Riassunto - Libro \'\'L\'approccio sistemico al governo dí impresa. L\'impresa sistema vitale\'\'. Golinelli Gaetano PDF

Title Riassunto - Libro \'\'L\'approccio sistemico al governo dí impresa. L\'impresa sistema vitale\'\'. Golinelli Gaetano
Course Economia e Gestione delle Imprese
Institution Università degli Studi di Salerno
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CAPITOLO 1IL PENSIERO SISTEMICOL’impresa è definita come un’organizzazione produttiva e di lavoro (non c’è impresa senza uomo).La produzione porta alla nasci- ta di prodotti che possono essere beni o servizi. I prodotti sono l’output dell’impresa. Gli input sono le chiavi che attivano la produzione....


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1 CAPITOLO 1 IL PENSIERO SISTEMICO L’impresa è definita come un’organizzazione produttiva e di lavoro (non c’è impresa senza uomo).La produzione porta alla nascita di prodotti che possono essere beni o servizi. I prodotti sono l’output dell’impresa. Gli input sono le chiavi che attivano la produzione. Gli output hanno a loro volta un impatto sull’ambiente in cui l’impresa si trova, che a sua volta genera un input di natura informativa chiamato FEEdBaCK. INPUT

TRASFORMAZIONE

OUTPUT

Feedback o retroazione informativa

prodotto bene

servizio

Il feedback è una retroazione informativa, un meccanismo per il quale le informazioni riguardanti l’output tornano all’impresa sottoforma di input. L’impresa colloca un prodotto sul mercato, e tramite il feedback viene informata circa l’andamento delle vendite le quali formano un input che può condizionare le scelte future dell’azienda. L’impresa rappresenta un sub-sistema del più ampio sistema ambiente(ambiente socio economico)col quale interagisce.

Ambiente: clienti; fornitori; investitori; enti di credito; imprese; stato

impresa L’ambiente si può suddividere in: - ambiente generale (o general environment): comprende una pluralità di forze sia di natura economica che di natura non economica, che condizionano seppur debolmente l’attività dell’impresa. - ambiente specifico (o task environment): coincide con il settore di attività economica dell’impresa (come il settore automobilistico per la fiat) e raggruppa tutte le imprese che svolgono la stessa attività produttiva, ovvero le imprese concorrenti includendo anche fornitori e clienti (ad esempio colui che produce i freni, le batterie, le gomme ecc…) L’impresa moderna deve sapere reagire tempestivamente alle “sorprese strategiche”. Si persegue il “sincronismo adattivo” tra mercato ed impresa. Le attuali tendenze ambientali   

L’impresa agisce oggi in un ambiente altamente incerto e complesso Complessità: Varietà-Variabilità dell’ambiente Imprese sia destinatarie che artefici dell’ambiente

Le condizioni d’impresa che garantiscono la sopravvivenza in tale contesto sono:  

l’attenta esplorazione dell’ambiente lo sviluppo di strutture interne all’impresa in grado di valutare le potenziali minacce ed opportunità ambientali

È pertanto necessario per le imprese essere flessibili ed operativamente elastiche Ciò comporta:  la necessità per le imprese di relazionarsi continuamente con l’esterno  Raggiungimento di un equilibrio dinamico con l’ambiente per la sopravvivenza d’impresa Perché l’ambiente è complesso? - per lo sviluppo tecnologico sempre più spinto e - differenziato; - per i cambiamenti intervenuti nel rapporto fra - domanda e offerta;

