Riassunto su Tiberio PDF

Title Riassunto su Tiberio
Course Diritto romano II
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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TIBERIO Rappresentazione negativa di Tiberio Tiberio, pur essendo stato un buon imperatore, ha risentito molto della descrizione negativa che di lui ha fatto Tacito. Negli Annales in particolare si parla di molti processi de maiestate condotti da Tiberio per attentati alla maestà della sua persona. Durante la repubblica il crimen maiestatis comprendeva fattispecie criminose come: tradimento, sobillare una rivolta, creare le condizioni per una guerra civile etc.; con la legge di Augusto, il crimen venne esteso anche alle offese all’imperatore e alla casa imperiale. Tav. 74, “I Proscritti di Tiberio” di Barrias La stessa rappresentazione della sua morte risente della negativa presentazione di Tiberio: viene rappresentato come un vecchio malsano, dal viso scarno e rigido, un pervertito vizioso he continua a fingere, anche nel momento estremo della morte. Tav.77, “La morte di Tiberio” di Laurens Il personaggio di Tiberio è fortemente ambiguo, anche perché le fonti antiche che trattano di lui sono molto contraddittorie: 







La prima fonte della vita di Tiberio è Velleio Patercolo, contemporaneo ai fatti. Era un soldato di Tiberio, con il quale si reca in Pannonia per sedare una ribellione. Pubblica la sua opera nel 30 d.C. presentando Tiberio come una figura esemplare Una fonte negativa è l’opera di Tacito che scrive negli ultimi anni di Traiano, un’epoca che guardava negativamente la dinastia dei Giulio-Claudi (è quindi naturale che presenti Tiberio in maniera negativa). Tuttavia, i fatti narrati di per sé non indicono a considerare Tiberio una figura negativa Notizie su Tiberio arrivano anche da Sventonio, autore di “Vite dei Cesari” e operante all’epoca di Adriano. Sventonio aveva la possibilità di consultare gli archivi essendo segretario ab epistulis dell’imperatore ed è su questa base che scrive la sua opera Ulteriore fonte è quella di Cassio Dione che scrive durante il regno dei Severi. Presenta Tiberio come un insieme di vizi e virtù e come simulatore.

Nella tradizione ha finito con il prevalere un’immagine negativa di Tiberio. Origini Tiberio nasce nel 43 a.C. e subentra ad Augusto nel 14 d.C. all’età di 57 anni. È figlio di Livia (seconda moglie di Augusto). Le fonti lo presentano come una persona taciturna e riflessiva, dotata di fine educazione. Nel 26 a.C. è tribuno nella guerra cantabrica con Augusto, è questore nel 23 a.C. e nel 20 a.C. segue Augusto per la riorganizzazione dell’Oriente. La sua gens di appartenenza è patrizia (gens Claudia) e di antica nobilità. È fratello di Druso. Entrambi erano grandi generali e ottennero grandi vittorie in una serie di campagne militari. Nel 9 a.C. il fratello muore cadendo da cavallo e Tiberio ne accompagna la salma a piedi fino a Roma. Druso lascia 3 figli: Germanico, Livia e Claudio Nerone. Tiberio, dopo la morte del fratello, assume il comando delle truppe in Germania e ottiene il trionfo nel 7 a.C.

