Riassunto delle poesie dell\'Alcyone di D\'annunzio -Guidotti PDF

Title Riassunto delle poesie dell\'Alcyone di D\'annunzio -Guidotti
Author Elena Cu
Course Letteratura Italiana Contemporanea
Institution Università di Pisa
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LAUDI DEL CIELO, DEL MARE, DELLA TERRA E DEGLI EROI -Dovevano essere sette, uno per ogni stella delle pleiadi (costellazioni a cui, secondo Esiodo, dovevano rifarsi i marinai e i contadini nella scelta dei tempi). INFLUENZA NIETZSCHE SU D’ANNUNZIO 1) Nichilismo > non c’è nulla di assoluto, né la morale né una religione. Famosa la celebre frase “Dio è morto”: con questo si intende la morte di tutti quei vecchi valori che Nietzsche considera come una gabbia che non permette all’uomo di esprimere la propria vitalità. 2) L’uomo è considerato a metà tra la bestia (ripresa di Darwin) e l’avvento del superuomo. Quando questi arriverà l’uomo dovrà morire per far arrivare il superuomo. D’annunzio vede la morte come una sfida. 3) Il Superuomo supera il concetto di uomo, libero dai valori, dalla morale cristiana, dall’etica. 4) Contrapposizione spirito Apollineo e Dionisiaco. Con DIONISIACO: espressione libera della vitalità corporale, desiderio di agire, parte istintuale, aggressiva, che coincide con la volontà di potenza. 5) TEMPO come eterno ritorno. D’annunzio esemplifica la complessità del pensiero d’annunziano. Per lui il superuomo è l’esponente di una razza superiore che si impone sulla mediocrità. MAIA > 1902 -racchiudono le laudi del mare, si rifanno a un viaggio in Grecia e nell’Egeo fatto da D’annunzio nel 1885 -VIAGGIO, ARDORE VERSO LA SCOPERTA E LA SPERIMENTAZIONE IN CHIAVE SUPEROMISTICA. -FONTI EPOPEA CLASSICA: Protagonista = Ulisse in un viaggio tra mito e realtà. L’io poetante incontra Ulisse che lo invita a compiere le sue stesse imprese. C’è una ripresa del mito ma in chiave filosofica. INCONTRO CON ULISSE: Simbolo dell’avventura, dello spingersi oltre i propri limiti (simbolo superuomo) e del viaggio, solitudine del superuomo (è sola anche Elena in un bordello). ZARATHUSTRA: pensatore vissuto tra il 500-600 a.C in Persia. La leggenda narra che l’insegnamento di Zarathustra avrebbe concesso il riscatto degli uomini, dato che Dio lo aveva mandato sulla Terra per combattere il troppo male (ricorda Gesù).

ELETTRA > 1904 (composto tra il 1899 e il 1902), esce insieme ad Alcyone -parallelismo Elettra-Alcyone = Odi navali – Poema paradisiaco. [poema civile-opera di viaggio interiore del poeta] -componimenti scollegati. -poesie celebrative e grandi personaggi Polo positivo (futuro e passato grandioso) + polo negativo (presente da riscattare) > Citta del silenzio: città che hanno avuto una storia importante, centri storici, sedi di civiltà grandiose. FERRARA, PISA, BOLOGNA: ogni elemento paesaggistico è trasfigurato -FERRARA: riferimento a vicende lugubri di donne morte (es: Lucrezia Borgia), voluttà e grandi amori sfociati in storie di sangue che servono per descrivere il paesaggio

-PISA: paragonata a una donna in una situazione tra sonno-veglia, + trionfo della morte con la menzione del cimitero monumentale. RAVENNA: paragonata a una notte azzurra rutilante d’oro, riferimento al mausoleo azzurro con i mosaici d’oro ma collegato alla morte di violenti perché conteneva le spoglie degli imperatori. N.B. > In Alcyone c’è comunque una grande attenzione al paesaggio ma qui viene analizzato in quanto paesaggio naturale, non per il suo spessore storico e tematico. Lo utilizza come luogo del mito in un tempo assoluto, il paesaggio è mediterraneo ma è in Italia. Trasfigurazione del mito in cui lui è presente, insieme alle trasfigurazioni, al tempo e alle stagioni.

