Televisione e gioco. Quiz e società italiana PDF

Title Televisione e gioco. Quiz e società italiana
Author Virginia Giomi
Course Storia della radio e della televisione
Institution Università degli Studi di Firenze
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riassunto libro di paola valentini...


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TELEVISIONE E GIOCO QUIZ E SOCIETA' ITALIANA 1)il quiz: un gioco e un genere Il quiz è un importante momento di attestazione teorica del mezzo televisivo anche per l'italia, dove per esempio nel 61 la celebre fenomenoligia di u. eco su mike bongiorno è il primo intervento teorico che strappa la televisione ai vari umori della critica. La tv nasce per lo meno in italia conil quiz e la sua capacità di imporsi sulle arti tradizionali. L'evoluzione del game show caratterizza in modo radicale l'assetto televisivo, poiché è un prodotto della logica americana della syndication e cavallo di battaglia delle tv commerciali europee. Il quiz trattiene in se le dinamiche più autentiche del medium televisivo: la dialettica tra realtà e finzione, evasione e impegno, svago e riscatto culturale. Il quiz è il luogo per eccellenza di manifestazione del villaggio globale, fa coesistere nazionalismo e localismo (provincialismo dei concorrenti o stili di conduzione dei presentatori) e globalizzazione. Il quiz è prima di tutto un gioco. Il gioco è un'attività che da tempo è al centro di numerose riflessioni che spaziano dalla filosofia alla storia, alla matematica alla psicologia 1.Quiz e gioco la riflessione sul gioco è fortemente debitrice della teoria filosofica di Johan Huizinga, il quale individua nel gioco una strategia formale che traduce l'aspirazione all'evasione dai toni crudi della vita, il bisogno di sanare le contraddizioni della propria società attraverso la costruzione di un mondo fittizio. La sua concezione di gioco espressa ne “l'autunno del medioevo”, evidenzia il doppio movimento che compie il quiz: elevare la tv nei momenti di crisi e trasformare la vita in un gioco e rifugio. Nel 1939 il gioco diventa il centro della riflessione e, nell'Homo ludens, Huizinga afferma che non solo ogni cultura lascia il posto a manifestazioni ludiche, ma le caratteristiche del gioco sono le stesse della cultura, per cui per lui il gioco precede la cultura e segna la distanza da coloro che vedevano nella modernità una “degenerazione ludica della cultura”, ora invece la prospettiva è rovesciata poiché il gioco diviene matrice delle stesse culture classiche. Prima di tutto, il gioco si definisce come atto libero, non risponde a nessun'altra logica se non a quella del desiderio; sbalza fuori dalla vita “ordinaria” per far entrare in una sfera temporanea di attività con finalità tutta propria. La terza caratteristica individuata da Huizinga è che il gioco è di indole con-chiusa, si isola dalla vita ordinaria per luogo e durata, avendo svolgimento entro certi limiti di spazio e e tempo. Significa che la tv, aprendo al gioco, accetta di separarsi dalla vita ordinaria ma anche da quei parametri spazio temporali che le danno consistenza per rivolgersi a quello spazio delimitato del gioco. Attraverso il quiz, la tv afferma la sua forma e funzione di luogo del gioo. Le regole sono l'unica caratteristica del gioco, e trasgredite, lo fanno cessare. In alcuni casi, il giocatore non è spinto tanto dall'autorità ma dalle regole del gioco, come in “le jeu de la mort” in cui ad esercitare la pressione è l'accettazione delle regole che prevedono anche di somministrare una scossa elettrica. In inglese si distinguono le parole game e play: game designa il sistema di regole ed è la matrice dei possibili schemi di gioco, e play indica il gioco come azione. Il gioco ha a che fare con il piacere del gioco e con la finzione. L'essenza del gioco viene individuata nel suo essere metalinguaggio: dato che i giochi sono qualcosa che non è quello che sembra, perchè un'attività ludica sia veramente tale, ogni giocatore deve poter affermare:questo p un gioco, cioè ci deve essere la consapevolezza che l'azione fittizia e che meta-comunica