Riassunto Primavere arabe PDF

Title Riassunto Primavere arabe
Course Relazioni internazionali
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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riassunto libro La primavera araba...


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TUNISIA La rivoluzione Tunisina ha dato inizio alla primavera araba. Il personaggio chiave della storia Tunisina è Habib Bourgiba che governò il paese per 30 anni. Nel 1956 la Tunisia ottenne l’indipendenza e un anno dopo egli proclamò la Repubblica e ne assunse la carica di presidente. Bourgiba convinto di cambiare il paese adottò un’economia di stampo socialista, come stavano facendo molti paesi arabi negli anni ’60. Negli anni ’80 ci fu una forte crisi generale e Bourgiba aveva bisogno di un uomo forte al suo fianco, su così che divenne primo ministro Ben Ali. Egli, con le dinamiche di un colpo di stato, assunse la carica di presidente nel 1987. Si mostrò come il salvatore della Tunisia intenzionato a ripristinare i principi democratici ma ciò che fu era l’opposto. Instaurò un stato poliziesco, fece filtrare l’informazione attraverso le agenzie di stato e fece entrare in Parlamento pochissimi deputati dell’opposizione per dare una parvenza di pluralismo. Dagli anni ’90 la Tunisia incomincia cominciò a violare i diritti umani. Quello che viene definito come miracolo Tunisino è in realtà una delle cause della primavera Araba. Ben Ali aveva messo in atto una serie di riforme economiche che arricchirono il paese ma fu incapace di promuovere la democrazia, che sarebbe dovuta andare di pari passo con lo sviluppo economico. A partire dal 2000 si verificarono diverse manifestazioni ma la goccia che fece traboccare il vaso fu il gesto di Mohammed Bouazizi, studente tunisino che si immolò davanti al palazzo della prefettura nel dicembre 2010. Le manifestazioni portarono alla fuga di Ben Ali nel gennaio 2011 e all’elezione del primo ministro Essebsi. EGITTO L’Egitto ha sempre rappresentato un punto di riferimento non sono per il mondo arabo ma anche un punto d’appoggio per l’egemonia Americana. L’Egitto a differenza degli altri paesi Arabi ebbe un processo di modernizzazione avanzato nel 1800. Allo stesso tempo però si era indebitato con GB e Francia, che sfruttarono il pretesto per ottenere il protettorato sul paese. Nel 1922 il paese ottenne l’indipendenza sotto la guida del re Fuad e il figlio Faruk. Nel frattempo nel paese andavano nascendo nuovi partiti e movimenti, come la Fratellanza Musulmana, che voleva reislamizzare la società e gli Ufficiali Liberi, alla cui guida vi erano Naguib e Nasser. Fu soprattutto Nasser ad assumere la carica nel 1956 trasformando il paese in un regime autoritario. Nasser voleva sconfiggere il neocolonialismo e l’imperialismo, dunque si rivolse all’URSS con cui condivideva ideali anti occidentali. Dopo aver nazionalizzato la compagnia del Canale di Suez,

atto percepito ostile da Francia e GB che con l’appoggio di Israele iniziarono un conflitto armato nel 1956. Nasser con questo atto conquistò il favore del mondo arabo, percepito come paladino dell’ideologia panarabista. Nasser propose la teoria dei 3 cerchi, voleva inglobare nella sua sfera d’influenza il mondo arabo, l’Africa e il mondo musulmano, esperimento fallito con la Repubblica Araba Unita. Alla morte di Nasser salì al potere Sadat che segnò la svolta del paese. Egli introdusse la costituzione, sciolse il partito unico, si allontanò dalle politiche sovietiche e nel 1979 fu il primo paese arabo a intrattenere relazioni con Israele in seguito agli incontri di Camp David. Tuttavia la politica pro occidentale di Sadat non era ben vista dai nuovi movimenti islamisti radicali, tra i quali la jamaat. Infatti il presidente venne assassinato e ad assumere la carica fu il primo ministro Mubarak che abusò della legge d’emergenza. Nel frattempo cresceva il malcontento nei confronti delle politiche del presidente fino a quando a seguito delle rivolte in Tunisia, i manifestanti egiziani scesero in piazza nel gennaio 2011 e chiesero le dimissioni di Mubarak. In seguito alle pressioni si dimise ma tuttavia il regime militare che lo ha sostituito è formato da personaggi affiliati al regime. LIBIA L’insurrezione Libica ha origine nella storia e nei confini del paese. Dopo essere stata posta sotto il controllo di Francia e GB, la Libia passò nel 1951 sotto il comando di re Idris e ottenne l’indipendenza nonostante l’unione non fu mai realmente raggiunta. Vari erano i problemi della Libia, tra i quali le tribù locali che si scontravano, la Libia contava più di 140 tribù; il problema delle capitali: Tripoli e Bengasi, storicamente divise; e il difficile equilibrio tra patria araba e Occidente, se da un lato non poteva sottrarsi all’orgoglio arabo, dall’altro lato non poteva allontanarsi dall’Occidente da cui dipendenza economicamente. Nel 1969 il colonnello Gheddafi salì al potere con le dinamiche di un colpo di stato, appropriandosi dei centri nevralgici del paese. Appena salito al potere Gheddafi inizia a disegnare la sua Libia. Egli non credeva né nello stato né nella democrazia, egli credeva nel popolo e teorizza la jamahiriyya, il governo delle masse. Ciò che mise in atto fu un regime personalistico. In campo militare sostituì l’esercito con nuovi corpi militari e paramilitari, in campo religioso cercò di indebolire il clero per evitare che mobilitasse la popolazione contro di lui. Nel frattempo propose una lettura nuova delle letture coraniche ritagliandosi un ruolo simil-profetico. La Libia è un territorio potenzialmente ricco e la

