ALLA SERA - analisi di un testo a scelta per la preparazione del II modulo del corso di PDF

Title ALLA SERA - analisi di un testo a scelta per la preparazione del II modulo del corso di
Author Giada Semenzato
Course Letteratura Italiana II
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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analisi di un testo a scelta per la preparazione del II modulo del corso di Letteratura italiana...


Description

ALLA SERA Forse perché della fatal quïete tu sei l'immago a me sì cara vieni o Sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, 5 e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all'universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme che vanno al nulla eterno; e intanto 10  fugge

 O sera, forse giungi a me così gradita  perché sei l'immagine della morte  Sia quando ti accompagnano lietamente  le nuvole estive e i piacevoli venticelli primaverili,  sia quando dal cielo nevoso  riversi sul mondo tenebre minacciose e lunghe  sempre scendi [da me] invocata, e occupi  dolcemente le vie nascoste del mio animo.  Mi fai vagare con i miei pensieri nella direzione  che va [fino] al nulla eterno, e intanto trascorre

questo reo tempo, e van con lui le torme  

questo tempo malvagio, e con lui passano le schiere

delle cure onde meco egli si strugge;  degli affanni per cui egli si distrugge insieme a me; e mentre io guardo la tua pace, dorme  e mentre io contemplo la tua pace, si placa quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.  quello spirito combattivo che freme dentro di me. PUBBLICAZIONI E CONTENUTI: Pubblicato nell'aprile del 1803 e composto nei sei mesi che precedono questa data, Foscolo dedica questo sonetto alla Inizia questa sua riflessione con un avverbio di dubbio, forse (v. 1), che contribuisce a creare una sospensione meditativa iniziale: sembra quasi che egli, in quel momento, stia riprendendo un dialogo interiore. Foscolo, in effetti, sta contemplando la bellezza della sera, che apprezza in quanto placa il suo spirito ribelle e porta con sé un Foscolo spoglia questa riflessione di qualsivoglia accezione religiosa: la quïete, per antonomasia, designa la morte, che è fatal «perché a tutti assegnata dal destino», come evidenziò De Robertis. In questa locuzione è già attiva la concezione foscoliana della

Infine, l'espressione reo tempo, che può fare riferimento alla vita burrascosa di Foscolo, alla situazione storica in cui è stato composto il sonetto, o alla tumultuosità della vita umana in generale. In queste parole c'è probabilmente la reminiscenza del latino Orazio, che nelle sue Odi pure delineò la crudeltà del tempo, colpevole di tormentare l'uomo di affanni e delusioni: (LA)

(IT)

«Dum loquimur, fugerit invida aetas»

«Mentre noi parliamo, se ne va, fuggendo, il tempo invidioso»

(Orazio, Odi, XI, 7-8) Oltre alle Odi di Orazio agisce in questo sonetto anche il modello di Petrarca e dei suoi discepoli; dal poeta aretino Foscolo cita il cinquantaseiesimo sonetto del Canzoniere, Se col cieco desir che 'l cor distrugge. Si sente, infine, anche l'influenza della lirica tedesca di fine Settecento: come i poeti dello Sturm und Drang, infatti, Foscolo instaura parallelismi tra il proprio stato d'animo e la natura.

IL NULLA ETERNO E LA MORTE COME IMAGO : Per pura associazione analogica, evitando ogni collegamento logico, la quale si insinua come percezione, imago, un fantasma mai descritto se non come contemplazione e intuizione del tutto: dell’indefinito e dell’infinito, di ciò che non è tempo ma è poesia. Un annullamento analogo a quello di Saffo nell’ode All’amica risanata, presentata proprio quando si inserisce il motivo apparentemente in contrasto della morte, ma in realtà coerente perché corrispondente al momento della contemplazione più elevata, rappresentando la necessità incombente di uscire dai limiti della finitezza e del tempo. La stessa idea della morte come imago è citata in Omero con il termine greco εἴδωλον, riferendosi al momento in cui Ulisse ha cercato invano di abbracciare la madre Proserpina nell’Ade e nell’Eneide in riferimento all’abbraccio fra Enea e Anchise. CONNESSIONI CON LUCREZIO : La sera scende insieme al pensiero della morte verso l’animo del poeta sia in primavera (stagione vitale per antonomasia) sia in inverno. Si tratta della ripresa del noto concetto lucreziano del ciclo cosmico: per Lucrezio infatti l’alternarsi delle stagioni rappresenta il ciclo infinito di nascita e distruzione, mentre dall’altra parte sta la vita dell’uomo, quell’esistenza lineare e dunque finita. Stavolta però, grazie alla contemplazione e alla poesia, l’uomo può sfuggire alla condanna del tempo finito ed elevarsi al ciclo infinito della natura, assimilandosi ad essa. DISTACCO DAL RAPPORTO TRA PASSATO E PRESENTE : Tale . In una prima redazione del sonetto il poeta aveva infatti scritto che la Sera lo faceva vagare “su l’orme / de’ cari anni passati” (ricollegandosi a un suo saggio su Lucrezio in cui affermava che lo scorrere del tempo lo faceva guardare al passato) e che con il dileguarsi del tempo “van con lui le torme / delle cure or meco egli si strugge”. In un primo momento la serenità resa dalla sera si realizzava dunque con il ricordo degli anni più giovanili, di un’infanzia ignara del male. Durante la riscrittura del sonetto tuttavia Foscolo interrompe il circuito presente/passato, ed è qui che si rapporta veramente al nulla eterno, in un contesto in cui non si possono mettere in rapporto le coordinate temporali. LO SCORRERE DEL TEMPO CHE FUGGE : Resta intatta l’immagine del tempo che fugge, ripresa dalle Georgiche di Virgilio poi tradotto anche da Petrarca in Rime 264 (“e parte il tempo fugge”). Ma anche stavolta in Virgilio e Petrarca il fuggire del tempo è visto con rimpianto: per Virgilio è il rimpianto di non poter portare a termine ogni progetto, per Petrarca il rammarico di non occuparsi adeguatamente di se stesso e della sua anima di cristiano. Foscolo allora rovescia i suoi modelli precedenti caricando il fuggire del tempo di una valenza positiva: il tempo nonostante sia “reo”, malvagio (e non più irrecuperabile come in Virgilio), non è più un motivo di rimpianto a causa del suo dileguarsi, ma corrisponde a un processo di acquetamento delle passioni interne. Foscolo, a differenza degli altri due autori, non ha infatti un disegno progettuale, non ha un futuro davanti a sé, e proprio questo costituisce il fondamento di un senso nuovo del tempo. ANALISI DEL TESTO : •

