Geografia Economica: mercati, imprese, ambiente e le sfide del mondo contemporaneo (Dini-Romei-Rondelli) capitolo 1 PDF

Title Geografia Economica: mercati, imprese, ambiente e le sfide del mondo contemporaneo (Dini-Romei-Rondelli) capitolo 1
Author Edoardo Capolino
Course Geografia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Firenze
Pages 17
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Summary

TRAIETTORIE DELL’ECONOMIA MONDIALECollettività e ambiente La necessità individuale è il bisogno di ogni organismo di relazionarsi con l’ecosistema circostante, per appropriarsi delle risorse. Esiste inoltre la necessità collettiva, una collettività – individui legati da relazioni pratiche e cultural...


Description

TRAIETTORIE DELL’ECONOMIA MONDIALE Collettività e ambiente La necessità individuale è il bisogno di ogni organismo di relazionarsi con l’ecosistema circostante, per appropriarsi delle risorse. Esiste inoltre la necessità collettiva, una collettività – individui legati da relazioni pratiche e culturali- ha lo scopo di garantire la sopravvivenza dei suoi componenti attraverso convenzioni sociali come: riproduzione, lavoro e accumulo e redistribuzione di risorse. Le convenzioni sociali caratterizzano il profilo economico, sociale e politico della collettività nel contesto ambientale. Il contesto ambientale vincola ed offre possibilità diverse ad una collettività diversificando le varie economie regionali. 1) GEOGRAFIA ECONOMICA: studia questa relazione osservando il processo economico analizzando le componenti economiche, politiche e sociali. La Geografia economica, si focalizza sul processo economico tendendo conto dei processi sociali, politici e culturali, quindi il contesto in cui il processo si realizza. 2) ECONOMIA POLITICA: prende in esame esclusivamente le variabili economiche elaborando teorie e modelli a-temporali e a-spaziali1 , in uno spazio concettuale ed astratto. Il fenomeno osservato viene isolato, il mercato produce generalmente gli stessi effetti nonostante le influenze derivanti dal contesto. Gli studi di Economia Politica e Geografia Economica sono complementari. Spazio, tempo ed ecosistemi Spazio, tempo ed ecosistemi sono alcune parole fondamentali che portano alla creazione di un’economia. Anche il clima come vedremo è un elemento fondamentale che condiziona il processo economico. Parlando di spazio e tempo: 13 MILIARDI: 5 MILIARDI: 1 MILIARDO: 500 MILIONI:

60 MILIONI: ≃100 MILA: 18'MILA: 15 MILA: 12 MILA:

Big Bang l’aggregazione di materiale cosmico portò alla formazione del pianeta terra primi ecosistemi, dopo la formazione di uno strato di ozono capace di bloccare le radiazioni solari ultraviolette. ciano batteri - La vita sulla terra è iniziata in mare, dove i ciano batteri hanno iniziato a produrre ossigeno, rendendo l’atmosfera terrestre compatibile con la vita - uscendo sulla terra ferma, hanno iniziato a popolare la terra di piante e animali. L’uscita dalle acque è stata possibile grazie al lavoro di “macchina termica” della Terra, all’alternarsi di periodi glaciali e interglaciali, che alzavano ed abbassavano le superfici marine. a seguito di una grande glaciazione, che causo l’estinzione dei grandi rettili, la terra venne consegnata ai mammiferi e quindi ai primati che circa I primati diventano homo sapiens sapiens. L’homo sapiens sapiens ha affrontato in circa 100'000 anni 4 picchi glaciali: le Glaciazioni Wurmiane. In Europa sono costretti a rifugiarsi lungo le coste del mediterraneo. I sapiens sapiens arrivano in tutto il mondo dopo il guado dello Stretto di Bering, i cacciatori-raccoglitori austro-siberiani arrivano nel continente americano. il disgelo inizia a modificare gli ecosistemi, il mondo che conosciamo è figlio di quest’ultima glaciazione. Inizia il processo che porterà alla TRANSIZIONE ALL’AGRICOLTURA, nuova strategia dello sfruttamento delle risorse, stanzialità e produzione alimentare

1 Coateris paribus: a parità di tutto il resto

LE 5 GRANDI ESTINZIONI NELLA VITA BIOLOGICA DEL PIANETA

I NOVE PICCHI GLACIALI DEGLI ULTIMI 500'000 ANNI

Si può presumere che in realtà le 5 grandi estinzioni siano solo fasi particolarmente visibili e impattanti, e che nell’evoluzione biologica del Pianeta altre considerevoli discontinuità si siano prodotte in più occasioni, in particolare nelle fasi di più intenso mutamento climatico. Vedi in quadro delle ultime tre glaciazioni (Mindel, Riss, Würm), che hanno dato luogo a 9 episodi (picchi glaciali) negli ultimi 400.000 anni, e tre negli ultimi 50.000.

