RIASSUNTO INTERO SU - La Magna Grecia PDF

Title RIASSUNTO INTERO SU - La Magna Grecia
Course Antropologia culturale
Institution Università degli Studi di Brescia
Pages 29
File Size 643 KB
File Type PDF
Total Downloads 95
Total Views 127

Summary

RIASSUNTO INTERO SU - La Magna Grecia...


Description

Braccesi: la Magna Grecia. CAPITOLO I. Come Hellàs è una definizione non traducibile con Grecia (intesa come odierna realtà politicogeografica) ma semplicemente come grecità, così la Megale Hellàs non è un Hellàs più grande dal punto di vista politico o geografico ma una porzione di una grecità che, allargandosi a occidente, si è fatta grande dilatando le proprie frontiere. La definizione di M.G. Nasce nell'ambito delle colonie achee. Colonie euboiche: i primi coloni greci sono gli Eubei di Calcide ed Eretria. (Su questo concordano dati letterari e archeologici, e questi ultimi dimostrano pure come i primi coloni ribatterono rotte già percorse dai loro mercanti, come testimoniano le coppe a semicerchi che ne rivelano la presenza in Etruria e in Sicilia orientale già agli inizi dell'VIII secolo, periodo precoloniale). A partire dall'VIII secolo, sulla rotta del settentrione, si svilupperà una colonizzazione euboica destinata a resistere nei secoli: qui sorgono le colonie di Pitecusa (Ischia) e Cuma (Campania) / Reggio e Zancle (stretto di Messina - Sicilia) e Nasso (Sicilia orientale). Qui gli Euboi localizzano le avventure di Odisseo [Golfo di Napoli: mondo degli inferi e Sirene; Stretto di Messina: Scilla e Cariddi; Sicilia orientale: terra dei Ciclopi]. (Gibilterra – presso Cadice, in Spagna – e Tartesso – emporio già frequentato dai Fenici –, presso le contrade atlantiche, erano luoghi di riferimento per le importazioni d'argento, come pure l'Etruria – specie le isole d'Elba –, prossima alle colonie fondate in area campana – di qui la discendenza di Agrio e Latino, primi mitici re di Alba Longa, da Odisseo unitosi con Circe, che lega la saga di Odisseo all'area etrusco-laziale). (CAMPANIA:) Pitecusa, prima metà VIII: i primi coloni euboici vi si stanziano in forma stabile (come attesta l'archeologia) già nella prima metà dell'VIII secolo, come si deduce dal fatto che essi provenivano sia da Calcide ed Eretria, dunque fu colonizzazione congiunta sicuramente anteriore alla guerra lelantea che alla metà dell'VIII secolo contrappone le due città per concludersi col crollo della potenza di Eretria e il logoramento della sua rivale (forse le 2 etnie di coloni euboici si contrapposero pure nell'ambito delle colonie e di Pitecusa). La testimonianza di Strabone, autore (I-I) di una storiografia in epoca augustea (che ci dice come i coloni provenissero appunto da entrambe le città), attesta l'esistenza di leggende relative a Tifeo nell'isola di Ischia. Proprio gli Eubei traspongono dalla Calcidica al golfo di Napoli l'ubicazione dei Campi Flegrei, dove Zeus avrebbe trionfato sui giganti suoi rivali, tra cui Tifeo appunto, il cui corpo fu sepolto sotto l'isola di Pitecusa, per questo definita “isola delle scimmie”, con una paraetimologia che deride il rivale di Zeus (; nel limitrofo promontorio di Sorrento Licofrone (IV) pone invece Odisseo e l'episodio delle sirene). Ci si è chiesti se i più antichi coloni di Pitecusa conoscessero i poemi omerici e una scoperta archeologica oggi ci permette di rispondere affermativamente: infatti nell'isola, in una tomba di secondo VIII secolo, un'epigrafe su una tazza in ceramica di produzione rodia (parafrasando: la coppa di Nestore è piacevole a bersi, ma questa è afrodisiaca) allude al contenuto della celebre coppa di Nestore descritta nell'Iliade: l'archeologia ci consente qui di riscoprire lo spessore culturale di questi primi coloni. Cuma, seconda metà VIII: (sempre Strabone ci informa che) i coloni stanziati a Pitecusa guardarono interessati alla limitrofa terraferma dove altri Eubei, giunti dalla madrepatria, fondarono Cuma. Stavolta solo i Calcidesi partecipano alla ktisi, dunque si intuisce che si è già in un'età in cui le città dell'Eubea entrano in conflitto e che la nuova colonia si data in un'età posteriore a quella di Pitecusa (tra 750 e 725). (S. la definisce “più antica colonia d'Italia”, prescindendo dal ricordo di Pitecusa che, abbandonata dai suoi abitanti, non decollerà come polis, intendendo dunque alludere solo a colonie che hanno avuto un loro divenire storico). S. nomina come fondatori Ippocle e Megastene, cosa che tradisce un apporto coloniario legato a 2 gruppi etnici, ossia calcidesi e cumani. Ma di quale Cuma si trattava? Cuma d'Asia, nell'Eolide (come sostiene Eforo, di questa Cuma originario e quindi non disinteressato nell'alterarne la storia), o quella (meno nota) nell'isola di Eubea (come sostengono numerosi autori latini)? Comunque sia, tra i coloni vanno inseriti

