Apocalittici e integrati PDF

Title Apocalittici e integrati
Author Maria del Zingaro
Course Educazione Mediale
Institution Università degli Studi di Salerno
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Summary

Apocalittici e integratiApocalittici e integrati è un saggio pubblicato da Umberto Eco nel 1964. In questo testo, il semiologo italiano analizza il tema della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione di massa. Il libro è organizzato come una raccolta di saggi diversi sull'argomento:Cultura di m...


Description

Apocalittici e integrati Apocalittici e integrati è un saggio pubblicato da Umberto Eco nel 1964. In questo testo, il semiologo italiano analizza il tema della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione di massa. Il libro è organizzato come una raccolta di saggi diversi sull'argomento:

Cultura di massa e "livelli" di cultura Nel primo capitolo espone i principali argomenti a sostegno e contro la cultura di massa. La tesi è che, dal momento che la società industriale prevede dei mezzi di comunicazione di massa, piuttosto che criticarli l'intellettuale deve domandarsi quali azioni sono possibili per far sì che possano veicolare valori culturali. La prima presa di posizione contro i mass media è quella di Nietzsche che critica l’ascesa democratica delle moltitudini, il discorso fatto dai deboli per i deboli. Dwight MacDonald introduce il concetto di masscult (cultura di massa) confrontandolo col concetto di cultura, quella tradizionale o vera. Quest’ultima è espressione del pensiero di chi la produce (scrive romanzi, dipinge quadri, realizza film, etc.). Il risultato non sarà necessariamente un capolavoro, anzi potrebbe essere scadente. Ma sempre di cultura si tratta. La masscult è invece il prodotto di chi cerca il consenso del fruitore: quindi scrive libri, dipinge quadri, produce film per venderli. Il risultato non potrà mai essere che un risultato scadente. Vi è poi la Midcult cioè la cultura di massa dei piccolo-borghesi, e come tale, a differenza di quella delle masse popolari, si nutre di prodotti che aspirano all'Alta Cultura. La Midcult contiene un duplice tranello: finge di rispettare i modelli dell'Alta Cultura mentre in effetti li annacqua e li volgarizza. Per MacDonald il vecchio e il mare di Hemingway può essere considerato come un esempio di midcult. Cahiers de doléances Dalle varie critiche alla cultura di massa emergono alcuni punti fondamentali: 

I mass media si rivolgono ad un pubblico eterogeneo



Diffondono una cultura omogenea distruggendo le caratteristiche proprie di ogni gruppo



Il pubblico subisce passivamente quello gli viene proposto



Assecondano il gusto esistente senza proporre rinnovamenti



Provocano emozioni consegnandole già confezionate



Sono sottoposti alla legge della domanda e dell’offerta



Anche quando propongono prodotti di alta cultura li diffondono appiattendoli



I prodotti di alta cultura vengono affiancati da quelli di bassa cultura, ad esempio il servizio su un museo viene affiancato dai pettegolezzi sulla diva del momento



Incoraggiano una visione passiva e acritica del mondo



Incentrano le informazioni sul presente limitando al minimo quelle sul passato per evitare la formazione di una coscienza storica



Sono fatti per l’intrattenimento e per il tempo libero per cui impegnano solo il livello superficiale della nostra attenzione



Impongono simboli e miti creando dei “tipi” facilmente riconoscibili



Si incentrano sulla riconferma di ciò che noi già pensiamo



Tendono ad essere conservatori dei costumi, dei valori culturali, dei principi sociali e religiosi e delle tendenze politiche



Appaiono come un mezzo del regime capitalistico usato per controllare le coscienze. Mascherano questa loro funzione manifestandosi sotto l’aspetto positivo della cultura tipica di una società del benessere dove tutti hanno le stesse opportunità di cultura in condizioni di perfetta uguaglianza.

