Concetto di Siedlung PDF

Title Concetto di Siedlung
Course Storia e metodi di analisi dell'architettura
Institution Università degli Studi Roma Tre
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L’epoca della Repubblica di Weimar è un’epoca di forti tensioni spirituali, di creatività esasperata e di ardite incursioni sperimentaliste in campo architettonico ed artistico, tese a opporsi alla convenzionalità della società borghese, ritenuta inautentica e anticreativa. Ci ό accade in un tempo relativamente breve (1919-1933), grazie a personalitá nel campo dell’architettura e dell’arte che propongono esiti artistici assolutamente innovativi, unici e diversi: uno scintillante caleidoscopio di idee mai sperimentate prima, nella logica comune del passaggio da una ESEMPI DI ARCHITETTURA, 2017, cultura elitaria ad una democratica, con forte carattere sociale. Durante la Prima Guerra Mondiale, tutte le risorse economiche dello Stato tedesco finiscono per confluire nella produzione di materiale bellico; per l’architettura comincia un lungo periodo di crisi che trascinerà Berlino in un immobilismo edilizio pressoché totale, che perdurerà anche dopo la Grande Guerra, fino al 1921. Si costruisce pochissimo e spesso ciό che viene costruito é legato alla macchina bellica: nel 1914-17 Peter Beherens realizza un complesso industriale a Berlino Köpenick; negli stessi anni Paul Schmitthenner realizza la cittá-giardino di Staacken, costruita per gli operai delle fabbriche di munizioni di Berlino Spandau. Nell’immediato dopoguerra, per rispondere al fabbisogno abitativo appare subito più vantaggioso realizzare nuove abitazioni piuttosto che adoperarsi in un’affrettata ricostruzione. Prende così forma il concetto di Siedlung, letteralmente “colonia”, perό con l’accezione di quartiere operaio. Le Siedlungen sono destinate a sorgere nella periferia urbana per aggirare il prezzo elevato dei suoli centrali che, grazie al potenziamento delle reti stradali e infrastrutturali previsto nel progetto di zonizzazione dell’urbanista Martin Mächler, risultano ben collegate e integrate nell’assetto urbano. Martin Wagner, in qualità di Stadtbaurat (assessore all’edilizia) di Berlino, ha bisogno di fondi per la costruzione delle Siedlungen, ma è consapevole del fatto che tutto il capitale disponibile è stato impiegato per la guerra; inoltre con la grande recessione economica in atto, né i soldi né i beni mobili hanno più valore. L’unica possibile fonte di reddito, in una Germania parzialmente distrutta ed economicamente in ginocchio, sono le abitazioni esistenti ed in particolare le Mietkasernen, le caserme d’affitto che presentano condizioni igenico-sanitarie inaccettabili, i cui proprietari gestiscono a loro piacimento il prezzo del canone d'affitto. Wagner, con grande lungimiranza, suggerisce agli amministratori e ai politici di tassarne gli affitti, in modo da ottenere i finanziamenti necessari per la costruzione di nuove abitazioni, bilanciando così la spesa che dovrà essere sostenuta dalle cooperative operaie per le nuove Siedlungen. Costituiti in Soziale Bauhütten (corporazioni edili socializzate), i lavoratori sono partecipi degli utili in modo da eliminare la figura dell’imprenditore privato. Inoltre, nel febbraio del 1924 viene varata la tassa sul valore locativo (Hauszinssteuer) che rende subito disponibili i fondi necessari per le nuove costruzioni; tale strumento, insieme alla legge urbanistica sull’esproprio e l’indennizzo dei suoli (Wohnungsbauabgabe) che viene varata nel 1923 sul modello dell’innovativa Woningwet entrata in vigore in Olanda giá nel 1902, divengono gli strumenti fondamentali che regolano la nuova politica abitativa (Scarpa, 1983). Le innovazioni legislative nella Germania di Weimar e la nuova condizione sociale dei lavoratori uniti in cooperative costituiscono dunque l'input primario dei programmi di edilizia pubblica. Le Siedlungen verranno costruite grazie al coraggio e alla lungimiranza di architetti che procedono parallelamente all'affermazione del socialismo politico. La Gehag, la piú attiva cooperativa edilizia di Berlino, riconosce nell’idea di architettura di Taut il convogliarsi di tutte quelle premesse che hanno determinato la sua costituzione e dunque nel 1924 viene chiamato in qualitá di architetto capo, carica che ricopre fino al 1932. scelte progettuali dell’architetto vengono condivise e discusse con i membri della cooperativa: nell’autonomia della sua concezione rispetto all’architettura, Taut presta attenzione alle istanze della classe lavorativa che, attraverso le proprie abitazioni, vuole anche mostrare una nuova identità sociale. É di fondamentale importanza divulgare le idee relative all’aspetto sociale delle nuove costruzioni; parlando della Siedlung Am Schillerpark - la prima costruita a Berlino nel 1924 - Bruno Taut, sulla rivista Wohnungswirtschaft, scrive: «L’immagine finale di una costruzione è il risultato di una convinzione interiore dell’architetto, che parte da lontano e progredisce nel tempo; il contenuto di una nuova idea intuita dal popolo ha, da sempre, permesso alle arti di progredire nonostante i conflitti con le vecchie idee. L’architetto riesce a rendere esplicito il suo operato fino a che non giunge a quel quid di originalità, ma per questo

