Riassunto \"Geografia umana. Cultura, società, spazio\", Fouberg PDF

Title Riassunto \"Geografia umana. Cultura, società, spazio\", Fouberg
Course Geografia
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Riassunto del manuale di Geografia umana di Fouberg, utile alla preparazione dell'esame di Geografia...


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Geografia umana: cultura società spazio Capitolo 1: introduzione alla geografia umana Visitando il Kenya, in Africa orientale, si può notare che quasi tutti i campi agricoli siano coltivati a caffè o a tè. Viene da chiedersi come mai, in una società in cui la maggior parte della popolazione è composta da affamati, il Kenya non coltivi piante alimentare. Questo è uno dei fenomeni più evidenti della globalizzazione. I consumi alimentari sono attualmente distribuiti in modo diseguale. Le cause principali della malnutrizione sono la povertà, l’inadeguatezza dei sistemi di produzione del cibo e le pratiche culturali che favoriscono gli uomini rispetto alle donne e ai bambini. Dove il cibo non raggiunge gli indigenti il suo prezzo diviene proibitivo. In Kenya la fame dipende essenzialmente da ciò che il Paese produce, da chi possiede le terre e da come il Paese s’inserisce nell’economia globale. Il Paese aveva bisogno di reddito dall’estero e, oltre il turismo, l’esportazione di caffè e tè era il mezzo principale per procurarselo. Le terre arabili costituiscono solo il 4% della Norvegia e più del 70% del Bangladesh, ma nonostante questa disparità la Norvegia è ricca e la sua popolazione è ben nutrita; i Norvegesi sono in grado di ovviare una inadeguata produzione alimentare importando cibo, mentre gli abitanti del Bangladesh, a causa della stagione dei monsoni subiscono inondazioni che rendono la sopravvivenza un problema quotidiano. Se un Paese povero ha soltanto una piccola percentuale di terre coltivabili, la sua popolazione non è necessariamente destinata alla malnutrizione. Per esempio, soltanto l’8% delle terre del Kenya è arabile ma sono alcune delle terre più produttive al mondo. La risoluzione dei principali problemi mondiali, quale la fame e l’AIDS, è complicata dal fatto che ogni soluzione è limitata a una determinata area, ma si ramifica attraverso le regioni, i Paesi e il mondo intero. 1.Che cos’è la geografia umana? I geografi umani studiano le persone e i luoghi. La geografia umana si concentra su come gli esseri umani costruiscano i luoghi, come organizzino lo spazio e la società, come interagiscano nello spazio e come comprendano se stessi e gli altri in relazione ai territori, alle regioni e al mondo. I progressi nelle tecnologie della comunicazione e dei trasporti fanno aumentare la connessione tra luoghi e persone ma anche diminuire aspetti della cultura popolare, quali moda e architettura, i quali si stanno omologando rapidamente. Tuttavia, nei circa 200 Paesi di cui è costituito il mondo, continuano a sopravvivere molte religioni e lingue, comprese tante tipologie d’insediamenti: scopo della geografia umana è comprendere e spiegare tali differenze. In sintesi, studia le relazioni fra gli esseri umani e il Pianeta. Globalizzazione: insieme di processi che aumentano le interazioni, approfondiscono le relazioni ed esaltano l’interdipendenza, a prescindere dai confini dei Paesi, s’intendono anche gli esiti di tali processi, distribuiti in modo diseguale sul Pianeta. Il nostro Pianeta è un insieme di elementi in reciproca connessione che hanno una loro identità se presi singolarmente. Sistema di relazioni: per illustrare la molteplicità delle relazioni, lo scrittore Carlo Emilio Gadda si servì dell’esempio della scacchiera nella quali “i pezzi non giocati risentono della nuova situazione.” Secondo alcuni la comprensione della globalizzazione ha importanza notevole per la comprensione della società contemporanea, secondo altri, invece, essa è eccessivamente propagandata. 2.Che cosa sono le domande geografiche? • Geografia: studio del tra uomo e pianeta; o Geografia umana: studio dei fenomeni umani che si svolgono sulla Terra o Geografia fisica: studio dei fenomeni fisici che vi si svolgono • ecologia: studio del rapporto tra gli esseri viventi e il pianeta. Il geografo Marvin Mikesell ha definito la geografia come “il perché del dove”. Quasi tutti i geografi, umani o fisici, sono interessati della distribuzione di luoghi e fenomeni, ossia al modo in cui essi sono distribuiti, organizzati e disposti sulla Terra e al modo in cui si presentano sul paesaggio. La rappresentazione cartografica della distribuzione di un fenomeno è il primo passo per la sua comprensione. LE CARTE AL TEMPO DELLE PANDEMIE DI COLERA

