Dialettica Trascendentale KANT PDF

Title Dialettica Trascendentale KANT
Course Filosofia
Institution Università Commerciale Luigi Bocconi
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Nella Dialettica Trascendentale Kant studia e critica la ragione, ovvero la terza facoltà conoscitiva. Inoltre, qui, affronta il problema se la metafisica possa anch’essa costituirsi come scienza. Per Dialettica Trascendentale, Kant intende l’analisi e lo smascheramento dei ragionamenti fallaci della metafisica, quindi già da ciò possiamo intendere la risposta negativa di Kant a questo quesito. Nonostante la sua infondatezza, però, la filosofia prima rappresenta un’esigenza naturale e inevitabile della mente umana. La nostra ragione tende ad andare sempre oltre l’esperienza fenomenica; essa prende le categorie e le utilizza in un ambito che va oltre l’esperienza creando delle idee, che riguardano qualcosa di trascendentale. Le tre idee trascendentali proprie della ragione sono: l’idea di anima, che è l’idea della totalità assoluta dei fenomeni interni, l’idea di mondo, che è l’idea della totalità assoluta dei fenomeni esterni. Ad unificare i dati esterni e interni è l’idea di Dio, totalità di tutte le totalità e fondamento di ciò che esiste. (per Kant queste idee costituiscono la metafisica e le ha prese dalla filosofia razionalistica di Wolf)

L’errore della metafisica consiste nel trasformare queste tre esigenze in altrettante realtà, dimenticando che noi non abbiamo mai a che fare con la cosa in sé (noumeno). Per dimostrare l’infondatezza della metafisica, Kant considera le tre pretese scienze che da sempre la costituiscono: la psicologia razionale, che studia l’anima, la cosmologia razionale, che indaga sul mondo, la teologia razionale o naturale, che specula su Dio. (Il fondamentale paralogismo della psicologia razionale è quello che identifica il soggetto razionale con una sostanza, cioè l’anima, da cui ricava con altre deduzioni i caratteri per cui essa è semplice, incorruttibile e dunque immortale. La psicologia razionale scambia, poi, l’attività di unificazione del molteplice (l’Io penso) con una cosa in sé. Kant però evidenzia che l’anima non può essere pensata come una sostanza, perché la categoria di sostanza non è applicabile al soggetto, visto che il soggetto non è un oggetto fenomenico di cui noi abbiamo esperienza.)

Kant ritiene che la psicologia razionale sia fondata su un ragionamento errato che consiste nell’applicare la categoria di sostanza all’io penso, trasformandolo in una realtà permanente chiamata anima. L’io penso però è solamente una funzione unificatrice e per di più sconosciuta, a cui non è applicabile nessun tipo di categoria. Secondo Kant, quindi, l’equivoco della psicologia razionale consiste nella pretesa di dare una serie di valori positivi a quella X ignota che è l’io penso, ossia nella pretesa di identificare con un’anima immateriale e immortale, quella che è solo la condizione formale del costituirsi dell’esperienza. In realtà noi non possiamo conoscere l’io noumenico ma solamente l’io che ci appare attraverso le forme a priori, ovvero l’io fenomenico. Anche la cosmologia razionale, che ricorre alla nozione di mondo, inteso come la totalità assoluta dei fenomeni cosmici, è destinata a fallire. Poiché la totalità dell’esperienza non è mai un’esperienza, l’idea di mondo cade per definizione al di fuori di ogni esperienza possinile. Tant’è vero che quando i metafisici pretendono di fare un discorso intorno al mondo, cadono nei reticolati logici delle antinomie (che sono 4 (finito-infinito, determinismo-libertà)), conflitti della ragione con se stessa che si concretizzano in coppie di affermazioni opposte, dove l’una (la tesi) afferma e l’altra (l’antitesi) nega, ma tra le quali, senza l’esperienza, è impossibile decidere poiché entrambe possono essere razionalmente dimostrate. Il difetto è nella stessa idea di mondo che, essendo al di là di ogni esperienza possibile, non può fornire nessun criterio per poter decidere quale delle tesi in conflitto sia corretta e quale errata. Sono quindi le antinomie a mostrare l’illegittimità dell’idea di mondo. Anche la teologia razionale risulta priva di valore conoscitivo. In essa Dio rappresenta l’ideale della ragion pura,ovvero il supremo modello personificato di ogni realtà e perfezione. La tradizione ha elaborato una serie di prove dell’esistenza di Dio che Kant raggruppa in tre classi: prova ontologica, cosmologica e fisicoteologica. Tutte le dimostrazioni fatte fin’ora dell’esistenza di Dio cadono sempre fuori da ciò che noi sappiamo in modo certo, per questo Kant critica tutte e tre le classi di prove. La prima, la prova ontologica di Sant’Asselmo, che però Kant riprende da Cartesio, pretende di ricavare l’esistenza di Dio dal semplice concetto di Dio, ovvero se Dio è perfetto allora deve esistere. L’esistenze veniva infatti considerata una caratteristica di perfezione, quindi se l’esistenza venisse tolta a Dio sarebbe reso imperfetto. Kant quindi dimostra come si sta facendo un salto dalla possibilità logica alla realtà, si sta facendo un passaggio dall’idea perfetta di Dio alla realtà e questo è impossibile e contraddittorio poiché l’esistenza, per Kant, l’esistenza non può essere dedotta ma solamente constata, quindi può essere frutto solo dell’esperienza. Inoltre per Kant l’esistenza, che è qualcosa di fattuale, non può essere una perfezione. Il risultato della Dialettica Trascendentale quindi è che, se tutte queste tre idee, che costituiscono la metafisica, sono illegittime e non hanno alcun valore scientifico, allora la metafisica, come già preannunciato inizialmente, non è una scienza....


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