Riassunto natura umana PDF

Title Riassunto natura umana
Author Manuela Longhitano
Course Filosofia teoretica
Institution Università degli Studi di Genova
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Summary

NATURA UMANA Quasi il del dna accomuna un essere umano a uno soltanto ci separa, possibile che si siano generati 2 primati differenti? Quali mutazioni cruciali hanno riguardato solo noi? Di fronte ad un primate particolare, nato in Africa anni fa, di che tipo di naturalismo abbiamo bisogno per megli...


Description

NATURA UMANA Quasi il 99% del dna accomuna un essere umano a uno scimpanzè. L'1% soltanto ci separa, com'è possibile che si siano generati 2 primati così differenti? Quali mutazioni cruciali hanno riguardato solo noi? Di fronte ad un primate particolare, l'uomo, nato in Africa 200000 anni fa, di che tipo di naturalismo abbiamo bisogno per meglio comprendere i suoi comportamenti sociali? Su questo gli evoluzionisti si dividono, il confronto è tra 2 modelli: un Darwinismo di tipo selezionista e adattazionista, centrato sui geni; Un Darwinismo esteso più centrato sui fattori ecologici e sull'interazione fra evoluzione biologica ed avoluzionismo culturale. E' difficile credere che il gene Fox p2 basti per capire il linguaggio umano. Chomsky, prevedeva che lìevoluzione non avrebbe avuto niente di interessante da dire circa la nascita del linguaggio, troppo complesso per essere compreso attraverso un processo di trasformazione. Si scopre che l'etologia cognitiva, che alcuni animali con noi imparentati e non, non hanno una mente poco progredita come si era presuposto. Dupre: Sottolinea un atteggiamento comune oggi,a 2 concezioni di moda nel mondo scientifico: La psicologia evoluzionistica: il cui scopo è allargare i confini delle conoscenze ottenute dal Neodarwinismo alla cultura e alla vita sociale umana; Teoria della scelta naturale: il cui scopo è estendere i metodi della teoria economica classica al mondo dell'agire umano in generale. La Psicologia evoluzionistica, è una concezione che cerca di spiegare elementi e meccanismi psicologici e culturali umani, in termini di predisposizioni specie-specifiche, prodotte dalla selezione naturale. I teorici della psicologia evoluzionistica sottolineano che vi è una connesiione tra le loro ipotesi e quelle della scienza cognitiva contemporanea, nello specifico riguardo alla tesi della modularità massiva, secondo cui la mente è composta da un gran numero di moduli computazionali indipendenti, ognuno dei quali presiede a uno specifico dominio cognitivo. Duprè sostiene che la psicologia evoluzionista condivede sia il carattere ideologico sia la debolezza strutturale della sociobiologia. Alcuni evoluzionisti sono certi che una forma specifica di darwinismo spieghi qualsiasi fenomeno; Essi attibuiscono una logica darwiniana di funzionamento al sistema immunitario, al sistema nervoso e alla cangerogenesi. Il problema è che le spiegazioni dei Darwinisti, vanno al di là delle spiegazioni mediche e fisiologiche, includendo problemi che di norma sono di competenza dell scienze umane: dal senso morale all'evoluzione della cultura e delle idee. L'obiettivo del Darwinismo forte della psicologia evoluzionistica, è l'insieme di approcci culturalisti e sociologici,definiti modello standard delle scienze sociali, che si ostinano a negare la natura biologica universale e adattiva di ogni attività umana. Il Darwinismo non è più una semplice teoria scientifica, ma è diventata un'ideologia totalizzante che riduce l'uomo alla sua materialità animale. Duprè sostiene che di fronte al naturalismo ingenuo e scientificamente minimale degli ultradarwinisti, questi rischiano di vedersi confermate le loro teorie, ma non le loro conclusioni, circa la necessità di introdurre discontinuità extrabiologiche per coprendere la