Nella geografia medica la rappresentazione cartografica della distribuzione di una malattia è il primo passo verso la determinazione delle sue cause. John Snow (1835-1858), considerato tra i pionieri dell’anestesia, dell’igiene e dell’epidemologia, durante la pandemia di colera del 1842 in Inghilterra, e specialmente a Soho, un quartiere di Londra, Snow disegnò una pianta segnando con una P tutte le pompe alle quali le persone attingevano per usi domastici e con un punto la residenza di ogni persona morta di colera. Da questa rappresentazione, il medico notà che un numero particolarmente elevato di decessi si concentrata attorno alla pompa dell’acqua in Broad Street. Le autorità cittadine, allora, impedirono alla cittadinanza di attingervi. Il risultato fu drastico: il numero di nuovi casi di colera si ridusse presto a zero. Fu così confermata l’ipotesi di Snow sul ruolo dell’acqua nella diffusione del colera.

Tuttavia, la malattia non è stata debellata completamente. Snow ottenne una vittoria con il ragionamento geografico, ma la lotta contro la malattia non è ancora vinta. LA PROSPETTIVA SPAZIALE

I geografi usano una prospettiva spaziale per studiare un’ampia varietà di fenomeni che variano dalle elezioni politiche e dalle baraccopoli urbane ai quartieri gay e alla musica folk. Per riunire le molte branche della geografia umana, nel 1980 quattro grandi organizzazioni geografiche statunitensi si sono riunite e hanno creato il Geography Educational National Implementation Project (GENIP). Il risultato sono stati i cinque temi della geografia, dedotti dalla prospettiva spaziale: Localizzazione: come la posizione geografica di persone e cose sulla superficie terrestre influenzi ciò che accade. • Interazioni uomo-ambiente: la relazione reciproca tra esseri umani e ambienti. • Regione: i fenomeni non sono distribuiti uniformemente sulla superficie terrestre, gli elementi geografici tendono a concentrarsi in particolari arre che chiamiamo regioni. • Luogo: tutti quelli presenti sulla superficie terrestre hanno caratteristiche umane e fisiche peculiari e uno degli scopi della geografia è studiare i loro caratteri e significati specifici. • Movimento: mobilità di persone, beni e idee sulla superficie terrestre. Le interazioni plasmano la geografia umana e comprendere come avvengano è un aspetto importante per interpretare lo spazio geografico. Oltre a questi cinque temi, il paesaggio è un elemento centrale della geografia. Esso designa il carattere materiale di un luogo, il complesso di elementi naturali, le strutture umane e altri oggetti tangibili che conferiscono a un territorio una particolare forma. I geografi umani sono particolarmente interessati al paesaggio culturale, l’impronta visibile dell’attività umana sul paesaggio. Ogni paesaggio culturale reca strati di impronte prodotte da secoli di attività umana. Un esempio è la città di Dar es Salaam, la più grande città della Tanzania, che ha conosciuto quattro stadi di predominio culturale in meno di un secolo ( dominio arabo, colonizzazione tedesca, amministrazione britannica, nuova popolazione indiana) e ciascuno stadio rimane impresso nel paesaggio culturale. 3.Perchè i geografi usano le carte e cosa dicono le carte? Le carte sono uno strumento geografico incredibilmente potente e la cartografia è antica quanto la geografia stessa. Le carte sono usate per innumerevoli scopi. L’utilizzo di un sistema di coordinate permette di rappresentare su una carta le posizioni assolute. Il sistema di posizionamento globale (GPS) permette di localizzare con straordinaria precisione gli elementi sulla superficie terrestre, si tratta di una costellazione di satelliti radio-emittenti geostazionari su orbite terrestri schierata dal Dipartimento della difesa degli Stati Uniti. Posizione relativa: descrive l’ubicazione di un luogo rispetto ad altri elementi umani o fisici. Le posizioni assolute non variano mentre le posizioni relative sono modificate continuamente e variano nel corso del tempo. •