questa finzione. La metacomunicazione, per Bateson, serve a rivelare la natura del “come se” del gioco. Il messaggio “questo è un gioco” è meta comunicativo perchè propone la cornice che permetterà lo stabilirsi della comunicazione e la comprensione dei messaggi racchiusi. Bateson fa l'esempio del mordicchiare amichevole degli animali che giocano, questo aiuta a comprendere la doppia natura paradossale del gioco, visto che questo gesto non è un'aggressione, e non è nemmeno un morso, essendo finto. L'attenzione alla dimensione del gioco permea anche molta riflessione sociologica, dove domina Robert Caillois che nel 1958 in “les jeux et les hommes ha offerto uno degli sguardi più suggestivi sulla complessità del gioco e sui suoi bisogni. Le “potenze” che li muovono sono la Paidia, libera improvvisazione e spensieratezza vitale, fantasia di tipo incontrollato di natura anarchica e capricciosa; e il Ludus, il piacere del gioco appagato e reso possibile dal contenimento e dalla disciplina esercitata sulla paidia. Esse non sono categorie del gioco ma modi di giocare che si contrappongono. Callois muove dalla competizione (agon) come criterio organizzatore della civiltà e ne riprende gli aspetti caratterizzanti quali un'attività libera (il giocatore non può essere obbligato a partecipare), separata (circoscritta entro precisi limiti di spazio e tempo), incerta (lo svolgimento e il risultato non possono essere conosciuti a priori), improduttiva (non crea ne beni ne ricchezze, solo uno spostamento di proprietà tra i

giocatori), regolata (risponde a regole che sospendono momentaneamente le leggi ordinarie), fittizia, (il giocatore è consapevole della diversa realtà o della totale irrealtà). I 4 tipi di gioco sono: l'agon, la competizione, di carattere muscolare (incontro sportivo) o cerebrale (scacchi), destinati ad affermare la capacità dell'individuo e il valore del vincitore. L'alea, il caso che governa il lancio dei dadi, caratterizza i giochi in cui l'impegno dell'individuo quasi scompare: il destino è il solo artefice della vittoria, il giocatore è passivo e le sue capacità sono commisurate alla sua forza di stare al gioco. Il mimicry (mimetismo degli insetti) è l'area dei giochi di maschera, simulacro, in cui si assume un'altra identità: qui l'individuo occulta momentaneamente se stesso. Infine ilinx (gorgo), ossia i giochi di vertigine come le giostre, altalena, acrobazie: si deve accettare o meno di accedere a questo momentaneo stato di trance, che speso fa occasione di spettacolo. Il gioco diviene elemento centrale della riflessione psicologica di Jean Piaget e Lev Vygotskij. La febbre da quiz che prende l'italia nel dopoguerra è centrale nella rinascita dell'uomo nuovo. Vygotskij sostiene che l'uomo del dopoguerra attraverso il gioco riacquista quella competenza sociale che è la base per lo sviluppo individuale. John Nash, è l'ideatore della teoria dei giochi, ossia la scienza della strategia, e grazie a questo è possibile studiare la natura e il comportamento umano. La teoria dei giochi mette in discussione l'opposizione piacere- serietà, ozio-lavoro. La teoria che Nash enuncia fin dal 1950 è fondata non solo sulle regole ma sulle strategie. La caratteristica distintiva dei giochi di strategia è l'interdipendenza, ossia che l'esito di un gioco per un giocatore dipende da ciò che decidono di fare gli altri giocatori. 2.Il quiz, il genere e la televisione il quiz rappresenta il genere più classico della tv, a volte paragonato al ruolo che svolge nel cinema il western, da un lato segna la nascita del medium, dall'altro ne marca l'ontologia e le evoluzioni. Il quiz mette in luce 2 aspetti della natura del genere: il processo di generificazione e la relazione tra testo e contesto. Infatti nei primi anni 90 sarà condizionato dalla guerra dell'acces prime time e dalla necessità di procurare un efficace traino al telegiornale, e determinerà la fascia pre-serale. È spesso il contesto a fare significare un programma in quanto quiz, non a caso la collocazione che avrà sarà il giovedì sera. Infine la dimensione di genere si fa più complessa a causa della rete di riferimenti intertestuali a programmi precedenti che lo caratterizza. 