Difesa della cultura di massa Coloro che dimostrano la validità della cultura di massa affermano che: 

La cultura di massa non è propria di un regime capitalistico ma di una società in cui tutti i cittadini partecipano a pari diritti alla vita pubblica, ai servizi, alla fruizione delle comunicazioni. Ogni volta che un gruppo di potere, un organismo politico o economico deve comunicare qualcosa ai cittadini, si serve della comunicazione di massa



La cultura di massa non ha preso il posto della cultura superiore, si è diffusa presso le masse che prima non avevano accesso ai beni della cultura. Un cittadino di un paese moderno può trovare su un rotocalco notizie frivole ma anche informazioni su Michelangelo quindi ha una possibilità in più di accesso all’alta cultura. L’uomo che fischietta Beethoven perché lo ha sentito alla radio, è fortunato perché ha potuto avvicinare Beethoven, mentre prima questa era un’esperienza riservata alle classi più abbienti



I mass media forniscono una grande quantità di informazioni senza fare una distinzione tra le cose di valore da quelle di puro intrattenimento, ma queste informazioni possono dar vita ad una formazione



I mass media sono accusati di diffondere prodotti sicuramente non positivi, ma da sempre l’uomo è stato attratto dai circenses, per cui sono stati sostituiti i duelli dei gladiatori con basse forme di intrattenimento come telequiz, pugilato ecc.



Avere gli stessi gusti contribuisce ad eliminare le differenze di casta



Con i mass media si è avuta la possibilità di diffondere opere di grande qualità a prezzi molto bassi nelle edizioni economiche



I mass media dovrebbero fornire anche una maggiore sensibilizzazione nei confronti del mondo



Spesso introducono nuovi modi di parlare, nuovi linguaggi, quindi si può dire che siano portatori di un rinnovamento stilistico

Una problematica mal posta Il prodotto dei mass media segue le regole del mercato, deve piacere al cliente e non deve porre problemi. Dato che i mass media sono una realtà della società industriale bisogna fare in modo che siano anche portatori di elementi culturali. La fabbricazione industriale di libri ad esempio può essere un valido strumento di diffusione della cultura anche se segue quelle che sono le regole imposte dal mercato Critica dei tre livelli L’ideale di cultura democratica impone una revisione del concetto dei tre livelli culturali (high, middle, low). Si sa che il gusto high non è necessariamente quello delle classi dominanti per cui è possibile trovare professori universitari che amano leggere i fumetti mentre attraverso le edizioni economiche è possibile trovare membri delle classi più basse che si interessano a prodotti di alta cultura. I tre livelli non rappresentano tre gradi di complessità per cui vi sono prodotti che nati ad un certo livello risultano consumabili anche ad un livello diverso. È possibile trovare un prodotto high che richiede per essere capito una certa preparazione culturale ma che deve essere giudicato “brutto”; come è possibile trovare un prodotto low destinato ad un vasto pubblico che presenta invece caratteristiche di originalità tali da permetterci di considerarli come opere d’arte dotate di una loro validità. Si pensi ad esempio ai fumetti peanuts o alla musica jazz. Una possibile conclusione, più alcune proposte di ricerca All’epoca di Leonardo la società si divideva in uomini in possesso degli strumenti culturali e uomini che ne erano esclusi. Lo stato presente della nostra cultura deve tener conto di una complessità della circolazione dei valori. Si deve fare una distinzione tra “linea di diritto” e “linea di fatto”. In linea di diritto tra il lettore di una poesia di Pound e un lettore di romanzi gialli non vi è nessuna differenza di classe sociale o di livello intellettuale. Ognuno di noi può essere in un momento della giornata l’uno e poi l’altro. In linea di fatto però si potrebbe affermare che il lettore di Pound è in grado di leggere l’uno e l’altro, ma il lettore di gialli potrebbe non essere in grado di leggere Pound quindi si trova culturalmente in stato di soggezione. Bisogna fare una distinzione tra i linguaggi utilizzati dai mass media e sulle novità da essi introdotti. I Fumetti presentano: unione tra parola e azione realizzata mediante artifici grafici, innovazioni nella tecnica dell’onomatopea, influenze di tecniche pittoriche e cinematografiche. La Televisione: usa una grammatica e una sintassi proprie della presa diretta, ha una sua temporalità, una sua interpretazione della realtà. I romanzi gialli presentano una priorità affidata al plot (storia) rispetto ad altri valori formali e fanno ricorso a diversi tipi di scrittura e differenze stilistiche tra gialli tradizionali e gialli d’azione.

