Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi in Asia Orientale PDF

Title Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi in Asia Orientale
Author Giorgia Dugo
Course Sociologia Dei Processi Culturali
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Summary

Riassunti in italiano dei testi forniti dalla professoressa...


Description

DIALOGISMO La parola “fine” non viene più utilizzata, viene richiesta allo spettatore la capacità di una visione pluritestuale. I media sembrano fare riferimento al mondo, anche se in realtà fanno riferimento al contenuto di altri messaggi di altri media. Essi non parlano del mondo, ma parlano molto tra loro, di loro o comunque costruiscono i propri discorsi sulle proprie precedenti parole, stabilendo virtualmente tra essi una sorta di dialogo. Si possono presumere delle caratteristiche delle potenzialità dialogiche di un testo:! -

Filiazione codica di registri cinematografici;! Ambiti espressivi;! Connotazioni vagamente allusive di complicità o di ostilità.!

Da dove cominciare a capire il rapporto che ogni testo intrattiene con gli altri? Un referente è sicuramente la nozione di dialogismo. Popovic utilizza, nelle sue disgressioni, il termine metatesto, ossia che avverte, rimanda a, valuta l’opera altrui. Questo si riferisce ad un testo originario, il protesto, un concetto privo di ogni riscontro concreto, poiché ogni testo rappresenta in realtà una reazione a qualcosa che è già esistito. Un altro referente è l’arrivé, il quale ha introdotto il termine intertexte, ossia l’insieme dei testi che entrano in relazione all’interno di un testo dato.! Campagnon assimila l’intertestualità e l’interdiscorsività, preferendo l’ultima per descrivere l’ambito delle relazioni di un discorso con uno o altri che echeggiano dentro il testo stesso.! Genette crede che ogni testo rappresenta metaforicamente un palinsesto e quindi la singolarità testuale. Tale trascendenza prende il nome di transtestualità, articolata in 5 tipi:! 1. Intertestualità;! 2. Paratestualità;! 3. Metatestualità;! 4. Ipertestualità;! 5. Architestualità! Serge: distingue tra intertestualità, utilizzandola per designare opportunamente rapporti tra testi e testi o interdiscorsività.! L’analisi del dopoguerra italiano si focalizza sul cinema. Il tutto avviene all’interno di un più generale sommovimento culturale. Nel cinema le medesime forme narrative si incarnano in medesime modalità linguistiche, realizzando una sorta di intertestualità linguistica. Essa può essere anche intermediale e ciò si verifica quando una relazione di un testo riguarda modalità espositive e linguistiche di un altro sistema semiotico. Un esempio è quello del rapporto di influenze reciproche tra cinema e televisione. Il fenomeno dialogico è una realtà versatile e poliedrica poiché i generi comunicano con la società in cui hanno corso e ogni epoca ha il proprio sistema di generi. La nozione di “testualità della cultura” è importante: ogni testo vive in rapporto di osmosi con movimenti ed espressioni di più ampia significazione, rendendo possibili pensieri comuni, punti di contatto tra i vari ambiti espressivi, dinamiche di scambio tra universi discorsivi differenti. Un esempio è lo studio di Cohen, dedicato alla nascita del cinema e al contesto intellettuale del periodo, caratterizzato da:! -

Il mito del movimento;! Frantumarsi simbolico della prospettiva centralistica della molteplicità dei punti di vista;! Interesse per la tecnologia.!

Al tema degli archetipi, troviamo Cawelti, che ha ipotizzato la presenza di una dieta culturale condivisa dalla maggioranza dei lettori, composta da “formule” culturali le cui origini risalgono ai tempi dell’epica. Tali formule costituiscono il mezzo mediante il quale specifici temi culturali vengono incorporati in archetipi più universali.!