natura umana. Duprè si chiede: Si può essere naturalisti in modo diverso da quello della psicologia evoluzionistica di tendenza, senza per questo cadere in una mera forma di dualismo o di culturalismo antinaturalista? Che la natura umana sia biologicamente condizionata è ritenuta da Duprè una sciocchezza. Duprè --> il suo punto di partenza è come si possono riconoscere le modalità con cui gli specifici comportamenti sociali della specie umana sono condizionati biologicamente? Egli sostiene che la scienza è plurale, perchè esplora una serie molteplicità di dimensioni della natura umana. Esistono allora dei naturalismi complementari e interdipendenti. Duprè su questa base cerca di abbattere i presupposti della psicologia evoluzionistica in voga I suoi attacchi si basano su 3 concetti: Epistemologico, valoriale ed empirico. 1. Epistemologico: La critica epistemologica pesca dalle idee di Gould, le quali trattano argomenti quasi favolistici della psicologia evoluzionistica; Il loro funzionalismo di tipo adattazionista, cade in spiegazioni talvolta finalistiche, ha il difetto di ricostruire spiegazioni evoluzionistiche, per giustificare la funzione di un comportamento; L'uso delle statistiche, dei modelli, la frequente confusione tra correlazioni e cause, i presunti moduli adattivi mentali; 2. Valoriale: Le obiezioni valoriali, riguardano i supposti condizionamenti eticopolitici, del programma di ricerca sociobiologica e poi psicologico evoluzionistico: la sottovalutazione della diversità dei comportamenti umani, a favore di universali psicologici transculturali, definiti in modo troppo arbitrario e classificati apriori, come adattamenti per selezione naturale; La tendenza ad associare la norma alla natura, L'abitudine ad assecondare sterotipi culturali, circa i comportamenti sessuali. Se la psicologia evoluzionistica, avesse basi solide e riuscisse ad apportare conoscenza, allora dovremmo accettarla per forza. Duprè tende tuttavia a drammatizzare gli effetti politici di certe ricerche. Duprè sostiene che dalla psicologia evoluzionistica emerge una cattiva idea di scienza, e ciò è dovuto non agli scienziati stessi, ma agli adepti che la utilizzano come chiave universale per evitare deviazioni dal loro stereotipato darwinismo. 3. Empirico: L'aspetto empirico, è la chiave che risolve i problemi inerenti all'interpretazione politica di un modello evoluzionistico; ciò che conta è che aggiunga nuove conoscenze sulle ragioni e sulle origini dei comportamenti umani. Duprè analizza quelle che gli evoluzionisti considerano prove, ma che in effetti si tratta di luoghi comuni, che di certo scoperte non sono. Le loro ricostruzioni evoluzionistiche, non tengono conto della differenza fra l'origine storica di un tratto e la sua funzione attuale. Danno poca importanza alle variabili introdotte dalle diversità culturali e dai condizionamenti sociali, preferendo forme di determinismo genetico associato a moduli mentali universali. Le storie adattive che ne risultano, finiscono spesso per considerare il presente come l'unico esito necessario della storia. L'abitudine della Psicologia Evoluzionista è il suo ricorso all'ingegneria inversa, per spiegare l'architettura evoluta della mente umana. Il metodo, consiste nell'immaginare i problemi adattivi che i nostri antenati paleolitici, avrebbero incontrato nel loro ambiente, e nel dedurre di conseguenza gli adattamenti psicologici che si sarebbero evoluti per risolverli. ES.Il nostro sistema immunitario si adatta e si modifica in continuazione, sui tempi dell'evoluzione biologica della specie e sui tempi dello sviluppo individuale nel corso della vit