La struttura del cattivo gusto

La struttura del cattivo gusto è una riflessione sulla definizione del cattivo gusto e del kitsch. L'idea di fondo è che il cattivo gusto compaia qualora venga messa in atto da parte dell'artista una "prefabbricazione e imposizione dell'effetto" che l'opera vuole suscitare nello spettatore. La parola kitsch deriva dal tedesco e ha rappresentato così bene il concetto che voleva esprimere che non è stato tradotto ed è rimasto lo stesso in tutte le lingue. Eco ha cercato di tracciare una cartografia del kitsch, darci strumenti per riconoscerlo (e quindi giudicarlo), offrirci una bussola per orientarci nel mondo del cattivo gusto. Eco ha evitato di darne definizioni rigide. È partito piuttosto da una “stilistica del kitsch” (ovvero la definizione di alcuni tratti formali e strutturanti dell’oggetto-kitsch: la ricerca dell’effetto sentimentale, la ridondanza di alcuni tratti, il ricorso a stilemi già codificati e consumati..) e l’ha completata con un’attenta considerazione delle dinamiche interpretative cui l’oggetto-kitsch, come qualsiasi altra forma culturale, è sottoposto. A Eco è ben chiaro che gli oggetti non sono kitsch per sempre e ovunque, ma diventano kitsch all’interno di una certa forma di consumo, o “comportamento di vita”. Stilistica del kitsch Il critico letterario tedesco Walter Killy parla del kitsch come tipico atteggiamento di origine piccolo borghese, lo identifica con la forma più appariscente della cultura di massa e di una cultura media. Nella cultura greca l’arte, la musica, la tragedia avevano la funzione di provocare effetti psicologici. La stimolazione dell’effetto però diventa kitsch quando l’arte è vista come forma di conoscenza fine a se stessa, che permette una contemplazione disinteressata. Quindi cosa ci permette di definire un oggetto di cattivo gusto o kitsch? Un abito femminile che mette in risalto le grazie di chi lo indossa non è di cattivo gusto, lo diventa se forza attenzione di chi guarda solo su certi aspetti più vistosi della persona che lo porta. Nel caso di un brano letterario viene caratterizzato come kitsch quando non intervengono solo fattori linguistici interni al messaggio ma anche l’intenzione con cui l’autore lo vende al pubblico, così come l’intenzione con la quale il pubblico vi si rivolge. Kitsch e cultura di massa Se si evidenzia la definizione di kitsch come comunicazione che tende alla provocazione dell’effetto, si comprende come sia stato spontaneo identificare il kitsch con la cultura di massa. L’industria della cultura che si rivolge ad una massa di consumatori generica è portata a vendere effetti già confezionati, così come insieme al messaggio la reazione che esso deve provocare. Il midcult Il midcult appare come una corruzione dell’alta cultura che di fatto è soggetta ai desideri del pubblico anche se in apparenza invita il fruitore a un’esperienza privilegiata e difficile. Per capire cosa MacDonald intende per Midcult bisogna guardare la sua analisi de “il vecchio e il mare” di Hemingway. All’interno dell’opera di Hemingway si può seguire una dialettica tra avanguardia e kitsch: da una scrittura come strumento di scoperta della realtà ad una scrittura inalterata in apparenza ma che in effetti si piega alle esigenze richieste da un pubblico medio che vuole