La produzione testuale di un determinato gruppo, facilita la transizione da vecchi a nuovi modelli. Perché ciò si realizzi è necessario che la dimensione testuale intrattenga un dialogo continuo con il clima mentale e ideologico dell’ambiente culturale di riferimento. ! All’interno della digesi, un elemento fondamentale è l’attore inteso come unità lessicale nominale suscettibile a ricevere investimenti semantici e sintattici vari. Può essere accompagnato o marcato da un nome proprio; egli può essere individuale, collettivo, figurativo o non figurativo. Un altro luogo del dialogismo è l’ambiente. Questo è il complesso delle condizioni esterne materiali, sociali, culturali, ecc., nell’ambito delle quali si situa e sviluppa l’azione diegetica. ! L’ambiente è quindi identificabile con uno sfondo, ma può essere anche circoscrivibile ad un dettaglio, se questo esprime valore dialogico. Un esempio è il caso dello sfondo, che può essere un posto tipico che implica agli occhi del fruitore una sussunzione (saloon per i western, casa abbandonata per gli horror, strada buia e nebbia per i gangster, ecc.). ! Un altro significante dialogico ambientale è la cornice enunciativa, ossia la situazione dello schermo dentro lo schermo.! È l’enfasi semiotica posta sui “bordi” che rappresentano la traduzione iconica delle virgolette ortografiche.! Infine, il dettaglio. Alcuni potenziali luoghi diegetici si trovano in:! a. Eventi: segmento dialogico che può riguardare un genere specifico, la produzione di un singolo autore o appartenere ad una somma di autori o essere caratterizzato da un determinato periodo storico;! b. Trasformazioni: può essere data da una modalità linguistica, rappresentativa qui è la gag! L’elemento musicale permette facilmente il collegamento con elementi preesistenti e rende immediata l’identificazione di determinate modalità musicali con situazioni topiche o momenti emozionali ricorrenti. Un’ultima discriminante dialogica è quella delle obbligazioni negative o positive. Si tratta di vincoli su ciò che è consentito fare o meno a livello enunciativo e che vengono introiettati implicitamente dal fruitore rivestendo grande importanza nell’azione interpretativa. La slapstick comedy è il genere dialogico per eccellenza, perché eredita circostanze linguistiche già codificate nel teatro, nel varietà e nel circo, coniugandole con situazioni, oggetti e ritmi mutuati dalla civiltà urbana.! Borrelli: il mondo moderno ha praticato un sintomatico esercizio di rimozione collettiva a carico di zone pregnanti e strategiche come il confine, il margine e la cornice. Questa perdita delle demarcazioni agisce su differenti livelli.! Un intero filone di ricerca mediologica normalmente viene designato come “approccio empiricosperimentale” e si è applicato allo studio delle variabili che possono determinare l’esito felice di una comunicazione massmediale. L’assunto fondamentale è il fatto che l’assorbimento da parte del pubblico dei messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione di massa è determinato in gran parte da discriminanti psicologiche dell’audience, la quale tende ad esporsi, a percepire e a memorizzare informazioni in qualche modo collegabili a quanto già fa parte del suo background di competenze e conoscenze.! Adattamento, riduzione: il passaggio da un’opera letteraria ad un film con riferimento a problemi di dimensione. Adattamento rimanda a “sistemare” un qualcosa in uno spazio che non è propriamente il suo. Riduzione allude al processo contrario, passaggio da piccolo a grande.! Trasposizione, traduzione: mutamento di regole e codici.! Citare significa mettere in movimento, far avvicinare a chi giudica, chiamare in causa. Il cinema cita spesso opere letterarie, ma non essendo una forma d’arte scritta non possiede le virgolette e può quindi farne a meno.! La citazione letteraria nel cinema viene quasi sempre fatta attraverso la letteratura, qualcuno in campo o fuori legge letteralmente un testo. Non sempre avviene in questo modo però, a volte può essere attraverso una didascali: in questo caso si verifica il processo inverso; è l’immobilizzazione della parola nella scrittura che differenzia la parola letteraria dal flusso delle altre parole del film.!

