1. LA FINE DELL\' Impero Romano D\' Occidente PDF

Title 1. LA FINE DELL\' Impero Romano D\' Occidente
Author Pietro Cipolla
Course Storia medioevale
Institution Università degli Studi di Palermo
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1. LA FINE DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE. La vicenda complessiva dell'Impero Romano fu caratterizzata dai popoli provenienti dalle steppe euroasiatiche e definiti dagli storici “Indoeuropei”. Rozzi e culturalmente meno evoluti rispetto alle popolazioni già territorialmente stabilizzate, a volte ne presero il posto, ma in genere si fusero con esse, dando vita a nuove civiltà rurali. • IL LIMES. Il limes era una STRADA MILITARE fortificata ovvero l'insieme delle fortificazioni poste lungo i confini dell'Impero. Oltre la sua funzione di difesa, il limes segnava la separazione tra due sistemi di vita e due diversi equilibri tra uomo e ambiente: – IL MONDO DELLE FORESTE DELL'EUROPA CENTRALE E SETTENTRIONALE, dove i germani continuavano a spostarsi periodicamente da una radura all'altra sotto la guida di capi militari e inquadrati in strutture sociali assai semplici. – IL MONDO IMPERNIATO SULLE CITTÀ, abitato da popolazioni inquadrate in sistemi socio-culturali assai più complessi. • LE CAUSE DELLA CRISI DEL III SECOLO. All'origine della crisi che, nel III secolo, investì duramente l'Impero Romano c'erano: – LO SVILUPPO ABNORME DELLE CITTÀ, nelle quali si era venuta concentrando una quota di popolazione troppo alta rispetto alle loro capacità produttive. – L'ABBANDONO DA PARTE DEI CONTADINI DI TERRE, che, per essere state a lungo sfruttate, stavano diventando sempre meno produttive. – LA CRESCITA ABNORME DELLA SPESA PUBBLICA, che tra II e III secolo crebbe per finanziare la difesa militare contro la minaccia dei germani. – L'INFLAZIONE, alimentata dalla crescita della spesa pubblica, dato che il disavanzo di bilancio veniva coperto incrementando la coniazione di monete, e queste, a causa della scarsità di metallo prezioso, diventavano sempre più leggere, e quindi svalutate, contribuendo così a far crescere continuamente i prezzi. – LE SANGUINOSE GUERRE CIVILI. • L'IMPERATORE DIOCLEZIANO (284-305). L'Impero sembrava sul punto di sfaldarsi. Riuscì però a riprendersi soprattutto grazie a una serie di imperatori di grande energia e di notevole spessore politico. Uno di questi fu Diocleziano, acclamato imperatore dall'esercito il 20 novembre 284. – L'OPERA DI BUROCRATIZZAZIONE DELL'ECONOMIA. Per mantenere inalterato il gettito delle imposte e per frenare l'abbandono delle campagne, Diocleziano legò i contadini in maniera definitiva alla terra, per cui fu proibita loro ogni forma di mobilità. Lo stesso fece con artigiani e commercianti. – L'ORDINE TETRARCHICO (293). Per rendere possibile un più efficace controllo del territorio e per evitare le devastanti lotte per la successione al trono, Diocleziano attuò una riforma della costituzione, nel 293, che portò alla divisione dell'Impero in una PARS OCCIDENTIS e una PARS ORIENTIS e dell'autorità imperiale tra due AUGUSTI e due CESARI; quest'ultimi avrebbero dovuto succedere ai primi, nominando a loro volta altri due Cesari.

