Riassunto psicologia pdf PDF

Title Riassunto psicologia pdf
Author Mariasilvana Tesoro
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
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La Psicologia può essere definita come lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali. La PSICOLOGIA dello SVILUPPO ha come obiettivo lo studio scientifico del comportamento dell’individuo nel suo arco di vita e dei cambiamenti che esso presenta con il passare del tempo. E’ lo studio dello sviluppo tipico e atipico delle competenze cognitive, linguistiche, sociali, affettive e relazionali e dei processi all’interno dell'intero arco della vita; studio scientifico dei cambiamenti sistematici che caratterizzano l’evoluzione psicologica di ciascun individuo nel tempo. Lo sviluppo avviene attraverso processi di maturazione e apprendimento: Maturazione: sequenza universale gli eventi biologici, che si verificano nel sistema nervoso centrale e che consentono la comparsa delle funzioni psicologiche. Processo innato e comune a tutti gli esseri umani. Apprendimento: legato all’insieme di esperienze vissuta all'interno di un determinato ambiente di vita e quindi alla disponibilità di stimoli esterni sul piano cognitivo, sociale e affettivo. Gli aspetti di apprendimento, come è noto, non sono universali, ma sono condizionati dai contesti socio-culturali di provenienza.

Obiettivi della psicologia dello sviluppo: DESCRIVERE, SPIEGARE, OTTIMIZZARE lo sviluppo •

Identificare e descrivere cambiamenti e aspetti invarianti in un particolare ambito del comportamento o dell’attività mentale



Identificare i processi e i meccanismi che producono i cambiamenti

Biologici (fisici dell’individuo)

Cognitivi (nel pensiero)

Socio-emotivi (nelle emozioni)

DIBATTITO Secondo gli innatisti è il patrimonio genetico a determinare qualunque aspetto sul piano genetico e psicologico, senza possibilità alcuna di influenze da parte di fattori esperienziali. Gli empiristi (ambientalisti) sostenevano, invece, che lo sviluppo fosse influenzato strettamente dalle esperienze fatte dall'individuo sin dai primissimi istanti di vita. Da notare che: Lo sviluppo avviene grazie alla maturazione neurale, che ha ripercussioni a livello psicologico. I bambini sviluppano comunque le proprie competenze grazie all’esperienza che ne fanno, legata ai modi di vita, all’ambiente culturale e sociale. I fattori genetici delineano l’ambito delle potenzialità di sviluppo di un individuo,ma non la sua particolare realizzazione.

La posizione attuale vede una sintesi tra innatismo ed empirismo e prende il nome di: epigenetica probabilistica: lo sviluppo procede dal generale al particolare, differenziandosi poi gradualmente negli scambi tra organismo e ambiente. Vi è una reciproca e stretta influenza tra i fattori genetici e quelli ambientali nello sviluppo dell'individuo sotto tutti i punti di vista (scheletrico, muscolare, cognitivo, ecc.).

CONTINUITÀ - DISCONTINUITÀ Lo sviluppo è costituito da cambiamenti graduali (continuità), o da fasi distinte tra loro (discontinuità)? Attuale cambiamento di prospettiva rispetto l'andamento dello sviluppo, precedentemente considerato continuo e prevedibile in funzione di aspetti genetici e ambientali. Oggi si considerano sempre importanti le prime esperienze di vita, ma i loro effetti non più irreversibili (anche in termini psicopatologici), grazie all’azione di fattori “riparatori” e di “protezione”.

UNIVERSALITÀ – VARIABILITÀ • Universalità: le manifestazioni del cambiamento andrebbero ricondotte ad un percorso universalmente valido , per cui si attendono scarse variazioni inter e intra-individuali nella stessa fase. • Variabilità: esistono percorsi diversi in relazione alle diverse situazioni socioculturali o all’effetto di specifici rinforzi e modellamenti: ci si attende alta variabilità inter- e intra-individuale nella stessa fase.