ALCYONE > pubblicato nel 1903, composto tra il 1899 e il 1903. 88 componimenti, ordine non cronologico. Percorso da maggio a settembre (percorso dell’estate che costituisce il culmine della trasfigurazione per poi scendere pian piano, tuttavia questo percorso è circolare e ritornerà all’inizio proprio per l’andamento circolare delle stagioni). -estate marina in Versilia, si celebra con un registro litico e pastorale la bellezza della natura e la rivitalizzazione del mito La tregua è il proemio, collegamento con i precedenti. Il Fanciullo apre 5 sezioni, ciascuna aperta da una lirica con un titolo latino + ditirambo DIRITAMBO > Ode, forma metrica libera che viene dai greci, fonda le sue radici nelle feste dionisiache. In origine era un coro accompagnato da musica a percussione. Ritmo sostenuto, esaltante. Ai ditirambi sono riservati i cambiamenti di stagione e di approccio al mito SEZIONE PRIMA: -Elementi duecenteschi (richiami a Dante, S. Francesco), riprende la poesia e l’arte preraffaellita -Ambientazione: Firenze e altre campagne -morte della primavera Laicizzazione della natura (donna trasfigurazione della sera). Struttura cronologica che attraversa tramonto, sera, mattina, pomeriggio. La tregua e il fanciullo sono un proemio dove si indicano le ragioni per cui lui ci propone questi componimenti. Vogliono indicare che lui si sta prendendo una tregua LA TREGUA > è una prefazione ma ance un distacco da Maya e da Elettra. È una pausa dall’atteggiamento di esaltazione di Elettra. Ripiegamento su termini più leggeri, momento di stati rispetto alla figura del despota. -conciliare il canto dionisiaco esaltante -ripiegamento su sé stessi, solitudine (anticipa ciò che avverrà in Alcyone, nonostante ci sarà una forte ripresa), malinconia, metamorfosi (chimera) e connubio con la natura. -despota > demone interno dell’ispirazione dionisiaca. -centauro > è una figura mitica proveniente dai canti danteschi, ma poi sono testimonianza della capacità di unire la parte razionale dell’uomo con la parte bestiale e quella istintiva.

