Walter Mauro. La letteratura è un cortile PDF

Title Walter Mauro. La letteratura è un cortile
Author martina grillotti
Course Gestione dell'impresa editoriale
Institution Sapienza - Università di Roma
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Croce contro Braccioforte: gli anni baresi. Mentre si trova a Bari, da ragazzo, Walter Mauro, scopre “l’idiozia del fascismo” in un negozio di dischi, il fascismo aveva cambiato il nome di tutti gli artisti non italiani traducendoli (Louis Amstrong diventa Luigi Braccioforte). Da quelle piccole cose, apparentemente innocue ma in realtà pericolose, si scaturì in lui un’ostilità vera nei confronti del fascismo. Bari era all’epoca, un centro motore di grande importanza per l’opposizione politica al fascismo. Qui trova i due suoi punti di riferimento: 1. Tommaso Fiore 2. Benedetto Croce Si iscrisse al partito d’Azione e Bari rappresentò per lui la crescita. 28 Luglio 1943: Una classe nella storia d’Italia. Nel Novembre del ‘42, nel suo liceo, ci fu una retata e i fascisti irruppero e finirono insieme a compagni e alcuni professori in carcere come detenuti politici: il carcere si sostituì all’aula. Fu lì che decise che una volta libero avrebbe studiato lettere. Dopo 8 mesi, il 28 Luglio 1943, a Bari ci fu una festa collettiva per la caduta del fascismo, loro furono scarcerati ma quella data, si ricorda come una tragica pagina per la storia dell’Italia perché, nemmeno il tempo di iniziare la manifestazione, un plotone di paracadutisti della Folgore cominciò a sparare a vista, altezza uomo, non per intimidire ma per uccidere. Morirono 20 persone, 50 furono i feriti. Tra gli altri morì il suo compagno di banco Gaetano Fiore (figlio di Tommaso). Ai reduci del carcere fu data la maturità ad honorem nel 1943. Due anime. Sul finire del 1943 il padre, e con lui tutta la famiglia fu trasferito a Roma. Il padre, da ragazzo voleva fare il direttore di orchestra. Era musicalmente un reazionario, per lui esisteva solo Wagner e lo stesso nome Walter derivava da una sua opera (i fascisti lo tradussero in Gualtiero). A questa passione si unisce quella per D’Annunzio che non si riesce a spiegare (questi era fascista). In casa avevano una biblioteca cui solo il padre poteva entrare, là custodiva Leopardi e i grandi della letteratura italiana. Usciti dal carcere fu lui a preparare lui e i compagni alla maturità. Il padre era un autodidatta ma era questa la sua passione. 1

La madre fu l’incontro con la musica classica, mai riuscì a convertirla al jazz. Avevano trascorso 7 anni di fidanzamento in casa di lei, lei suonava mentre lui cantava Wagner. Una vita fuori copione. Queste cronache spiegano la tendenza a incrociare musica e letteratura e la sua vita è sempre stata in equilibrio con queste due passioni. Quando iniziò a insegnare, per un po’ continuò anche a suonare la sera nei locali. Nel 52, fecero un film su di lui (comico). In questo lo psicanalista spiega a Gualtiero che in lui convivevano il padre e la madre. Vent’anni dopo Marco Bellocchio gli chiede di interpretare la parte di un professore di lettere in un suo film, Nel nome del padre. Questo è anche uno dei primi film in cui le scene di sesso venivano girate dal vivo e questo creò scalpore dato che lui insegnava ad una scuola di frati. Fu salvato dall’espulsione perché spiegava troppo bene la Divina Commedia. Altre due anime e la luna. A Roma si iscrisse a Lettere Classiche, la svolta arrivò però quando conobbe Ungaretti: alla fine si laureò con lui in Letteratura Contemporanea. Ungaretti fu per lui un secondo padre, dal punto di vista umano oltre che letterario. L’incontro avvenne al penultimo anno di università: le due figure fondamentali erano Sapegno e Ungaretti in quegli anni. I due tenevano lo stesso corso ma tra di loro c’era aiuto e non contrasto. Se si voleva conoscere un Leopardi regolare e accademico, bisognava seguire le lezioni del primo. Il Leopardi di Ungaretti invece fu per tutti uno choc letterario perché tutto ciò che si era appreso fino a quel momento veniva smontato dalla sua interpretazione. Per lui Leopardi era un anticipatore dell’ermetismo. Tanto Sapegno era puntuale e preciso quanto Ungaretti era svagato e fuori realtà. Il legame più profondo che Ungaretti rintracciava era quello tra Petrarca e Leopardi. Casa Ungaretti come Rio... Ciò che Ungaretti spiegava presto non bastò più e così lo seguivano per tutto il resto della giornata. Nonostante i suoi traumi, Ungaretti sembrava aver sempre fiducia nella vita, nel mondo e nei suoi studenti. Dopo le lezioni li invitava a casa che lui frequenta per anni. Quasi ogni giorno arrivava anche Moraes, il maggior musicista brasiliano di quell’epoca e la casa con lui si trasformava in un carnevale. 2