Nel 12 a.C. viene costretto da Augusto a lasciare la moglie incinta Vipsania Agrippina (figlia di Agrippa), di cui era innamorato, per sposare Giulia. Nel 6 a.C. si ritira a Rodi, dove resta per 8 anni, forse disgustato dal comportamento della moglie o infastidito dall’accusa a suo carico presentata da lei ad Augusto, di aver attentato alla vita dei nipoti Lucio e Caio. Nell’1 a.C. torna a Roma, grazie a Gaio (figlio di Giulia e Agrippa) che chiede ad Augusto di far tornare Tiberio, a patto che egli non si interessi di questioni attinenti al governo. Nel 4 d.C., alla morte dell’ultimo dei nipoti di Augusto, questi adotta Tiberio e a sua volta gli fa adottare Germanico (nonostante Tiberio avesse già un figlio suo, Druso). Nel 14 d.C., dopo la morte di Augusto, Tiberio gli succede. Per prima cosa, Tiberio convoca il senato chiedendo di deliberare sui funerali di Augusto. Tacito descrive Tiberio come un simulatore: da una parte il nuovo princeps comanda, ma dall’altra finge di non volerlo fare e di voler restituire al senato tutti i poteri ereditati dal padre. È probabile che Tiberio avesse davvero l’intenzione di restituire al senato i poteri; infatti in queste iniziali sedute col senato chiede di ottenere solo una parte degli incarichi che aveva Augusto, ma il senato gli conferma tutti i poteri. I primi mesi di impero sono difficili per Tiberio. Le truppe nelle regioni più lontane sono in subbuglio perché Augusto aveva fatto riforme dell’esercito che prevedevano una ferma dei militari ai confini, in regioni inospitali e pericolose senza nemmeno la possibilità di contrarre matrimonio; quando poi i legionari, dopo una vita di stenti e pericoli, tornavano a Roma, venivano mantenuti in servizio come veterani, con una paga esigua. Per questo, i soldati approfittarono della situazione della successione per ribellarsi. Tiberio manda Druso a leggere una lettera del padre in cui dispone di rimandare ogni decisione al senato, scatenando ancor di più gli animi dei rivoltosi. Tuttavia fortunatamente per Tiberio, quella notte si verifica un’eclissi di luca che spaventa i soldati, i quali dunque abbandonarono la lotta. Germanico seda invece la rivolta delle legioni della Colonia, dando all’esercito alcune concessioni. I soldati chiedono a Germanico di diventare imperatore al posto di Tiberio ma lui rifiuta. Dopo aver sedato la rivolta, Germanico riceve l’incarico di contenuare le campagne in Germania. Fra il 16-17 d.C., Tiberio richiama Germanico a Roma e gli conferisce il trionfo, attribuendogli anche il titolo di imperator. Tiberio manda Germanico in Oriente nelle zone turbolente della Siria e della Giudea, affidandogli l’imperium maius su tutti i governatori delle province orientali, compreso il governatore della Siria, Pisone. Fra Germanico e Pisone sorgono una serie di conflitti. Nel 19 d.C. Germanico si reca in Egitto (nonostante il divieto di Augusto ai membri del ceto senatorio di recarsi in quella provincia. In Egitto scoppia una carestia e Germanico, senza chiedere il permesso all’imperatore, fra aprire i magazzini del grano che servivano per approvvigionare Roma. Dopo il viaggio in Egitto Germanico torna in Siria dove, nel frattempo, Pisone ha annullato i provvedimenti di Germanico, scatenando un litigio tra i due. Pisone decide di tornare in Italia ma, mentre si trova ancora a Cipro, Germanico sia ammala e muore. Pisone, quando viene a sapere che Germanico sta per morire, torna in Siria e cerca di prendere il potere ma la cosa non gli riesce perché i generali di

Germanico avevano già posto un nuovo governatore. Pisone torna a Roma e verrà accusato dalla moglie di Germanico (Agrippina) di aver avvelenato Germanico. Tav. 76, “La morte di Germanico” di Poussin. In occasione del funerale di Germanico vengono emanate alcune leggi, due delle quali sono state parzialmente ritrovate:  

Tabula Hebana che contiene una legge sugli onori da tributare a Germanico dopo la morte Tabula Siarensis che contiene il richiamo a una riforma costituzionale connessa agli onori di Germanico. Si riprende la lex Valeria Cornelia (5 a.C.) di Augusto, che aveva modificato il sistema di elezione dei magistrati, istituendo 10 nuove centurie con il compito della destinatio magistratum (indicare i nomi dei candidati preferiti, che il popolo avrebbe dovuto votare); si trattava di una sorta di designazione anticipata del valore dell’imperatore che poi veniva ratificata dall’assemblea popolare. Quando Augusto fa entrare in vigore la legge, chiama le 10 centurie coi nomi dei nipoti morti: 5 a Lucio e 5 a Caio. Tiberio, nel 20 d.C., emettere la lex sugli onori di Germanico e aggiunge altre 5 centurie in suo onore. Quando nel 23 d.C. morirà Druso (figlio di Tiberio), introdurrà 5 nuove centurie in suo onore.