2)nascita di un genere: primi quiz tra radio e tv, tra stati uniti e Italia Nel luglio del 32 viene messo in onda Vox Pop, si proponeva come intervista alla gente comune: i passanti erano avvicinati all'angolo della strada dall'ideatore e conduttore Parks Johnson, intenzionato a far emergere la vox populi sull'imminente confronto elettorale tra Hoover e Roosevelt. L'abilità del conduttore di conversare con degli sconosciuti mise in luce la voglia di mettersi a nudo e la capacità di ridere di se stessi che il medium dava al pubblico e di collaborare per costruire lo spettacolo. J.Walter Thompson individuò le potenzialità pubblicitarie e si procurò ottimi sponsor e nell'autunno portò vox pop a New York dove iniziò ad avere un programmazione regolare. -voce al quiz:prime domande alla radio Il quiz americano nasce in strada, figlio dei programmi man-in-the-street degli esordi e l'ambivalenza tra intervista, show e gioco non è spazzata via dalla legittimazione che sembra avvenire con Professor Quiz. Lo show rende più chiara l'apertura alla dimensione partecipativa del pubblico traslando l'improvvisazione da strada in un'interattività preordinata. Il professor Craig Earl proponeva ai sei concorrenti interrogativi semplici, poco più che indovinelli, e le domande erano spesso selezionate tra quelle che gli ascoltatori a casa erano invitati ad inviare. Sia l'ascoltatore prescelto che il concorrente vincitore ottenevano la somma di 25 dollari, facendo dell'interattività una dimensione fondante. Successivamente il quiz diventa meno pretestuoso, così come meno occasionale la sua dimensione intellettuale e educativa e si impone la formula del ask-it-format; in Uncle Jim's question bee, nato dopo professor quiz, le domande si fanno meno banali, di difficoltà crescente. Il dialogo con casa si fa più fitto: il quiz condotto da Jim McWilliams fu uno dei primi a promuoversi anche attraverso la creazione di un omonimo gioco da tavolo. Ma è con Information Please (17 maggio 1938-52) che dal modello semplice il quiz riceve definitiva consacrazione culturale, e divenne un successo non tanto per le vincite ma per la centralità dell'esercizio intellettuale: una speciale giuria composta da 4 personaggi noti della politica, cultura e spettacolo, dovevano rispondere correttamente o creare dei divertenti diversivi. L'intervento del pubblico fu assiduo e partecipe anche perché chi con le sue domande lasciava senza parole la giuria vinceva l'intera Enciclopedia britannica. “wake aup american, it's time to stump the experts!” era lo slogan con cui il presentatore apriva il programma: fu il calibro degli ospiti e la loro risposta pronta l'ingrediente vincente. E Information, please sarà anche il primo show della

Nbc ad inaugurare la prassi della replica registrata, dato che l'alta dose di improvvisazione impediva il rerun. -il silenzio dello studio: il quiz alla radio italiana il quiz non ha precedenti radiofonici in italia: il man-in-the-street program è inesistente e l'inchiesta e intervista prende strade controllate e rigidamente predeterminate. Nel 1936 Eduardo De Filippo insieme al fratello Peppino idea e conduce per l'Eiar “Chi è al microfono?”, fortunata trasmissione che avrà un seguito come “insomma, lei chi è?”, e poi “insomma, voi chi siete?”. Le domande sono molto facili oppure sono indovinelli posti dal conuttore a un personaggio famoso invitato in studio e gli ascoltatori dovevano indovinare l'identità, venendo a sapere nella puntata successiva la correttezza della propria risposta. Quella di De filippo finiva con l'avvicinarsi più a una rubrica di approfondimento culturale che non a un quiz. Paradossalmente possiamo dire che il quiz nasce già televisivo, quand'anche trasmesso solo via onde radio. Botta e risposta è forse l'unica eccezione in grado di coniugare gusto per l'improvvisazione e autorità: la formula scelta è la contaminazione con lo show, lo spettacolo: lo scenario è il grande auditorio in cui si muove il conduttore Silvio Gigli. In botta e risposta si