elementi pitecusani. Livio (I-I), storico di Roma, è invece uno degli autori che rivendicano per Cuma solo un'origine calcidese. Egli unifica arbitrariamente le due spedizioni che portano gli Eubei a stanziarsi prima a Pitecusa (dove occupano la limitrofa Enaria, ossia Procida), poi Cuma (a sua volta metropoli delle 2 città di Napoli, la vecchia e la nuova). Il suo scopo è quello di offrire al lettore il quadro di uno sviluppo rettilineo della presenza greca nelle acque del golfo di Napoli. [Egli dice pure che gli Eubei fondatori di Cuma praticavano la pirateria, e pure Tucidide conosce pirati cumani; ma questi pirati-mercanti si trasformarono presto in agricoltori in vista di nuove ondate migratorie motivate da una crisi sociale che investì la Grecia metropolitana, dove, specie a Eubea, i ricchi si accaparravano i terreni migliori, costringendo i ceti più deboli a emigrare e colonizzare. Dunque Cuma nasce come base commerciale ma acquista i caratteri di colonia di popolamento, ossia in grado di offrire a successive ondate di coloni aree fertili di cui essi non disponevano più in madrepatria]. Cuma, data la sua posizione geografia, ossia essendo la più settentrionale tra le colonie elleniche dell'Italia tirrenica, esercita l'importante ruolo di città di frontiera nei confronti del mondo etruscolaziale. (SICILIA:) Nasso: è la colonia fondata dai Calcidesi, dopo Cuma, in Sicilia nel 734; trattasi della prima colonia greca dell'isola cui seguono, (sempre) di etnia calcidese, le fondazioni (in area etnea) di Leontini e Catania e, sullo Stretto, di Zancle (odierna Messina). Tramite Nasso i coloni di Calcide controllano la via d'accesso al Tirreno, ma per controllarla ancora meglio decidono di fondare, sull'opposta costa dello Stretto, la dirimpettaia Reggio (in CALABRIA:). Per popolare la nuova colonia di Reggio, Calcide non si rivolge solo a genti dell'Eubea ma accresce l'organico della spedizione con genti della Messenia. Antioco (V) dice che la colonia di Reggio fu sì fondata dai Calcidesi, ma su sollecitazione degli Zanclei, che avrebbero così, con una testa di ponte al di là dello Stretto, dominato meglio l'accesso al Tirreno (e tale notizia è avvalorata dalla constatazione che la scelta dell'ecista, fondatore, avviene in ambito zancleo) [La colonia di Reggio è così posteriore a Zancle]; sottolinea inoltre la componente messenica (e Messene è non a caso patria di origine della famiglia del tiranno Anassilao, più illustre protagonista, nei secoli a venire, della storia della città, e che la ribattezzerà in Messene per memoria della sua patria; erano Messeni costretti all'esilio dai propri concittadini, che non tolleravano la loro disponibilità a perdonare gli Spartani per la violenza consumata ai danni di loro fanciulle). Lui attesta altri 2 dati di rilievo, uno sulla cronologia della colonia (ossia la seconda metà dell'VIII secolo, quando, durante la prima guerra messenica, gli Spartani espugnano e distruggono Messene) e uno sulla funzione propulsiva esercitata dalla classe sacerdotale delfica (visto che i Messeni consultano l'oracolo di Delfi, pratica questa tuttavia comune). Colonie achee: provenienti dall'Acaia sono i fondatori di Sibari (prov. Cosenza), Crotone (omonima provincia) (in CALABRIA; queste due attigue) e Metaponto (in BASILICATA, prov. Matera; dalle precedenti separata da Siri). (Gli Achei si erano insediati in Acai nel II millennio quando erano stati cacciati dalla Laconia dall'invasione dei Dori, e a loro volta avevano cacciato gli Ioni. Erano avvezzi a vivere sparsi per villaggi, katà komas e non poleis). In queste colonie nasce il concetto di Magna Grecia (per i Greci = Italia). Sibari (golfo di Taranto, ai confini con la Calabria) la prima colonia achea a nascere (nel 720 o nel 709) e a scomparire (510). La città domina su una contrada attraversata da vene di argento e famosa per fertilità agricola. Poche sono però le notizie di cui disponiamo sulla sua fondazione, tramandateci da Strabone, interessato a evidenziare il grado di potenza da questa raggiunto nei secolo successivi: sorgeva tra i fiumi Crati e Sibari che prima avevano 2 foci diverse, sovrapposte poi nel 510 quando i (vicini) Crotoniati, nel 510, espugnarono e distrussero la città; l'ecista era Is di Elice (in Acaia). Ma non solo dall'Acaia dovevano provenire i nuovi coloni: Aristotele sa di Trezeni (Argolide) che a Sibari convivono con coloni achei, che però li scacciano (costringendoli a emigrare sulla costa del