• LA BARBARIZZAZIONE DELL'ESERCITO ROMANO. A partire dal III SECOLO, l'esercito non aveva più il compito di espandere il dominio imperiale, bensì quello di proteggerlo dalle invasioni. La tendenza dei romani a sfuggire agli obblighi militari rese necessario un crescente ricorso all'arruolamento di MERCENARI BARBARI. – IL REGIME DELLA FOEDERATIO E L'HOSPITALITAS. Ai barbari arruolati nelle armate romane si applicava il regime della foederatio che li obbligava a combattere per Roma in cambio di un compenso. Le tribù erano accolte sul suolo imperiale per difenderlo, mantenendo la propria identità etnica sotto il comando dei propri capi, erano soggette all'hospitalitas, in ragione della quale si consentiva loro di stanziarsi in un determinato territorio ricevendone in cambio un terzo per sostentarsi. La barbarizzazione dell'esercito interessò pure gli alti gradi: già alla fine del IV secolo i MAGISTRI MILITUM erano quasi tutti barbari e venivano a formare un'aristocrazia di fatto. • LA PRESSIONE DEGLI UNNI. Quando però sembrava che fosse stato raggiunto un equilibrio tra mondo romano e mondo germanico, l'arrivo dalle steppe euroasiatiche degli Unni sconvolse il corso della storia. Si trattava di un raggruppamento di popoli TURCO-MONGOLI che erano parte di un vastissimo movimento che spingeva verso Occidente i nomadi cavalieri delle steppe. Organizzati come un insieme di tribù guidate dalla loro aristocrazia guerriera e coordinate da un capo supremo, gli Unni vedevano affievolirsi la loro spinta espansiva man mano che si allontanavano dalle loro regioni di origine. La loro pressione e il terrore che essi suscitavano ebbero l'effetto indiretto di provocare un grosso sommovimento tra le popolazioni germaniche, che travolse il mondo romano, riducendo l'Impero soltanto alla sua parte orientale. • LA BATTAGLIA DI ADRIANOPOLI (378). I VISIGOTI, travolti dalla pressione degli Unni, ottennero dall'autorità imperiale di poter passare il confine, stanziandosi in TRACIA, col dovere di provvedere alla difesa di quella regione. Col passare del tempo, l'insediamento in Tracia si era rivelato più difficoltoso del previsto a causa dell'ostilità della popolazione barbarica. Ne nacque una guerra aperta che terminò il 9 agosto 378 con uno dei più grandi disastri militari della storia romana: la distruzione dell'esercito imperiale da parte della cavalleria gotica presso la piana di Adrianopoli e la morte sul campo dello stesso imperatore VALENTE. • LA DIVISIONE DEFINITIVA DELL'IMPERO ROMANO (395). Alla morte dell'imperatore TEODOSIO, nel 395, l'Impero venne diviso definitivamente tra i due figli: – ONORIO, che ereditò l'OCCIDENTE con capitale MILANO sotto la tutela del generale vandalo STILICONE. – ARCADIO, che ereditò l'ORIENTE con capitale COSTANTINOPOLI sotto la tutela del goto RUFINO. La scelta dei tutori ovviamente non fu casuale, ma si inquadrava nella politica di Teodosio di apertura verso le popolazioni germaniche. Una politica di tal genere, comportando come conseguenza l'ingresso dei germani nel senato, portò a risultati diversi: – IN OCCIDENTE portò alla convergenza tra famiglie senatorie e alti gradi della gerarchia militare. – IN ORIENTE portò alla crescente opposizione all'interno della corte verso gli elementi di origine barbarica.

• L'ATTRAVERSAMENTO DEL RENO (406). Nel 31 dicembre 406 il confine del fiume Reno (LIMES RENANO) fu superato da VANDALI, ALANI, SVEVI, FRANCHI e BURGUNDI. A determinare tale fenomeno concorsero varie motivazioni come: – I POSSIBILI MUTAMENTI DEL CLIMA. – I RIASSETTI GENERALI DEL MONDO ASIATICO. – LA COSCIENZA CHE LE INGENTI RICCHEZZE PRESENTI SUL SUOLO ROMANO ERANO ORA MENO VALIDAMENTE DIFESE. Il prestigio di Stilicone ne fu scosso, per cui, una volta abbandonato dallo stesso imperatore Onorio, finì vittima di una sollevazione delle truppe di nazionalità romana. • IL SACCO DI ROMA PER MANO DEI VISIGOTI (410). Il 24 agosto del 410 i Visigoti, guidati da ALARICO, entrarono in Roma dalla porta Salaria, sottoponendo la città per TRE GIORNI a un saccheggio che suscitò un'enorme impressione nei contemporanei perché crollò il mito dell'invincibilità di Roma. A partire da questo momento l'autorità dell'Impero d'Occidente si venne riducendo sempre di più, fino ad esercitarsi nel giro di una ventina d'anni su un territorio che superava di poco l'Italia. • IL SACCO DI ROMA PER MANO DEI VANDALI (455). Nel 455 Roma fu saccheggiata per QUINDICI GIORNI, questa volta per mano dei Vandali, guidati da GENSERICO. • LA DEPOSIZIONE DI ROMOLO AUGUSTOLO/IL REGNO DI ODOACRE (476). Dopo la scomparsa dell'imperatore VALENTINIANO III, gli imperatori che si susseguirono furono privi di potere effettivo e quasi sempre nelle mani dei comandati delle forze romanobarbariche che presidiavano la penisola. Nel 476, uno di questi, ODOACRE depose il giovanissimo imperatore ROMOLO AUGUSTOLO, innalzato al trono appena l'anno prima dal generale Oreste suo padre. Odoacre rimandò a Costantinopoli le insegne imperiali, dichiarando di voler governare quello che restava dell'Impero d'Occidente in nome dell'imperatore d'Oriente con il solo titolo di patrizio; nello stesso tempo assunse il titolo di re degli Eruli, degli Sciri e degli altri germani che avevano sostenuto il suo colpo di Stato....


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