svolge la grande fiera non dell'inchiesta ma dello svago e distrazione popolare. A tenere banco sono ormai i grandi quiz spettacolari americani , che soppiantano ogni modello radiofonico autoctono e irrompono anche nella tv italiana. -prime domande in televisione quasi tutti i primi quiz statunitensi, con l'esplosione della tv, trovano nel dopoguerra un approdo sul piccolo schermo, in alcuni casi riuscendo a far scomparire il prototipo radiofonico, come nel caso di Quiz Kids, prodotto da Luis Cowan. Le domande di Joe Kelly, sempre formulate con l'aiuto degli spettatori a casa, avevano un impatto ben diverso sul volto visibile del planel di 5 ragazzini, scelti per il loro qi e per il loro impatto sul video. Il presentatore continua a rimanere il centro dell'attenzione dello show funzionando come fulcro del programma, ma il pubblico e i concorrenti assumono un ruolo ormai in gradi di strappargli quasi il primato. Altro caso fu quello di Winner take all che vedeva il concorrente tornare a fronteggiare una nuova sfida, dando al pubblico la possibilità di affezionarsi. Bill Cullen poneva una serie di domande: il primo che dava 3 risposte corrette vinceva un premio e la possibilità di incontrare un nuovo sfidante. È il primo quiz a utilizzare dei sistemi di richiamo elettrico; i due concorrenti avevano due pulsanti, che dovevano schiacciare per rispondere per primi. I concorrenti dovevano ascoltare un motivo o riferire qualcosa che era mostrato loro solo molto rapidamente oppure erano bendati e dovevano indovinare il tipo di bottiglia che avevano tra le mani. La tv americana punta su giochini semplici e alla portata di tutti, ereditati dal mondo radiofonico. Un ulteriore esempio è Twenty questions in cui gli spettatori inviavano da casa i soggetti più particolari e in massimo 20 domande i concorrenti dovevano indovinarlo. You bet your life veniva registrato per garantire le repliche. Tre coppie di concorrenti scelti tra il pubblico si succedevano sfidandosi su domande non impegnative. All'inizio di ogni puntata il pubblico veniva informato su quale fosse la “parola segreta” e se i concorrenti la pronunciavano mentre erano in onda vincevano 100 dollari extra. Il set era essenziale, con una scrivania per il conduttore, un tavolo per gli esperti e scritte pubblicitarie. -origini del quiz televisivo in Italia in Italia il quiz radiofonico non esiste quasi come genere classico e la tv non ha molti modelli autoctoni cui riferirsi. È forse per questo che Sergio Pugliese, direttore dei programmi Rai punta proprio sul quiz. Il primo fu Tutti contro quattro, ma è Attenti al fiasco che può definirsi tale: qui la matrice americana non lascia dubbi. I premi si arricchiscono e il programma manterrà il proprio successo anche con l'inizio delle trasmissioni ufficiali, quando troverà come valletta al fianco di Falconi, Sandra Mondaini. La contaminazione con il mondo del varietà è chiara e continuerà a dominare. Uno dei più riusciti programmi sperimentali che la Rai elaborò nel 1953 fu Ragazzi in gamba, con approfondimenti di carattere scolastico rivolto ai ragazzini tra 9 e 15 anni, con sketch comici di Dario Fò e Giustino Durano. Successivamente va in onda come quiz a premi con il titolo Ragazzi in gamba. Quiz a premi con Serafino e il professore. È Cino Tortorella che da una forma definitiva a questo tipo di quiz con Chissà chi lo sa, una gara tra scuole a cui i ragazzi poteano rispondere alle domande da casa. Le sponsorizzazioni nella tv italiana non erano assenti, soprattutto nel territorio musicale. Nel 1955 va in onda Duecento al secondo in cui ancora il legame con il mondo del varietà è solido. 3)la stagione d'oro: quiz show e telequiz in America il successo quei primi quiz, arrivò quasi a raddoppiare e nel 1954 la Corte Suprema decise di non considerare il quiz un gioco d'azzardo, svincolandolo dai controlli finanziari. Nascono così gli high-stake o big money show, dal vivo, in diretta e in posizione dominante nella programmazione serale. Ma la loro vita sarà tuttavia breve, travolti dallo scandalo i quiz show lasceranno il passo ai giornalieri big show.