Proprio a casa di Ungaretti si poteva incontrare Ornella Vanoni e in quel periodo gli sembrò anche di intravedere un legame tra il jazz e la poesia di Ungaretti. ...Via Veneto come New Orleans. Il suo amore per Bari lo richiamava in Puglia in estate. A Roma aveva fatto amicizia con vari pittori tra cui il pugliese Giovanni Consolazione che aveva uno studio in via Nazionale e dove ha trascorso diverse giornate. Comincia anche a frequentare l’ambiente del jazz romano, in cui era proibito ballare fino alla jam session intorno alla mezzanotte, durante il quale si improvvisava. Nella sua stanza romana era diventato un grande collezionista di dischi e anche rari quindi la sua casa divenne pian piano un porto di mare. Suonava inoltre in un gruppo jazz e aveva iniziato a studiare batteria. La sua orchestra era tradizionale e aveva come contrabbassista Carlo Loffredo, membro dell’orchestra 013 che nel 49 raduna tanti giovani appassionati musicisti di jazz per andare a Ciampino ad accogliere Armstrong di ritorno in Italia, facendogli una sorpresa. A lui piacque a tal punto da rinominarli Roman New Orleans Jazz Band. Il rumore degli intellettuali in gabbia Si viveva nel paradosso, da un lato infatti erano legati all’America per la musica, dall’altro questa era un nemico. W.M. andò a lavorare prima per l’Unità e poi per Paese e Paese Sera, lo stesso giornale in doppia edizione quotidiana, diventando titolare di una rubrica di critica e dunque della terza pagina di entrambi. Durante il dopoguerra nacque il neorealismo, di ispirazione verista, questo descriva le tragedie e raccontava l’Italia vera per ricostruirne una nuova. Tutti gli intellettuali si unirono al PCI senza tesserarsi ma il partito era una gabbia che tarpava ingiustamente le ali della fantasia. Di fronte alla richiesta di libertà intellettuale il partito rimaneva sempre sordo. Fotografie all’Italia. Fenoglio fu un grande rammarico perché non vi instaurò una relazione assidua, lo incontrò ad un premio Strega rimanendo folgorato dalla sua incredibile intelligenza. Al premio strega incontra anche Pavese, due mesi prima di togliersi la vita. 3

Il genere del neorealismo letterario parte da Calvino, prima di lui infatti esso era solo di denuncia e lo sguardo appariva rivolto indietro. Agnese non si ferma. Nel 1949 Calvino pubblicò “Il sentiero dei nidi di ragno” e “Ultimo viene il corvo”. Questi libri, di protesta al fascismo, erano anche il nuovo neorealismo. Conobbe Calvino grazie al suo lavoro e con lui spesso il discorso cadeva su Leopardi e sulla difficoltà con cui si rapporta all’infinito seduto di fronte ad una siepe, della difficoltà di ammettere la propria piccolezza di fronte alla realtà. L’autore considera Calvino come il più grande scrittore del novecento, ma la letteratura è un cortile, essa è fatta di pettegolezzi e battibecchi e Calvino ci finiva sempre in mezzo, era uguale a tutti gli altri a causa del sentimento dell’invidia. Flaubert divenne il modello a cui guardare per trasgredire il neorealismo. L’uomo non veniva rappresentato dal contenuto ma dal modo e la forma con cui lo esprimeva. In questo modo si ha la nascita di due tipi di neorealismo: 1. Chi si adegua alla semplice cronaca 2. Chi introduce una visione personale Mettete una scopa, una valigia e le nuvole. C’è stato un Calvino anche nel cinema italiano, Cesare Zavattini. Egli, era amico di molti pittori e dal 1941 chiese a tutti dei minuscoli quadri, 8x10, da appendere in casa, creando così una pinacoteca curiosa. Negli anni 70 fu costretto a vendere tutto. Nel cinema viene considerato un maestro del neorealismo: parte da un dato di realtà e poi vola nel mondo fantastico. La coppia Zavattini-De Sica, fugge verso il paradiso dell’immaginario. In “un miracolo a Milano“ rubano le scope ai netturbini per fuggire tra le nuvole. In letteratura il “Metello” di Pratolini rappresentò i funerali del Neorealismo. In quel romanzo era presente la vita semplice della povera gente. Si accese una polemica che sbalordì e irritò l’autore. L’attacco dell’ Unità e dei giornali comunisti fu molto feroce. Data un punto di vista letterario Metello era stato un sinonimo di reazionarismo e di conservatorismo ritenuto pericoloso. 4