avvicinarsi ad uno scrittore così provocante. Secondo MacDonald alcuni passi del romanzo sono un prodotto di midcult perché prendendo a prestito procedimenti dell’avanguardia, li adatta per confezionare un messaggio comprensibile e godibile da tutti; costruisce il messaggio come provocazione di effetti; lo vende come arte; pacifica il proprio consumatore convincendolo di aver realizzato un incontro con la cultura. Struttura del messaggio poetico Provocazione di effetti e divulgazione di forme consumate, queste sembrano essere le caratteristiche rispettivamente del Midcult e del Kitsch. Bisogna chiedersi che cosa succede a prodotti indiscutibilmente validi come la “Quinta” di Beethoven o “la Gioconda” una volta immessi in un circuito di consumo di massa. Un’opera d’arte ha alcune caratteristiche in comune con qualsiasi tipo di messaggio che sia rivolto da un autore ad un ricettore. I fattori fondamentali di una comunicazione sono l’autore, il ricettore, il tema del messaggio e il codice utilizzato. Quando si tratta di messaggio linguistico, il codice è la lingua. Quando si tratta di un’opera d’arte il codice utilizzato è quello delle immagini o del suono per la musica. Opera d’arte è qualcosa che attraverso le immagini riesce a comunicare sensazioni - emozioni - sentimenti. Importante è il messaggio che passa dall’autore al ricettore attraverso il codice. Se questo messaggio ha perso la sua carica di informazioni vuol dire che è consumato e che l’opera d’arte è diventata un “feticcio” quindi non viene recepita per ciò che è o che può essere, ma per ciò che rappresenta sul piano del prestigio della pubblicità. Amare la Gioconda perché rappresenta il mistero, l’ambiguità significa accettare un messaggio stabilito in quanto accettiamo una decodificazione del codice irrigidita in una formula. Recupero del messaggio poetico In questo senso quindi potrebbe essere definito come kitsch tutto ciò che appare consumato, che arriva alle masse o al pubblico medio perché è consumato e quindi ha perso il suo valore iniziale. Il messaggio poetico è sempre più complesso di un messaggio referenziale comune. In poesia, anche nell’ambito di un solo verso, si crea un sistema di rapporti molto complesso. Il verso racchiude in un semplice schema linguistico una serie indefinita di significati possibili, quindi non è possibile parlare di consumo a proposito di messaggi poetici, come si parla di consumo a proposito di altri messaggi. Il kitsch come “Boldinismo” Spesso l’industria della cultura cerca di andare incontro ai propri utenti effettuando una decodifica parziale del codice. Un messaggio poetico è troppo complesso quindi viene fatta un’operazione di mediazione offrendo al pubblico non i messaggi originari ma messaggi più semplici. La maggior parte delle operazioni del Midcult sono di questo tipo. Un esempio di questo procedimento ci è dato da un pittore degli inizi del 1900, Giovanni Boldini. Ritrattista di fama e pittore delle signore, della nobiltà e dell’alta borghesia. La bella donna che gli chiede un ritratto non pensa all’opera d’arte, ma vuole un’opera in cui si metta in rilievo la sua bellezza. A questo scopo, Boldini costruisce i suoi ritratti secondo le migliori regole della provocazione dell’effetto. Se si osservano le sue tele si vede che il viso e le spalle obbediscono ai canoni del naturalismo perché devono indurre lo spettatore a desiderare quella donna. Le altre parti del quadro invece sono quelle in cui il pittore esprime la propria arte. Nella parte superiore fa della gastronomia, nella parte inferiore fa dell’arte. Questi volti e questi busti da desiderare emergono dalla corolla di un fiore pittorico che invece è solo da

