Riassunto Il senso religioso - Luigi Giussani PDF

Title Riassunto Il senso religioso - Luigi Giussani
Course Teologia I
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 18
File Size 333.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 73
Total Views 133

Summary

Riassunto capitolo per capitolo per paragrafi dei due volumi per frequentanti del primo anno di Alberto...


Description

IL SENSO RELIGIOSO: CAPITOLO 1: "PRIMA PREMESSA, REALISMO" Carrel: nella modernità non esistono più regole, non c'è più distinzione tra bene è male. C'è divisione ovunque. Poca osservazione e molto ragionamento: portano all'errore. Molta osservazione e poco ragionamento: portano alla verità. Viviamo nell'epoca delle ideologie e al posto di imparare dalla realtà, si cerca di manipolarla secondo uno schema fabbricato dall'intelletto. In questo modo le ideologie rovinano la civiltà. Per indagare serve Realismo, ossia non ci si riferisce a privilegiare uno schema che già è presente in mente piuttosto che un'osservazione attenta dell'evento reale. Sant'Agostino dice che se sappiamo una cosa, allora possiamo anche pensarla (contrario di ciò che fa l'uomo moderno) ma non è vero l'opposto. Pensare è qualcosa che facciamo intenzionalmente, ma tendiamo a sovrastimarla proiettando sul fatto ciò che ne pensiamo. L'uomo sano vuole sapere come sia un fatto: sapendo com'è allora può anche pensarlo. Per la religione vale lo stesso: è importante sapere come sia è di cosa si tratti esattamente. L'esperienza religiosa costituisce l'interrogativo su tutto ciò che l'uomo compie, ossia "che senso ha tutto?". Per saperlo bisogna però prima soffermarsi sul metodo da utilizzare: • Ci si basa su ciò che dicono figure importanti della società. Tuttavia è un metodo scorretto basarsi sulle opinioni altrui. • Per imposizione del realismo, il metodo dev'essere imposto dall'oggetto e non dev'essere definito da me. Quindi il metodo dev'essere suggerito dal fenomeno. L'esperienza religiosa è un fenomeno che attiene all'uomo, alla sua coscienza, alla persona stessa. Allora dobbiamo riflettere su noi stessi, e quindi condurremo un'indagine esistenziale. Solo una volta risolta questa indagine, potremo confrontare i dati raggiunti con ciò che dicono gli altri. Successivamente bisognerà emettere un giudizio a proposito dell'indagine svolta su noi stessi. Senza questo step di valutazione l'uomo non potrebbe fare alcun tipo di esperienza. Con questo termine non si indica "provare" o accumulare esperienze facendo di tutta l'erba un fascio, ma coincide con il "provare qualcosa" e con il giudizio dato su ciò che si prova. La persona è consapevolezza, e ciò che caratterizza l'esperienza è il capire una cosa, scoprendone il senso. L'esperienza implica intelligenza. Inoltre il giudizio esige un criterio in base al quale viene formulato. Lo stesso avviene per giudicare i risultati ottenuti tramite l'indagine su se stessi. Ma qual'e questo criterio? • O è mutuato in noi dal di fuori di noi (evenienza alienante, ci basiamo su quello che dicono gli altri, faremo dipendere il significato di ciò che noi siamo da qualcosa che è esterno a noi) • O è reperibile dentro di noi (ossia ci è dato dalla natura, Dio). Costituisce l'unica alternativa ragionevole e non alienante. Tutte le esperienze della nostra umanità è personalità passano per un'esperienza originale, elementare. Questa è un complesso di esigenze ed evidenze con cui l'uomo è proiettato al confronto con tutto ciò che esiste dalla natura, il quale lo dota (come strumento di confronto) di un complesso di evidenze ed esigenze così originali da cui dipende tutto ciò che l'uomo fa o dice.

L'esperienza originale indica l'impeto originale con cui l'essere umano si protende sulla realtà, cercando di immedesimarsi con essa attraverso la realizzazione di un progetto. Giudicando iniziamo un processo di liberazione che consiste nel recupero esistenziale profondo. Questo potrebbe anche dirsi lavoro ascetico, ossia l'opera dell'uomo in quanto cerca la maturazione di sè ed è direttamente centrato sul cammino al destino.