Le situazioni sono sempre quelle che poi si proiettano sulla raccolta. IL FANCIULLO > divisa in sezioni. Tema del fanciullo, esaltazione infanzia (già trattato da Pascoli e Baudelaire). Il fanciullo attraversa i luoghi mitici della Grecia, è figlio della cicala (Apollo), dell’istinto e dell’olivo, pianta di Atena, dea della razionalità. > sintesi dell’istinto dionisiaco e della sua trasfigurazione poetica, ossia la capacità di metterlo a parole “L’artista è come un fanciullo cui tutte le cose producono meraviglia”, scrive Conti, amico di D’annunzio. D’annunzio vuole recuperare attraverso il fanciullo che si muove nell’antica Ellade quello che è la capacità di rinnovare il bagaglio artistico- culturale della grecità. Vuole ricostruire le rovine dell’antica Grecia. Evoca Firenze, D’annunzio spera che la grecità possa riapparire in Italia. Anticipazioni dei temi che verranno trattati nell’Alcyone: Si anticipa il “divin marmo” > il marmo delle Alpi Apuane. Esaltazione del marmo da cui si possono recuperare figure mitiche trasformate in pietra, come Miope -fusione natura e uomo anche attraverso i suoni (si ricollega ai Simbolisti). Si rivolge alla natura e non a Dio. -metamorfosi: sezione 5. LUNGO L’AFFRICO, LA SERA FIESOLAMA, L’ULIVO E LA SPICA > Hanno tutte ambientazione agreste e non marittimo, un paesaggio fatto di colline e campagne per ricollegarsi poi al Ditirambo I. -Recupero della poesia delle origini: SAN FRANCESCO, IACOPONE DA TODI, DANTE. -Donna = trasfigurazione della sera, riconversione laica di beatrice > una donna legata alla natura. -spiritualità LA SERA FIESOLANA > Insiste molto sull’importanza del suono e sul movimento, i colori. -commiato della primavera -simbolismo francese (infatti ci sono francesismi) -tema del mistero BEATITUDINE > composta a Romena, 28 luglio 1902. Metro: ballata, 2,5,7 settenario -collegamento diretto con Dante (titolo riprende la vita nova, viene anche citato esplicitamente). -si rivolge a Dante con un suo ritratto che si trova in bargello -la ballata si apre e chiude con dei passi di “donne c’avete intelletto d’amore” -CONTEMPLAZIONE DI UNA NATURA BENEFICA, RACCOGLIMENTO SU SÉ STESSI -DONNA LAICA, COLLEGATA ALLA NATURA > UMANIZZAZIONE NATURA. -CONGEDO DALLA PRIMAVERA E DAI COLLI INTERNO A FIESOLE, CHIUDE LA PRIMA SEZIONE. -Rimando alla laude di S. Francesco, suggestioni che derivano anche dal paesaggio umbro dato che la Duse e lui erano andati ad ASSISI.

“cielo pallido, la sera scende e l’umidità pervade le spighe facendole cambiare colore e sembrano inginocchiarsi, consapevoli del loro martirio. Il silenzio (elemento della contemplazione, del raccoglimento) copre ogni rumore, dentro e fuori dall’uomo. L’Arno prende il colore del cielo (si inciela), Firenze è dolce nella sua figura, si vedono le due torri e le sue cupole. Tutto è coperto da questo color di perla. La bellezza della sera somiglia a Beatrice. Elementi: cielo color di perla, tutto si confonde, non c’è un confine. La sera è Beatrice, con gli occhi bagnati di lacrime d’amore che umidifica le spighe che si piegano al destino. C’è silenzio, Firenze è dolce.

FURIT AESTUS > metà agosto 1902. Titolo latino come tutti i componimenti preditirambici ( i componimenti preditirambici hanno il compito di preparare l’atmosfera al ditirambo) Metro: tre strofe di otto endecasillabi ciascuno. -UN FALCO STRIDE NEL COLOR DI PERLA: Elemento che stona, contrasta, come se volesse far intendere che cambia qualcosa da questo momento, che quei toni calmi, quei colori tenui non ci saranno più. Ci sono termini più violenti e forti, toni più aspri e ritmo più forte. -c’è ancora il silenzio ma è coperto da una luce, non più tenue, ma forte. [negli stessi anni scrive la figlia di Iorio: una donna figlia di un mago, inseguita dai contadini, ebbri il giorno del taglio delle messi. C’è l’idea della messe che viene violata così come lo è la donna dai coltivatori ] -IGNOTO: recupero di Maia, quando D’annunzio aspetta da Ulisse cosa deve fare. -TUTTO CIO’ CHE ERA PRIMA ORA NON E’ PIU, l’atmosfera dell’umanizzazione non c’è più, quello che era vivo ora è spento. -COMPONENTE BRUTALE, AZIONE FORTE -SETE: tipica dell’aridità dell’estate torbida, prima tutto era umido e bagnato. Con la sete atroce si riattiva il despota, non gli interessano più i ruscelli, l’atmosfera della beatitudine e della contemplazione. -GRANO TAGLIATO. Questo testo segna una cesura con le atmosfere precedente ma ancora non va considerata come elemento di cesura definitiva perché D’annunzio ama ripetere gli stessi temi e atmosfere