guardare. Il viso deve accontentare il committente, il resto deve accontentare l’ambizione del pittore. Il gattopardo della Malesia Si possono distinguere le opere di scoperta, le opere di mediazione, le opere di consumo immediato e le opere falsamente aspiranti alla dignità dell’arte. Per capire la differenza analizziamo quattro artisti: Marcel Proust, che vuole descriverci una donna, Albertine e l’impressione che lui prova vedendola la prima volta. Proust non mira a suscitare un effetto di appetibilità, non punta ad una descrizione immediata, ce la fa scoprire poco per volta. In Emilio Salgari Sandokan, la tigre della Malesia, incontra per la prima volta Marianna, la Perla di Labuan. La descrizione mette in atto tutti i meccanismi atti a stimolare un effetto, sia per descrivere Marianna, sia per far avvertire l’intensità della reazione di Sandokan. Salgari non pretendeva di vendere la sua opera come arte. La pagina salgariana è vista come una macchina per far immaginare o sognare. Il messaggio serve ad indicare Marianna, quindi inteso in questo modo il meccanismo del kitsch non scatta. A livello di produzione di massa a fini di evasione o di eccitazione, l’opera di Salgari ha le carte in regola. A metà tra i due vi è Giuseppe Tomasi di Lampedusa con il Gattopardo. L’apparizione di Angelica al palazzo di Donnafugata si struttura come il modello ideale di un prodotto medio, in cui tuttavia la contaminazione tra la narrativa di massa e la tradizione letteraria precedente non degenerano nel grottesco. Quest’opera è un esempio di uno scrivere equilibrato e dignitoso. Il ricorso alla letteratura colta è fatto con misura. Il risultato è un prodotto di consumo destinato a piacere, a stimolare un certo livello di partecipazione critica. Il Gattopardo non rappresenta ancora il kitsch. Esempio eccellente di kitsch invece è Ray Bradbury, autore di fantascienza, che scrisse una novella per “Playboy”, rivista che pubblica nudi di giovani donne. In questo Playboy non è kitsch perché non presenta il nudo per forma d’arte ma semplicemente per quello che è. Lo diventa quando ricorre alla collaborazione di narratori conosciuti. Anche Bradbury in “una stagione di tempo sereno” narra dell’incontro tra due persone, tra un uomo e il suo idolo Picasso. Una sera, su una spiaggia, l’uomo vede Picasso che disegna sulla sabbia con un bastone. Quando l’artista va via lui vorrebbe trattenere la sua opera ma sa che l’acqua del mare cancellerà tutto. Il kitsch sta nel fatto che Bradbury vuole far passare per opera d’arte qualcosa che non lo è ma che tra le altre cose è inserita in un contesto già di per se kitsch.

Lettura di Steve Canyon

Lettura di "Steve Canyon", Il mito di Superman e Il mondo di Charlie Brown riflettono sul fumetto come esempio di letteratura di massa e come potenziale strumento di persuasione occulta. L'effetto di un simile tipo di letteratura dipende secondo l'autore dalle modalità di fruizione e non dalle opere per se stesse. Eco chiamava “inquadratura” ogni singola vignetta, giacché ormai per noi il termine vignetta è già significativo di suo, ma è comprensibile l’uso di quel termine, più cinematografico o fotografico, per farsi capire da chi di fumetto sapeva ben poco. L’11 gennaio 1947 Milton Caniff pubblica la prima puntata di Steve Canyon. Il protagonista da il titolo all’intera saga. L’autore attua tutte le strategie per attirare l’interesse del pubblico fin dalle prime scene. Nelle prime inquadrature il protagonista viene mostrato solo attraverso alcuni dettagli, è solo nella sesta inquadratura che viene mostrato il suo volto. In ogni inquadratura ci viene mostrato un personaggio, il poliziotto, il portiere, il giornalaio, la segretaria, la donna fatale. Il linguaggio del fumetto Il fumetto utilizza tecniche utilizzate già dal cinema anche se lo fa con strumenti grafici propri, utilizzando una simbologia elementare facilmente riconoscibile dal lettore, come ad esempio la lampadina accesa indica “idea improvvisa”. Elemento importante è la nuvoletta che se tratteggiata e terminante con una lama che indica il volto del personaggio significa pensiero espresso, se terminante con una serie di bollicine, significa discorso pensato. Così ad ogni rumore corrisponde un segno. Le parole onomatopeiche sono quelle parole che riproducono, attraverso i suoni linguistici di una lingua, il rumore o il suono associato a un oggetto. Nei fumetti le parole onomatopeiche vengono usate per imitare i rumori. Non tutti i suoni che un fumetto evoca, però, diventano onomatopee. La maggior parte delle onomatopee presenti nei fumetti provengono da verbi inglesi molto comuni, per esempio ba...


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