Processo contro Pisone Tiberio, una volta tornato Pisone a Roma, accetta il processo contro di lui ma dichiara di voler demandare al senato di decidere sui crimina commessi dalle persone appartenenti al ceto senatorio. Quindi, il processo si svolge davanti al senato alla presenza dell’imperatore che, prima dell’inizio del processo, pronuncia un’orazione. Contro fu intentato un duplice processo:  

Per veneficio (omicidio commesso mediante il veleno), accusa per la quale verrà assolto in mancanza di prove) Per lesa maestà, perché con il suo comportamento aveva offeso un membro della famiglia imperiale (ricordiamo che con Augusto il crimen maiestatis assume una portata più ampia). Questa accusa si fonda sul fatto che Pisone è tornato in Siria nell’imminenza della morte di Germanico per cercare di ottenere il potere. Di questa accusa sarà condannato.

Il processo si conclude con il suicidio dell’imputato e con l’assoluzione della moglie (Placinia). Innovazioni di Tiberio Le fonti, pur essendo per lo più contrarie a Tiberio, rivelano particolari positivi sulla sua attività politica e le sue scelte. Tacito rivela che Tiberio si curava che i tributi delle province fossero riscossi senza la crudeltà e l’avarizia che caratterizzava i pubblicani. Con Augusto i pubblicani erano rimasti, ma erano stati sottoposti al controllo dei governatori. Tiberio aumentH gli anni di carica dei governatori provinciali e adduce come giustificazione che, se il governatore starà in carica di più, succhierà meno i soldi perché alla fine sarà sazio.

Cassio Dione racconta che il prefetto dell’Egitto, mandH a Tiberio una quantità di imposte superiori al previsto e Tiberio rimandH indietro il surplus di imposte, l’esatto contrario di quello che facevano normalmente i pubblicani. Dal punto di vista della politica interna, Tiberio è descritto come molto parsimonioso: organizza poche feste e, riducendo le spese, cerca di controllare il bilancio dello Stato. Augusto aveva introdotto un’imposta sull’eredità e la centesima sulle compravendite (cioè la centesima parte del prezzo della compravendita doveva essere data allo Stato). Tiberio riesce a ridurre queste imposte. Nel 33 d.C. si verifica una gravissima crisi finanziaria in Italia, dovuta al fatto che i proprietari fondiari, non avendo denaro sufficiente, contraggono prestiti ipotecari sui terreni a elevatissimi tassi di interesse, rischiando cosI di vedersi portati via i terreni nel caso di mancato pagamento. Tiberio interviene concedendo una dilazione di altri 19 mesi per il pagamento e poi mette a disposizione danaro per concedere prestiti triennali senza interessi. Importanti sono anche gli interventi di Tiberio a fronte di catastrofi naturali: 





In occasione della devastazione che subisce la provincia d’Asia a causa di un terremoto, fornisce aiuti economici, dispone l’esenzione dai tributi e nomina un commissario straordinario per cercare di risolvere il problema. Altri terremoti colpirono Grecia, Capri e Fidene (nel Lazio). A Fidene, crollH un anfiteatro pieno di gente: Tiberio, in seguito al disastro emana delle norme di sicurezza per prevenire eventi di questo tipo. Un problema gravissimo a Roma in quest’epoca (che sarà risolto soltanto nel XIX secolo con la costruzione di muraglioni), sono le inondazioni del Tevere. Sotto Tiberio, nel 15 d.C., vi fu un’inondazione terribile, in seguito alla quale Tiberio istituisce una commissione di 5 senatori che si rendono conto che la ragione delle inondazioni è la sporcizia dei fiumi. Un’altra inondazione nel 36 d.C. causH diversi morti e la distruzione di tutte le case. Tiberio aveva proposto di deviare il corso dei fiumi per risolvere il problema delle piene. Gli argomenti contrari furono: le deviazioni porterebbe danni ai territori, la natura non aveva previsto cosI, bisogna rispettare la religione degli alleati che avevano dedicati ai loro fiumi cerimonie. Sulla base di queste posizioni contrarie, non si fece nulla. Altro problema erano gli incendi. Augusto aveva introdotto i vigili del fuoco ma il problema restava. Nel 16 d.C. ebbe luogo un grave incendio, dove Tiberio e sua madre Livia prestarono assistenza alle vittime. Ancora nel 27 d.C. un incendio e Tiberio assistette la popolazione colpita distribuendo somme di denaro in proporzione del valore dei danni. Ancora nel 36 d.C. un incendio e Tiberio mise a disposizione il suo patrimonio per la ricostruzione e istituI una commissione straordinaria di cinque membri per la distribuzione del denaro.