2 - per le esigenze di ammodernamento e - razionalizzazione dei “sistemi paese”. - per la crescente internazionalizzazione dei settori e delle imprese PENSIERO SISTEMICO In primis un sistema è un insieme di componenti/risorse integrate e relazionati tra loro orientati verso un fine comune che è la SOPRAVVIVENZA. Data la definizione di sistema, possiamo associare quella di APPROCCIO SISTEMICO (o system thinking-pensiero sistemico)il quale considera qualsiasi fenomeno(anche l’impresa, ma anche l’economia, la famiglia, l’essere umano) interpretabile studiando i suoi elementi e l’interazione tra essi e l’interazione tra elementi e ambiente di riferimento (esterno); l’approccio sistemico quindi enfatizza, pone l’accento, sulle relazioni (interne o esterne che siano). L’approccio sistemico ha due valenze ovvero:  VALENZA DESCRITTIVA: ci descrive come sono fatti i sistemi..  VALENZA PRESCRITTIVA: talvolta denominata valenza normativa, ci dice come dovrebbero essere fatti i sistemi e come dovrebbero comportarsi i sistemi al fine di migliorarne il comportamento C’è da dire però che ci sono altre 3 tipi d’approcci oltre l’approccio sistemico: - L’APPROCCIO OLISTICO: studia il fenomeno nella sua totalità e vede in questo l’unico modo per conoscere il fenomeno; deriva dalla teoria biologica dell’olismo la quale afferma che l’organismo deve essere studiato in quanto totalità organizzata e non in quanto semplice somma di parti. - L’APPROCCIO ANALITICO/RIDUZIONISTA: questo approccio invece afferma che lo studio e la conoscenza del fenomeno dipendono dalle singole parti. Non enfatizza le relazioni tra le parti ma prende in considerazione ciascuna singola parte - APPROCCIO EVOLUTIVO = Analisi degli elementi peculiari del fenomeno e osservazione del loro evolversi e modificarsi nel corso del tempo

Sistema impresa: rappresentazione del complesso di competenze che emergono dal reticolo di relazioni ed interazioni tra le componenti della sua struttura specifica. Questo percorso ci permette di cogliere il significato di: - Dimensione strutturale  che consente di sentire l’impresa con le sue componenti fisiche a carattere tecnico, umano e finanziario che si relaziona con le entità esterne. - Dimensione sistemica  si manifesta con l’emergere del sistema dalla struttura, e consente di sentire l’impresa quale momento portante della produzione industriale. Queste due dimensioni ci consentono di approfondire il concetto di Flessibilità ed Elasticità: la prima è la capacità a carattere sistemico connessa alla disponibilità di spazi di manovra adeguati a guidare la dinamica evolutiva del sistema in un contesto caratterizzato da complessità crescente. La seconda, l’elasticità, è la capacità a carattere sistemico utilizzabile nel contesto dell’azione di governo.

ORIGINI DEL PENSIERO SISTEMICO Alcuni sostengono che l’approccio sistemico nasca, o perlomeno trovi un primo approfondimento, con l’opera di uno scienziato russo degli anni ’20 (Bogdanov) intitolata tectologia nella quale concepisce per la prima volta la realtà fenomenologia come s istema ed inoltre esegue una prima classificazione dei sistemi in base alla loro natura dividendoli in tre macroclassi:

SISTEMI ORGANIZZATI: caratterizzati dal fatto che il tutto assume valore maggiore della somma dei valori delle parti; cioè, il sistema assume valore maggiore nella sua totalità che non se le parti venissero considerate singolarmente e sommate.

DISORGANIZZATI: il tutto assume valore minore della somma delle parti; ne è un esempio l’azienda in crisi.

NEUTRI: il tutto è uguale alla somma delle parti. Regola generale vuole che organizzazione e disorganizzazione si annullano, o si compensano a vicenda

3 Un altro scienziato russo, Vernadskij, si occupò di sistemi in senso generale e studiando i sistemi biologici individua la necessità di considerare,nell’approccio allo studio del sistema,anche le relazione che esso ha con il contesto in cui è inserito. Con Vernadskij vengono così introdotti due concetti fondamentali quali: - concetto di confine di un sistema: filtro/barriera che si viene a frapporre tra tutti gli stimoli esterni che il sistema riceve e quelli che vengono poi fatti propri dal sistema. - concetto di modificazione strutturale di un sistema: anche se in questo periodo non vi è una vera e propria concezione di cosa sia la struttura e cosa sia un sistema, Vernadskij lascia comunque dedurre, attraverso la sua teoria, la definizione di cambiamento strutturale inteso come la risposta adattiva del sistema al cambiamento ambientale. Tali autori focalizzano l’attenzione proprio sulle interconnessioni studiate da altri autori successivi sino ai nostri giorni con interesse motivato dai grandi sviluppi della tecnologia, si pensi ad esempio alla globalizzazione, a internet ecc… Dallo studio delle interconnessioni originano altre teorie molto estreme come la teoria elaborata dallo studioso Renè Thom e che va sotto il nome di teoria delle catastrofi; questa teoria afferma che i fenomeni sono pervasi da processi irreversibili di cambiame nto. Lorenz invece elaborò la c.d. teoria del caos , in parte derivante dalla matematica del caos ma che trovò un risvolto pratico tra le interconnessioni dei fenomeni metereologici. Tutti questi autori contribuiscono in maniera rilevante a dare un’idea ben precisa di cosa sia un sistema ma l’autore che assume maggior rilievo per lo sviluppo dell’approccio sistemico è Von Bertalanffy (intorno agli anni ’40), il quale si pone l’obiettivo di creare una base comune per tutte le discipline scientifiche, un metodo da utilizzare in qualsiasi disciplina attraverso la formulazione di teoremi codificanti delle caratteristiche nei sistemi, attraverso quella che viene definita la teoria generale dei sistemi (General System Theory).