TEORIE L’obiettivo di acquisire conoscenze che permettono di comprendere la natura del bambino e del suo sviluppo si concentra su due aspetti: la descrizione del comportamento del bambino e dei suoi cambiamenti e la spiegazione di come avvengono tali cambiamenti. Sono stati delineati gli stadi dello sviluppo, come è avvenuto nelle teorie di Freud (gli stadi dello sviluppo psicosessuale) e di Piaget (gli stadi dello sviluppo dell’intelligenza). Gli stadi consentono di descrivere le caratteristiche principali e comuni dello sviluppo dei bambini e di confrontare il comportamento del singolo bambino con tale traiettoria comune. Il concetto di stadio rimanda all’idea che tali traiettorie evolutive siano universali, ovvero valide per tutti gli esseri umani  critica.

Due principali tipi di differenze sono stati riscontrati nello sviluppo dei bambini: •

Differenze di ritmo: hanno a che fare con la diversa velocità con cui i bambini acquisiscono certe abilità;



Differenze di stile di sviluppo: si riferiscono al diverso modo dei bambini di acquisire una specifiche abilità (ad esempio imparare a camminare).

Nel tentativo di spiegare l’apprendimento di nuove abilità e nuovi comportamenti, i comportamentisti hanno individuato un unico processo che si basa sull’associazione tra stimoli e risposte. In particolare viene appreso un nuovo comportamento, e quindi una nuova abilità, per effetto del rinforzo; quest’ultimo si distingue in positivo e in negativo: si parla di rinforzo positivo, ad esempio premi e lodi, quando costituisce una conseguenza piacevole del comportamento; si definisce negativo il rinforzo quando la conseguenza è spiacevole, come ad esempio le punizioni e i rimproveri.

Livelli di analisi I processi di sviluppo e apprendimento possono essere analizzati a quattro livelli: •

Intrandividualesi riferisce all’individuo e ai suoi processi di funzionamento;



Interindividuale l’analisi a questo livello viene focalizzata su come il bambino apprende nell’interazione con l’altro;



Posizionale ha a che fare con le caratteristiche dello status sociale ovvero del ruolo che ricoprono i partecipanti della relazione educativa (alunno-insegnante, figlia-genitore, ecc.);



Normativo e delle rappresentazioni si riferisce all’educazione in tutti i diversi aspetti (sviluppo, apprendimento, ruolo dell’educatore, ecc.) e delle norme sociali che regolano la relazione educativa.

LE TEORIE DELLO SVILUPPO Compito delle teorie evolutive è quello di descrivere le modificazioni che avvengono nello sviluppo nel tempo in uno o più aspetti o dimensioni dell’attività umana, ma anche definire principi e regole che spieghino le cause e le modalità delle modificazioni descritte. Si può sostenere che la teoria psicoanalitica e la teoria di Piaget sono i giganti delle teorie dello sviluppo. Ci sono molti autori responsabili del movimento psicoanalitico, noi però limiteremo la nostra attenzione a Sigmund Freud, che fu l’iniziatore del movimento e ad Erik Erikson, che più recentemente ha costruito una visione dello sviluppo relativo all’arco di vita. Entrambi hanno proposto che lo sviluppo della personalità passi attraverso una serie di stadi. In ciascuno stadio, il bambino deve far fronte a certi conflitti stimolati in larga misura da cambiamenti biologici nello sviluppo.

LA TEORIA DI FREUD Freud è il fondatore della psicoanalisi e aveva interessi scientifici molto diversi da quelli di Piaget. La sua attenzione era rivolta alle cause che provocano gli stati psicopatologici e alla terapia adeguata; egli si occupò soprattutto delle nevrosi che si manifestano in età adulta e formulò le sue teorie sulla base di una intensa esperienza clinico-psichiatrica con i suoi pazienti. Freud credeva che il comportamento fosse determinato soprattutto da istinti biologici. Secondo Freud i bambini sono indifesi di fronte a potenti forze biologiche e sociali su cui esercitano uno scarso controllo. Tra queste forze figurano: •

l’energia istintuale, che è di origine biologica;



le esperienze sociali fatte dai bambini, soprattutto quelle che avvengono nell’ambito della vita familiare.

