Capitolo 19 le origini della Russia e l\'impero mongolo PDF

Title Capitolo 19 le origini della Russia e l\'impero mongolo
Author Sara Ferrara
Course Storia medievale
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Capitolo 19 Le origini della Russia e l’impero mongolo 19.1 Il principato di Kiev e la conversione dei Rus Tra VIII e IX secolo pirati-mercanti provenienti dalla Scandinavia, detti Vareghi, cioè Vichinghi, si mossero lungo le due vie commerciali che collegavano il mare Baltico con i grandi imperi bizantino e arabo: la prima metteva capo al mar Nero, la seconda raggiungeva il mar Caspio attraverso il fiume Neva e il corso del Volga. Le popolazioni slave chiamavano Rus questi stranieri, che creavano insediamenti o si stabilivano nei pressi dei mercati frequentati da arabi e altri mercanti alla ricerca di miele e pellicce. Verso la metà del IX secolo i Rus presero a imporsi alle popolazioni locali, assumendo il controllo di Novgorod e Kiev, centri commerciali dove erano già numerosi. Rinforzati dall’afflusso di altri gruppi provenienti dalle loro terre d’origine, diedero vita, sotto la guida di Oleg, a una vasta dominazione territoriale, il principato di Kiev, aggregando a sé le tribù slave dell’est. I principi di Kiev strinsero con Bisanzio rapporti commerciali che vennero regolamenti secondo un trattato del 944. Una svolta si ebbe con il principe Vladimir (978-1015), che per stringere intorno a sé tutte le tribù slave riunendole sotto un unico culto promosse la conversione del suo popolo al Cristianesimo, si fece battezzare lui stesso la Domenica di Pentecoste del 989, cui seguì il battesimo degli abitanti qualche mese dopo nel fiume Dnepr. Si trattò del più grande successo dei missionari bizantini e un importante avvenimento per la cristianità. A partire dalla metà del secolo XI il principato di Kiev cominciò a decadere sia per i continui attacchi alle sue frontiere meridionali da parte di Peceneghi e Cumani, tribù turche, sia per il declino delle vie commerciali russe in seguito alla ripresa dei traffici mediterranei. Un terzo fattore di debolezza fu rappresentato dalle lotte dinastiche, alimentate anche dalla consuetudine di dividere il potere tra i vari membri della famiglia del principe, di cui il principato di Novgorod ebbe vantaggio, essendo un importante centro commerciale. 19.2 La comparsa dei Mongoli di Gengis Khan Gengis Khan nel 1206 aveva già inglobato nel suo dominio tutte le tribù mongole, nel quindicennio successivo si spinse a nord fin oltre il lago Baikal, a est fino alle coste del Pacifico, a sud fino alla Cina settentrionale, compresa Pechino, a sud-ovest fino all’Afghanistan e a ovest fino all’attuale Kazakistan. Intorno al 1220 tutti i suoi sforzi si concentrarono sul fronte occidentale, con scorrerie che raggiunsero la Mesopotamia, la Georgia e la Russia meridionale. Nel 1226-27 si volse di nuovo verso la Cina, ma la morte non gli consentì di proseguire il suo progetto. Nei confronti delle popolazioni soggette ebbe un atteggiamento improntato a grande duttilità. A chi si sottomise spontaneamente non fece alcun danno, anzi, queste popolazioni ebbero benefici commerciali dovuti alla dominazione mongola. Quelle che opposero resistenza furono decimate e videro le loro città distrutte. Passata la fase delle conquiste iniziarono a sparire tanti aspetti caratteristici della civiltà nomade. Era presente una rudimentale amministrazione nei territori assoggettati, che raccoglievano tributi e rastrellavano gli artigiani più abili per diffondere le attività produttive locali. Costruì una capitale a Karakorum, dove avevano sede gli organi centrali di Stato. Lo slancio espansivo continuò anche dopo la sua morte: fu completata la conquista di Cina e Corea, venne sottomessa l’intera Persia e un grande esercito