teoria generale dei sistemi I concetti portanti di tale teoria sono: 1) Ogni sistema fa parte di un sistema più vasto che lo comprende: la logica sistemica ci porterà sempre a parlare di sistemi compresi nell’ambito di altri sistemi. Il sistema sul quale generalmente focalizziamo l’attenzione è il sistema che si colloca a livello “L” che a sua volta è compreso in un sistema più ampio di livello “L + 1” che si definisce sovrasistema:

“L + 1” o sovraistema “L” o sistema Quando si riporterà tale logica sull’impresa, non si parlerà semplicemente di sistema L compreso in un sovrasistema L + 1, ma sarà compresa in un sovrasistema sintesi di tanti sistemi che in qualche modo comprendono l’impresa. In prima approssimazione possiamo dire che il sovrasistema L + 1 è l’ambiente. 2) Ogni sistema comprende in sé altri sistemi che in qualche modo gli appartengono: si scopre una nuova figura detta sottosistema o subsistema, che si trova collocata a livello L – 1.

L + 1 o sovrasistema “ambiente” L o sistema L – 1 o unità organizzative

Questa nuova figura individua ad esempio, reparti, aree di settore, gli attori…questo concetto può essere applicato in maniera estensiva individuando a livello L – 1 un reparto o un’unità organizzativa, e ad un ipotetico livello L – 2 ogni singolo attore. Questo modo di procedere, nell’ottica di Bertalanffy è volto a creare delle proposizioni teoriche per un linguaggio comune, ma ha delle conseguenze a livello analitico ben più importanti in quanto questa sintesi della presentazione dei vari livelli di sistema, è alla base di una delle prime scelte metodologiche che si adottano in un’analisi economica: macro LIVELLO DI ANALISI

meso

micro

4 -

-

macro: qualsiasi analisi economica si focalizza sul sistema economico nazionale, europeo o esegue l’analisi settoriale tipicamente realizzata dalle discipline dell’economia industriale (da industry = settore e non intesa come “produzione industriale” contrapposta a “produzione artigianale”). meso: o livello organizzativo + livello inter-organizzativo corrispondente al sistema “L”, effettua delle analisi focalizzate sull’impresa complessivamente considerata e inoltre si preoccupa di analizzare le relazioni tra più organizzazioni a livello “L” sia da un punto di vista competitivo che da un punto di vista collaborativo. Un tipico caso di relazioni collaborative (o cooperative) si ha nelle attività di ricerca e sviluppo mirata all’innovazione dove vengono coinvolte ad esempio, impresa farmaceutica e impresa alimentare, oppure l’impresa automobilistica e l’impresa aeronautica ecc… da precisare che i rapporti collaborativi non avvengono necessariamente tra impresa e impresa, ma possono avvenire anche tra impresa ed altre organizzazioni che imprese non sono (in collaborazione con l’università per esempio). micro: è il livello corrispondente al subsistema,o livello “L – 1”,e l’attenzione si incentra nelle relazioni intra-organizzative e quindi si ha l’analisi interna delle parti dell’organizzazione,delle funzioni,delle divisioni,ma anche l’analisi del singolo individuo che opera all’interno dell’organizzazione. Da specificare che abbiamo definito il livello inter-organizzativo come un insieme di componenti (parti e partecipanti) indirizzati verso un fine comune e la cui etichetta più generica è il termine “unità organizzativa”. Tra le varie unità organizzative è possibile usare i termini generici area, ufficio, reparto, che sono equivalenti ma non indicano qualcosa di specifico.