Tirreno); il che, insieme alla loro fama di tracotanti, avrebbe attirato su di loro la vendetta degli dei, che si manifesta per mano dei Crotoniati. Sempre secondo S. la città dominerà su quasi tutto il doppio bacino dei due fiumi (controllando le vie istmiche che uniscono lo Ionio al Tirreno – dove fonderà le subcolonie di Lao (attuale Marcellina) e Scidro (una in prov. di Cosenza, l'altra forse Sapri, p Salerno). Crotone: sempre sullo Ionio, sorgeva poco distante da Sibari. [Una colonna qui ritrovata è il resto di un tempio extraurbano di Era]. Fu fondata nel 708. Ci informa ancora Strabone sulla sua fondazione. Miscello, ecista, è originario di Ripe (villaggio dell'Acaia). L'oracolo di Delfi gli avrebbe vietato di insediarsi in Sibaritide, divieto, questo, che adombra una sorta di predestinazione storica, che lega la vicenda di Crotone a invidia nei confronti di Sibari, la città gemella destinata a cedere alla sua potenza. (Egli sarebbe venuto due volte in Italia, una per esplorare, l'altra per fondare. Essendo il 708 l'anno di fondazione, questo è pure l'anno della seconda spedizione; circa la prima, sappiamo che avvenne quando Sibari esisteva già. Ma, se Sibari fu fondata, come prevalentemente si crede, nel 709, non è credibile che Miscello abbia organizzato due spedizioni, e entrambe in Italia, nel giro di un solo anno, né che già nel 709, anno presunto della fondazione di Sibari, egli abbia visto una città già edificata, cosa che indurrebbe a propendere per il 720 e a collocare il primo viaggio di Miscello in lasso di tempo assai più ampio. Tuttavia non siamo certi che questo sia il primo viaggio occidentale di Miscello, accompagnandosi a lui Archia, che aveva fondato nel 733 Siracusa, il che indurrebbe a ritenere Miscello coinvolto in una pre-fondazione di Crotone da datare nel 733 circa, e a credere che egli sia dunque venuto 3 volte in Italia). Questa città vive di agricoltura, ed è l'unica città dello Ionio che disponga di un duplice approdo. Darà vita alla subcolonia di Caulonia (670-650; prov. Reggio). (BASILICATA:) Metaponto: gli antichi ne datavano la fondazione nel 773, ma ciò contrasta con la tradizione storiografica che la pone dopo Sibari e Taranto e prima di Siri, dunque oggi si tende a fissarne la genesi negli ultimi anni dell'VIII secolo o nei primi del VII. Della sua ktisis ci informa Strabone, che riferisce la testimonianza di Antioco: gli Achei di Sibari, mossi dall'odio per Taranto (Taranto fu fondata dagli Spartani , che li avevano cacciati dalla Laconia) chiamarono altri Achei a insediarsi in area limitrofa per limitare il raggio di irradiazione della città rivale (Taranto). Era un odio atavico in quanto i Tarantini, come coloni spartani, discendono dai Dori che li avevano scacciati dalla Laconia nel I millennio. Ma ha senso questo odio di così vetusta data? Difficile crederlo, e Eforo (V-IV) ci attesta il contrario, cioè che i coloni di Sparta, prima di insediarsi a Taranto, aiutarono genti achee impegnate in lotte con gli indigeni. Dunque Antioco ha forse proiettato in età arcaica una motivazione ideologica contemporanea, innescata dalla contesa tra Taranto e Turi (erede di Sibari) per il possesso della Siritide. Dunque gli Achei di Sibari, per prevenire l'espansionismo tarantino e non per odio etnico, avrebbero pregato altri Achei di colonizzare il territorio di Metaponto. Secondo Eforo il fondatore fu Daulio, tiranno di Crisa a Delfi (dunque abbiamo una relazione tra la genesi delle tirannidi e la spinta all'espansionismo transmarino, attestata però solo per Metaponto), mentre secondo un'altra leggenda fu un Leucippo che, essendosi fatto prestare il posto dai Tarantini per un giorno e una notte, si rifiutava di restituirlo. Ma si tratta di notizie leggendarie. Leucippo, secondo Strabone, attua una colonizzazione congiunta, un synoikismòs, termine che indica che i coloni non provengono tutti da una medesima località dell'Acaia. La ricchezza e la prosperità della città sono determinate dalla sua posizione (la città è al polo terminale di una importante via carovaniera che unisce Ionio e Tirreno); qui domina un'agricoltura cerealicola; per la sua vicinanza a Taranto non può che espandersi che a meridione, in direzione di Siri (: tra Metaponto N e Sibari S). Colonia spartana: Taranto: è fondata, in felice posizione geografica, verso la fine dell'VIII da coloni di Sparta, che per il resto non fonda colonie ma risolve le conflittualità sociali espandendosi ai danni delle genti vicine (ad esempio combatte contro i Messeni per impadronirsi della terra degli Eubei o dei Corinzi, questi ultimi fondatori di Siracusa). I coloni di Taranto sono i cosiddetti Parteni, cittadini indesiderati o