LE RAPPRESENTAZIONI MENTALI

Carte mentali: rappresentazioni mentali dei luoghi nei quali siamo stati o dei quali abbiamo sentito parlare. I geografi che studiano il comportamento ambientale umano hanno condotto ampie ricerche sull’argomento. I primi uomini, che erano nomadi, avevano carte mentali estremamente accurate di luoghi e territori dove cercare cibo e riparo. Le carte menali rispecchiano lo spazio di attività di un individuo ( se sappiamo che il cinema è vicino ad una scuola in cui non siamo mai stati, ricorderemo la scuola ma non i suoi particolari), variando sensibilmente da uomo (preferiscono affidarsi a percorsi), donna (tendono a utilizzare punti di riferimento), persone non vedenti ecc. LA GENERALIZZAZIONE NELLE CARTE

tutte le carte sono una rappresentazione semplificata. Quando rappresentano cartograficamente i dati i cartografi generalizzano le informazioni. Per esempio, la carta delle precipitazioni mondiali è una generalizzazione delle precipitazioni medie annue sulla Terra. IL TELERILEVAMENTO E I GIS

I geografi monitorano la superficie terrestre da grande distanza mediante il telerilevamento, che si basa su dispositivi tecnologici lontani dal luogo studiato. I dati tele rilevati sono raccolti da satelliti e aeromobili ed elaborati in tempo reale. Il GIS è un software che permette di accumulare, immagazzinare, recuperare, trasformare e visualizzare dati spaziali per una vasta serie di scopi ( in italiano è SIT: Sistema Informativo Territoriale) e con questo nome s’intende anche il file generato. I GIS servono per confrontare un’ampia varietà di dati spaziali creando rappresentazioni digitalizzate dell’ambiente, combinando strati di dati spaziali, creando carte in cui sono sovrapposti strati e processi. Esso è applicabile a innumerevoli campi. Taccuino di viaggio dell’ospite: Korine N. Kolivras, Virginia Tech La diffusione delle malattie trasmesse da vettori quali la zanzara Aedes che trasmettono la dengue non è dovuta unicamente a fattori ambientali. Si può utilizzare l’ecologia delle malattie per comprendere come fattori ambientali, sociali e culturali interagiscano della diffusione di una malattia. Combinando il lavoro sul campo con la

modellizzazione GIS si può studiare l’habitat della zanzara ed i fattori che hanno stimolato l’improvvisa comparsa di dengue in queste zone. Con la creazione di un modello GIS dell’habitat delle zanzare partendo non solo dalle precipitazioni totali delle Hawaii, anche le variazioni stagionali delle precipitazioni e della temperatura, si è riuscito a spiegare dove essa riesca a riprodursi. Il modello GIS così costruito può essere successivamente modificato dai funzionari pubblici delle Hawaii per rispecchiare le variazioni annuali delle precipitazioni e della temperatura o per inserire nuovi strati di dati ambientali, sociali e culturali. I funzionari riusciranno a prevedere meglio le localizzazioni delle comparse di dengue e potranno concentrare i loro sforzi per combattere la diffusione della malattia.