Molte cose li univano: a Parigi attorno a Sartre. Si era molto discusso del rapporto tra comunismo e letteratura anche a Parigi, lì vi era un’atmosfera unica perché anche l’ultimo dei nazisti aveva lasciato la capitale francese. Nel 1949 il Paris Jazz Festival aveva richiamato i migliori jazzisti del mondo tra cui Miles Davis, che quando ritornò a New York incontrò Sonny Rollins che cominciò a fornirlo di droga. Miles cerca la droga continuamente tanto che fu costretto a fare musica commerciale. Successivamente perse completamente la testa, fino alla morte, nel 1991. In quegli anni a Parigi il jazz aveva fatto parte della vita di tutti e fu la motivazione per cui W.M. riuscì ad avvicinarsi a Sartre che ne era appassionato. I giovani non cadono. Sartre era molto litigioso e spesso quelli con cui litigava erano però dei suoi amici ma la lite che ebbe con Camus nel 1951 fu violenta e segnò la fine della loro amicizia. In quegli anni ci fu un grande cambiamento tanto in Italia quanto in Francia e con Sartre si finiva sempre a parlare di libertà e totalitarismo e della possibilità di un punto di incontro tra esistenzialismo e marxismo. Sartre aveva un pensiero a metà strada tra i due. Si rincontrarono dopo anni nel 73 a Roma e Sartre disse di vivere in condizione di estrema solitudine in Francia e di non riuscire a stare più dietro ai giovani teorici in corsa verso un sogno. In Francia la cultura sosteneva i giovani, i giovani italiani non erano sostenuti e di contro diventarono violenti. Per Sartre fu una sofferenza essere scalzato dal ruolo di intellettuale guida di un paese e vedere che il mondo aveva voltato pagina. Addio Paese! Le contraddizioni dei partiti comunisti furono sempre più evidenti. Quando Brecht provò a tornare in Germania dopo un esilio negli Stati Uniti fu accusato di essersi venduto alla causa capitalista. La crisi dei partiti comunisti arrivò con Budapest e poi con Praga dove andò WM come inviato per il “Paese”, andò senza pregiudizi per raccontare ciò che vedeva. Benché i reportage furono obiettivi questi non vennero mai pubblicati e tornato in Italia fu cacciato dalle redazioni. Durante il passaggio da Togliatti a Berlinguer il partito comunista italiano divenne l’unico in Europa a non essere completamente assoggettato a Mosca, non a caso Berlinguer avrebbe subito un incidente che per molti non fu tale. 5