L’ORGANIZZAZIONE POLITICA ed ECONOMICA (i 4 stadi) 1) BANDA

semplice, caccia raccolta, poche decine di individui consanguineità, no gerarchia, orizzontale. Secondo Polanyi elemento fondamentale è principio di organizzazione economica della reciprocità. Condivisione, minimizza l’impatto della scarsità alimentare. NO proprietà.

2) TRIBÙ

A metà tra organizzazione gerarchica ed orizzontale. Più complessa e numerosa, più famiglie o clan. Sia agricoltori stanziali che cacciatori-raccoglitori o pastori. Non prevede verticalizzazione ma elementi di leadership e coordinamento (consiglio di anziani). Pratiche sociali comuni (sepoltura, abitazioni). 3) CHIEFDOM

Nasce una gerarchia a favore di una o più famiglie, prelievo tributario di risorse. Comunità agricole o pastorali. Il prelievo avviene attraverso minaccia o coercizione. Potere permanente esercitato su comunità o villaggi. Polanyi ipotizza che si arrivi al c. perché si passa al principio economico della redistribuzione. Le grandi quantità del raccolto vengono raggruppate e poi distribuite. Agricoltura. 7000-6000 b.p. , un periodo climaticamente favorevole alla produzione biologica. Crescita demografica, per non rischiare a seguito di un eventuale siccità si inizia a conservare l’output agricolo. Serviva una funzione che poteva garantire di deviare il surplus e l’arricchimento personale per destinarlo all’utilità sociale. 4) STATO

Lo stato si ha quando il prelievo tributario non si basa più sulla coercizione ma su insieme istituzionalizzato di regole formali. Transizione lunga e complessa. Chiefdom semplici > Chiefdom complessi > Stati Primitivi > Stati secondari. Questo processo richiede surplus agricoli crescenti, crescita della biomassa umana. Irrigua

LE STRATEGIE DI SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE Evoluzione economico-sociale umana vista come successione di periodi (anche molto lunghi ma) strutturalmente stabili, nei quali la sopravvivenza viene perseguita attraverso una data combinazione di un

particolare modo di lavoro applicato a particolari risorse. A ciascuna STRATEGIA DI SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE sono associati •Un certo REGIME BIOLOGICO (ossia una particolare relazione, anch’essa strutturalmente stabile, con piante e animali, la componente biotica non umana degli ecosistemi) •Un certo REGIME ENERGETICO (ossia una particolare modalità, anch’essa strutturalmente stabile, di generare energia da applicare al lavoro). Esistono tre strategie di sfruttamento delle risorse, tre macro-regimi biologici e tre macro-regimi energetici STRATEGIE (E REGIMI) DI CACCIA E RACCOLTA , STRATEGIA AGRICOLA, STRATEGIA INDUSTRIALE. Forse siamo in presenza della crisi della strategia industriale di sfruttamento delle risorse.

TRANSIZIONE ALL’AGRICOLTURA L’agricoltura è resa possibile dall’avvento della fase interglaciale -quella attuale-, che si apre dopo il 4° picco della glaciazione Würmiana. Una fase di clima caldo che crea le condizioni di produttività biologica adatte per la domesticazione delle piante e degli animali. Si pensa che essa provenga dall’incrocio delle propizie condizioni ecologiche e della maturazione della RIVOLUZIONE COGNITIVA del linguaggio. Si erano avute altre fasi interglaciali, che però non avevano modificato la strategia di sfruttamento delle risorse. AGRICOLTURA: nuova strategia di sfruttamento delle risorse, percorso verso strategie più complesse ed

efficaci di organizzazione economica e sociale. L’agricoltura, il lavoro per la produzione alimentare pianificata getterà le basi per la moltiplicazione della biomassa umana, per lo sviluppo dei processi economici, sociali e politici. CACCIA RACCOLTA: ominidi appena separati dalle scimmie antropomorfe.

si organizzarono in bande di cacciatori-raccoglitori (sistema di sussistenza) economia politica (strumenti organizzazione del lavoro) geografia economica (ecosistema) modello alimentare (vermi,carogne -> animali di grossa taglia) e un regime biologico nomadi, crescita demografica ridotta. Nonostante il miglioramento della tecnica, nel tempo le condizioni non miglioravano (crescita, produttività).

