Riassunto - Gli oggetti fluttuanti. Metodi di interviste sistematiche PDF

Title Riassunto - Gli oggetti fluttuanti. Metodi di interviste sistematiche
Course Consulenza familiare: teorie e pratiche
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
Pages 3
File Size 63.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 90
Total Views 118

Summary

Download Riassunto - Gli oggetti fluttuanti. Metodi di interviste sistematiche PDF


Description

GLI OGGETTI FLUTTUANTI

“La sorpresa del bello rende difficile il mantenimento dello stereotipo” (Caillè 1991) Il sapere sistemico non è la conoscenza della correttezza del senso. E’ quello della creazione del senso. Il problema delle parole, anche la loro forza, risiede nel loro straordinario potere di condensazione. Sono, nel contempo, messaggio e contesto. Le parole che usano sono le loro mappe. Esse stabiliscono un giudizio sulla relazione. Delimitano il tempo e lo spazio che devono essere presi in considerazione per capire la relazione. Per aiutare le coppie e le famiglie a disegnare nuove mappe occorre ritrovare il territorio esistenziale nascosto nelle mappe usate da loro neutralizzando il potere delle parole. L’OGGETTO FLUTTUANTE ha una forza comunicativa propria, una magia differente da quelle parole. E’ un quadro che introduce un tempo ed uno spazio in rapporto ai quali famiglia e terapeuta devono inventare nuovi comportamenti, scoprire se stessi. L’oggetto fluttuante è spazio di libertà, nel senso che permette, a coloro che si incontrano, di uscire dal convenzionale. E’ per loro anche luogo di passaggio; non solo la relazione ma anche gli individui sono trasformati al suo contatto. L’oggetto fluttuante non è una leva per forzare il cambiamento. Aumenta il numero di possibilità e il sistema cambia al momento giusto seguendo le proprie modalità. Lo scopo degli oggetti fluttuanti è di permettere al terapeuta di mantenere il controllo del contesto della sua azione. Allora egli potrà aiutare la famiglia a riconsiderare il proprio paradigma e ad affrontare una situazione di crisi. Gli oggetti fluttuanti introducono nel quadro della seduta il paradigma familiare ferito. d L’incontro tra famiglia e terapeuta apre un campo comunicazionale chiamato spazio intermediario che è utile rendere ampio e ricco. Le parole tendono a banalizzarlo. Gli oggetti fluttuanti lo aprono ed estendono. Comunicare è creare un ricordo comune. Non c’è comunicazione se ciò che è stato comunicato non lascia tracce. GLI OGGETTI FLUTTUANTI 

La scultura del modello organizzazione della famiglia. Rappresentano un luogo di passaggio da un pianeta all’altro. Le nostre sculture sistemiche non tendono a rimpiazzare le parole. Vengono in aggiunta alle parole. Si tratta di far afferrare ciò che è essenziale, ma non può essere detto. Le sculture del presente e del futuro di Luigi Onnis . Queste sculture interrogano ugualmente il modello, il paradigma della famiglia, non più nella realtà dell’istante, ma nello svolgimento del tempo.



Il protocollo invariabile.



La famiglia più uno o la tecnica della sedia vuota.



Il racconto sistemico. Somiglia ad una meta-comunicazione. Le formule ritualizzate creano un quadro relazionale particolare. Mette in scena la permanenza di certi ruoli e degli schemi interazionali ridondanti. Amplificando il dilemma familiare lo estrae dal quotidiano e lo connota

positivamente ricollocandolo in un tema universale. Tale racconto instaura un nuovo quadro relazionale. E’ fondamentale per la stesura del racconto la selezione delle informazioni, la restituzione e l’incompiutezza. Il racconto dovrà essere concluso dai membri del gruppo familiare in seguito. La principale funzione del racconto sistemico è di permettere un lavoro sul modello fondatore della famiglia . Estrae l’Assoluto familiare dalla sua posizione triangolandolo come oggetto della relazione tra la famiglia e il terapeuta. 

La tecnica delle maschere. Non sono perone. Rappresentano l’attribuzione di tratti di carattere, in un certo senso una descrizione fatta dal realizzatore della maschera stessa. Siamo dipendenti dalle maschere che costruiamo come dai paradigmi di cui ci serviamo per dare un senso al mondo. Noi mettiamo sempre maschere sulle persone. Obiettivo è instaurare un altro dialogo. La realizzazione della maschera e il dialogo muovono emozioni ed è importante che il quadro sia vissuto come contenitore e la relazione sia affidabile. Il gioco delle maschere va oltre le apparenze. Instaura la distanza necessaria a un dialogo tanto più autentico che può travestirsi. Gli attori scoprono i loro rispettivi ruoli e contemporaneamente le coercizioni imposte da tali ruoli. Possono allora scegliere di cambiare maschera, o semplicemente toglierla.



Il gioco dell’oca sistemico. Se nel gioco classico i concorrenti si affrontano per vincere, non succede la stessa cosa nella variante sistemica. La rivalità e la competizione lascia il posto allo spirito della scoperta. Non si tratta di riscrivere una storia in cui si inscrive la trama familiare. Comporta numerosi livelli: quello degli avvenimenti nel loro sviluppo temporale, quello del valore simbolico attribuito a questi avvenimenti, quello dell’emozione legata a queste rappresentazioni. Lo sfasamento nella sovrapposizione della traiettoria degli avvenimenti e del percorso simbolico inizia e favorisce un processo dinamico di trasformazione reciproca. Questo oggetto in genere non si utilizza nei primi incontri.



Il blasone familiare. Ha l’ambizione di lavorare con e sulla cultura del gruppo di appartenenza. Introdurre un blasone di coppia o familiare è come domandare “voi chi siete?”. Non si tratta solo di presentare la propria carta d’identità ma di aprire uno spazio dove si possano esprimere le differenti rappresentazioni concernenti l’appartenenza a questo gruppo. Questa domanda attiva una dinamica relazionale emozionale dove i sentimenti del terapeuta possono essere collegati. Il blasone realizzato con la famiglia, offre una sorta di prisma in cui possono proiettarsi differenti facce della sensibilità familiare. Esso condensa tutto un tessuto emozionale. Che sarà possibile rappresentarsi e dunque far evolvere.

Il REFLECTING TEAM ha l’obiettivo di far apparire versioni alternative del problema, della spiegazione che a lui è data e del modello di pensiero che sottende questa spiegazione. Le tappe possono essere schematizzate come segue: - Riconoscimento da parte del terapeuta della scomparsa dello spazio intermediario. - Accordo con la famiglia sull’impiego del Reflecting Team. - La spazializzazione. - La riflessione. L’equipe, nella sua attività, è uno specchio del sistema terapeutico. L’equipe assorbe l’interazione tra la famiglia e terapeutica per restituirla in seguito nella sua propria interazione....


Similar Free PDFs