al comando del generale Subotai comparve nel 1237 nelle pianure dell’Europa orientale. Kiev venne distrutta nel 1240, e arrivarono fino in Polonia. Nel 1242 cominciarono a ripiegare, lasciando l’area danubiana in desolazione. L'Europa occidentale tirò un sospiro di sollievo, ma i principati russi rimasero vassalli dell’Orda d’oro, una delle formazioni politiche che nacquero dalla divisione dell’impero di Gengis Khan. Continuò però l’avanzata verso Mesopotamia, Siria, Egitto, Armenia e Azerbaigian, dove ebbero i primi insuccessi (mamelucchi in Egitto, 1260) dovuti alle rivalità sempre più accese tra familiari e discendenti dei Gengis Khan, che sfociavano in tendenze separatistiche, inevitabili in un organismo politico assai vasto. Si formarono così quattro imperi destinati a differenziarsi sempre di più:  L'impero Ilkhan: Iran, parte dell’Iraq, Azerbaigian, Afghanistan, Pakistan, Uzbekistan e Turkmenistan  Il Khanato di Chagatay: Sinkiang cinese, Kirghizistan, Tagikistan e parte del Kazakistan.  L'impero del Gran Khan  L'Orda d’oro 19.3 Il Gran Khan Kubilai, Marco Polo e la via della seta Il maggiore degli imperi mongoli fu quello che comprendeva grosso modo le attuali Mongolia e Cina, il cui sovrano aveva il titolo di Gran Khan. Raggiunse il massimo splendore al tempo di Kubilai (1260-1294), il quale trasferì la capitale a Pechino, che prese il nome di Khanbalik = città del Khan. I rozzi costumi mongoli si vennero modificando in Cina, grazie allo stile di vita raffinato della classe dirigente e alla conversione al Buddhismo. Oltre ai missionari, furono i mercanti italiani a recarsi tra i primi alla corte del Gran khan, a Karakorum e a Pechino. Li spingeva un così lungo viaggio la prospettiva di raggiungere direttamente i luoghi di produzione della seta e delle spezie, arrivando in Cina attraverso le piste carovaniere che passavano per Baghdad, Teheran e Samarcanda. Tra questi viaggiatori si pongono i veneziani Niccolò e Matteo Polo, che fecero un primo viaggio tra il 1261 e il 1268, raggiungendo il Gran Khan. Tre anni dopo intrapresero un altro viaggio, questa volta con Marco, figlio di Niccolò, il quale rimase diciassette anni (1275-1292) alla corte del Gran khan, di cui si guadagnò la fiducia e l’amicizia, al punto che gli furono affidate numerose missioni diplomatiche. Caduto prigioniero durante una battaglia navale tra Genovesi e Veneziani lungo le coste della Dalmazia, dettò nel 1298 a Rustichello da Pisa, mentre erano in cella, Il Milione, le sue memorie, che contribuirono a diffondere l’immagine dell’Oriente meraviglioso e pieno di ricchezze. 19.4 L’Orda d’oro e l’emergere di Mosca tra i principati russi L'ultimo degli imperi nato dalle conquiste di Gengis Khan fu l’Orda d’oro, che comprendeva un vasto territorio euroasiatico a cavallo degli Urali, dal bacino del Volga alla Georgia e al lago Balkhas nell’attuale Kazakistan. Esso fu il primo ad acquisire caratteristiche particolari che lo distanziarono dal mondo mongolo, integrandosi già dalla metà del XIII secolo in quello arabo-mediterraneo. Nei primi decenni del Trecento avvenne l’ascesa di Mosca. La città che aveva preso il nome dal fiume, Moscova, era al centro di intensi traffici commerciali e

ebbe un ulteriore sviluppo dopo la distruzione di Kiev, che spinse molti russi verso il nord, desiderosi di sottrarsi al dominio diretto dei mongoli. Mosca offriva un buon rifugio, protetta da boschi e terreni paludosi. Nei decenni successi acquisì prestigio grazie all’operato del principe Ivan I (1321-1359) che seppe corrodere il predominio che aveva nell’area la vicina città Vladimir, non esitando a schierarsi dalla parte dei Tartari contro i suoi connazionali. Il risultato fu che ottenne il titolo di gran principe nel 1327 e l’incarico di provvedere alla riscossione dei tributi che tutti i principi dovevano versare all’Orda d’oro. Questa posizione di preminenza fu poi confermata dal trasferimento in città del metropolita, la cui presenza valse a sanzionare il ruolo di Mosca come guida di un rinnovato processo di unificazione nazionale....


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