Questi due sistemi convivono per molto tempo

AGRICOLTURA PLUVIALE: Nella Mezzaluna Fertile (Palestina, Siria,

Iraq, Mesopotamia) domesticazione di cereali selvatici. Iniziano residenze stabili villaggio, nuovo modello alimentare vegetarianesimo funzionale, gracilizzazione, crescita demografica. AGRICOLTURA IRRIGUA: Il sistema precedente era minacciato dalle

siccità. 6'000 anni fa a Uruk, Mesopotamia, primo sistema irriguo. Instrada verso forme attuali di processo politico-economico.

LA PRATICA IRRIGUA La tecnica irrigua moltiplicherà le rese, nascono le città, le relazioni di potere più complesse, porterà ai primi stati primitivi. Si sviluppa nella zona di Shatt al-‘Arab, confulenza tra Tigri e Eufrate. Prima nella proto-città di Eridu e poi il pieno successo ad Uruk.

Uruk e la Mesopotamia 6'000 b.p.: prima città fortificata, architettura monumentale, popolazione urbana complessa e statalizzata. Nel 4000 a.C 80’00 abitanti circa. Aveva anche insediamenti coloniali a distanza. La tecnica irrigua inizia con le canalizzazioni, ottenute con grandi aratri e buoi. Lo sviluppo della nuova tecnica è stato favorito dall’ecosistema, la zona era precedentemente anantropica, semi sommersa o paludosa, ha provvisto un sistema naturale di canali. 5'800 – 5'000 b.p. : sviluppo della nuova tecnologia, straordinaria quantità di surplus, enorme concentrazione di capitale sociale fisso. Si sviluppa di conseguenza una rilevante quantità di popolazione non direttamente produttiva (artigiani, mercanti, sacerdoti). La produzione e la redistribuzione delle risorse sono gestiti da un agenzia religiosa: Il Tempio. 5'000 b.p.: i sali minerali rilasciati dall’evaporazione sul terreno fa calare le rese agricole, tanto da non riuscire più a sostenere la popolazione. L’esperienza di uruk fallisce ma rimane molto importante, darà vita a sistemi di città stato in mespotamia. Le principali famiglie entrano in competizione con i sacerdoti. 4'300 b.p.: una dinastia familiare, accadica, sottomette le città della mesopotamia, primo esperimento imperiale. Gli Early States e le grandi città nascono proprio in zone come quella appena vista, favorevoli alla produzione agricola: Nilo, Indo, Yangtsze. Commercio e mercati Commercio: processo attraverso il quale un ecosistema si approvvigiona delle risorse che ha scarse o assenti, espellendo quelle in eccesso. Ad esempio la Mesopotamia riusciva a produrre molto surplus agricolo e doveva quindi comprare le risorse per costruire le città – pietre, legno – dai Chiefdom a Est, alle pendici dei monti Zagros. Macrospecializzazione. Il commercio era pubblico, amministrato dal Tempio – appalto ai privati che con i propri mezzi partivano con orzo e lane per poi tornare con legna, pietra, metalli. Le reti commerciali, nate anche grazie alle colonie di Uruk, arriveranno fino quasi al mediterraneo, alle reti marittime del Golfo Persico che coinvolgono anche la valle dell’Indo e l’Afghanistan. Il commercio di Uruk è il primo documentato dalla scrittura, primo in forma così organizzata. Diventerà componente fondamentale degli Stati Originari. I Mercati si sviluppano dopo che i traffici si estendono tra città e regioni. Il mercato inteso come complesso di transazioni effettuate tra chi compra e vende inizia a svilupparsi 6'000 b.p. Sarà lo sviluppo di pratiche e ruoli commerciali a stimolare i processi di istituzionalizzazione e a orentiare la stratificazione sociale. L’Agricoltura e il suo controllo rimane la fonte esclusiva di ricchezza e del potere.

