Gioco E Realtà di Winnicott PDF

Title Gioco E Realtà di Winnicott
Author Alessia Tubino
Course Pedagogia generale e sociale
Institution Università di Pisa
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GIOCO E REALTà di Winnicot PREFAZIONE: Il bambino alla nascita non ha una distinzione del sé/non sé e così agli spazi interno/esterno vi si aggiunge il terzo spazio potenziale in cui è unito con la madre. Nella fase transizionale dello sviluppo dell’io il bambino colmerà la mancanza della madre con un oggeto transizionale, questa funzione in seguito sarà volta dal gioco e in fine nell’età adulta dalla cultura. -Oggeto transizionale. -Gioco da solo. -Gioco condiviso. -Cultura. Ciò funziona grazie alla “garanzia” del ritorno della madre, altrimenti il trauma della separazione disintegra la strutura dell’Io. 1.OGGETTI E FENOMENI TRANSIZIONALI La madre sufficientemente buona è quella che si adata totalmente ai bisogni del bambino e ciò alimenta la sensazione infantile di onnipotenza, poiché il bambino ha l’illusione di poter creare una realtà esterna per i suoi bisogni; Il seno diventa parte di sé ed è soto il suo controllo magico. In un secondo momento arriva la graduale disillusione atraverso il divezzamento, per fargli comprendere l’esistenza del “non me” permetendo il passaggio dalla soggettività (crede) all’oggettività (reale) e infine dall’erotismo orale al vero rapporto oggetuale. L’oggeto transizionale serve a combatere l’angoscia della separazione dalla madre, esso rievoca simbolicamente il loro legame e talvolta può essere la madre l’oggeto; L’oggeto deve essere capace di resiste alla violenta passione del bambino, non deve essere cambiato, lavato o butato e il nome sarà “scelto” dal bambino mediante suoni e balbettii. Prima dei 6 mesi il bambino non è capace di distingue il sé/non sé, con la fase transizionale il timore della scomparsa definitiva della madre cessa e

l’oggeto transizionale diviene un conceto mentale che dà forma all’illusione di congiunzione madre-figlio. °L’oggeto transizionale esiste solo se ne esiste uno interno (vivo e sufficientemente buono), ma esso può esserci solo se l’oggeto esterno (madre) non viene a mancare nelle sue funzioni; in questo caso si verificherebbe una perdita di significato degli oggeto transizionale e interno. °L’elemento maschile e quello femminile permetono il relazionarsi differentemente con l’oggetti, l’elemento femminile porta l’identificazione con l’oggeto in base al senso dell’essere, si parla di “oggeto soggettivo” perché non si distingue il “non me”. L’elemento maschile si relazione in maniera attiva o passiva ed è sostenuto con l’istinto, presuppone una condizione psichica più evoluta e riconosce l’oggeto come “non me” infatti è “soggeto oggettivo”; Il maschile fa, il femminile è. °La differenza tra l’entrare in rapporto con l’oggeto e l’uso di un oggeto, sta nel percepire la realtà in maniera soggettiva o oggettiva e così l’oggeto può essere utilizzato solo se avviene il passaggio al principio di realtà. -Relazione con l’oggeto come parte di sé e onnipotenza. -Presa di coscienza che porta alla frustrazione e tentativo di distruggere l’oggeto. -L’oggeto che sopravvive è reale e acquista valore. -Può essere utilizzato solo se è reale. Nella tentata distruzione dell’oggeto non c’è rabbia, ma gioia per la sua sopravvivenza, nella fantasia è costantemente distruto. 2.SOGNO, FANTASIA E VITA REALE: Il fantasticare è inserirsi in una dimensione propria o in uno stato di “dissociazione primaria” e come esempio l’autore porta una donna che sogna ad occhi aperti, così durante la terapia è importante farle comprendere la differenza. L’infanzia caraterizzata da una difficile relazione con i genitori, la portò a soddisfare i suoi bisogni mediante la disillusione per riempire il vuoto di

inattività dei genitori; con l’ultima seduta imparò ad utilizzare l’immaginazione con discrezione. 3.IL GIOCO, FORMULAZIONE TEORICA: Nella psicoterapia si sovrappongono l’area di gioco del paziente e del terapeuta, se questo gioco non è possibile il terapeuta dovrà lavorare sul paziente in modo che diventi capace di partecipare al gioco; Per Milner il gioco dei bambini è come la concentrazione per gli adulti, poiché entrambi richiedono isolamento. Per Winnicot il gioco è stato eccessivamente connesso all’attività masturbatoria, per lui sono importanti il luogo e il momento del gioco; il gioco è universale, è indice di sanità, è una forma di comunicazione e relazione di gruppo. -Edmondo, due anni e mezzo: spago per unione con la madre. -Diana, cinque anni, abusata dal padre si identifica con la madre (gravidanza e responsabilità per il fratello malato di cuore). C’è una sequenza di rapporti in relazione al processo di sviluppo in cui si inserisce il gioco: -Latante e oggeto fusi. -L’oggeto ripudiato, riaccetato e percepito obiettivamente (idea del magico). -Stare da soli alla presenza di qualcuno. -Sovrapposizione aree di gioco, prima la madre si inserisce nel gioco del bambino e successivamente sarà lei a portare il suo gioco. Il gioco può funzionare da terapia, tiene a bada la paura, stimola la creatività e gli oggetti del mondo esterno sono al servizio della realtà psichica del bambino. 4.IL GIOCO. ATTIVITà CREATIVA E RICERCA DEL Sé: Il gioco è assimilabile all’esperienza culturale, mediante queste cose l’individuo può scoprire il proprio sé. -Condizione di fiducia. -Attività creativa, fisica e mentale.