Diverso è il caso della citazione pittorica. Non sempre, quando in un film compare un quadro, un dipinto, ciò si configura come citazione. Contrariamente a quanto avviene con la lettura, il differente regime dell’inserto pittorico nel contesto filmico è marcato dalla staticità dell’immagine fissa nel flusso dell’inquadratura. Tanto la citazione letterale come la semplice allusione, presuppongono un interpretante che stabilisce il senso della compresenza: il riferimento ad un testo diventa citazione o allusione a condizione che qualcuno lo codifichi.! Il gusto della composizione geometrizzante parte da Mallarmé ed ha come sfondo l’opposizione ordinedisordine. La poesia è la grande nemica del caso. Possiamo distinguere due processi immaginativi:! 1. dalla parola all’immagine visiva: avviene solitamente nella letteratura;! 2. dall’immagine visiva all’espressione verbale.! Diversi elementi concorrono a formare la parte visuale dell’immaginazione letteraria: ! a. Osservazione diretta del mondo reale;! b. Trasfigurazione fantasmica;! c. Trasfigurazione onirica;! d. Mondo figurativo trasmesso dalla cultura ai suoi vari livelli;! e. Processo di astrazione;! f. Condensazione e interiorizzazione dell’esperienza sensibile.! Per la letteratura fantastica del duemila ci sono solo due vie:! -

Riciclare le immagini usate in un nuovo contesto che ne cambi il significato;! Fare il vuoto per ripartire da zero.!

La comunicazione strumentale che sta alla base della comunicazione poetica è molto elaborata. La comunicazione visiva che è alla base del linguaggio cinematografico è rozza. Tanto la mimica quanto i sogni, sono fatti pre-umani. Lo strumento linguistica su cui si impianta il cinema è di tipo irrazionalistico e questo spiega la qualità onirica del cinema e anche la sua assoluta ed imprescindibile concretezza oggettuale.!

ANDROIDI E GINOIDI L’osservazione ammirata della natura è una componente fondamentale dell’estetica e dell’identità culturale giapponese. Alcuni ideali sopravvivono dall’antichità:! 1. Malinconia;! 2. Bellezza;! 3. Mistero del divenire;! 4. Consapevolezza del ciclo nascita-morte.! Tutti questi ideali hanno una matrice buddhista o shintoista e regolano la vita quotidiana. In questa visione, la materia organica e quella inorganica della natura diventano entità complementari. L’irruzione dell’occidente è stata frenata nei secoli. Alcune espressioni coniate in periodo Meiji rendono al meglio la distanza tra le due culture “etica orientale, tecnologia occidentale” e “spirito giapponese, scienza occidentale”. I giapponesi consideravano l’approccio degli occidentali individualistico, utilitaristico ed eccessivamente razionale, con il rischio che potessero determinare uno stato di caos nell’ordine collaudato delle cose. ! L’approccio occidentale andava analizzato e rielaborato. Nonostante questo, l’irruzione occidentale in Giappone è avvenuta con estrema violenza tecnologica: i due ordigni nucleari. Nell’immediato dopoguerra spesso apocalisse ed olocausto sono stati utilizzati per offrire due indicazioni morali:! -

Sottolineare catarticamente la tragedia del Giappone;! Scongiurare il pericolo che la scienza potesse rendersi responsabile di nuove tragedie. !

Tra gli artefici compaiono sempre gli scienziati. Nelle produzioni legate a questo tema, il cinema ha dato il via ad una serie di film dedicati a essere spaventosi come Godzilla.! Lo studioso Tom Gill ha puntualizzato la differenza tra i termini henshin ed henkei che indicano “cambiamento di corpo o di forma”, e gattai “combinare i corpi”. Secondo quest’ultima troviamo le bio e le mecca-trasformazioni. Molti personaggi nascono nel segno della contaminazione e dell’ibridismo.! Il furry fandom, cioè la subcultura a cui appartengono molte opere legate all’antropomorfismo animale, è estremamente ricco in Giappone.! Proprio perché bestiali, possono manifestare con maggiore libertà gli effetti dell’istinto e dell’inconscio, vagando alternativamente tra innocenza e violenza. Ne è un esempio lo stesso Godzilla. Tra i tanti casi citiamo Hello Kitty e Doraemon.! Nel saggio “Full Metal Apache”, Tatsumi Takayuki nota come distruzione e ricostruzione delle città si susseguano velocemente, evidenziando una “mancanza di panico” del popolo nei confronti del rinnovamento architettonico.! Rispetto all’abitazione in stile tradizionale giapponese, permette una totale integrazione nel contesto naturale e una funzione socialmente aggregante. Le architetture delle metropoli giapponesi rappresentate nel cinema sembrano soffocare le componenti fisiologiche dei loro abitanti. Mentre l’urbanistica di stampo occidentale corrisponde più ad una “cartografia emozionale”. La tecnologia che trasforma l’habitat può diventare motivo di turbamento perché l’accelerazione del suo processo innovativo nel tempo non sempre permette un adattamento graduale. È di gran lunga più angosciante l’idea che l’oggetto della trasformazione sia il corpo. ! La scienza determina il timore che gli esperimenti nascondano la follia dello scienziato. Ci troviamo nell’epoca della scienza selettiva, come dimostra il ricorso crescente alla chirurgia estetica.! Ma se l’alterazione dei tratti esteriori del nostro corpo è già motivo di sconcerto, l’idea che nel sonno indotto si possa manipolare il corpo al suo interno diventa un vero elemento di terrore.! In Giappone, il trapianto d’organi è stato legalmente approvato solo nel 1997 e l’espianto può essere effettuato solo su ragazzini maggiori di 15 anni e che abbia dato il suo consenso.!

