Riassunto L\'eroe dai mille volti di J. Campbell PDF

Title Riassunto L\'eroe dai mille volti di J. Campbell
Author Valeria Andreis
Course Antropologia Culturale
Institution Accademia di Belle Arti di Brera
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Riassunto L'eroe dai mille volti di J. Campbell...


Description

Riassunto di L’Eroe dai Mille Volti, Joseph Campbell Prologo – Il Monomito 1. Il mito e il sogno I miti sono fioriti tra gli uomini in tutti i tempi e in tutte le regioni della terra. Le energie inesauribili del cosmo si manifestano nella cultura umana attraverso il mito, da cui scaturiscono religioni, filosofie, arti e forme sociali. Questa capacità di stimolare i centri creativi più profondi della mente e insita anche nelle favole per bambini. Perché le mitologie sono ovunque le stesse rivestite di forme diverse? Tra numerosi studi archeologici ed etnologici, le rivelazioni più straordinarie ci arrivano dalla psichiatria. Due esempi di sogni: -

Uomo aggiusta il tetto, fa cadere un martello e per sbaglio uccide suo padre. Chiama la madre ed ella lo consola. Questo giovane uomo ha appena divorziato e torna a vivere dai genitori. Donna è seguita da un cavallo-uomo. Gli dice di farsi radere la criniera, egli obbedisce e torna a seguirla. La donna è sposata da 14 anni ed è sicura che suo marito è fedele.

I sogni sono il manifestarsi dei simboli del nostro inconscio. Il primo sogno può essere letto come manifestarsi del complesso edipico. I riti di passaggio occupavano un posto molto importante nella vita delle società primitive, comportavano pratiche difficili attraverso le quali venivano eliminate dalla mente tendenze, affetti e abitudini dello stato precedente. Uno dei passaggi cruciali e più difficili da affrontare a livello personale e collettivo è l’emancipazione dal mondo infantile per entrare nell’età adulta. Un rito che manifesta chiaramente questo passaggio è l’Iniziazione all’età adulta attraverso la circoncisione degli aborigeni Murngin. 



Gli anziani aborigeni raccontano ai fanciulli che il grande padre serpente ha riconosciuto l’odore del loro prepuzio e lo reclama. Egli cerca spaventato rifugio presso la madre, le donne levano lamenti (questo mito lo ritroviamo nel capitolo II par 4) Sogno trascritto da Jung: un paziente sogna un serpente che gli morde i genitali. Questo paziente stava lavorando sulla liberazione dal complesso materno.

Il mito ha sempre fornito simboli che aiutassero il progresso dello spirito umano. Oggi che queste pratiche sono cadute in disuso, è difficile emanciparsi dal mondo infantile e molti rimangono legati alle immagini inesorcizzare dell’infanzia, riluttanti ad entrare nell’età adulta. Negli stati uniti si è diffusa la tendenza al rimanere bambini, non emanciparsi dalla dipendenza materna ma prolungarla all’infinito (mariti continuano ad adorare gli idoli dell’infanzia, le mogli cercano ancora l’amore delle favole). Noi compiamo un circolo completo dalla tomba del grembo al grembo della tomba. 

Mito di Minosse - Toro Bianco di Poseidone - Dedalo - Parsifae. Il tutto accade per colpa di Minosse, che ha rifiutato il comando divino, non si è emancipato dai suoi desideri infantili per compiere il suo dovere.

Il mostro-tiranno ricorre in tutte le mitologie. Arnold Toynbee afferma nel suo studio sulla nascita e la scomparsa delle civilta, che l’unico modo per sconfiggere la morte (dell’anima, della civiltà) è la continua rinascita, la palingenesi. Il primo compito dell’eroe è quello di allontanarsi dal mondo esterno per entrare nel mondo interiore, popolato dalle energie e le immagini dell’infanzia, dove risiedono difficoltà irrisolte. L’eroe deve combattere i “demoni infantili” ed assimilare quelle che Jung definisce immagini archetipe.

Il sogno è la versione individuale del mito, il mito è la versione collettiva del sogno. Entrambi sono frutto della stessa dinamica della psiche. Toynbee afferma che il secondo compito dell’eroe è quello di ritornare tra gli uomini trasfigurato e svelare il mistero del rinnovamento della vita.



