G. Ungaretti: Il Sentimento del Tempo PDF

Title G. Ungaretti: Il Sentimento del Tempo
Author Walter Bonaventura
Course italiano (letteratura)
Institution Liceo (Italia)
Pages 2
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Summary

Breve riassunto sulla poetica ungarettiana nella genesi e nella composizione della seconda delle sue raccolte di poesie: il Sentimento del Tempo....


Description

UNGARETTI Alla fine della Prima guerra mondiale, e precisamente nel 1919, appariva l'Allegria di naufragi di Giuseppe Ungaretti (nell'edizione definitiva del '31 il titolo fu ridotto ad Allegria): con essa, e con le altre raccolte di questo poeta, si apre, per unanime consenso della critica, il nuovo corso della lirica italiana contemporanea. Facendo tesoro dell'invito dei crepuscolari al ripiegamento interiore e del dinamismo della rivolta futurista, entrambi sintomi di una crisi che aveva coinvolto il concetto stesso e la funzione della poesia, questa prende ora a soggetto del proprio canto un'umanità dolente e trae motivo di ispirazione dalle cose e dai sentimenti, filtrati e purificati dalla essenzialità della parola; L'analogia, già tipica della poesia decadente, viene ora assunta a momento fondamentale, liberata anche dal nesso connettivo della similitudine rappresentato dal “come”. L'essenzialità espressiva induce il poeta a conferire alla parola un valore assoluto: restituendola all'originario significato che essa aveva nelle età primitive, quando ad essa era affidato l'immediato rapporto tra l'uomo e le cose (la “parola della tribù”, secondo la definizione di Mallarmé); depurandola di ogni legame logico-sintattico o deformazione imposta dall’uso: da qui, il termine di “ermetico” per connotare la sua figura. In Ungaretti (e negli ermetici) la parola diventa allusiva, frequentemente allegorica, non ligia al nesso lessicale od alle regole grammaticali; la poetica è imperniata sulla scoperta della parola nella sua essenzialità e nella sua dimensione semantica. Ne è già prova l'Allegria (edizione definitiva 1931), in cui confluiscono le prime liriche pubblicate nel 1916 con il titolo di Porto sepolto: la data e il luogo di composizione di ogni poesia ne fanno un lirico diario di guerra, in cui la condizione dell'uomo “alle prese con la realtà delle cose, con il caos, con la morte” è resa in forma nuovissima (parola accostata a parola, scomposizione del verso fino ad essere ridotto ad una sola voce verbale o ad un solo monosillabo, abolizione della punteggiatura, uso insistito degli aggettivi possessivi) da una realtà immediata che esauriva tutto nella sua presenza e nella sua tragicità, e da un rapporto tra l'uomo e la natura dato nella sua crudezza e terribilità. Sono brevi poesie dalle quali emergono i richiami alla vita di tutti gli uomini senza alcuna distinzione, in quanto tutto sono accomunati da un’estrema fragilità: più l’uomo è a contatto con la morte, più desidera vivere. In Sentimento del tempo (1919-1933) si va incontro ad una evoluzione; in questa raccolta, in cui si articola il tema della percezione dello scorrere del tempo e il rapporto tra la finitezza dell’uomo e il senso dell’assoluto, della morte inconoscibile, con innestata una riflessione sulla dolorosa riflessione sulla dolorosa condizione dell’essere umano, si assiste ad un’importanza rivoluzione stilistica della poesia ungarettiana, che va verso il recupero delle forme tradizionali della lirica nell’intento di continuare la linea rappresentata da Petrarca e Leopardi, nonché verso il recupero dei versi e delle misure metriche più convenzionali. Il “ritorno all’ordine” spinge Ungaretti a scegliere una sintassi più elaborata, ripristinare versi come l’endecasillabo, il settenario, il novenario, a reintrodurre la punteggiatura e determinate forme strofiche; la sintassi paratattica e nominale, “assoluta”, come da lui definita, si estende in architetture frasali più complesse e variegate Dal punto di vista del lessico, si passa dalla realtà scabra della prima raccolta ad un vocabolario di elevata ascendenza letteraria. È un ritorno ad una antica forma di classicismo, ma tale classicismo ungarettiano è rivisitato e riammodernato con tematiche facenti riferimento alla modernità; inoltre, decisivo per questo cambio di rotta è stato l’entrare in contatto con la caducità monumentale ed artistica del Barocco di Roma: Ungaretti riscopre il fascino di una realtà, quale quella dei Seicento, ostracizzata in quanto contralto troppo estremo del tradizionalismo classico; dalle briciole di questa realtà esplosa, il Barocco, sarà possibile ricostruire il vero. Così, qui Ungaretti unisce le forme del tradizionalismo classico ai frammenti esplosi del Barocco, nelle sue tematiche (una fra tutte il tema mitologico, scoperto dal contatto di Ungaretti con Roma, tema fino ad allora considerato prono alla scomparsa) e nelle sue forme decadenti ed eminentemente espressive; tale commistione darà vita ad una nuova forma poetica, ad un nuovo corso della lirica italiana. VARIANTI: La ripresa del Classicismo non esclude necessariamente il fatto che Ungaretti, con il passare degli anni e delle edizioni, tenda a sfoltire sempre di più il costrutto stilistico e linguistico delle sue poesie, facendo sempre più affidamento all’oscuro, all’implicito, ad una

impostazione analogica delle immagini, ad uno stile “alto” e difficile, il gusto del non finito, il ricorso all’immaginario letterario (da qui il tema mitologico; possibile riferimento al componimento “fine di Crono”). Questo perché il classicismo è sì ripreso, ma ciò filtrato...


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