In ogni bambino, secondo Freud, si sviluppano sentimenti sessuali e aggressivi nei confronti dei genitori e questi sentimenti generano conflitti, angoscia e, in alcuni casi, nevrosi. L’uomo è passivo, in quanto viene spinto da queste pulsioni, ma è anche attivo nei suoi tentativi di far fronte ad esse per mantenere uno stato d’equilibrio. Per Freud tra gli obiettivi specifici dell’età adulta rientrano: •

la capacità di intrattenere relazioni amorose sessualmente soddisfacenti con persone del sesso opposto;



l’uso produttivo delle proprie attitudini;



una relativa libertà dai conflitti e dall’ansia che conducono all’angoscia e ai disturbi del comportamento.

Confronto Freud – Piaget: Freud:

Piaget:

1. Il fine da raggiungere durante lo sviluppo è la maturità emotiva; 2. Indagava sui desideri, sentimenti, paure Infantili e si interessava alle differenze tra le personalità dei bambini

1. Il fine da raggiungere durante lo sviluppo è il ragionamento; 2. Studiava lo sviluppo normale del pensiero e non preoccupava delle differenze individuali

Concetti fondamentali della teoria di Freud •

L’energia biologica (punto di vista economico)  ogni individuo nasce con una quantità fissa di energia biologica, che è la fonte di ogni pulsione di base e costituisce il fondamento di tutti i comportamenti, le motivazioni e i pensieri futuri. Ci sono tre fonti dell’energia (o istinto): 1. la sessualità (chiamata anche libido); 2. le pulsioni di autoconservazione, rappresentate dalla fame dal dolore (istinto di vita); 3. l’aggressività (istinto di morte).

Nel corso dello sviluppo gli individui investono parte di quest’energia psichica su persone, azioni, pensieri, oggetti. Freud chiamava tale investimento cathexis (= carica psichica) e riteneva che la quantità complessiva dell’energia disponibile si riducesse ogni volta in cui un soggetto ne investiva una parte su qualcosa.



La struttura dell’apparato psichico (punto di vista topico) Inizialmente, secondo Freud, l’apparato psichico era composto da 3 sistemi tra i quali vi erano delle censure che impedivano il passaggio dei contenuti psichici: o

INCONSCIO: luogo del rimosso, archivio dove si accumulano contenuti psichici (pulsioni) che non possono accedere alla coscienza. Si manifestano sotto forma di sogni e sintomi.

o

PRECONSCIO: spazio intermedio, è il luogo di ciò che è accessibile alla coscienza (ad esempio il ricordo). Gli elementi possono diventare consci prestandovi attenzione.

o

CONSCIO: spazio mentale che contiene i pensieri e i sentimenti accessibili al soggetto e facilmente verbalizzabili. Luogo del percepito, riceve informazioni dal mondo esterno e interno.

Più tardi, Freud, passa ad un’altra concezione dell’apparato psichico. Perché: 1. La distinzione tra inconscio e conscio risultava solo descrittiva e non radicale e assoluta 2. L’io non è solo conscio ma anche inconscio 3. L’inconscio non coincide con il rimosso perché una sua parte è formata anche da materiale che non ha mai avuto accesso alla coscienza Quindi Freud accorda la prima teoria con la seconda “teoria strutturale delle istanze psichiche” in cui parla di ES, Io e Super-Io: Es: è una sorta di magazzino che contiene l’energia prodotta dagli istinti. Per Freud, l’Es è la “parte oscura, è la sede dei desideri innati ed è la fonte principale dell’energia psichica”. I bambini piccoli possiedono solo quest’unica struttura psichica e man mano che crescono e investono energia su qualcosa, sviluppano gradualmente le altre due strutture, l’Io e il Super-Io; Io: è quella parte dell’apparato psichico che contiene le attitudini, i desideri acquisiti, le paure, il linguaggio, la percezione di sé e la coscienza; Super-Io: può essere definito come la coscienza morale, ed emerge in forma rudimentale, durante la seconda infanzia. Quando dopo i 5-6 anni, l’Es, l’Io e il Super-Io funzionano tutti e tre, è indispensabile che agiscano in armonia tra loro, anche se: •

l’Es è proteso verso la soddisfazione del desiderio del piacere;



il Super-Io invece è teso all’adempimento dei propri;



l’Io media tra Es e Super-Io e con il mondo esterno.