distribuzione della ricchezza è nelle mani del governante. Se da un lato Gheddafi consentì a parte della popolazione di arricchirsi, dall’altro lato ciò non ha portato alla democratizzazione del paese. Le manifestazioni in Libia assunsero inizialmente le forme di guerra civile caratterizzata dall’intervento militare esterno. Nel 2001 l’ONU impose una no fly zone per proteggere la popolazione libica. I membri della NATO hanno scelto di entrare nel conflitto accanto ai ribelli, rovesciando il governo di Gheddafi. Nonostante la morte del leader i problemi continuano, la Libia non ha una coscienza nazionale, è l’aggregazione di 3 territori: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan; inoltre mancano le istituzioni, gruppi politici strutturati, apparati militari. BAHRAIN La storia del Bahrein è legata alla presenza coloniale britannica nel paese. La famiglia Al-khalifa, di fede sunnita, prese accordi con gli inglesi che governarono per 30 anni. Il malcontento della popolazione nella seconda metà del 900 fu scaturito dalla privazione della popolazione sciita, la maggioranza della popolazione, ai benefici economici e il sodalizio stretto dalla famiglia Al-khalifa con l’Arabia Saudita, anch’essa di fede sunnita. Le manifestazioni continuarono fino a quando gli inglesi pensarono di ritirarsi. Il 1965 è noto come l’anno d’inizio dell’intifada di marzo, che portò i manifestanti a protestare in piazza. Le forze politiche di fede sciita tentarono di rovesciare la dinastia e annettere il Bahrein all’Iran, anch’esso di fede sciita. Da questa situazione l’Iran ne avrebbe voluto trarre vantaggio per le rotte petrolifere. Inoltre l’Iran è storicamente in contrasto con l’Arabia Saudita per divergenze ideologiche e la paura è che si configuri il Bahrein come territorio di scontro tra Iran e Arabia Saudita. Al momento si esclude l’ipotesi a causa dell’isolamento internazionale in cui si trova l’Iran dovuta al dossier nucleare. La stagione delle riforme si avviò nel 1999, alla morte dell’emiro e la successione del figlio Hamad. Egli trasformò il paese in una monarchia costituzionale alla cui guida vi era egli stesso nominato re. La primavera del Bahrain iniziò nel 2011, quando i manifestanti si riunirono nella piazza della Perla di Manama chiedendo l’abdicazione del re. Le forze politiche opposte agli Al-khalifa pubblicarono il Manama Document in cui venivano descritte le incapacità del governo da circa 40 anni. Come risultato delle manifestazioni ci fu una dura repressione contro la popolazione sciita e la famiglia Al-khalifa fece ricorso ad antichi sodalizi con la famiglia Saudita. YEMEN

Per buona parte del 900 lo Yemen è stato teatro di guerre civili, rivolte tribali e colpi di stato. L’incapacità dell’imam Yahya aveva portato alla nascita di un’opposizione che chiedeva la sostituzione della dinastia regnante. Fino a quando non venne assassinato nel 1948. Gli succedette il figlio ma anche sotto la sua guida si verificarono rivolte per spingerlo ad abdicare. Alla sua morte divenne re al-Badr, ammiratore di Nasser, che venne ucciso 10 giorni dopo essere salito al potere. Fu così che il generale Al-Sallah proclamò la nascita della Repubblica Araba dello Yemen (RAY), evento che dà vita alla prima guerra civile dal 1962 al 1970. Il conflitto si verificò tra monarchici, che volevano reistaurare l’imamato, appoggiati dall’Arabia Saudita e repubblicani, che volevano mantenere il sistema politico, appoggiati dall’ Egitto. Vinsero i repubblicani ma nel frattempo i capi tribali avevano acquisito sempre più potere. Il fronte di liberazione Nazionale a sud del paese diede vita ad un conflitto armato che portò alla dichiarazione della Repubblica Popolare dello Yemen del Sud. Nel 1978 salì al potere nello Yemen del Nord Al-Saleh, presidente che non ha nessun legame con i clan e non appartiene a una famiglia specifica di religiosi. Le tensioni tra nord e sud continuavano e al-Saleh iniziò una politica di riconciliazione. Lo Yemen del Sud continuava ad essere contraddistinto da conflitti interni e l’economia era distrutta a differenza dello Yemen del Nord, che godeva di stabilità economica grazie al petrolio. Queste circostanze gettarono le basi per l’unificazione nel 1990. Gli assassini dei membri del partito socialista yemenita crearono i presupposti per una seconda guerra civile nel 1994. La situazione peggiorò alla fine degli anni ’90 a seguito di alcuni rapimenti a danni di turisti occidentali. Dopo gli attentati alle torri gemelle gli USA minacciarono il paese di ridurre aiuti economici in caso di mancata collaborazione. La scelta di collaborare appare come tentativo di non ripetere gli errori del passato, di fatto negli anni ’90 lo Yemen aveva votato contro l’intervento USA in Iraq. Lo Yemen è oggi un partner fondamentale nella lotta al terrorismo. Nel 2006 vennero organizzate proteste legate divario tra nord e sud ma il governo rispose reprimendole. Oggi lo Yemen è uno dei paesi più poveri del mondo arabo. Poco prima della rivoluzione Tunisina lo sceicco Barakani annunciò un piano per permettere a Saleh di rimanere presidente a vita. Ciò provocò l’aumento di proteste con il rischio di portare lo Yemen sull’orlo di una nuova guerra civile. Nel 2011 Saleh fu ferito e portato in Arabia Saudita a curarsi. Durante la sua assenza il paese divenne un campo di battaglia tra le diverse parti. SIRIA...


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