emarginati (nati, secondo Antioco, a Sparta durante la I guerra messenica da padri costretti alla servitù per essere rimasti a casa, e designati da allora Iloti). (A:) Falanto era considerato il loro capo, la cui reale esistenza parrebbe provata dall'attestazione dei Falantidi, di contro a elementi eccessivamente favolistici (quale il salvataggio di Falanto sul dorso di un delfino dopo un naugrafio). I primi coloni, su suggerimento della Pizia, si stanziano in un'area che l'archeologia mostra interessata da frequentazioni greche già in età precoloniale, Saturo, e qui sono bene accolti dai nativi Iapigi. Sempre per Antioco, il nome di Taranto deriverebbe da quello dell'eroe locale Taras, ma chi è costui? Pausania dice sia figlio di Poseidone e di Satyria, cretese, figlia di Minosse, e che avrebbe fondato Taranto presso il promontorio di Satyrion che prende il nome dalla madre: ciò condurrebbe il toponimo a epoca precoloniale. Falanto (spesso sovrapposto dalla tradizione a Taras) avrebbe dunque rifondato la città in età storica. Tornando ai Parteni, per Eforo essi sarebbero nati per esigenze demografiche dall'unione delle vergini di Sparta con dei guerrieri prescelti. Al decimo anno della guerra messenica le donne comprendoni infatti che la città rischia di restare spopolata, così gli Spartani si trasformano in veri stupratori di stato e nascono i Parteni, cui gli Spartani tornati in patria si rifiutarono di accordare gli stessi privilegi degli altri cittadini – in quanto erano nati fuori dal matrimonio – costringendoli a partire per fondare una colonia. Fondarono così Taranto dopo aver trovato sul luogo gli Achei, impegnati contro Taranto, coi quali fecero squadra comune Le due tradizioni si integrano, presentando i medesimi elementi caratterizzanti: i Parteni come cittadini di II categoria, la loro congiura (cospirarono, con gli Iloti, contro gli Spartani) e l'emarginazione. Le due differenze stanno nel fatto che per Eforo sono le donne a prendere l'iniziativa, recandosi dai loro mariti, e che quelli che accolgono i Parteni in Italia sono Achei e non Cretesi. La fondazione di Taranto avviene, secondo la tradizione, nel 706. (e il dato concorda col fatto che la guerra messenica – 746/736 – era già al suo undicesimo anno – 736 – quando nascono i Parteni, che emigreranno una ventina d'anni dopo – 716 – [il processo di fondazione non è immediato] ). Siamo dunque a 2 anni di distanza dalla fondazione di Crotone da parte degli Achei, dunque gli Achei cui i Parteni recano soccorso sono verosimilmente proprio quelli di Crotone. Parteni per Eforo significherebbe “partoriti da vergini”, mentre altri insistono sul rapporto tra questo nome col culto di Atena Parthenos o il monte Parthenios di Arcadia. Ma queste sono solo fantasie, come quelle che vedono nei Parteni genti stanziate in Occidente già da prima dell'arrivo dei Greci, discendenti dai Partini dell'Illiria o dagli Achei della Laconia (fuggitivi ai tempi dell'invasione dorica); ma la verità è quella di Antioco/Eforo, ché tutta la tradizione antica concorda sulla provenienza spartana di questi coloni, confermata dalla lingua come pure dalla ceramica laconica che ci documenta i fitti rapporti intrattenuti tra metropoli e colonia. Colonia locrese: Locri Epizerifi: sulla costa ionica, poco a N dell'antico promontorio Zefirio (R.C.) i Locresi fondano una Locri, poco a S di quella odierna, che proprio dal promontorio prende nome di Locri Epizefiri. (Confina a N con Caulonia -R.C.- e a S con Reggio). Priva di porto naturale, è però riparata dall'omonimo promontorio, e segna uno scalo importante per chi navighi in rotta per la Sicilia o transiti per lo Stretto. La colonia si data o nel 679 o nel 673, dunque dopo che Corinzi e Achei hanno colonizzato Siracusa e Crotone. Strabone riferisce due tradizioni alternative sui fondatori: Locresi Ozoli (guidati da Evante) o Opunzi, dichiarandosi a favore dei primi. I primi abitano sulla cosa settentrionale del golfo di Corinto, i secondi affacciano sul canale d'Eubea [Locride Opunzia: oriente – Grecia centrale]. Dunque nel primo caso i locresi sono giunti a rimorchio di Corinzi e Achei, nel secondo ribattendo le rotte degli Eubei. La tesi sostenuta da Strabone ci pare più accettabile in quanto la L. Ozolia, affacciandosi sul golfo di Corinto, è regione naturalmente proiettata ad avventure occidentali, e la stessa menzione dell'archgete, guida dei coloni, Evante, pare confermarlo. A favore degli Opunzi è invece Eforo; ma