Sogno: Donna cammina in periferia per strade fangose, giunge a un fiumiciattolo oltre il quale si stendeva una strada. Cerca un modo di attraversarlo. Un uomo le procura una barca e la aiuta ad attraversarlo. La donna si era recata in quel luogo per propria volontà, sentiva che alla fine di quel difficile percorso avrebbe trovato qualcosa di bello.

Questo sogno rispecchia pienamente la struttura del mito universale. 2. Tragedia e Commedia Tragedia e commedia sono termini di un unico tema mitologico: la discesa (kathodos) e l’ascesa (anodos) che insieme costituiscono il mistero della vita che porta alla purificazione (katharsis). 3. L’Eroe e il Dio Il viaggio dell’eroe riprende le stesse fasi del rito di passaggio: separazione – iniziazione – ritorno. Questa è l’unità nucleare del monomito. Parte Prima – L’avventura dell’eroe I. La Partenza 1. L’Appello      

Favola fanciulla e Rospo. Il rospo recupera la palla d’oro della fanciulla e in cambio le chiede di portarlo con lei. Lei lo abbandona. Re Artù caccia nella foresta. Insegue un grosso cervo finché il suo cavallo morì dalla fatica. Il cervo emetteva dal ventre un forte rombo, bevve a una fonte e se ne andò. Mito Nord Americano: Fanciulla Arapaho insegue un porcospino su di un albero, l’albero si allunga e la rincorsa continua finché entrambi giungono al cielo. Sogno: ragazzo nella terra delle pecore incontra una donna che gli indica il cammino. Sogno: Ragazza in un giardino, che teme di ammalarsi di tisi, incontra un cavaliere nero che la prende per mano e la porta via. Buddha e i quattro segni: Il giovane Buddha era un principe il cui padre gli nascose la vecchiaria, la malattia, la morte e la vita monastica nel timore che egli venisse indotto a rinunciare al mondo . Gradualmente, il giovane Buddha conobbe tutte e quattro queste situazioni e venne spinto ad abbracciare la vita monastica e rinunciare al mondo egli stesso.

Sia nel sogno che nel mito appare una figura guida che chiama l’Eroe all’Appello. 2. Rifiuto dell’appello Può capitare che l’Eroe rifiuti la chiamata all’appello. Questa disobbedienza porta alla perdita del significato della vita. È erroneo concepire il futuro come un eterno perpetuarsi di un sistema attuale, anzi, esso non è che un eterno susseguirsi di morti e nascite.   

Minosse si rifiuta di sacrificare il toro divino -> sua moglie concepisce il Minotauro Dafne, rifiutando il desiderio di Apollo, si rifugia nell’immagine del padre e si trasforma in Alloro. Orfeo si volta ed Euridice scompare per sempre.



Racconto delle Mille e una Notte: sia il principe Indiano che la principessa Cinese rifiutano i matrimoni che i padri volevano combinare per loro nei rispettivi regni, dunque entrambi verranno imprigionati.

3. L’aiuto soprannaturale Coloro che rispondono all’appello incontrano un protettore. 

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Mito pellerossa della Donna Ragno: gli Dei Gemelli della Guerra si erano messi in viaggio verso la casa del loro padre, il Sole. La Donna Ragno gli illustra il cammino, devono superare quattro punti pericolosi: rocce che schiacciano, canneti che squarciano, cactus che sembrano e sabbie bollenti. Per ciascuna di queste insidie la Donna Ragno da loro un amuleto. Teseo esce dal labirinto grazie al filo di Arianna. Dante è accompagnato prima da Virgilio e poi da Beatrice.

Nelle favole appare sempre una figura (donatore) che fornisce all’eroe gli amuleti/consigli di cui ha bisogno. 4. Il varco della prima soglia L'eroe, guidato dal protettore (che personifica il suo destino), giunge alla soglia del mondo soprannaturale, che è sorvegliato da uno o più “guardiano della soglia”. Al di là di essi vi è l'ignoto, il pericolo. L'uomo comune è contento di rimanere entro i confini del suo mondo, entro i “limiti del villaggio”. 

I navigatori delle Caravelle di Colombo devono aver affrontato una sfida non semplice nell'oltrepassare i confini del mondo conosciuto.

Le mitologie popolari hanno inventato numerosi mostri che occupano le zone ignote al di fuori del villaggio.   