GEOGRAFIA DELLA RICCHEZZ A E DEL POTERE Infrastrutture sociali e religiose mantengono per molto il controllo sul commercio. Riescono a mantenere:

- garanzia di adempimento , attraverso sanzioni. - affidabilità di pagamento, che nella staple finance – finanza delle derrate , come l’orzo usato come moneta in mesopotamia – porterà alla creazione di una --> moneta metallica statale. Il commercio, le pratiche di mercato diventa un’attività elitaria, monopolistica, esercitata da grandi mercanti alle dipendenze del potere politico. Il mercante viene retribuito dai detentori del potere politico. Il processo di verticalizzazione iniziato dal Chiefdom porterà al controllo monopolistico della terra da parte dello Stato e quindi all’appropriazione del surplus. Ricchezza e potere si accumulano attorno ai medesimi individui: la carta geo-politica e geo-economica del mondo sono coincidenti. Espansione delle coltivazioni Le coltivazioni si estendono – da Mesopotamia e Huang Ho – verso Sud Est Asiatico, Medio Oriente, Africa Mediterranea e Sub-sahariana, Europa, India. In America l’agricoltura si sviluppa autonomamente (centro, sud e nord) ma con 5000 anni di ritardo (5500-4500 b.p.). Secondo studiosi questa imponente espansione è responsabile della nascita del ceppo linguistico indoeuropeo. Gli ecosistemi dell’indoeuropeo sono molto differenti, per questo si creano paesaggi diversi e livelli di ricchezza diversa, proprio per il diverso rendimento biologico. Trappola Maltusiana: chi gode di un maggiore surplus dovrebbe godere di migliori condizioni materiali, crescendo quindi di numero. La quantità di alimenti pro capite viene risospinta verso il basso, a livello di quella delle aree meno produttive e meno popolose. La geografia derivante dall’agricoltura sarebbe molto diversificata demograficamente (produttività), se non intervenisse il commercio a modificarla. Il commercio legherà luoghi tra loro distanti, generando interazione culturale

LE SPECIALIZZAZIONI REGIONALI E LE CRISI ECOLOGICHE

Produzione e commercio sono generatori della geografia economica, porteranno alla creazione di specializzazioni regionali. Smith afferma che la specializzazione porta all’acquisizione di un vantaggio competitivo, chi acquisisce nel tempo le abilità per produrre un determinato bene scoraggia gli altri. David Ricardo applicherà questo principio alla geografia nella “teoria del vantaggio comparato”, che analizza i benefici derivanti dalla specializzazione con riferimento al commercio a distanza. Condizioni ecologiche per la specializzazione: - ecosistema: adeguata quantità di risorse necessarie che rendano poi proficuo il commercio. - concentrazione geografica di alcune risorse crea un vantaggio, un accumulazione di ricchezze. La specializzazione può portare ad un surplus locale. Tuttavia l’intensificazione dell’utilizzo di risorse è destinata a generare una situazione di scarsità , mette sotto pressione la possibilità di soddisfare le quattro esigenze fondamentali di cibo, combustibili, fibre tessili e materiali da costruzione. Proprio per questo motivo le specializzazioni regionali originarie sono fragili e instabili (causa tipica delle crisi despecializzative del passato era la scarsità di legno dovuta alla deforestazione). La scarsità riguarda nello specifico le risorse-chiave della specializzazione (come la fertilità nel caso della salinizzazione dei grandi bacini idrografici), in quest’ultimo caso non tamponabile dal commercio. Un altro fattore da considerare sono le crisi ecologiche. La crisi ecologica (che si manifesta secondo svariate tipologie) è l’esito necessario della specializzazione regionale. Essa puo’ condurre al collasso (come tipicamente nell’antichità - Uruk) o a un processo di despecializzazione e di declino. La crisi ecologica non opera solo alla scala regionale: in questo caso si associa preferibilmente al mutamento climatico. La pulsazione fredda del Dyras recente ha portato alla nascita dell’agricoltura, modificando il quadro climatico esistente. Durante le fasi interglaciali infatti si modificando le pluviometrie e le geografie della produttività biologica. Ad esempio prima del Dyras recente iniziò una fase di riscaldamento dell’emisfero boreale – oscillazione di Allerod, - che culminò nell’optimum olocenico che creò le condizioni per passare dall’agricoltura pluviale a quella irrigua, tra il 7000 bp e il 6000 bp. Seguiranno altre oscillazioni e altre situazioni di optimum climatico: quello di età romana e quello medievale.