Le fonti parlano di almeno 30 interventi specifici in seguito a eventi distruttivi. Tiberio non accetta la soluzione di guardare i libri sibillini e considerare la catastrofe come frutto della vendetta degli dei: egli ritiene piuttosto che la situazione debba essere risolta con interventi concreti (questa scelta non viene vista bene perché è come se Tiberio volesse tenere nascoste le cose divine). Lucio Elio Seiano

Quando Tiberio assume il potere, le legioni poste sul Reno e in Pannonia si ribellano. A sedare la rivolta in Pannonia viene inviato Druso (figlio di Tiberio) insieme a Seiano (prefetto del pretorio) e a suo figlio, Lucio Seiano. Mentre Tiberio si fida di Seiano (cui concede molti onori), suo figlio Druso non si fida del prefetto del pretorio. Druso è sposato con Claudia Livilla (sorella di Germanico) da cui avrà due gemelli subito dopo la morte di Germanico (ne sopravvive solo uno, Tiberio gemello). Seiano seduce Livilla che diventa la sua amante. Alla morte di Druso si scopre che questi è stato avvelenato da Seiano e Livilla. Dopo la morte di Druso, pur essendo in vita il nipote (Tiberio gemello), il princeps non puH dichiararlo suo successore perché troppo piccolo. Di conseguenza Tiberio designa inizialmente come successori i figli di Germanico e Agrippina: Nerone, Druso e Caio (a succedere sarà Caio, cioè Caligola). Nonostante Agrippina abbia l’onore di vedere istituito come erede al trono suo figlio, ella litiga con Livilla e Seiano. Agrippina viene avvertita da Seiano che Tiberio la vuole uccidere, con la conseguenza che, quando Tiberio la invita a cena, lei rifiuta di mangiare perché teme un avvelenamento, il che rende i rapporti familiari ancora più difficili. Tiberio nel 27 d.C., a quasi 70 anni, si ritira a Capri. Nel 29 d.C. Seiano e Livilla accusano Agrippina e Nerone di un complotto contro l’imperatore. Tiberio crede alle parole di Seiano; il popolo, favorevole ad Agrippina, si reca dinanzi al palazzo imperiale per opporsi al processo di alto tradimento contro Agrippina e Nerone. Ma Tiberio rimprovera il popolo per questa ingerenza, avoca a sé il processo e i due vengono condannati: Nerone viene mandato a Ponza dove muore, mentre Agrippina viene mandata a Ventotene dove si fa morire di inedia. Druso (secondo figlio di Agrippina) si era unito a Seiano e Livilla, forse per gelosia verso Nerone. Seiano, che in questo periodo è solo al potere (perché Tiberio è a Capri), fa accusare Druso di alto tradimento e lo fa porre sotto custodia nei locali sotterranei dei palazzi imperiali, dove il ragazzo muore. Negli anni 30-31 d.C. Seiano ottiene il massimo potere insieme a Livilla: è collega nel consolato con l’imperatore; ha l’impero proconsolare; è promesso sposo a Giulia (ex moglie di Nerone e nipote di Tiberio). Tuttavia, Tiberio nel 31 d.C. comincia a sospettare di Seiano e fa rompere il fidanzamento con Giulia, mette al sicuro Caligola (mandandolo a Capri in modo che il giovane si salvi). Seiano ordisce una cospirazione contro Tiberio, ma Antonia lo avverte. Nel 31 d.C. Seiano va in senato perché crede di stare per ottenere la potestà tribunizia, ma Macrone (capo dei pretoriani) arresta lui e tutti i suoi collaboratori, che verranno uccisi o mandati in esilio. La moglie ripudiata di Seiano (Apicata) rivela che Druso era stato avvelenato da Seiano e Livilla. Livilla viene obbligata a lasciarsi morire di fame. Tiberio inizia a instaurare processi de maiestate contro i sostenitori di Seiano. Muore a 79 anni a Capri e gli succede Caligola, per decisione dei pretoriani. Tav. 77 “La morte di Tiberio” di Laurens. Processo a Gesù