Gli Ottentotti raccontano di un orco mangia uomini con occhi sul collo del piede. In molte culture si trova un “mezzo-uomo” dalla metà invisibile. Nell’Africa Centrale il Chiruwi sfida chi lo incontra e in base all’esito offre grandi conoscenze mediche o morte. Nei boschi della Russia i contadini credono nell’esistenza di “Donne Selvagge” che vivono in caverne e chiunque le veda danzare muore. Se si lascia per loro doni ricambiano aiutando nei lavori agresti e domestici. Possono diventare mogli dei contadini. Unione del principio diabolico alla seduzione. Dyedushka Vodyanoy, “Nonno delle Acque” russo. Si dice che cambi d’aspetto, che affoghi chi nuota a mezzanotte e a mezzogiorno, che sposi le fanciulle annegate o diseredati e ne ha dei figli. Agisce di notte, portando al pascolo il suo bestiame subacqueo oppure rompendo le ruote dei mulini o portando i pesci nelle reti dei pescatori. Le sue figlie tormentano gli annegati. Nella Grecia Arcadica, Pan era la divinità dei boschi (Fauno o Silvano per i latini), che suonava col flauto da lui inventato per far danzare le ninfe, accompagnato dai satiri. Chi si avventurava nei boschi lo temeva al punto di morire dalla paura, subendo il cosiddetto timor “panico”. Con chi lo venerava era molto benefico. I suoi riti orgiastici vennero narrati da Plutarco.

Il guardiano non è malvagio, il suo ruolo è quello di protettore, pertanto è consigliabile all’uomo comune di rispettare i confini stabiliti. Tuttavia è soltanto superando questi confini e scatenando l’aspetto distruttivo del guardiano che, vivo o morto, l’Eroe ha accesso ad un nuovo mondo.  Per i pigmei delle isole Andaman, si definisce oko-jumu, “sognatore, colui che ha delle visioni” quegli individui che hanno ottenuto doti naturali da spiriti, dalla giungla, da un sogno o morendo e rinascendo.  Nelle Isole Bank, se un giovane tornando dalla pesca vede una fanciulla che lo saluta ma che ha le articolazioni al contrario egli comprenderà di aver incontrato un mae (mostro serpente marino) e fuggirà.

Ogni eroe che esce dal confine della sua tradizione incontra questi demoni portatori di morte e di poteri magici. Il successo dell’eroe non è però assicurato: di fronte ad una sfida che supera le sue capacità non basta audacia e temerarietà, può comunque essere distrutto. Due miti orientali fanno da esempio: 





Mito della Carovana: Un giovane carovaniere conduceva una carovana contenente carichi preziosi in un deserto popolato da demoni. Per il lungo viaggio nel deserto scelse prudentemente di portare grandi orci pieni d’acqua. Un orco che abitava quel deserto volle indurlo a gettare via tutta l’acqua, e organizzò una Florida carovana di orchi, sporcata di fango e carica di demoni con capelli e abiti bagnati e adorati di ninfee e fiori di loto. Incontrando questa carovana il giovane si fece persuadere che il cammino portava ad una zona florida e che l’acqua non sarebbe servita, per cui conveniva gettarla sicché molto pesante. Così arrivarono stremati al luogo arido dove gli orchi si cibarono di tutti gli uomini e bestiame che componevano la carovana. Mito del Principe Cinque-armi: Un principe addestrato nell’arte delle cinque armi e munito di esse si addentro in una foresta che doveva attraversare, ma di cui venne avvertito che custodiva un orco mangiatore di uomini chiamato Capelli Viscosi. Nella foresta il principe incontrò l’orco e lo combatté con tutte le sue cinque armi (frecce, spada, lancia, clava, corpo) ma prima tutte le armi poi tutte le sue membra (arti e testa) rimasero invischiato nei suoi capelli. Finite le armi, non poté affidarsi ad altro se non il suo “fulmine interiore” ovvero l’Arma della Conoscenza che era in lui. L’orco sentì di non potersi nutrire di un guerriero così valoroso e lo lasciò andare. Il Principe era il giovane Buddha in una precedente incarnazione. Le cinque armi rappresentano i cinque sensi che ci ancora no al mondo sensibile. La sesta arma, che porta alla vittoria, l’Arma invisibile è il fulmine della conoscenza del principio trascendente. Rinnegando se stesso e il mondo fisico, diventa divino e quindi libero, così come il mondo diventa divino e libero quando viene inteso non come fine a sé stesso ma come una forma di ciò che trascende. Nicola di Cusa descrive il “Muro del Paradiso” che nasconde Dio agli uomini: esso è formato dalla “coincidenza dei contrari” (essere e non essere, vita e morte, bello e brutto, buono e cattivo, ecc.) e tutte queste coppie di contrari che formano il muro sono le rocce Symplegeades: esse schiacciano il viandante ma l’eroe vi deve passare attraverso. Questa soglia è la medesima che oltrepassa Giasone sul Mar Nero e gli Eroi Gemelli della leggenda navaho.