LA PUBBLICITÀ IN CINA PT. 1 (La pubblicità sociale in Cina: un quadro generale) È sempre più frequente trovare cartelloni pubblicitari di ogni tipo oggi in Cina, non solo in televisione, ma anche alle fermate della metropolitana e per strada. Questo fenomeno ha raggiunto grandi dimensioni e che può aiutare a comprendere i cambiamenti sociali delle economie d’apertura. Il termine con cui viene definita la pubblicità di pubblica utilità è gongy guanggao. L’autrice Gao Ping la definisce “la pubblicità sociale è una pubblicità non commerciale che opera nell’interesse pubblico”. Anche in questo Paese la pubblicità sociale viene fatta rientrare nella categoria della “pubblicità non commerciale” come altre come quella politica.! La pubblicità sociale e quella commerciale sono accomunate dal fatto di essere entrambe mezzi di comunicazione di massa volti al profitto economico. Quella sociale invece punta al benessere sociale trattando temi come la morale, l’amore, l’educazione, ecc. Se confrontata con quella sociale di altre nazioni, quella cinese appare molto più politicizzata perché largamente influenzata dal Partito. La pubblicità cinese sociale può comparire nei seguenti media:! 1. Tradizionali (periodici, giornali, ecc.): pubblicità sociali su stampa, radiofoniche, televisive;! 2. Internet: in rete, sociali outdoor (insegne al neon e cartelloni stradali).! Il primo esempio di pubblicità sociale risale al 1986 e riguardava l’uso dell’acqua con parsimonia. Un anno dopo è iniziato il primo programma di pubblicità sociale ad appuntamento fisso: guangergaozhi. È stato fondamentale perché ha permesso lo sviluppo delle attività di pubblicità sociale e al contempo è diventato un modello per altre emittenti televisive regionali. Il programma viene ancora trasmesso. A partire dal 1996 assistiamo ad un proliferare di attività inerenti alla pubblicità sociale. Questo sviluppo è stato possibile soprattutto grazie al lancio di due campagne sociale: le buone usanze in Cina e l’auto rafforzamento genera splendore. Negli ultimi anni i temi affrontati sono passati da valori strettamente nazionalistici a temi più generici e di ampia portata suddivisibili in:! 1. Educazione sociale;! 2. Servizio pubblico;! 3. Protezione ecologica;! 4. Aiuti e beneficienza;! 5. Politiche governative.! I soggetti che si occupano dell’organizzazione e del controllo della pubblicità sociale cinese sono il governo, le organizzazioni no profit e le imprese. L’attuale tendenza è il finanziamento della pubblicità sociale da parte delle imprese. ! Questo fenomeno è stato fonte di problemi perché ci sono stati casi in cui le imprese utilizzavano la scusa del sociale per farsi pubblicità a basso costo. ! La definizione del confine tra pubblicità sociale e commerciale infatti è molto recente.! La pubblicità viene comunque regolamentata da un ente speciale, l’Amministrazione Statale per l’Industria e il Commercio.! La varietà di articoli e saggi sulla pubblicità sociale in questo Paese conferma l’esistenza di un forte interesse per questo settore che però assume “caratteristiche cinesi”. Il rischio che corre è quello di essere “inquinata spiritualmente”.!