LA TECNOLOGIA COME VETTORE DI MUTAMENTO

La ricorrenza delle crisi ecologiche a carico delle specializzazioni regionali e i conseguenti collassi delle relative organizzazioni politiche non incide sul successo della strategia agricola di sfruttamento delle risorse. Ciò dipende dalla versatilità della strategia e dalla sua capacità di migliorare la propria efficacia attraverso il mutamento interno. Il vettore di questo mutamento è la tecnologia. Definiamo tecnologia il complesso di soluzioni originali ideate nel tempo per risolvere difficoltà e problemi in una situazione data, oppure per cogliere opportunità generate (agricoltura irrigua) dal mutare di quella situazione. La combinazione di stanzialita’ e produzione alimentare associata alla nuova strategia libera potenzialita’ prima sconosciute (nuove produzioni, scoperta di nuovi materiali la domesticazione del cavallo, il carro a ruote, la navigazione). Conduce alla costante espansione delle reti di compravendita e delle organizzazioni politiche che le sostengono. LA CRESCITA DEMOGRAFICA Le stime dei paleo demografi sulla popolazione mondiale danno una visione del potenziale della strategia agricola rispetto a quella di caccia e raccolta. Un ecosistema, per essere adatto al sistema di caccia e raccolta, ha bisogno un determinato clima, precipitazioni, biomasse.

Inoltre negli ultimi 100'000 anni si sono verificati i 4 picchi wurmiani e le oscillazioni nella popolazione mondiale sono state notevoli. La distribuzione di popolazione mondiale era molto irregolare. Nella tabella soprastante sono elencate le stime di 5 studiosi sulla popolazione mondiale dal 10'000 a.C al 1.dc. Nel periodo 10'000 d.C. – 8'000 a.C le stime variano tra 2 e 6 milioni di persone che corrispondono a 0,03 persone per kmq, una quantità di persone sostenibile da un sistema di caccia e raccolta.

La differenza di produttività ha influenzato la distribuzione della popolazione, nell’anno 1 d.C vivevano in Asia (1/4 delle terre emerse) ¾ della popolazione mondiale. Un'altra zona del pianeta con una densità di popolazione più alta è quella Europea, un dato che conferma l’Eurasia – intatta al seguito della disgregazione della pangea – come miglior spazio per sostenere la presenza umana. Nel primo millennio dopo cristo la crescita è pressoché inesistente, o perlomeno rallentata. Il crollo della crescita nel primo millennio è dovuta a diversi fattori: una profonda oscillazione fredda che riduce la produttività biologica e il conseguente crollo delle esistenti organizzazioni statali dell’epoca (Impero Romano 476d.C.). Nei 500 anni successivi riprende e la popolazione mondiale quasi raddoppia, grazie ad un nuovo aumento della produttività biologica durane l’optimum climatico medievale. Gli otto circuiti commerciali Il miglioramento delle condizioni climatiche favorisce lo sviluppo del commercio marittimo nel mediterraneo, nell’oceano indiano e nel mar della Cina. Rende possibile anche la navigazione dell’oceano atlantico settentrionale favorendo la nascita di colonie Vichinghe fino in Islanda (fino al XV). Si formano così sistemi mercantili che connettono tutte le regioni afro-euro-asiatiche. Nascono otto circuiti commerciali gestiti dalle nazioni mercantili che collegano tutte le zone eurasiatiche e nord africane. La Via della Seta ad esempio terminava a Caffa, una ex colonia Genovese che funzionava da porta ai mercati europei per i prodotti cinesi.

LA PRIMA GLOBALIZZAZIONE (XVI SECOLO) Gli otto circuiti erano gestiti da trading company. I mercati acquisivano piano piano caratteri di modernità, quelli Orientali erano i più redditizi, quelli europei restavano più marginali, soprattutto importatori. Le tecnologie legate al commercio erano più avanzate in oriente: bussola, carta, polvere pirica, astronomia, lo zero indiano e i numeri arabi. L’europa occidentale riesce nel secondo millennio a innescare una rapida traiettoria di crescita e giungere in pochi secoli a dominare integralmente il Mondo. Riuscirà nel XV secolo a costruire navi a tre vele in grado di affrontare l’atlantico ed arrivare poi a colonizzare il mondo americano (meno avanzate delle navi Ming). La tecnologia permetterà agli europei di...


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