10.8 Il principio di liquidità dei costi e dei ricavi al momento del Bilancio PDF

Title 10.8 Il principio di liquidità dei costi e dei ricavi al momento del Bilancio
Course Economia aziendale c.i.
Institution Università degli Studi di Palermo
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Dispense e materiale didattico Economia Aziendale - prof. Vergara...


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A.A. 2018/2019 NUOVA DISPENSA DI ECONOMIA AZIENDALE a cura di C. VERGARA ----- * ----10.8 Il principio di liquidità dei costi e dei ricavi al momento del Bilancio. Per spiegare il principio di liquidità dei costi e dei ricavi al momento del bilancio si ritiene opportuno proporre un esempio. Si prendano in considerazione le rimanenze di prodotti finiti: quale valore è conveniente dare in bilancio alle suddette rimanenze? Dato che il bilancio, come più volte ripetuto, è un sistema di valori informati dalla previsione sul futuro compimento dei cicli tecnici, economici e finanziari delle risorse aziendali e che, quindi, i suddetti valori costituiscono in vestimenti in attesa di realizzo, il criterio che sembrerebbe idoneo per valutare dette rimanenze sarebbe quello del loro valore di futuro realizzo e, cioè, quello derivante dal loro presunto prezzo di vendita. Ma così facendo il contributo al risultato economico (reddito) connesso alla realizzazione dei prodotti finiti in rimanenza verrebbe ad essere imputato all'esercizio in cui i prodotti sono stati fabbricati. Mentre, in applicazione del principio di competenza economica, tale contributo dovrebbe essere ripartito tra i due esercizi in proporzione dell'entità degli investimenti sostenuti e della durata di immobilizzo degli stessi. Occorre, pertanto, che il criterio del valore di realizzo futuro venga in qualche modo temperato, per tener conto del tempo intercorrente fra la data del bilancio ed il momento in cui i prodotti in rimanenza saranno di fatto venduti; bisogna, in altri termini, ricondurre detto valore alla data del bilancio. Il valore di realizzo futuro costituisce pertanto un limite massimo che va in qualche misura ridotto per le ragioni sopra esposte. L'entità della suddetta riduzione potrà essere stabilita prendendo in considerazione i costi che sono stati sostenuti per l'ottenimento dei prodotti finiti in rimanenza e che costituirebbero – nell’ipotesi di ricavi unitari superiori ai costi unitari - il limite minimo della valutazione stessa. Se supponiamo che il valore di futuro realizzo dei prodotti finiti sia ad esempio di 400.000, mentre il costo sostenuto per il loro ottenimento sia di 300.000, occorrerà suddividere la differenza (100.000) fra i due esercizi in ragione dell'entità dell'investimento e del tempo intercorrente tra la data di

A.A. 2018/2019 NUOVA DISPENSA DI ECONOMIA AZIENDALE a cura di C. VERGARA ----- * ----bilancio e l'epoca del presunto realizzo, che si assume, in ipotesi semplicistica, di una durata di mesi sei, valutando, pertanto, dette rimanenze per 350.000. Si otterrà in tale maniera un reddito inferiore, ma si saranno in compenso rispettati il principio di competenza economica e quello di prudenza. Qualora, invece, il costo relativo all'ottenimento dei prodotti finiti fosse invece di 500.000, mentre il valore di futuro realizzo fosse di 400.000 (ipotesi di costi unitari maggiori dei ricavi unitari), la valutazione delle rimanenze andrebbe fatta in base a quest'ultimo valore, in maniera da imputare per intero la perdita di 100.000 al primo esercizio, in rispetto, appunto, del principio di prudenza. In conclusione, la valutazione in oggetto andrà fatta al valore di presunto realizzo congruamente ridotto, qualora questo sia superiore al costo; andrà, invece, fatta al valore di presunto realizzo senza alcuna riduzione, qualora il costo superi il valore di presunto realizzo. Gli stessi concetti valgono per le rimanenze di materie prime e semilavorati, con alcune modifiche. Dal valore di futuro realizzo del prodotto, cui le materie prime ed i semilavorati sono destinati, occorre, infatti, dedurre i costi ancora da sostenere prima del conseguimento del medesimo, ossia i costi ancora da sostenere affinché la materia prima, o il semilavorato, si trasformi in prodotto finito. Si confronterà poi il valore così determinato con il correlativo costo e si agirà in maniera analoga a quella descritta per la valutazione delle rimanenze di prodotti finiti. Simili criteri devono presiedere alla valutazione in bilancio dei crediti nei confronti di clienti. Per essi è necessario innanzitutto valutare la possibilità del loro effettivo realizzo, apportando le eventuali correzioni attraverso il "Fondo svalutazione crediti"('). Occorrerà poi, anche in questo caso, tener conto del tempo che intercorre fra la data del bilancio ed il momento dell’effettivo realizzo dei crediti,

A.A. 2018/2019 NUOVA DISPENSA DI ECONOMIA AZIENDALE a cura di C. VERGARA ----- * ----scontando il loro valore di futuro realizzo alla data di bilancio, in maniera tale da far partecipare detti valori in maniera corretta ad entrambi gli esercizi considerati. In modo analogo, con le dovute differenze, si procederà per la valutazione dei debiti nei confronti dei fornitori. L'utilizzo del medesimo criterio per la valutazione delle immobilizzazioni tecniche comporterebbe la stima dei futuri realizzi connessi a tutto il ciclo del loro residuo utilizzo. Questo, se pur scientificamente rigoroso, risulta inattuabile praticamente. Si ricorrerà quindi a criteri congetturali orientati ad ammortizzare nei tempi più brevi tali fattori produttivi....


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