Non si comprende perchè la mente umana debba essere considerata un sistema biologico non in continuo adattamento, ma al contrario imprigionato in un ambiente adattivo. Non vi sono motivi validi per credere che un tratto adattivo si sia formato tra il Paleolitico e il Neolitico, e non prima. La psicologia evoluzionistica, considerando significativi solo i tratti frutto di un adattamento per selezione naturale,ritenendo gli adattamenti prodotti finiti dell'evoluzione e non come stadi di una trasformazione in corso, finisce così per contraddire le teoria evoluzionistica stessa, che non è una spiegazione di prodotti, ma di cambiamenti. Duprè evidenzia l'esistenza di diversi tipi di realtà naturale, indipendenti e comunicanti. Il naturalismo di Duprè, si basa sul rifiuto dei concetti supposti dalla filosofia contemporanea, che si rifà alla scienza. Duprè è convinto che tutte le entità presenti in natura abbiano una base fisica, tuttavia ciò non significa che la fisica possa spiegarne tutte le proprietà. Le forme di spiegazione della realtà sono, a suo giudizio plurali e nessuna ha priorità sulle altre. L'idea di Duprè, è che una corretta visione metafisica di tipo pluralistico, può metterci sulla buona strada per risolvere questo problema. L'errore dice, nelle concezioni tradizionali, è il voler inserire le nostre le nostre azioni in una prospettiva di causalità nomologica, che reggerebbe i nessi tra tutti gli eventi naturali. Per Duprè non vi sono ragioni per pensare che la causalità sia ubiqua e nemmeno per affermare che esistono leggi di natura universali e assolute. Duprè si basa su ciò che realmente le scienze ci dicono: Le leggi naturali valgono soltanto per ambiti delimitati. Non c'è ragione di credere che le azioni umane siano parte di una rete causale universale, che renderebbe la nostra idea di autonomia umana, illusoria. Duprè difende 2 tesi nel dibattito sul libero arbitrio: Che gli esseri umani non sono schiavi della causalità esogena, ma al contrario detengono poteri causali, e che la libertà umana può essere compresa soltanto considerando i contesti sociali in cui noi esercitiamo la nostra capacità di agire responsabilmente. Quindi, il pluralismo può aiutarci ad affrontare il problema del libero arbitrio. Duprè: Le speranze di successo nello studio dei fenomeni specificamente umani, si basano su un approccio più contestuale ai processi di cambiamento. Il punto centrale sta nel capire in che modo, la teoria dell'evoluzione debba abbracciare le nuove conoscenze emerse in diversi campi delle scienze naturali: se rafforzando la logica Darwiniana stretta, oppure ampliando i fattori e i pattern evolutivi a partire dal centro Darwiniano originario. Duprè, tende a questa seconda corrente di pensiero, ma aggiunge un'ipotesi che fa da filo conduttore per il futuro: nel momento in cui i modelli evoluzionistici iniziano a penetrare la mente umana, forse è proprio di un Darwinismo pluralista che abbiamo bisogno. Nello scientismo rientra anche l'idea che a qualsiasi domanda per la quale esiste una risposta è meglio che risponda la scienza.Il tema di questo libro,è l'effetto di questo tipo di scientismo sui tentativi di comprendere la natura umana e il comportamento umano attraverso cui si esplica. Un approccio sbagliato alla comprensione del comportamento umano, è molto pericoloso. Oggi si parla solo di geni, ma ad interessare di più i giornalisti. Sono quelli che determinano l'aggressività, l'alcolismo, l'omosessualità, gli stupri e così via. Tutti quei geni che secondo alcuni spiegherebbero in modo certo i vari comportamenti uman I sociobiologi, oggi chiamati psicologi evoluzionisti, ci intrattengono oggi con storie relative ai tratti che all'età della pietra avrebbero avuto una funzione riproduttiva. L'economia, si basa sulle coseguenze degli sforzi di ogni individuo per massimizzare il