Il processo ha luogo durante il regno di Tiberio, in Giudea, a Gerusalemme (anche se Gesù proveniva dalla Galilea). La Giudea era una prefettura (creata da Augusto nel 6 d.C.) governata da un prefetto di nomina imperiale (al tempo del processo a Gesù, Pilato), con una estensione territoriale abbastanza ridotta. La posizione del prefetto era difficile perché egli era spesso sottoposto a ricatti (lo stesso Pilato accetterà di uccidere Gesù perché ricattato dai Giudei: Pilato non avrebbe dimostrato di essere dalla parte di Cesare se non avesse condannato Gesù che era accusato dai Giudei di essere contro Cesare). All’interno della Giudea vi è Gerusalemme, che è la città santa. Il sinedrio, con a capo il sommo sacerdote, governava questa zona sacra. Il sinedrio non poteva emettere condanne a morte perché privo di ius gladii (diritto alla spada), diritto che spetta al governatore. Il Sinedrio era composto da:  Farisei, che sono la parte molto ligia e osservante del sinedrio, avente grande influenza sul popolo. Sono un partito rappresentato per lo più dagli scribi, che sono la parte colta dell’aristocrazia ebraica;  Sadducei, che sono la nobiltà sacerdotale meno rigida rispetto ai Farisei riguardo all’applicazione delle regole e accondiscendente con i Romani;  classe dirigente della popolazione ebraica  Erodiani, che seguono Erode, presenti soprattutto in Galilea: essi consistono in un gruppo politico un po’ particolare perché Erode (cui sono fedeli) non è apprezzato dagli altri componenti del Sinedrio, tant’è che essi sono vicini ai Romani perché lo è Erode e al contempo cercano alleanze con i Sadducei. Gerusalemme aveva una tale autonomia che i Giudei non dovevano prestare il servizio militare ed erano esentati sia dal prestare giuramento all’imperatore, sia dal considerare quest’ultimo come Dio. La loro posizione era diversa da quella di tutti gli altri popoli che erano politeisti. Gesù viene da Nazareth, che si trova in Galilea (territorio di Erode Attico, lasciatogli da suo padre Erode il Grande) ma nasce a Betlemme di Giudea, dove la famiglia si era recata per il censimento. Quando Gesù comincia a predicare va anche a Gerusalemme. Le folle che lo seguono spaventano e il sinedrio ha paura che questo movimento possa limitare l’indipendenza di Gerusalemme da Roma: Gesù, infatti, durante la sua predicazione pronuncia le famose frasi “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, le quali rappresentano l’esatto opposto di quel che desideravano i Giudei, cioè l’arrivo di un Messia che li liberasse dai Romani. I Vangeli dicono che già qualche tempo prima della Pasqua, il Sinedrio si riunisce con il sommo sacerdote Caifa e lI si decide che Gesù debba essere trovato ed eliminato e si invita la popolazione a indicare il suo nascondiglio. Il Sinedrio teme infatti che il proselitismo di Gesù possa togliergli il dominio sul popolo. Giuda risponde a questo bando di cattura. La notte tra il giovedI e il venerdI, Gesù viene arrestato dalle guardie del Tempio. I capi d’accusa formulati dal Sinedrio sono:  bestemmia  Gesù aveva detto, secondo alcuni testimoni, che avrebbe distrutto e ricostruito il tempio in tre giorni  profanazione del sabato  divinazione  magia  pseudo-profezia.

Riguardo a ciH che accade dopo l’arresto di Gesù, le tradizioni dei Vangeli sono diverse. Giovanni è l’unico che riferisce che Gesù viene incatenato, condotto dall’ex sommo sacerdote Anna (predecessore di Caifa). Probabilmente Caifa fa portare Gesù da Anna come manifestazione di rispetto nei confronti dell’ex sommo sacerdote. Le domande che Anna rivolge a Gesù sembrano volte a ottenere da lui notizie o un’aperta confessione, perché esse vertono sul movimento messianico e sulla questione se Gesù sia il Messia. Gesù non risponde e Anna non riesce a conseguire alcuna prova contro l’accusato, perciH rimanda Gesù da Caifa. Segue il dibattimento che si volge dinanzi al sinedrio nel corso della notte. Nei processi capitali, ai fini della pronuncia di una sentenza di condanna, occorrevano almeno due testimoni a carico dell’imputato. Sarebbe bastata una testimonianza favorevole a impedire la condanna ma i discepoli di Gesù e gli apostoli erano tutti scappati. Si presentano invece molti testimoni a carico; tuttavia, i membri del Sinedrio non riescono a trovare testimonianze concordanti. Il sommo sacerdote chiede a Gesù: “sei tu il Messia, il figlio del Benedetto?”. Gli fanno questa domanda dirett...


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