3) Il valore di un sistema è maggiore della somma dei valori delle singole parti. La differenza di valore che intercorre tra le singole parti e il sistema è la c.d. sinergia intrinseca e rappresenta l’essenza del sistema distinguendo un insieme di componenti da un sistema vero e proprio derivato dall’interazione di essi.

Tipi di Sistemi Aperti (e parzialmente aperti) se tra esso e l’ambiente si verificano scambi di materia-energia o di informazione; Chiusi (e parzialmente chiusi) qualora attraverso i suoi confini non avvenga alcuno scambio di materia energia o di informazione. Impresa come sistema orientato di tipo socio-tecnicoeconomico parzialmente aperto SISTEMA APERTO caratteristiche:  Trasformazione  Omeostasi  Entropia Negativa  Equifinalità  Differenziazione  Integrazione

Capacità e grado di apertura Capacità = potenzialità che il sistema ha, in ragione di una determinata dotazione strutturale, di rapportarsi con l’esterno Grado = atto volitivo dell’organo di governo che decide come modulare l’utilizzo della capacità di apertura insita nella struttura Von Bertalanffy, attraverso la teoria generale dei sistemi si sofferma molto sul concetto di apertura operando per la prima volta una distinzione molto semplice dell’interazione tra sistema e ambiente: se un sistema interagisce con l’ambiente è aperto, viceversa è chiuso. Il sistema chiuso, secondo Bertalanffy, può essere tale per natura (caratteristica intrinseca), oppure per scelta autonoma o per volontà di un sovrasistema. Questa visione di apertura o meno di un sistema verso l’ambiente, è molto semplicistica sia perchè non viene considerata la distinzione tra grado e capacità di apertura (che verrà invece puntualizzata in teorie successive a Bertalanffy), sia perché non esistono sistemi perfettamente aperti o perfettamente chiusi (in qualsiasi scienza), ma esistono sistemi parzialmente aperti o parzialmente chiusi con una apertura che varia nel tempo. Accettare la condizione che un sistema sia completamente aperto,significherebbe accettare la possibilità che il sistema cambi continuamente, significherebbe che l’interazione con l’esterno sia continua e tale interazione condizioni continuamente il sistema; nel caso delle imprese come nel caso degli individui questo non corrisponde a verità; l’individuo come l’impresa è certamente un sistema aperto al punto di non sopravvivere senza l’interazione con l’esterno, ma questo non significa che l’interazione è tale per cui non vengono controllati i flussi in entrata e in uscita; questa interazione non è tale al punto di mutare continuamente l’impresa o il sistema. Bertalanffy nelle sue teorie sostiene e specifica inoltre che non esiste un ambiente assoluto, ma solo un ambiente relativo quindi l’ambiente è un costrutto relativo che dipende dall’osservatore: l’ambiente di un sistema è l’ambiente come esso lo percepisce,e si adatta adesso adottando le misure,le strategie più consosne. Questo approccio è stato enfatizzato da teorie successive che postulano il relativismo di qualsiasi realtà; cioè secondo tali teorie non esiste una realtà oggettiva, ma solo una realtà soggettiva, dove tutto quello che si vive è frutto di una concezione che non esiste al di là del soggetto che la concepisce in tale modo. Questo per dire, più concretamente, che modificando il punto di vista si modifica la realtà osservata, e che l’insieme dei punti di vista formano sistemi diversi. L’aspetto fondamentale che viene messo in luce negli approcci sistemici successivi alle teorie di Von Bertalanffy (che ancora non opera una distinzione tra struttura e sistema), e soprattutto nell’approccio sistemico vitale, è che al più tutti possono vedere allo stesso modo la struttura.