proprio interesse personale. Essa descrive gli interessi delle persone, nei termini dei loro particolari gusti, ma non si preoccupa di capire come nascono questi gusti. Di solito sono considerati endogeni. Modello metodologico relativamente innocuo, in quanto risulta facile considererare che i gusti siano endogeni, nel senso che sono generati dalle caratteristiche intrinseche della persona che li possiede. Si tende a pensare che i gusti delle persone siano in gran parte determinati dalla loro cultura, dalla loro famiglia ecc. Gli economisti, danno per scontato che soddisfare i gusti della gente sia una buona cosa, da cui deriva la sciocca pretesa di descrivere la pubblicità come semplice informazione, senza tener conto che dei processi che contribuiscono a determinare quello che la gente vuole.Si può immaginare che i gusti sessuali, per la cultura, e altro ancora, siano prodotti da particolari geni, che devono la loro presenza nelle popolazioni umane moderne ai vantaggi che conferivano ai nostri lontani antenati. Questi aspetti della biologia e dell'economia, sono collegati tra loro. I biologi ci diranno quello che le persone voghiono, e gli economisti si diranno come agiranno per assicurarsene in quantità. La discussione di queste teorie è lo scopo centrale del libro. La cattiva scienza, quando è applicata alla natura o alla società, rischia sempre di generare una cattiva pratica. E se c'è un buon motivo per diffidare di una scienza ambigua è proprio perchè avalla polipiche sociali dannose. Duprè sostiene che la scienza così coemè concepita, è limitata nel dare una risposta alle domande più importanti che ci poniamo, di rispondere alle domande sulla natura e sulle cause del comportamento umano. La mia tesi è di tipo pluralistico, un approccio che attinge sia dalla conoscenza empirica delle scienza prospettiva, sia alla saggezza e alla comprensione della natura umana che si possono derivare da studi più umanistici. Questa prospettiva nasce da Cartesio, ma attualmente a dominare invece è il materialismo monistico. Oggi i filosofi si fanno chiamare fisicalisti, e sostengono che la visione definitiva dei costituenti ultimi dell'universo sia, tutta la verità sul mondo. Questa tesi viene definita principio della completezza della fisica. La verità sulla materia fisica, è a mio avviso, lontana dall'essere la verità su tutto. I fisicalisti pressuppongono che la verità della dottrina sulla composizione fisica della realtà influisca profondamente sulla nostra conoscenza del mondo. Questi filosofi affermavano che l'unica verità definitiva sul mondo era quella ricavabile dalla fisica. Sostenevano che era possibile dimostrare che la conoscenza scientifica di fenomeni più ampi e complessi poteva essere derivata da quella dei fenomeni decritti dalla fisica. Questo era il riduzionismo fisicalista classico. La chimica sarebbe derivata dalla fisica, la biologia molecolare dalla chimica e così via. Si inizia a credere che non è possibile derivare i fatti biologici realtivi agli organismi da quelli realtivi alle molecole, che non esistono molte possibilità di derivare buona parte della chimica dalla fisica. Pur continuando a sostenere che la verità sul mondo, si basa sulla fisica, ciò non toglie che parte di questa verità resta inaccessibile. Churchland: E' impossibile correlare buona parte di quello che attualmente sappiamo sui fenomeni mentali con quello che sappiamo sul cervello, non dovremmo più parlare di mentale ma di neurale. Una tesi più plausibile è la sostituzione. Le cose che diciamo sui fenomeni mentali e chimici o biologici, non vanno prese troppo sul serio, come si è portati a fare; Quindi dvremmo trattare la psicologia in modo strumentale e non realistico. Se esiste una serie di leggi fisiche e una serie di fatti sulle proprietà delle