Un ragazzo di vita. L’intellettuale libero che non ebbe mai modo di uscire dalla prigione del Neorealismo è Pasolini. Si conobbero nel 1950 a Roma. La capitale lo rese spaesato ma fin da subito si impegnò drammaticamente nella realtà, si immerse nella poesia, nella narrativa e nella linguistica. Con “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta” si inserì nel panorama del neorealismo ma anche in una polemica viva per difendere l’importanza del dialetto, il dibattito si alimenta con Gadda perché entrambi scrivevano un dialetto che non gli era proprio. La notte tra il primo e il due novembre 1975, la notte dell’omicidio, a Pasolini venne strappato un manoscritto, non si sa né da chi né il perché. Pasolini ha sempre condotto una vita all’insegna del pericolo. Scusi, lei è Moravia? Alberto Moravia, al contrario di Pasolini era molto timido e chiuso, quasi da sembrare impaurito, si incontravano nella sua casa e ci voleva sempre un po’ prima che lui cominciasse a parlare. Essendo un timido capitava a volt di camuffare la sua timidezza con arroganza e così cominciò ad essere accusato di scontrosità. Un magistero è una domanda: scusi, lei è quello della cucina? Elsa Morante fa parte di un trio di grandi scrittori che riuscirono a trovare la forma letteraria perfetta: MORANTE-BASSANI-PRISCO. Elsa pretendeva molto dalle persone ed era affamata di attenzione, le sue conversazioni costituivano già un’opera letteraria. Bassani era un suo grande amico ed un giorno un portier del palazzo lo riconobbe solo per le ricette alla televisione e lui si arrabbiò, ma della sua intelligenza fece fortuna la Feltrinelli. Prisco aveva un carattere pacato e interpretava i problemi facendo lavorare la sua saggezza. Due bagni al sud: tra gli uomini-cassaforte. Nel 1960 Rea, Pomilio, Prisco, Compagnone, Incoronato e Venè fondarono una rivista, “le ragioni narrative” sulla quale Rea, nel primo numero, inserì un saggio sul superamento del neorealismo, rivolto agli scrittori meridionali che dovevano guardare al moderno romanzo europeo. Una delle grandi signore della letteratura in questi anni era Livia de Stefani, siciliana, appartenente, al contrario di Sciascia alla nobiltà, quelle origini si ritrovavano nelle sue opere. Sciascia era invece di origini proletarie, 6

molto chiuso e bisognava togliergli le parole di bocca, molto simile a Corrado Alvaro. Si tratta di due uomini cassaforte, Sciascia perché si apra bisogna parlare di mafia, Alvaro del rapporto tra il suo paese e la sua vita romana. Sciascia ha una scrittura marcatamente illuministica, non verista e leggendo un suo romanzo ci si trova di fronte a un’immissione totalizzante della realtà, lavora sulla verità storica di ciò che racconta è una volta stabilito il dato di realtà se ne va nel mondo immaginario. Si situa esattamente tra la denuncia e l’invenzione. Le tasche di Sinisgalli. I primi anni 60 videro la fondazione di un movimento sperimentalista, il gruppo 63, fondazione della Neoavanguardia. Se “Metello” aveva celebrato i funerali del Neorealismo quel tipo di rivolta sembrò coincidere con i funerali della letteratura tutta: di qui si arriva alla crisi del romanzo. Si cominciò ad interpretare i brani letterari a seconda della struttura, condensando non sui contenuti ma sulle forme. Il gruppo odiava la poesia lirica e ruppero con la tradizione. Fu bandita la poesia della memoria. Negli anni seguenti se ne andarono tutti gli scrittori, o buona parte, della stagione neorealista. Un personaggio importante fu però Sinisgalli, un poeta a cavallo tra scienza e letteratura, autore di poesie molto avanguardiste ispirate a matematica e geometria. Egli si fermava in mezzo la strada per appuntare un particolare e metteva il foglio in tasca, aveva le tasche piene di fogli per non smettere mai di un essere poeta. Anche di fratelli è fatto un cortile. Nel 1963 arriva in Italia Rafael Alberti, dopo essere dovuto fuggire dalla Spagna per l’avvento di Franco al potere, nella fuga di massa di poeti molti trovarono la morte tra cui Lorca, fucilato nei pressi di Granada (amico di Alberti tra di loro rapporto di fratellanza per quanto molto in competizione). Sudamerica in via Garibaldi. Il punto di riferimento di Rafael, era sua moglie, Maria Teresa León, la quale fu attrice del Teatro universitario “la Barraca” compagnia diretta da Lorca. Dopo questa esperienza arrivarono le tappe dell’esilio ma avevano paura perché ovunque venivano riconosciuti. Dal momento del suo arrivo a Roma la sua casa divenne il centro dell’intellighenzia internazionale. Così 7