DITIRAMBO I > 1902. 9 strofe libere con versi sdruccioli per dare senso di movimento. Questo senso di esaltazione e movimento invade tutta la poesia. Il nucleo tematico è esile, si esalta il periodo della mietitura e da questo il poeta si collega all’esaltazione delle maremme dell’Agro pontino, il componimento è particolarmente denso di reminiscenze classiche. -desiderio di visitare luoghi mitici, come Roma e il Circeo, dove giunsero Ulisse ed Enea. È il tempo della mietitura e in tutta Italia si miete, il poeta però non ama la scarsa messe di aie anguste. Egli vuole battere le sue messi là dove sono urli, canti e balli, dove è presente il nume di Dioniso con il suo riso e furore: nelle maremme dell’Agro Romano. Vorrebbe vedere trasformato tutto il Lazio in un mare di frumento. Nonostante per lui sia dolce la Toscana e bella Firenze, niente gli è caro come il Lazio, terra ricca di miti e di storia, soprattutto ai luoghi intorno al Circeo, dove un giorno approdò Ulisse e dove Circe, rinnova senza fine le sue magie, in cospetto della palude e del mare. Là dunque il poeta mieterà le sue messi, in quei luoghi bruciati dal sole e resi deserti dalla malaria si compie il miracolo: nell’ora del meriggio, in un’aia vasta come un campo di battaglia si celebra il rito della trebbiatura. Nel tripudio eccitato dei presenti, tra crotali e

cimbali, vengono recati i manipoli di spighe e il suolo ne è coperto. I cavalli del carro del Sole, scalpitando senza tregua, vanno all’assalto dei mucchi e, in preda anch’essi, come gli uomini, a una furia implacabile compiono la trebbiatura. Verso il tramonto i cavalli spiegano le loro ali titanie all’aria, rivelando davvero chi sono. Il poeta innalza il canto di gratitudine ad Apollo e chiama la Forza, l’abbondanza, la vittoria e il Genio eterno di Roma a testimoni della sua visione carica di presagi. L’estate è ormai esplosa in tutta la sua magnificenza e le messi sono matura, come era stato programmato nella chiusa di Furit Aestus, l’ora è giunta. Il poeta aveva colto fino a ora gli ultimi segni della primavera, lungo l’Affrico e sui colli di Fiesole, gustando l’ultima pioggia di giugno. Adesso è pronto a dare sfogo alla febbre che si agita dentro la sua “selvaggia pace”. Così nel meriggio, mentre la canicola infuria, intona il ditirambo dell’Estate. ENTUSIASMO PANICO CHE ESPLODE CON UN IMPETO LIRICO. L’ASSUNTO POTENZIALMENTE GEORGICO è CANCELLATO DALL’ESALTAZIONE DIONISIACA CHE SFOCIA IN UNA SORTA DI PROFEZIA VISIONARIA. (risanamento dell’Agro pontino, dal Circeo al Tevere) E SU UNA VISIONE FANTASTICA (montagna di grano mietuto nei campi di Roma). Il componimento fa da cerniera tra la prima e la seconda sezione della raccolta, ha una nuova ,metrica e un nuovo linguaggio, enfasi retorica.