4.Perchè ai geografi interessa la scala? I geografi studiano i luoghi e i modelli su un’ampia gamma di scale: locale, regionale, nazionale e planetaria. Questo termine racchiude due significati: • Rapporto tra la distanza su una carta e la corrispondente distanza reale sulla superficie terrestre; • L’estensione territoriale di qualcosa. La scala su cui si studia un fenomeno dice quale livello di dettaglio ci si attende di vedere. Ad esempio, quando si studia la distribuzione della ricchezza sul planisfero si vede che alcuni Paesi sono ricchi ed altri sono più poveri; ciò, però, non significa che nei determinati Paesi siano tutti ricchi o tutti poveri. Se, invece, si passa ad analizzare una scala maggiore, con i dati per gli Stati Uniti, si può notare che le regioni più ricche si trovano sulle coste e quelle più povere siano situate all’interno. Cambiando di nuovo scala e passando a quella di una singola città, per esempio Washington D.C., si può osservare che le periferie nelle zone occidentale, nordoccidentale e sudoccidentale delle città hanno livelli di reddito più alti, mentre nelle periferie delle zone orientale e sudorientale i livelli di reddito sono inferiori. Dato che il livello di dettaglio e i modelli cambiano al variare della scala, i geografi devono essere attenti alla scala di analisi e diffidare di chi formuli generalizzazioni riguardanti una popolazione o un territorio basandosi su una particolare scala senza considerare altre scale di analisi. L’utilizzo di diverse scale permette ai geografi di superare i singoli fenomeni per capire come i processi visibili su differenti scale si influenzino reciprocamente. LE REGIONI

I geografi dividono spesso il mondo in regioni a scopo di analisi. In geografia una regione è un’area con caratteristiche simili. Per identificare e delimitare le regioni dobbiamo stabilire i criteri per definirle; tali criteri possono essere fisici, culturali, funzionali o percettivi. • Regione formale: caratterizzata dall’omogeneità in uno o più criteri o fenomeni; o Regione fisica formale: si basa su un criterio geografico fisico condiviso, come la regione carsica della Cina; o Regione culturale formale: le persone condividono uno o più tratti culturali. Per esempio, la regione europea nella quale si parla in prevalenza francese può essere definita francofona. Quando si varia la scala di analisi, la regione formale varia. • Regione funzionale: definita da un particolare insieme di attività o di rapporti al suo interno. I luoghi che fanno pare della stessa regione funzionale interagiscono tra loro; esse hanno uno scopo politico, sociale o economico condiviso. L’intera area urbana, definita dai movimenti delle persone verso di essa e all’interno di essa, è una regione funzionale. Esse non sono necessariamente omogenee a livello culturale. la città di Chicago è una regione funzionale e la città stessa fa parte di centinaia di regioni funzionali, dallo stato dell’Illinois al settimo distretto delle riserve federali. • Regione percettiva: costrutti mentali che le persone creano per comprendere più facilmente la natura e la distribuzione dei fenomeni nella geografia umana. Esse possono includere le persone con i loro tratti culturali, i luoghi e i loro caratteri fisici, gli ambienti costruiti dall’uomo. Taccuino di viaggio dell’ospite: Jonathan Leib, Florida State University In un quartiere in prevalenza afroamericano di Montgomery, Alabama, l’incrocio delle strade Jeff Davis e Rosa Parks simboleggia i dibattiti e le dispute nel Sud americano su come debba essere commemorato il passato nel paesaggio. Due eventi fondamentali per la regione sono stati la Guerra di secessione e il movimento per i diritti civili. La maggior parte della ricerca esamina come i Bianchi e gli Afroamericani rappresentino queste due diverse epoche eroiche all’interno degli spazi pubblici della regione. LE REGIONI PERCETTIVE NEGLI STATI UNITI

Il geografo statunitense Wilbur Zelinsky ha intrapreso il compito di definire e delimitare le regioni percettive degli Stati Uniti e del Canada meridionale. In un articolo ha identificato dodici regioni percettive principali su una serie di

carte. Esaminando la carta si nota come alcune regioni in certi punti si sovrappongono. La definizione e la delimitazione delle regioni percettive possono essere affrontate in vari modi: • Intervistare persone residenti all’interno e all’esterno di una regione sulla propria casa e sul proprio ambiente culturale; • Analizzare gli elenchi telefonici di più aree metropolitane negli Stati Uniti e del Canada notando la frequenza con cui vari tipi d’imprese usavano termini regionali come denominazioni negli elenchi telefonici (metodo usato da Zelinsky); oggi il Sud è così sfaccettato, diverso, vigoroso e collegato al resto degli Stati Uniti che la sua identità regionale è molto più complessa di quanto suggeriscano le immagini tradizionali. Le regioni percettive non sono statiche: l’immagine del Sud degli Stati Uniti sta cambiando rapidamente e la sua percezione come regione cambierà nel corso del tempo. Le regioni, siano esse formali, funzionali o percettive, sono modi di organizzazione geografica degli esseri umani; sono una forma di classificazione spaziale, un mezzo per gestire grandi quantità d’informazioni per poterle comprendere. LA CULTURA