I conflitti che sorgono tra l’Es e il Super-Io costituiscono la fonte principale dell’ansia e di quella tensione che Freud chiama angoscia. L’io cerca costantemente modi realistici per ridurre l’angoscia. Quando non vi riesce, sia perché l’angoscia è troppo intensa sia perché le capacità del soggetto non sono ancora sufficientemente sviluppate, si sviluppano delle difese. I meccanismi di difesa controllano ed alleviano l’ansia, ma se viene impiegata troppa energia nei meccanismi di difesa, la personalità potrebbe non seguire uno sviluppo normale dal momento che la persona distorce la realtà e inganna se stessa. I principali meccanismi di difesa di cui parla Freud sono: o

Rimozione: Consiste nell’impedire ad un pensiero minaccioso di diventare consapevole;

o

Formazione reattiva: L’Io maschera emozioni inaccettabili, concentrandosi su emozioni di segno opposto, spesso in modo esagerato (esempio: la gelosia o l’odio per un fratellino appena nato vengono manifestati come amore molto forte);

o

Proiezione: si attribuiscono pensieri che causano angoscia ad altre persone/oggetti del mondo esterno piuttosto che a se stessi;

o

Regressione: la persona ritorna ad un livello di sviluppo precedente. Se il presente comporta un’ansietà troppo forte da sopportare, ci si ritira in tempi più semplici, in cui c’erano minori controlli;

o

Fissazione: quando lo sviluppo di una componente della personalità si ferma. Una parte della libido resta legata ad un periodo precedente dello sviluppo e non permette al bambino di progredire in modo completo allo stadio successivo.

Concezione freudiana dello sviluppo Gli stadi di sviluppo. Lo sviluppo umano secondo Freud passa attraverso una serie di stadi psicosessuali. Lo sviluppo è segnato da quattro stadi distinti e da un periodo di latenza. Il passaggio da uno stadio all’altro è biologicamente determinato e gli stadi hanno un ordine invariante. Secondo Freud, anche se uno stadio viene costruito sul precedente, non ne prende completamente il posto. 1. Stadio orale (dalla nascita a 1 anno di vita): sono investite di energia psichica la bocca e le attività connesse con la zona orale (il mangiare, il mordere, lo sputare) che provocano i piaceri più intensi. L’evento più rilevante che si verifica durante lo stadio orale è la formazione dell’attaccamento alla madre. 2. Stadio anale (da 1 a 3 anni circa): man mano che il bambino, maturando, progredisce verso lo stadio anale, i suoi interessi si spostano dalla zona orale a quella anale. I nuovi bisogni che il bambino ha in questo stadio danno avvio a nuovi conflitti fra il bambino e il mondo. Il bisogno fisiologico di defecare crea una tensione che viene alleviata dalla defecazione. Tale stimolazione anale e la conseguente riduzione della tensione produce piacere. 3. Stadio fallico (da 3 a 5 anni circa): Il principale centro d’interesse dei bambini è rappresentato dal possesso del fallo per i maschi e della sua assenza nelle bambine. In questo stadio il bambino si trova a vivere il complesso di Edipo (nella mitologia greca, Edipo uccise il padre e sposò la propria madre). La conseguenza più importante del complesso di Edipo è che il bambino maschio arriva a identificarsi con il padre, sviluppa cioè un forte legame emotivo nei suoi confronti, si sforza di essere come lui e lo “interiorizza”, a livello di credenze, valori, interessi e atteggiamenti. 4. Periodo di latenza (da 5 anni fino all’inizio della pubertà): periodo di calma relativa, in cui le pulsioni sessuali sono represse e non emerge alcuna area del corpo che sia fonte di eccitamento. Il bambino rivolge i suoi pensieri alle attività scolastiche e a giochi con bambini dello stesso sesso. Vengono acquisite abilità cognitive e assimilati valori culturali. 5. Periodo genitale (adolescenza): gli impulsi sessuali repressi durante lo stadio di latenza ricompaiono con forza a causa dei cambiamenti fisiologici della pubertà. Questi impulsi sessuali si fondono con quelli precedenti, ma ora sono diretti verso un coetaneo di sesso opposto. La meta è una sessualità adulta e matura, avente come fine biologico la riproduzione.