particelle fisiche tali che una volta stabilite quelle è stabilito tutto, allora questo evidenzia che se le scienze non fisiche, se non discendono da essa non possono nessere vere, se invece discendono da essa, allora sono riducibili. Il concetto che sta alla base del riduzionismo, continua a esercitare un influsso profondo sulla scienza. Ancora comune il fatto che pensare che una spiegazione veramente scientifica debba essere per forza meccanicistica. Il meccanicismo, ha dimostrato di saper spiegare come funzionano le cose, ma quando si cerca di spingerlo oltre, per trasformarlo in una visione metafisica, diventa un disastro. Noi vogliamo sapere come funzionano le cose, cosa fanno e perchè, e la risposta a tutto ciò, si trova esaminando il contesto in cui esse si collocano e le loro interazioni con le altre cose. La teoria basata sulla convinzione che lo sviluppo di un organismo non sarebbe altro che la realizzazione di un programma in qualche modo già scritto nel Dna è una conseguenza a cui può portare il meccanicismo. La psicologia evoluzionistica, estende questo errore alla sfera del cervello umano. Il cervello umano si sviluppa in parte in risposta a un gran numero di stimoli ambientali, e sebbene gli psicologi evoluzionisti non lo negano, cercano di sminuirme l'importanza. L'obiettivo di questo libro invece è di affermare l'importanza di queste interazioni. Le capacità che possiedono dipendono da fatti che riguardano il loro contesto sociale. Nel rapporto tra individuo e la società troviamo la base dell'autonomia individale umana. Il centro della mia critica, è che la scienza è una fonte credibile di conoscenza ma solo se è empirica, e non abbiamo prove concrete della completezza della fisica. I metodi e le teorie della fisica sono utili, per studiare la chimica, ma non sono utili quando la chimica sconfina nella biologia molecolare. L'obiezione più comune è che l'impossibilità della spiegazione riduzionista, sia semplicemente pratica. Altra reazione comune, è il suggerire che il riduzionismo sia sbagliato come obiettivo pratico, ma in fondo coem ideale regolativo della scienza. Su questa base allora la scienza dovrebbe cercare di spiegare i fenomeni in termini di proprietà e di comportamento dei costituenti di livello inferiore. Qualsiasi spiegazione deve basarsi su caratteristiche sia interne che del contesto. Le proprietà intrinseche delle cose, influiranno sul loro comporatamento in modo diverso a seconda dei contesti. In effetti la scienza sottolinea più l'intrinseco che il contestuale. Dato che in genere le caratteristiche intrinseche, sono più stabili di quelle contestuali, i modelli che si basano sulle prime sono più avvantaggiati. Nella scienza, hanno importanza le esemplificazioni concrete di modelli, che sono di 2 tipi: 1. Esistono gli artefatti e le macchine, progettati per comportarsi in modo da evitare qualsiasi interferenza con il comportamento previsto. Bisogna fare attenzione evitando i fattori non previsti al momentodell'esperimento. Un esperimento non riesce mai al 1° tentativo e ci vuole intuito per capire quali siano i fattori che interferiscono sulla sua riuscita e come possano essere eliminati. Si presuppone che la scienza, sia in grado di rivelare le proprietà dei fenomeni naturali e di farci comprendere e prevedere il loro comportamento. Il mondo non è fatto di macchine, quindi il problema nello stabilire i limiti della scienza, è capire fino a che punto si avvicinano al meccanicismo. Gli scienziati che studiano gli essere umani, sostengono di lavorare costruendo modelli. Un modello prende in considrazione il modo in cui un' insieme di fattori interagirà partendo dal presupposto che non esistano altri fattori rilevanti; quindi se

ne esistono, il modello corrisponderà poco alla realtà. A volte, produrre modelli complessi non garantisce maggiore affidabilità. Ciò implica che i sistemi che cerchiamo di riprodurre siano simili a macchine, 2 obiezioni: 1^ obiezione è collegata al problema filosofico del determinismo, essa presuppone che un insieme di cause debba interagire in modo totalmente deterministico. Il paradigma + semplice di questa sommatoria di cause è la legge di composizione delle forz Essa ci permette di determinare il movimento di un oggetto, cosa farà quando sarà sottoposto a una certa forza di gravità. Che esista sempre un modo per combinare un insieme di fattori causali, per ottenere un certo esito, è un'ipotesi del determinismo. L'unico base plausibile per questa tesi, è la teoria secondo cui esistono solo cause fisiche. 2^ obiezione è collegata alle macchine, al fatto che sono concepite in termini di interazione tra le proprietà intrinseche delle parti che le costituiscono. Le macchine sono progettate per reagire a caratteristiche specifiche di un certo ambiente. I modelli scientifici, sono sistemi che si evolvono in modo dinamico e in cui l'ambiente e il sistema scelti per la costruzione dei modelli si sviluppano attraverso modalità interconnesse. Qualcuno sostiene che i modelli non rappresentino la realtà. Essi ci rivelano soltanto un aspetto di essa, solo una parte delle cose che succedono. Molti modelli economici non corrispondono alla realtà, il loro compito è soltanto quello di aprire un varco sulla realtà mostrandocene una parte coerente. La supposizione che un modello parziale debba essere rifinito per poter arrivare ad un modello adeguato empiricamente, è privo di fondamento. Il difetto principale del riduzionismo, e che ha conseguenze pratiche sul tipo di progetti scientifici, che dovrebbero essere presi in considerazione, essi infatti sono spesso problematici e basati su fattori interni piuttosto che su quelli contestuali. Casi più preoccupanti li troviamo nelle scienze mediche, esmpio: i tanti milioni di bambini americani che soffrono della sindrome da deficit...


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