-Queste esperienze sono la base del senso di sé (il terapeuta recepisce la comunicazione e la riflete al paziente). Una donna, dopo 2 ore di monologo, instaurò un rapporto con Winnicot tanto che riuscì a trovare se stessa (cercare è la prova del sé). 5.LA CREATIVITà E LE SUE ORIGINI: Solo nel gioco si può essere creativi e si può usare l’intera personalità per scoprire il Sé e la comunicazione, grazie alla creatività che abbiamo l’impressione che valga la pena di vivere; Quindi è una situazione di sanità. La creatività è uno dei denominatori comuni tra uomini e donne: °Uomini e donne sono caraterizzati da una bisessualità e si deve lasciare spazio a questi tratti del sesso opposto, deve avvenire una dissociazione; L’elemento femminile nel bambino dipende da fatori ereditari e ambientali (Amleto con Ofelia, uomo/ragazza con invidia del pene con dissociazione completa). -La parte scissa sovrasta quella principale che risulta come proietata. -L’elemento dell’altro sesso può essere completamente scisso. -Quasi completa dissociazione dall’altro sesso. -L’altro sesso può rimanere fermo ad una data età o crescere più lentamente. In un terzo caso il bambino può aver sperimentato poca creatività e così prende consapevolezza di aver vissuto nella creatività altrui, questa viene riconosciuta come malattia. La realtà può essere vissuta come troppo estrema (schizoidi e schizofrenici) -Realtà soggettiva= precario senso di realtà e allucinazioni. -Realtà oggettiva= nessun contato con il mondo soggettivo e la creatività. Melanie Klein riconosce *** 6.L’USO DI UN OGGETTO E L’ENTRARE IN RAPPORTO ATTRAVERSO IDENTIICAZIONI: Vi è una sostanziale differenza tra l’entrare in rapporto con un’oggeto e usarlo.

Nel primo caso l’oggeto assume significato perché qualcosa del soggeto si trova al suo interno, nel secondo caso si deve tenere conto della natura e del comportamento dell’oggeto. L’oggeto deve essere reale, in una realtà condivisa: è creato dal soggeto ed era già lì in atesa di essere investito di carice simboliche; è necessario avere la capacità di usare gli oggetti, cosa che si apprende durante il passaggio al principio di realtà. -Rapporto con l’oggeto, uso dell’oggeto. -Nel mezzo c’è il riconoscimento dell’oggeto come fenomeno esterno, distruzione (continua e immaginaria) dell’oggeto; la distruttività permete di creare una realtà condivisa che può riportare al diverso da me. Anche l’analista deve resistere alla distruttività del paziente, se non venisse distruto il soggeto non lo collocherebbe fuori da sé e si avrebbe un’autoanalisi interminabile. 7.LA SEDE DELL’ESPERIENZA CULTURALE: La terza era è quella del gioco/esperienza culturale (variabile) compresa tra la realtà interna e esterna (invariabili). Il luogo è lo spazio potenziale tra individuo e ambiente, per prima si stabilisce l’esperienza del gioco e fa esperienza del vivere creativo. L’uso dello spazio è determinato dalle esperienze di vita e dalle stensioni del me/non me, ogni bambino sperimenta queste esperienze con un sentimento di fiducia verso la figura e l’ambiente. 8.IL LUOGO IN CUI VIVIAMO: Ogni persona è costituita da tre realtà distinte ma correlate: -Realtà esterna, stabile nel rapporto/uso dell’oggeto. -Realtà interna, stabilirsi di un Sé unitario. -Spazio potenziale tra bambino e madre, grado di fiducia nell’atendibilità della madre. Gioco e realtà culturale connetono passato, presente e futuro e sommano tempo e spazio, nello sviluppo emotivo.

9.LA FUNZIONE DI SPECCHIO DELLA MADRE E DELLA FAMIGLIA NELLO SVILUPPO INFANTILE: La madre deve dare l’immagine di sé stessa, il bambino nel volto della madre individua il riflesso di sé e del suo stato d’animo. -Donna, regressione dipendenza infantile, cerca rinvio della sua immagine in modo da trovare sé stessa. Il rispecchiarsi genera sentimento di esistenza. 10.RAPPORTO RECIPROCO AL DI FUORI DELLA PULSIONE ISTINTUALE E IN TERMINI DI EDENTIFICAZIONI CROCIATE: L’analista ha la funzione “materna” di restituire al paziente il proprio sé, così (come nella crescita) il paziente ha sempre meno bisogno di riavere il Sé indietro dalla faccia dell’analista. La capacità limitata di identificazione introiettiva e proiettiva porto l’analista a dover lavorare sulle interpretazioni delle esperienze dell’immediato presente: Donna, nessuna empatia. Per raggiungere questi risultati l’analista deve -Fusione mediante transfert. -Oggeto separato dal soggeto, fuori dal controllo di onnipotenza. -Sopravvivenza così da essere usato. -Rapporto di identificazioni crociate. 11.CONCETTI CONTEMPORANEI SILLO SVILUPPO DELL’ADOLESCENTE E LORO IMPLICAZIONI PER L’EDUCAZIONE SUPERIORE: L’adolescenza è una fase transizionale che prepara al mondo adulto, l’individuo cerca di comprendere sé stesso e di integrare diverse forze (amore, distruzione…). Crescere significa prendere il posto del genitore e inconsciamente si fantastica di uccidere, questa pulsione è necessaria nel processo di maturazione. L’immaturità presente nell’adolescenza è necessaria, i genitori devono continuare ad assumersi le loro responsabilità altrimenti il ragazzo si troverebbe a dover saltare in una falsa maturità e così perderebbe la libertà di avere idee e di agire per impulsi....


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