Il termine cultura designa non soltanto la musica, la letteratura e le arti di una società, ma ance tutti gli altri elementi costitutivi del suo modo di vivere. Il termine cultura è onnicomprensivo e identifica non solo un intero stile di vita tangibile dalle persone, ma anche valori e credenze. • Edward Adamson Hoebel (1906-1993) alla comunicazione e all’apprendimento ha anticipato la concezione attuale della cultura come un sistema di significati, non semplicemente come un insieme di atti, consuetudini o prodotti materiali. • Clifford James Gertz propone la concezione secondo cui ai geografi umani interessano non soltanto i differenti modelli e paesaggi associati a differenti gruppi culturali ma anche i modi in cui le culture influenzano sia la creazione sia il significato di quei modelli e paesaggi. Tratto culturale: singolo attributo di una cultura. Essi non sono necessariamente confinati a una cultura. Un particolare tratto può essere comune a diverse culture, ma ciascuna cultura sarà costituita da una combinazione distinta di tratti culturali nota come complesso culturale. Una fucina culturale è un’area in cui i tratti culturali si sviluppano e da cui si diffondono altre aree. Un tratto culturale proveniente da molte fucine culturali che si sono sviluppate indipendentemente l’una dall’altra si definisce invenzione indipendente. LA CONNESSIONE MEDIANTE LA DIFFUSIONE

La diffusione avviene attraverso il movimento di persone, beni o idee nello spazio. Il processo di diffusione di un’idea o di un’innovazione della fucina ad altri luoghi è noto come diffusione culturale. Il geografo Carlo Ortwin Sauer concentrò l’attenzione su questo processo, definendo le antiche fucine dell’agricoltura e ricostruì la diffusione delle pratiche agricole. Nel 1970 il geografo svedese Torsten Hagerstrand (1916-2004) sviluppò l’opera di Sauer pubblicando ricerche pionieristiche sul ruolo del tempo nel processo di diffusione: tali ricerche hanno rivelato quanto il tempo influenzi non solo la distanza, ma anche il comportamento degli individui e la diffusione di persone e idee. La diffusione di un tratto culturale dipende dal tempo e dalla distanza della fucina. Quanto più un luogo è lontano dalla fucina, tanto meno è probabile che un’innovazione sia adottata. Analogamente, l’accettazione di un’innovazione è tanto meno probabile quanto maggiore è il tempo che impiega per raggiungere i suoi potenziali adottanti. Anche le barriere culturali possono operare contro la diffusione: certe innovazioni non sono accettabili in alcune culture a causa di atteggiamenti prevalenti o tabù. LA DIFFUSIONE PER ESPANSIONE

I geografi classificano i processi di diffusione in due categorie principali: • Diffusione per espansione: innovazione o idea si sviluppano in una fucina e vi rimangono radicate pur diffondendosi anche verso l’esterno; per esempio, la religione islamica si diffuse dalla sua fucina (la penisola Arabica) all’Egitto e all’Africa orientale, all’Asia sudoccidentale e all’Africa occidentale. La diffusione per espansione avviene sotto varie forme: o Contagio: in cui sono influenzati quasi tutti gli individui e i luoghi adiacenti; o Diffusione gerarchica: il principale canale è costituito da un segmento d’individui suscettibili a ciò che viene diffuso. o Diffusione per stimolo: non tutte le idee sono adottate facilmente e direttamente dalla popolazione ricevente. Per esempio, la diffusione dei cibi di massa nella seconda metà del ventesimo secolo, spinta da rivenditori multinazionali, ha determinato l’introduzione degli hamburger in India. Siccome la carne bovina è proibita dall’induismo, i rivenditori cominciarono a vender...


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