L’Eroe, rinnegando il proprio io e accettando l’aiuto magico del guardiano, riesce a oltrepassare le insidie e le pareti del mondo.

5. Il ventre della balena Il concetto di rinascita attraverso il passaggio di un varco appartiene a tutte le culture sotto la forma del ventre della balena.     

Gli eschimesi dello Stretto di Bering raccontano la storia dell’eroe Corvo che volontariamente si fece inghiottire dalla balena. Gli zulu’ raccontano di due ragazzi inghiottiti con la madre da un elefante: all’interno del suo stomaco trovarono foreste, fiumi, montagne e villaggi popolati di persone e bestiame. Cappuccetto Rosso viene mangiata dal lupo. I fratelli di Zeus vennero tutti inghiottiti da Kronos. Ercole, per salvare la bella Esione, sconfisse il mostro mandato a Troia da Poseidone entrando nel suo stomaco e uccidendolo dall’interno.

Il varco della soglia è una forma di autoannientamento (come affrontare le rocce Symplegades con la differenza che l’Eroe non va all’esterno ma all’interno). Il tempio interiore, il ventre della balena, il paradiso oltre il mondo sono la stessa cosa: per questo le porte dei templi sono affiancate da leoni stilofori, cariatidi e demoni; essi sono i guardiani della soglia atti a proteggere l’infinito silenzioso che sta all’interno. Il devoto, entrando, si sveste e lascia fuori la sua identità. Gli “indegni” che entrano nel tempio, non potendo né comprendere l’infinito, è come se rimanessero fuori. Nessuna creatura può salire a un grado di natura più alto senza prima morire:   

Osiride venne smembrato diverse volte dal fratello Set, che ne disperse i pezzi nel Nilo e sulla terra. Gli Eroi Gemelli Navaho superarono diverse minacce di distruzione al loro corpo. Re Indiano della provincia di Quilacare che per festeggiare il dodicesimo anno di regno si fece costruire un palco ornato per poi, durante festose cerimonie, si taglio le membra con affilatissimi coltelli per quanto possibile fino a tagliarsi anche la gola.

II. L’Iniziazione 1. La strada delle prove Una volta varcata la soglia, l’Eroe si ritrova in un paese fantastico con regole e creature diverse da quelle del reale, e si trova a dover affrontare delle prove. L’Eroe è spesso assistito da consigli, amuleti e soccorritori soprannaturali. 



Mito di Amore e Psiche. Particolare perché i tipici ruoli sono invertiti: donna che cerca di conquistare uomo + matrigna crudele (Venere) che prova a impedirlo. o Venere prese una grande quantità di semi di diverse piante e cereali, li mescolò insieme e le ordino di separarli entro sera. Psiche venne aiutata da delle formiche. o V. ordinò di tosare una pecora selvaggia, dal morso velenoso e le corna aguzze, che aveva la lana d’oro. Un cervo verde suggerì a P. di raccogliere i fili dorati incastrati negli arbusti. o V. pretese una bottiglia dell’acqua di un’altissima sorgente difesa da draghi insonni. Un’aquila portò la preziosa acqua a P. o Infine, P. dovette scendere negli abissi infernali e trarne una scatola piena di soprannaturale bellezza. Una torre le insegno come discendervi e le diede delle monete per Caronte e del cibo per Cerbero. Gli sciamani siberiani vanno a cercare e riprendere le anime perdute dei malati. Per questi viaggi mistici vestono le piume di uccelli o le pelli di renna e vengono aiutati da un tamburo e da un bastone. Compiono dei particolari riti nella tenda del malato, parte fondamentale dei quali è il momento di estasi in cui cade a terra “come morto” e inizia a vagare per gli inferi. Risvegliandosi mormora delle parole udite nell’aldilà e poi annuncia la causa della malattia, la cura (il tipo di sacrificio) e il tempo di guarigione. Durante questo viaggio ultraterreno lo sciamano deve affrontare numerosi ostacoli (pudak) per poi trovarsi di fronte al Signore degli Inferi Erlik, che deve placare e rabbonire con offerte.