SEZIONE 2 > Tra fine giugno e inizio luglio. Ambientata nel clima selvaggio del litorale tra le foci dell’Arno e del Serchio la sezione nella quale a un minimo di cultura letteraria corrisponde il massimo di naturalismo panico nietzschiano, attraverso i temi dell'ascolto (La tenzone, Innanzi l'alba) e della visione epifanica (I tributarii, Il Gombo) della natura. C’è un cambiamento anche dal punto di vista stilistico, si passa da forme duecentesche a qualcosa di più apertoPACE > 1902 Pausa di quiete dopo il Ditirambo. Il paesaggio è quasi immobile e clamo, si perde in una diafana bellezza. Il silenzio è avvolgente e si unisce al favillar leggero dell’Arno e il canto che fanno cicale e allodole. Si torna alla Toscana, quella della ballatetta Pace non è la Toscana della prima parte dell’Alcyone ma è quella dell’ultimo tratto dell’Arno, verso la foce e il mare. Sarà qui che si svolgerà la vicenda alcionia. Con il passaggio del paesaggio è cambiato anche il tempo, che è ulteriormente progredito. FUNZIONE MEDIATRICE TRA LE DUE FASI CONTIGUE, recuperando motivi della prima fase per trasmetterli (incurvarsi delle colline, favellare Arno, immaginario distesso dalla Grazia all’Arno > riportano alla Sera fiesolana. Nell’ultima parte il poeta invita ad autotacersi per ammirare sensazioni nuove. LA TENZONE > ‘99 Corpus 3 parti. -Controcanto tra allodola e cicala, già citata nel componimento Pace. Il canto si oppone al silenzio della foce, di nuovo il dualismo rumore-silenzio Marina di Pisa personificata come in Elettra. Estate presente, poi sarà personificata in Stabat nuda Aestas Primo passo verso una metamorfosi: Smemoramento > non ricorda più ciò che gli fa faceva male, c’è una cesura tra il passato e il presente, non si fa più domande, è in un momento di stasi. Non ha bisogno di impegnarsi per capire a pieno ciò che lo circonda (primo passo verso un connubio con la natura (La pioggia del pineto).

“In un chiaro mattino d’estate, il poeta e la sua donna solcano su di un’imbarcazione l’Arno, presso la marina, fra il canto spiegato; quasi una gara, delle allodolette e delle cicale e il silenzio del fiume: tutte voci del grande coro dell’estate. Il fascino non è dovuto alla gara canora ma alla FUSIONE TOTALE DEL POETA COL PAESAGGIO, CON LA VITA DELLA NATURARE SENTITA NEL SUO GIOIOSO ESPANDERSI. Per effetto di una completa osmosi sensuale l’estate si umanizza personificandosi in una dolce figura colta in semplici gesti (con l’oro in bocca, si piega ad ascoltare la tenzone), dall’altra parte c’è la donna che accompagna il poeta, dedicataria del madrigale, che si dissolve nella silenziosa dolcezza dell’estate. OBLIOSA SERENITA’.