PT. 2 Il 4 gennaio 1979 sul Tianjin Daily appariva di nuovo per la prima volta dopo 13 anni un annuncio pubblicitario. Tra il 1966 e il ’76 l’economia cinese aveva raggiunto l’orlo del collasso, schiacciata sotto il peso del sistema centralizzato della pianificazione economica. A causa della carenza di beni di consumo i prodotti d’uso comune furono razionati e gli standard di vita calarono. In tale contesto, la pubblicità, perse ogni ragione d’esistere. Denunciata dalle guardie rosse come “frutto del capitalismo” e “manifestazione dello spreco e della corruzione capitalista”, la pubblicità, diretta alla promozione di articoli di consumo, venne sospesa. ! Quella via radio venne annullata, le insegne spente e le inserzioni sui giornali limitate alla promozione di libri “graditi alle masse”. ! Sulla scia dello slogan “eliminare i quattro vecchiumi” (vecchie idee, usanze, costumi e culture), la stragrande maggioranza delle marche, delle illustrazioni e logotipi dei prodotti presenti sul mercato prima della Rivoluzione Culturale, vennero censurate. ! Nell’agosto del 1966 nel Grande Magazzino di Wangfujing di Pechino venne tassativamente vietata la vendita di ben 6800 articoli perché bollati come “merce con qualche problema”. ! Sull’onda di questa rivoluzione onomastica, migliaia di prodotti persero il nome con cui erano conosciuti.! Chi faceva il pubblicitario prima del ‘66 venne perseguitato, criticato e spedito in campi di lavoro. Una considerevole quantità di materiale pubblicitario e di documenti relativi venne distrutta dalle guardie rosse. Nel dicembre del ‘78 la Terza Sessione Plenaria dell’XI Comitato Centrale del PCC inaugurò una nuova era nella storia della nazione, decidendo di trasferire le forze produttive nella ricostruzione economica del Paese con il lavoro della politica del “rilancio dell’economia interna e dell’apertura del mondo”.! Grazie a questa nuova strategia, Deng Xiaoping diede inizio a radicali riforme politiche ed economiche dirette ad una riorganizzazione dell’intero sistema di produzione nazionale, del mercato interno e alla promozione di una politica di attrazione di capitali stranieri atti a stimolare ulteriormente lo sviluppo economico-industriale del Paese. ! Grazie a ciò, l’economia cinese iniziò gradualmente a dare segnali di ripresa e a partire dal ‘79 la pubblicità venne reintrodotta.! Il 23 gennaio ’79, il Wen Hui Bao, seguì la scia del Tianjin Daily pubblicando altri annunci e il 28 dello stesso mese la Shanghai TV Station mandò in onda il primo spot pubblicitario della storia televisiva della Cina: un vino a base di ginseng. Il 5 marzo la Radio Popolare di Shanghai è la prima a far ritornare la pubblicità. Il 15 marzo la Shanghai TV Station manda in onda la prima pubblicità di un prodotto straniero, gli orologi svizzeri Rado.! Con l’adozione nel ‘78 della politica di apertura, l’opera di ricostruzione aprì nuovi spazi alla naturale domanda di un numero sempre maggiore di servizi. In tale contesto i concetti moderni di comunicazione, come pubblicità e marketing, rimanevano pressoché sconosciuti. ! L’isolamento interno ed esterno durante la Rivoluzione Culturale aveva contribuito al regresso dell’editoria, delle arti figurative e della comunicazione visuale. ! L’effettivo utilizzo di moderne tecniche comunicative mass-mediologiche iniziò a diffondersi in Cina alla fine degli anni ’70 insieme alla diffusione di radio e TV. Bisognerà aspettare gli anni ’90 per considerare la televisione effettivamente efficace in Cina.! Il primo importante elemento che si sviluppò fra il ’79 e l’89 è la veste grafica. Fino alla metà degli anni ’80 sulla carta stampata e cartellonistica i prodotti venivano rappresentati con dei disegni, ma stranieri e agenzie con più risorse utilizzavano fotografie e layout grafici più moderni. ! Molte volte le pubblicità cinese venivano appesantite da lunghe didascalie. In questo periodo i prodotti cinesi che venivano pubblicizzati erano per lo più elettrodomestici, bellezza personale, m...


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