WM rivisse le stesse esperienze fatte già in casa Ungaretti, laddove alla musica brasiliana Si sostituisce quella spagnola. Ricordi, Rafael? A Roma, di fronte a cupole e vicoli, cambiò il modo di dipingere di Alberti. Lui da sempre influenzato dall’amico Picasso e soprattutto da Mirò, arrivato a Roma, a contatto con Trastevere, dall’avanguardia passò al realismo. Rafael da esule, quale era, era combattuto tra le posizioni del surrealismo e l’immissione impietosa della realtà. WM gli chiese se le vicende politiche vissute avevano cambiato il rapporto tra realtà e fantasia nelle sue poesie e lui rispose che l’invasione del realismo era inevitabile perché quando arriva la guerra tutto cambia. Neruda e Alberti sono poeti dell’immaginario e vivono in un mondo di sogno finché alla porta del loro castello incantato non arrivano le truppe franchiste, così da un punto di vista letterario, inevitabilmente il registro deve cambiare. Il paese che circondava la torre rimane a pezzi e finisce appeso a una parete. Le curve di Quasimodo, il cappotto di Montale. Con Quasimodo fecero un viaggio in URSS, sceso dall’aereo chiese una donna per la serata. Subito dopo quella richiesta, fecero un tragitto in una in auto piena di curve e lui esclamò “quante curve” e poiché kurva in russo significa donna di strada, tutti risero. Più tardi fece incontrare Quasimodo e Ungaretti ma si odiarono terribilmente per una profonda rivalità. Chi ebbe più a che fare con l’ermetismo fu Montale, sempre in mezzo tra montagne e mare. L’altro suo amore era la musica lirica e poi le barzellette. Alla sua morte lasciò il suo cappotto in eredità a Elio Fiore che non lo tolse più. I poeti incendiano le librerie Se Montale non ebbe a che fare con il vero ermetismo, quello di Ungaretti, chi da quelle poesie avviò invece il suo cammino fu Mario Luzi, le cui prime raccolte ebbero proprio quell’origine, anche lui ha rappresentato una poesia nuova, ha portato nella poesia una personale interpretazione della fede. Uno dei poeti protagonisti del Novecento fu Maria Luisa Spaziani, la cui ironia è prendere le distanze dalla quotidianità della vita. 8

Blu è il colore della persecuzione. Verso la metà degli anni sessanta la sua vita ha cominciato a essere quella di un critico costretto a dividersi tra l’insegnamento, la frequentazione di circoli e ritrovi letterari e il jazz. Il biennio 1966-67 fu ricco di incontri, per due anni seguì in giro per l’Europa l’orchestra di Duke Ellington. Erano gli anni della Black Revolution, fondamentali per il riconoscimento di diritti civili per i neri, emarginati anche nel blues La parola Blue non ha solo il significato di malinconia, tristezza o nostalgia ma uno stato d’animo è un feeling. Figli come campi di mais. Nel maggio del 1967, conobbe Ilya Ehrenburg che era stato dirigente e portavoce sovietico, nonché responsabile della propaganda di regime. Aveva un volto segnato dall’incubo dell’essere ebreo in un tessuto come quello dell’URSS, la sua salvezza era stata il cosmopolitismo. Nell’ottobre 1967 Asturias vinse il nobel e si trovavano ad una festa e si abbracciarono tutti. Egli era stato costretto all’esilio con la dittatura in Guatemala. Notizie di Pablo Asturias morì nel 1974, un anno prima in Cile aveva provato a far visita a Neruda ma la dittatura aveva reso quella visita impossibile. Durante quei giorni WM incontrò Carlo Levi che con lui aveva conosciuto Neruda in casa Alberti e fu Carlo a chiedere informazioni su Pablo perché da tempo non se ne avevano più notizie, Neruda sarebbe morto poco dopo questa domanda. In quel periodo Carlo Levi aveva avuto una malattia agli occhi, questo però non gli impedì di dipingere. Era pittore anche con la cecità. Nel catino c’è uno scrittore. In quel 1967 erano usciti 2 dei 3 libri più importanti del secondo novecento: “il lamento di Portnoy” di Philip Roth e “cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez. Roth è la persona più scontrosa che WM avesse mai conosciuto, viveva in campagna a causa della sua fobia per l’umanità, viveva in completa solitudine e usciva raramente. La sua rappresentazione della società è una cost unzione immaginaria, ma chiara è evidente del tessuto sociale del suo tempo. Sempre dominio da un senso di straniamento. 9

La paura è il sentimento dei colonnelli. Di paura ha parlato con Marquez e con Vassilikos che arrivò a Roma fuggiasco dopo il colpo di stato in Grecia, non poteva rimanerci perché il suo romanzo, Z, era appena uscito e denunciava proprio la società. La sua memoria dll’infanzia era fatta di bombardamenti e di guerra. C’è sempre stata in lui una sorta di grazia che faceva in modo che la dittatura non colpisse il suo rapporto tra fantasia e realtà. Con Marquez si conobbero a Roma in casa Alberti, egli ...


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