-La stagione d'oro del quiz show americano tra i primi a maturare l'idea di un quiz a montepremi con jackpot fu il produttore Luis Cowan con la versione televisiva di Take it or leave it. Nell'originale radiofonico lo schema di domande a difficoltà crescente portava alla domanda da 64 dollari, 15 anni dopo la versione televisiva The 64,000$ question, in onda dal 7 giugno 1955 offre un montepremi pari a 40 milioni di lire e una cadilac come premio di consolazione. I big money show iniziarono a fare appello a una cultura elevata e a conoscenze di livello accademico, e non mancano leve psicologiche come la cabina di isolamento: dall'esigenza di escludere il concorrente dai suggerimenti, e espediente per provare fisicamente in concorrente ed esaltare la sua prestazione grazie al volto sudato e il respiro affannoso. Twenty One va in onda alla Nbc dal 12 settembre 1956, condotto da Jack Barry, non c'era un limite al montepremi ed era una sfida contro tutti che il concorrente offriva. Tra il 1958-9 alcune testimonianze dichiararono che Herbert Stempel fu detronizzato dal quiz da Charles Van Doren aiutato da suggerimenti. I quiz a grandi budget in italia a seguito di questo scandalo saranno soppressi. Non tutti i quiz furono cancellati: name that tune e the price is right subirono alcuni adattamenti e formirono un modello agli show successivi. -Il quiz in italia, ovvero Lascia o raddoppia il quiz show americano aveva mantenuto la competizione al centro e optato per una asciuttezza e sobrietà che valorizzasse una macchina del gioco efficiente. Se vi è una formulazione all'italiana del quiz che viene importato insieme ai balli e fumetti, è la diversa declinazione data al concetto di spettacolarità che arriva anche a far passare in secondo piano il gioco. È fuori dubbio che la tradizione del varietà e del teatro è troppo forte per essere accantonata. La tv italiana opera sincreticamente rispetto a quella americana. I viaggi negli stati uniti sponsorizzati dalla Rai consentirono non solo l'atto di copia e pirateria, e l'attingere a una cultura diversa. Nei quiz all'italiana troviamo distillata la cultura del quiz americano. La voglia di novità e agganciare l'audience convive con la politica culturale di educazione progressista. In italia, ispirandosi a the 64,000$ question debutta il 26 novembre 1955. il 19 novembre la presentazione del quiz aveva causato lo spostamento in seconda serata della puntata del teleromanzo piccole donne, e dal 3 febbraio verrà spostata di giovedì. I concorrenti esperti in una materia devono rispondere a una serie di domande di difficoltà crescente. Dopo aver risposto a 8 domande la gara si sostava in una cabina insonorizzata dove il concorrente poteva decidere di continuare con una sola prova alla settimana comunicando ad inizio puntata se lasciare o raddoppiare. Nel quiz italiano ingrediente fondamentale è il conduttore, Mike Bongiorno: era già molto famoso e aveva acquistato notorietà nella radio filoamericana del primo dopoguerra fino a diventare quasi un divo grazie ad un quiz radiofonico. È la spettacolarizzazione l'elemento fondamentale a differenza con l'america, dove fondamentale era il meccanismo del gioco e della drammatizzazione. (appunti) inclinazioni tipiche del quiz erano: diretta e immediatezza, realismo e gente comune. Anche il quiz italiano subisce un calo di popolarità e il quiz di Mike Bongiorno dovrà chiudere. -La via italiana al quiz: il musichiere, Campanile sera, Telematch Alcuni tratti restano costanti nella febbre da quiz che si scatena in quegli anni. Il musichiere, ispirato da Name that tune, in cui i concorrenti dovevano indovinare da pochi accordi un motivo musicale, e dare la risposta alzandosi da una sedia a dondolo e correre indossando delle scarpette da tennis. Il vincitore affronterà altre due prove. Anche qui è il versante del varietà che prende il sopravvento. Il momento più atteso della serata è quello ironico in cui Riva introduce l'ospite e lo “costringe” a cantare. Vera innovazione italiana è quella di Campanile sera, un quiz che mette in gara differenti regioni. Condotto da Mike Bongiorno, in studio, e Renato tagliani ( sostituito da Enza Sampò) ed enzo tortora come conduttori esterni, subentra dal 5 novembre del 59 nella programmazione a Lascia o Raddoppia fino al 30 novembre del 61. modellato su un'analoga trasm...


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