CAPITOLO 2: "SECONDA PREMESSA, RAGIONEVOLEZZA" Mettiamo in primo piano il soggetto che agisce, ossia l'uomo. Con ragionevolezza si intende l'esperienza comune e coincide con l'attuarsi del valore della ragione nell'agire. Con ragione invece si intende la capacità di rendersi conto del reale secondo la totalità dei suoi fattori. In conclusione la ragionevolezza rappresenta un modo di agire che esprime e realizza la ragione, la capacità di prendere coscienza della realtà. Capiamo se un atteggiamento è ragionevole o meno quando l'atteggiamento dell'uomo si palesa con delle ragioni adeguate. Ragione vuol dire rendersi conto della realtà, ed il rapporto con il reale deve svilupparsi in modo ragionevole. Ed è ragionevole quando i processi per quel rapporto di conoscenza sono determinati da motivi adeguati. Spesso però la ragione viene utilizzata in modo riduttivo: • A volte il razionale viene identificato con il dimostrabile. È vero che la ragione aspira a dimostrare ogni cosa, ma non è identica al dimostrabile. Questa costituisce solo un aspetto della ragionevolezza, con il quale si ripercorrono tutti gli step di un processo che pone in essere qualcosa. Tuttavia non esaurisce il ragionevole perché gli aspetti più interessanti della realtà non sono dimostrabili. • Il ragionamento non si identifica con il logico. La logica è un ideale di coerenza, ossia consiste nell'ideare delle ipotesi e svolgerle coerentemente. Ma se le premesse sono errate, allora la logica darà un risultato sbagliato. Aderire alla realtà e rendersene conto costituisce per l'uomo una cogenza (qualcosa che costringe) non una coerenza. Anche il termine ragione però spesso viene usato in modo irragionevole. Arriviamo a conoscere l'oggetto grazie all'applicazione di un metodo, ossia attraverso un procedimento. Allora la ragione per conoscere certi tipi di verità segue un certo metodo costruito adeguatamente apposta per conoscere un determinato oggetto. La ragione è quindi la flessione delle capacità dell'uomo di conoscere ed implica diversi metodi, processi e procedimenti. Il metodo è la descrizione della ragionevolezza nel rapporto con l'oggetto. Tuttavia vi sono dei valori che non rientrano nei metodi, quali quelli che riguardano il comportamento umano nel suo aspetto di significato (fiducia, lealtà...). Ma di questi non possiamo nemmeno negare che sia ragionevole una certezza acquisita a riguardo (mia madre mi vuole bene). Si tratta di un ambito della realtà delle verità morali, in quanto definiscono l'umano comportamento. Nel far ciò la ragione dev'essere usata in modo diverso. Senza certezze morali l'uomo non può vivere. Per Newton la mela che cadde dall'albero costituì il segno che lo porto ad elaborare la grande ipotesi della gravità. Il genio da un piccolo segno può indurre un'intuizione universale. Il metodo è quindi l'unico motivo adeguato per spiegare la convergenza dei vari segni. La dimostrazione di una certezza morale è un complesso di indizi il cui unico senso, motivo adeguato e lettura ragionevole è quello della certezza. Si tratta quindi non solo di una certezza morale, ma anche esistenziale in quanto è legata al momento in cui si legge il fenomeni e si intuiscono i segni.

Tuttavia cambiati i connotati e le circostanze la certezza varierebbe. Inoltre bisogna ricordare che: • Più condivido e convivo con la vita altrui, più sarò abilitato ad aver certezza su quella persona. • Più un soggetto dimostra umanità, più avrà la capacità di percepire con certezza. Tanto più si è uomo, tanto più si è capaci di fidarsi in quanto percepisce i motivi adeguati per credere negli altri. La fede è aderire a ciò che afferma un altro. Questo può essere ragionevole se ci sono motivi adeguati o irragionevole se non ci sono. Possiamo raggiungere la certezza sulla sincerità di una persona attraverso il procedimento della certezza morale. Senza il metodo di conoscenza della fede non ci sarebbe sviluppo umano. Il prodotto degli altri tre metodi di conoscenza (metodo scientifico, filosofico, matematico) costituisce la base per uno slancio in forza di questo quarto metodo (fede). In base all'oggetto decidiamo un metodo. La diversità dei metodi stabilisce l'ordine di questi motivi adeguati e ne è il luogo. Possiamo raggiungere certezze sia col metodo scientifico che con quello della conoscenza morale.

CAPITOLO 3: "INCIDENZA DELLA MORALITÀ SULLA DINAMICA DEL CONOSCERE" Esiste un'unità profonda tra lo strumento della ragione ed il resto della nostra persona. La ragione è immanente a tutta l'unità del nostro io, e per questo che quando siamo fisicamente o psicologicamente danneggiati non utilizziamo bene la ragione. Quindi la ragione non costituisce un meccanismo disarcionabile dall'uomo, ma è organicamente e profondamente relazionata al resto dell'io. Nell'esperienza personale dell'uomo avviene un avvenimento (fisico, mentale, affettivo): accade qualcosa nell'orizzonte esperienzale all'interno dei confini della percezione della persona. Ciò la tocca e la muove, provocando una reazione nella misura della vivacità umana di quel soggetto. Non esiste nulla, che una volta entrata nella nostra esperienza, non solleciti un certo stato d'animo. La parola che indica lo stato d'animo è il sentimento. Uomo: • Livello della natura in cui essa prende coscienza di se stessa • Livello della realtà in cui questa diventa coscienza di se • Livello in cui la coscienza diventa ragione. Valore: oggetto della conoscenza che interessa la vita della ragione. Si tratta della realtà conosciuta in quanto ne vale la pena. Il valore dell'oggetto conosciuto provoca un'emozione identificata con la parola "sentimento". Il sentimento è quindi l'inevitabile stato d'animo conseguente la conoscenza di qualcosa che attraversa l'orizzonte della nostra esperienza. La ragione è legata al sentimento, e ne è anche influenzata. È filtrata dallo stato d'animo e comunque implicata in esso. Nella cultura moderna, razionalistica ed illuminista, si pensa che la ragione sia la capacità di conoscenza che si sviluppa nei confronti di un oggetto senza che nulla debba interferirci. Ci si chiede allora se si possa ancor considerare una conoscenza oggettiva o solo un'impressione del soggetto qualora ci sia una qualche interferenza. Esistono degli oggetti di cui la persona ricerca un significato: problema affettivo, del destino, politico sono le tre categorie a cui ricondurre questo tipo di oggetti di conoscenza. Quanto più qualcosa interessa alla persona, più valore ha, conseguentemente più è vitale tanto più genera uno stato d'animo/sentimento, e tanto più la ragione è condizionata da questo sentimento per la conoscenza di quel valore.

Secondo la cultura razionalistica, con questo tipo di oggetti non è possibile raggiungere una certezza obiettiva. Formula: r --> s...


Similar Free PDFs