BOCCA D’ARNO > ’99, collegamento con i Taccuini, lettera a Treves dove spiega la soavità della foce dell’Arno. Bocca D’Arno è la foce dell’Arno sul lido di Pisa e là dove la foce incontra le onde del mare, il poeta è teso, anima e occhi, a cogliere tutti gli aspetti delle cose (ASPIRAZIONE ALLA CONTEMPLAZIONE – Adora e attendi). Tutto gli si trasforma in immagini alonate di irrealtà e di sogno. La foce dell’Arno gli diventa la bocca della donna amata, i flutti che corrono gli diventano teorie di putti danzanti (paragone culturale), le reti calici di immensi fiori favolosi ed egli si perde, insieme alla donna amata, in una adorante contemplazione creatrice, essa stessa, di prodigi. L’allodola è felice perché ha la possibilità di volare in questo paesaggio, così come sono felici le anime del poeta e della Duse, immemori delle illusioni, libere e felici. Odore salino, Farfalle d’oro, Sole. > tutti i sensi sono coinvolti. Chiarimento, dopo l’ambiente favolistico fa tornare alla realtà chiarendo che i calici sono le reti delle barche. Vi è un alternarsi di due diversi tempi musicali, così come l’impostazione del doppio tra il reale e l’allegorico INTRA DU’ ARNI > 1902. Due strofe lunghe, ritmo forte e veloce, stempera immagini e parole in accordi verbali e echi vocali, mutamenti di tono, rime baciate, rime alternate, assonanze. I due periodi sono due lunghe relative mediante l’avverbio ove. Riferimento ai taccuini. Isoletta di canneti sul letto dell’Arno > MITO PROGNE > Tereo insegue progne e filomena nel bosco, gli dei lo trasformano in upupa. Lui avea sedotto Filomena, Progne gli aveva fatto mangiare le carni del figlio. “In mezzo all’Arno, nei pressi della foce, sorge un’isola deserta, molle di sabbia e folta di canneti, dove fanno il nido le rondini e dove il vento fa vibrare le canne traendone mille suoni. Agli occhi del poeta, che vi approda insieme alla sua donna e che la chiama isola di Progne, cioè isola delle rondini, perché in rondine, secondo il mito, fu trasformata l’infelice Progne, quest’isola diventa un luogo prodigioso: una sorta di OASI INCANTATA, regno incontrastato delle rondini e cuna di carmi misteriosamente modulati dal vento, un alcunché di lieve e di aereo sospeso tra sogno e realtà, sede favolosa di amori voluttuosi e vera patria ideale della poesia di Alcyone. ATMOSFERA SENSUALE che precede quella della Pioggia nel pineto. BLOCCO DEL TEMPO. LA PIOGGIA NEL PINETO > 1902 4 STROFE LUNGHE, Versi brevi, tra il ternario e settenario. “Piove. Sulle soglie del bosco- il litorale sabbioso della Toscana, meta consueta delle passeggiata di D’annunzio e luogo deputato alle avventure dell’estate alcionia, è per lunghi tratti coperto di pinete- una

pioggia estiva, attesa dagli uomini e dalla natura, sorprende il poeta e la sua compagna, Ermione. Già al cadere delle prime gocciole rade sul fogliame il poeta si tende ad ascoltare e invita la dolce amica a fare altrettanto. Tutt’intorno tace ogni altro suono e i due si abbandonando pienamente a gustare il rumore della pioggia che cade prima rada e poi fitta e intensa e trae dalle fronde degli alberi una meravigliosa varietà di suoni. Alla voce della pioggia si accorda il canto delle cicale, al crescere dell’intensità del rumore della pioggia si affievolisce. Da lontano però viene già il suono di un altro canto, quello della rana, e così, quando, dopo il tremare di un’ultima nota, le cicale tacciono, nel silenzio assoluto della natura circostante, si sente solo lo scroscio della pioggia, punteggiato da lontano dal canto della rana. Piove sul poeta ed Ermione che vagano senza meta per il bosco, ebri di pioggia. Nell’intrico delle erbe e delle piante, si lasciano penetrare dalla fresca vita arborea che intorno a loro è stata come risvegliata dalla pioggia e perdono la loro condizione di creature umane per assimilarsi, in una sorta di metamorfosi che investe i loro corpi e anche i loro pensieri e i loro sogni, alla vita vegetale in mezzo alla quale si aggirano e dalla quale sono anche materialmente avviluppati e circondati. -Passeggiata a due nel bosco + motivo naturalistico del cadere della pioggia e della sinfonia, unendosi ad altre voci del bosco + visione fantastica e magica dell’assimilazione tra uomo e natura. -Forte musicalità ad effetto per il motivo naturalistico. METAMORFOSI VEGETALE ATMOSFERA SENSUALE > Sensazioni visive e uditivo, c’è un godimento derivato dalla pioggia estiva che dà benessere fisico perché limita l’arsura FABULA (sostrato autobiografico) TEMPO TRA PASSATO E PRESENTE Staticità di partenza > dinamismo LE STIRPI CANORE > 1902, strofa lunga di 37 versi, tra il ternario e il novenario. I carmi del poeta nascono dalle foreste, dal mare, dal sole e dal vento e le sue parole s’adeguano alle cose che esprimono e si identificano con tutti gli aspetti e tutte le forze della natura. Il componimento è una dichiarazi...


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