analisi metrico-stilistica : forma metrica del sonetto. Il testo si compone di quattordici versi, tutti endecasillabi, raggruppati in due quartine e due terzine, per un totale di quattro strofe; lo schema delle rime è ABAB, ABAB; CDC, DCD. L'ordine e la misura calibrata dei versi di questo sonetto sono sostenuti dalla diversa caratterizzazione delle quartine e delle terzine. Le prime presentano un ritmo calmo e

meditativo,affidato alla lunga esclamazione iniziale e alla marcata continuità sintattica, sottolineata dal parallelismo «E quando ... e quando ...». Per le terzine, invece, Foscolo adotta una sintassi molto più concitata ed incalzante, basata sull'impiego pressoché sistematico della coordinazione per polisindeto e sull'insistenza dei verbi di movimento («vagar», «vanno», «fugge», «van», «si strugge»). La diversità del ritmo tra quartine e terzine è dovuta anche al diverso utilizzo dell'enjambement; nelle quartine riguarda il nesso aggettivo/sostantivo, con la funzione di attenuare l'intensità dell'aggettivo e di dilatare la struttura dell'endecasillabo, mentre nelle terzine riguarda il nesso verbo/complemento, così da drammatizzare il dettato. La poesia è composta da periodi paratattici e ipotattici. Nelle quartine i periodi son più ampi e complessi, mentre nelle terzine i periodi sono più corti e concitati. Il movimento ampio delle quartine è affidato al parallelismo delle due frasi coordinate («E quando… e quando…»). La lexis della poesia è affascinate e suggestiva, ricca di richiami vocali e di una ricercatezza lessicale che danno alla poesia grazia e levità. Ma il più importante procedimento formale consiste nell'accostare immagini contrastanti, in modo da ottenere quel chiaroscuro che è considerato dalla critica come una delle conquiste più importanti della poesia foscoliana. •

Analisi lessicale : è altamente letterario, costruito con parole auliche e poetiche; molte di queste latinismi (reo, aere, secrete, torme, cure) che danno al sonetto una forma neoclassica, mentre i sentimenti espressi sono decisamente romantici. Il sonetto è dunque la sintesi della cultura del tempo: dominio delle passioni, secondo le indicazioni del Winckelmann, ma concetti nuovi come la Sehnsucht, propria dei romantici.

MESSAGGIO E OBIETTIVO DELLA LIRICA : La lirica trae la sua bellezza innanzitutto dalla perfetta sintesi tra linguaggio poetico e sentimenti sottesi, dal tono emotivo languido e dalle riflessioni filosofiche ed esistenziali che il poeta sviluppa nel breve componimento, raggiungendo elevate altezze poetiche ed estetiche. Questo sonetto trasmette un messaggio filosofico ed esistenziale chiaro. nell'annullamento totale e definitivo nella natura, e di questa nell'universo. Al di là di questa concezione, che alcuni possono trovare non condivisibile, il sonetto cattura per il suo linguaggio e per il suo contenuto. La sua bellezza è intrisa di una , lontana dalla fede per cui la morte e solo l'inizio della vera luce e della vita vissuta accanto a D che si ispira alla filosofia sensistica e materialistica dell'illuminismo, Ma da questa Weltanschauung di sottofondo la poesia lascia trasparire anche una Sehnsucht, un'aspirazione struggente e inappagata all'infinito, un atteggiamento di inquietudine e di nostalgia, un desiderio di conoscere ciò che sta fuori dei limiti del finito, che si concretizza nella sofferenza per l'impossibilità di appagare questo desiderio. . Il poeta esprime il dolore e la tristezza della sua condizione, in attesa della sera come momento di pace e di riflessione, anche sui temi della morte. L'attende con ansia per placare angoscie e incertezze, come momento di liberazione e di pace. La sera ha il potere di placare l'anima ribelle e guerriera che lo agita e di donargli un momento di riposo, liberandolo dalla tristezza della giornata....


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