se è più logico che i coloni siano venuti dalla Locride occidentale com'è nata l'altra tradizione? Probabilmente l'impresa coloniaria fu duplice, o composta di 2 successive spedizioni, una ozolia e l'altra opunzia, o con una sola spedizione cui parteciparono i coloni delle 2 Locridi, tutti salpati da Corinto. Già prima dei coloni locresi il corinzio Archia (proveniente da Corcira) era approdato presso il promontorio Zefirio (così detto perché riparava dallo zefiro, vento di ponente), nel 733: ciò potrebbe voler dire che era Corinto a controllare questo scalo, dunque se i Locresi fondano lì Locri essi ricevono il permesso dai Corinzi-Siracusani, discendenti da Archia. Dunque, se la spedizione coloniaria fu una sola, possiamo pensare che i Siracusani, da tempo stanziatisi presso il promontorio Zefirio, hanno sollecitato i Locresi all'avventura transmarina; se invece fu doppia, nulla vieta di pensare che gli Ozoli siano venuti ai tempi di Archia e gli Opunzi a quelli della fondazione di Locri. [In questo caso poi Archia, fondatore di Siracusa, avrebbe non solo avuto un ruolo di compartecipe nella colonizzazione di Corcira e di spalla nella prefondazione di Crotone, ma pure di esploratore nella scelta del sito dove successivamente sorge Locri]. Se le cose stanno così, facilmente si spiegano le connessioni di Locri con tradizioni di marca tarantino-spartana: Aristotele e Polibio accomunano le origini di Locri a quelle di Taranto, il primo dicendoci che i Locresi d'Italia discendono da schiavi fuggitivi, briganti, adulteri e buone donne, il secondo narrandoci che le donne locresi si sarebbero congiunte con schiavi mentre i mariti combattevano al fianco degli Spartani nella I guerra messenica e che i figli da queste unioni derivate sarebbero stati inviati a Locri (in Italia) come i Parteni a Taranto. Questa seconda tradizione, ricordando che i Locresi sono alleati degli Spartani nella I guerra messenica, ci conforta nell'ipotesi che gli uni siano venuti a Locri per la prima volta a rimorchio degli altri, sessant'anni prima della fodazione della colonia (733), quando era ancora operante l'alleanza contratta nell'età della guerra messenica. Connesse alle leggende della fondazione sono infine le tradizioni sulla prostituzione ...


Similar Free PDFs