LA TEORIA DI ERIKSON Il comportamento del bambino è influenzato dalla sua storia passata, dalla situazione presente e anche dalla storia passata e presente della sua cultura d’appartenenza. Concetti fondamentali: •

Erikson accetta i concetti di base della teoria freudiana: strutture psicologiche, conscio e in coscio, pulsioni, stadi psicosessuali, il continuum normale-patologico e la metodologia. Erikson allargò la teoria freudiana sviluppando una serie di otto stadi psicologici che si estendono lungo tutto il corso della vita, studiando lo sviluppo dell’identità.



Concetto di sviluppo. Lo sviluppo è un processo basato su eventi biologici, psicologici e sociali. E’ un processo che dura tutta la vita (ciclo vitale), in cui tutte le fasi sono parti integranti di un continuum, perché ognuna trova la sua premessa nelle fasi precedenti e la sua soluzione in quelle successive.



Stadi Psicosociali: aggiunse una dimensione psicosociale alla teoria di Freud sullo sviluppo psicosessuale. Secondo la prospettiva psicosociale, la maturazione fisica ha ripercussioni personali e sociali. La maturazione porta con sé una nuova abilità: apre nuove possibilità per il bambino ma aumenta anche le richieste che la società gli fa (es. la società fa pressione perché parli invece di piangere quando deve comunicare qualcosa). Si può quindi parlare di adeguamento fra il bambino e la società nella quale vive.

Lo sviluppo psicosociale progredisce secondo il principio epigenetico, preso in prestito dallo sviluppo fetale: al pari del feto la personalità diventa sempre più differenziata. Con la maturazione, il bambino passa attraverso una serie di crisi psicologiche: la maturazione e le aspettative sociali insieme creano otto crisi o problemi che il bambino deve risolvere. Erikson descrive ciascuna crisi nei termini di una dimensione in cui sono possibili sia conseguenze positive che negative. Se le crisi dell’infanzia non hanno avuto una soluzione soddisfacente, la persona continuerà a combattere le stesse battaglie anche in seguito. Lo sviluppo dell’identità: il tema principale della vita è la ricerca dell’identità. L’identità è la comprensione e l’accettazione sia del sé che della propria società. Nonostante lo sviluppo dell’identità raggiunga una crisi durante l’adolescenza, Erikson nota che l’identità ha inizio quando il bambino “per la prima volta riconosce la madre e si sente a sua volta riconosciuto da lei”. L’identità subisce trasformazioni da uno stadio all’altro e le precedenti forme d’identità influenzano le forme successive.

Erikson divide l’intero ciclo vitale in “otto età dell’uomo”. Nell’ambito d’ogni fase evolutiva entrano in gioco due forze o spinte opposte. L’equilibrio non è mai completamente stabilito ma consiste nella prevalenza dell’elemento positivo su quello negativo. -

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Stadio 1: senso fondamentale di fiducia opposto a sfiducia (dalla nascita a 1 anno di vita).Il compito principale nel primo anno di vita consiste nell’acquisire un buon equilibrio fra fiducia e sfiducia. Senso fondamentale di fiducia = “avere fiducia nelle altre persone e in se stessi”. La madre è importante in quanto crea quel senso di fiducia nel proprio bambino attraverso il prendersi cura di lui. Se il bambino non ha sviluppato questo senso di fiducia fondamentale e la sfiducia supera la fiducia, il bambino, o più tardi l’adulto, può essere frustrato, ritirato, sospettoso e p...


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