5 Altro concetto che si affianca a questo della apertura, è quello di entropia. In ambito aziendale, l’entropia è da intendersi come la variazione costante dei collegamenti esistenti fra i vari elementi aziend ali, come tendenza alla flessibilità, alla variabilità strategica ed operativa, all’interazione costante con l’ambiente, necessaria per la sopravvivenza d’impresa Anche questo concetto è stato formalizzato da Bertalanffy, e rappresenta una misura del disordine; se il livello entropico è molto alto allora vuol dire che vi è molta disorganizzazione ed allora la sinergia intrinseca viene meno. Nei sistemi chiusi (ricordando che in questo periodo storico ci sono solo sistemi aperti e chiusi), l’entropia è destinata a crescere, e in vista di ciò il sistema è destinato a dissolversi. Nei sistemi aperti viceversa, l’entropia può crescere, ma può anche mantenersi costante o addirittura decrescere proprio in virtù del fatto che i sistemi aperti interagiscono con l’ambiente, ed è lo scambio con l’ambiente la chiave per continuare a mantenere l’ordine o a ripristinarlo. Lo scambio con l’esterno ci consente di acquisire le informazioni sui mercati di sbocco, attraverso la negoziazione, modificando la struttura pur mantenendo l’ordine. Nei SISTEMI APERTI la variazione entropica è espressa dalla formula:

dS  d i S  de S dS  var entropica complessa di S  var iazione di entropia dovuta a processiirreversibili propri del sistema de S  var dell'entropia dovuta all 'int roduzionedi materia ed inf ormazioni dall ambienteasterno Il concetto dell’omeostasi invece si definisce come la capacità di un sistema di mantenersi in uno stato di equilibrio attraverso l’adattamento. Equifinalità In un sistema circolare e autoregolantesi, ciò che si osserva allo stato attuale può essere il risultato di numerosi processi diversi, e provenire da condizioni iniziali differenti: i risultati a livello di sistema non sono predicibili conoscendo semplicemente le condizioni iniziali del sistema. Ciò che si osserva ad un dato momento può essere il risultato di numerosi processi diversi, e provenire da condizioni iniziali differenti. Dalla teoria generale dei sistemi sono derivate poi una serie di altri approcci:  Teoria dei sistemi ciberneticiil sistema risponde all’ambiente esterno anche con risposte non tangibili immediatamente  Teoria dei sistemi organiciil sistema è in grado di riprodursi e di rispondre in modo adattivo ed autonomo all’ambiente facendo leva sulle proprie risorse interne  Teoria di Mturana e Varelail loro concetto di sistema si fonda sul concetto di apertura. Esistono per essi:a) sistemi totalmente aperti dove le relazioni con l’ambiente esterno sono incondizionate e quindi non esiste il confine;b)sistemi parzialmente aperti dove le relazioni con l’ambiente esterno sono condizionati da delle barriere ossia tali sistemi sono dotati di chiusura operazionale:vengono fatti selezionati gli input positivi e scartati quelli negativi per la sopravvivenza dell’impresa. Schema Organizzativo di massima: rappresentazione di massima del ciclo input-trasformazione-output Struttura logica: rappresentazione delle componenti logiche idonee a svolgere un determinato ruolo Struttura fisica: rappresentazione delle componenti fisiche con le sottese capacità di base a carattere elementare, più o meno determinate. Schema organizzativo definito: rappresentazione della mappa di possibili relazioni e quindi di interazioni tra le componenti della struttura ampliata. Struttura ampliata: rappresentazione delle componenti fisiche e delle connessioni tra loro e con le componenti sottese dalle entità esterne. Struttura specifica: rappresentazione del set di capacità con cui il sistema affronta la sua dinamica evolutiva.

6 CAPITOLO 2 L’IMPRESA NELLA CONCEZIONE SISTEMICA - L’impresa come sistema Nel tempo il pensiero sistemico si è affermato anche negli studi sull’impresa e questo perché,rifacendosi alla definizione di sistema,è evidente che anche nell’ impresa si hanno delle componenti relazionate tra loro per il raggiungimento del fine della sopravvivenza. Al concetto di impresa si associa la qualifica di sistema per tre motivi: 1) la presenza di più componenti (sia materiali che immateriali) 2) l’interdipendenza e la comunicazione tra le componenti 3) l’attivazione delle relazioni per conseguire gli obiettivi e le finalità del ...


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