In tutte le tribù primitive si trova uno stregone al centro della società, e la sua arte si fonda sui meccanismi della neurosi o della psicosi. Essi rendono pubbliche e visibili le fantasie simboliche della psiche del gruppo sociale. Questo è il secondo stadio del cammino: la purificazione dell’io, in cui i sensi vengono puliti e umiliati e gli interessi concentrati su cose trascendente . Come nei sogni, nei quali incontriamo pericoli, mostri e prove al fine di dissolvere l’immaginario infantile e reindirizzarsi verso il futuro.

Esempi di sogni in cui le difficoltà psicologiche del sognatore vengono rivelate:     

Balbuziente - rimane senza fiato dopo numerose fatiche; Omosessuale – segue una ragazza con desiderio ma viene bloccato da una trave – simbolo fallico; Impotente – guida aiutato da un istruttore (psicanalista) fino a una piazza piena di donne; Ragazza pentita di aver perso la verginità – sasso rompe vetro del parabrezza e ostacola la guida durante un temporale; Malata mentale – sogna di essere incatenata a un fratello pazzo (la sua stessa malattia)

I pericoli della psiche venivano un tempo superati grazie ai simboli delle mitologie e delle religioni. Oggi ci ritroviamo ad affrontarli da soli, o, nel caso, con un aiuto raramente efficace; questo è il problema della modernità, il cui razionalismo ha escluso l’intervento degli dei e dei demoni nella vita. Il mito di passaggio più antico è quello sumero di Inanna, divinità del cielo che scese negli inferi per assistere ai riti funebri del marito e della sorella. Varcò sette porte e per ognuna di esse dovette togliersi un capo d’abbigliamento. Giunse nuda al trono della dea degli Inferi Ereshkigal, sua sorella, dove venne uccisa dallo sguardo dei sette giudici infernali. Le due dee sorelle sono due aspetti di un’unica divinità. Che si tratti dell’eroe di un mito o dell’autore di un sogno, il protagonista deve sottomettersi all’intollerabile diventare tutt’uno con il suo contrario, divenendo un’unica carne.

2. L’incontro con la dea L’avventura conclusiva dopo tutte le prove è comunemente un matrimonio mistico dell’anima-eroe con la Dea Signora del Mondo. Questa imponente figura femminile è la personificazione della bellezza e della beatitudine. Ella è madre, sorella, amante e moglie. È sia madre buona – che conforta e nutre – che madre cattiva – assente, punitiva, possessiva o proibita – ed entrambe queste due figure risiedono nel regno nascosto delle reminiscenze infantili dell’adulto.  

Esempio di questa figura è la casta e temibile Diana: sorpresa mentre faceva il bagno dal giovane cacciatore Attenone, lo trasformò in cervo e lo fece azzannare a morte dai suoi cani. La dea indù Kali, la Madre Cosmica, l’Oscura, è terribile e benevola. Rappresenta la Potenza Cosmica che detiene i contrari ed è perciò creatrice e distruttrice, rappresenta la fluidità della vita.

Solo i geni capaci di contemplare la rivelazione della dea senza la minima traccia di umano desiderio, di sorpresa e di timore (residui dell’infanzia) possono sostenerne la potenza. Se L’Eroe saprà eguagliare e comprendere la grandezza della dea, i due saranno liberi da ogni limitazione. Leggenda irlandese dei figli del re che cercano l’acqua. Il primo si ritrova ad un pozzo sorvegliato da una vecchia dalle sembianze ripugnanti, che in cambio dell’acqua gli chiede un bacio. Lui si rifiuta, e così gli altri tre fratelli, finché l’ultimo, il minore, non solo la bacia ma la abbraccia anche, e oltre all’acqua riceve il titolo di re del regno e la vecchia si trasforma in una giovane donna. La vecchia rappresentava appunto ...


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