progetto esiste un supporto da parte dei membri della cooperativa capace di giustificare la nuova idea della Siedlung Schillerpark agli organi di Stato». (Bruno Taut, 1926, p. 12). All’interno di questa Siedlung vi è una tale varietà sociale da testimoniare la totale assenza di pregiudizi: operai, impiegati, intellettuali, artisti, funzionari dei sindacati convivono in una forma di aggregazione che può usufruire di diversi servizi come parco giochi, scuola materna, biblioteca, lavanderia, negozi, spazi collettivi. Ciò contribuisce a dare della Siedlung Am Shillerpark un’immagine di cittá socialmente integrata, tanto da guadagnarsi il nome di Castello Rosso dei magnati, mentre il cosí detto Fronte Rosso della Siedlung Hufeisen in Berlino Britz (1925-30) verrá definito Socialismo edificato, quale simbolo di coesione dei lavoratori. La Siedlung diviene dunque l’espressione compiuta del nuovo assetto politico, sociale e urbano della Germania weimariana. Si tratta di un insediamento prevalentemente operaio costruito e gestito con capitali sindacali e sociali e si distingue dal resto della città grazie all’apporto di architetti che, integrando le nuove necessità alla sperimentazione di tipologie, forme, colori e materiali, giungono alla definizione di un assetto urbano che rivela, nelle specificità delle sue architetture, il nuovo modo di fruire la città. Il presente diviene lo spazio dell’utopia e i nuovi impegni progettuali porteranno Taut a costruire nella sola Berlino più di diecimila unitá abitative. Egli si spinge oltre il funzionalismo, preoccupandosi non solo delle azioni quotidiane che si svolgono nell’unitá abitativa ma anche dei bisogni psicologici e intimamente umani, che rispondono a desideri diversissimi e che si declinano nella realizzazione di spazi fruibili in modo flessibile. Per esempio, risulta sempre evidente la premura dell’architetto di progettare spazi esterni circoscritti e privati anche nel caso di edifici in linea, usando l’artificio di sfalsare i corpi di fabbrica o di ruotare il blocco in testa per ottenere uno spazio che promuova la formazione di uno spirito di collettività. Fra gli architetti piú importanti attivi a Berlino ci sono Walter Gropius con Hans Scharoun e Hugo Häring (Siedlung Simmenstadt, 1929-30) e poi ancora Otto Salvisberg (Siedlung Weisse Stadt, 1929-31); a Dessau Hannes Meyer con Gropius (Siedlung Törten, 1928-30); a Karlsruhe ancora Gropius con Otto Haesler (Siedlung Dammerstock, 1928-30) e ad Amburgo Fritz Schumacher (Siedlung Am Wiesendamm, 1926-31). Tutte queste Siedlungen svilupperanno con esiti diversi i concetti di standardizzazione, tipizzazione, funzionalitá, tetto piano, servizi collettivi, rapporto col fronte stradale, tipologia a blocco, tipologia in linea etc. Nessuna di esse perό sembra mostrare quella ricerca tipicamente tautiana verso le necessitá psicologiche dei fruitori. Esse si rivelano per esempio nell’ostinato uso innovativo del colore, concepito esso stesso come materiale da costruzione, cosí come la progettazione di quello che Taut definisce “lo spazio abitativo esterno” che non é solo il verde, ma un’estensione prima di tutto percettiva dello spazio che dall’interno si proietta verso l’esterno. Un parallelo con l’esperienza di Taut a Berlino, cominciata comunque piú tardi (1926), si ha a Francoforte, dove é l’architetto Ernst May a dare un nuovo volto alla cittá, i cui innovativi principi architettonici ed urbani vengono divulgati grazie alla rivista Das neue Frankfurt. Preposto all’edilizia comunale, May progetta per lo piú quartieri satellite (Trabantenstadt) come le Siedlungen Bruchfeldstrasse (1926-27), Praunheim (1926-29) e Römerstadt (1927-28), strettamente basate sulla razionalizzazione dei metodi costruttivi e sulla standardizzazione delle piante, riducendo fortemente i costi di costruzione. Ciό permette l’apertura di grossi cantieri, con l’uso di grandi pannelli prefabbricati, che porta ad un crescente schematismo di edifici in linea e all’affermarsi dell’Existenzminimum (lo spazio vitale minimo) come diktat, sufficiente per soddisfare le singole esigenze abitative. Lo studioso Henderson, commentando le case sperimentali a pannello di Prunheim, mette in luce alcuni risultati negativi: «In pianta, una tipica casa – due pannelli di larghezza e tre di profonditá – poteva tradursi in proporzioni problematiche. Generalmente, la cucina era più squadrata di quanto desiderato, lasciando da un lato un pari spazio che non si conformava facilmente alla funzione di camera razionalizzata; ci sono state simili complicazioni ai piani di sopra. (...) Nella [casa Tipo] VI, una scala a metà sezione correva attraverso il piano, complicando le cose. Nel complesso, la casa a pannello aveva meno efficienza spaziale rispetto alle case in mattoni». (Henderson, 2015, p. 116). Nel caso delle Siedlungen berlinesi, Taut combina la tecnica costruttiva tradizionale (muratura in mattone) con elementi innovativi in cemento, senza quelle restrizioni che i grossi pannelli

prefabbricati imponevano. Dunque le sue Siedlungen risultano molto piú funzionali nei percorsi interni e nella distribuzione degli spazi. 6 PAOLA ARDIZZOLA (FROM UTOPIA TO ARCHITECTURAL REALITY: BRUNO TAUT’S VISION DURING THE WEIMAR REPUBLIC, AIU-Antalya International University, Department of Architecture, Antalya, Turkey, 2017)...


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