazione con domande a risposte aperte (SI o No) o libera.



Colloquio ad orientamento psicodinamico: esplorazione delle dinamiche profonde legate al funzionamento della personalità che possono riguardare anche conflitti di origine antica del soggetto; al fine di ricostruire le cause che hanno portato alla condizione attuale del soggetto.

Es. Colloquio diagnostico strutturale di Kemberg (1990) che indaga 3 aree di funzionamento: 1. Integrazione dell’identità: delimitazione dei confini del se e la capacità di riconoscere la differenza del se rispetto agli altri 2. Operazioni difensive: meccanismi mesi in atto al fine di proteggere il sistema dell’emergere di elementi che possono causare angoscia. 3. Esame della realtà: capacità di attuare un processo sui contenuti del proprio pensiero e la capacità di dare una valutazione realistica dei fenomeni che accadono. Queste dimensioni vengono attuate attraverso 3 modalità d’intervento: 

Chiarificazione: esplorazione degli elementi chiari o incompleti



Confrontazione: esplorazione delle aree delle informazioni contraddittori, ovvero di elementi che mettono in evidenza dei conflitti



Interpretazione: Collegare il materiale fornito dal paziente con le motivazioni inconsce sottostanti.

 Caratteristiche del colloquio clinico 

Fase di apertura: introduzione del colloquio, dove è necessario instaurare una buona relazione con il paziente



Fase centrale: Vengono trattati i temi principali, ovvero cosa ha portato il paziente dallo psicologo. I temi che causano sofferenza.



Fase conclusiva: fase della restituzione, ovvero della diagnosi.

Nel colloquio clinico lo psicologo esegue un esame del paziente obiettivo. Gli elementi sono: 

Descrizione del paziente: impressione generale: abbigliamento, aspetto fisico, modalità espressive



Livello formale: valutazione del grado di adeguatezza del paziente (modo in cui si esprime)



Livello cognitivo: valutazione dello status mentale del paziente (presenza di deficit di funzioni cognitive: capacità di orientamento, memoria, linguaggio)



Livello affettivo: valutazione delle caratteristiche del funzionamento affettivo (capacità di riconoscere le emozioni)



Integrazione del pensiero: valutazione della logicità del pensiero



Modalità di relazione:



Modalità di espressione: capacità di esprimere i contenuti



Sintomi critici: si valuta la presenza di sintomi che possono chiedere un intervento di urgenza (es. rischio di suicidio)

I test psicometrici

Furono introdotti da Castell nel 1890 per testare variabili psicologiche per comprenderne le qualità. Furono diffusi nei primi anni del 900 in America per quei casi in cui era necessario selezionare rapidamente persone che potevano ricoprire determinati ruoli. (Es. soldati che dovevano andare in guerra) Il test è teso a misurare delle variabili psicol...


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