geografia umana teorie e prassi riassunti adalberto vallega PDF

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Course Geografia Politica
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Geografia Umana. Teorie e Prassi - Riassunt

Adalberto Vallega

PRIMA PARTE – Concetti e Metodi RIEPILOGO VELOCE SUGLI INDIRIZZI DELLA GEOGRAFIA UMANA    

Indirizzo POSITIVISTA  Ratzel Indirizzo POSSIBILISTA  Vidal de la Blache propongono di Indirizzo STRUTTURALISTA  Hartsborne Indirizzo SISTEMA GENERALE

Tutti gli indirizzi si spiegare il territorio

METODI E STRUMENTI PRIMA DEGLI ANNI ’70 ANNI ’70 ANNI ’90

( supporto cartaceo prodotto dalle rilevazioni aeree ed a terra ( nuovo supporto quello satellitare ( miglioramento qualitativo ( supporto cartaceo + supporto elettronico (internet)

Che cos’è la TEORIA? La TEORIA consiste nei concetti in base ai quali indaghiamo la realtà. esempio: i modelli di rete costituiscono la base teorica attraverso la quale studiamo l’intelaiatura della città che si è venuta a creare in un determinato ambiente. Che cos’è il METODO? Il METODO consiste nelle procedure che vengono adottate per indagare la realtà. esempio: le proiezioni cartografiche e gli apparati di simbolizzazione con cui si costruisce le carte delle reti urbane sono un metodo. Che cos’è la TECNICA? La TECNICA consente la lavorazione dei dati utili ad indagare la realtà. esempio: le modalità attraverso le quali traduciamo le informazioni inviate da satellite in dati cartografici appartengono al regno della tecnica. METODI Tutte le scienze, ed anche la Geografia UMANA, affrontano il problema della questione metodologica, nel caso della Geografia UMANA ne abbiamo due:  ANALITICO: questo metodo prende corpo dal pensiero di Cartesio che indicava la complicatezza della realtà quindi per comprenderla bisognava scinderla in parti più piccole individuando così le relazioni di causa-effetto che esistono fra gli elementi. Pensiero Cartesiano  Evidenza – Riduzione – Causalità - Esaustività Percorso previsto nel caso del metodo ANALITICO  Identificazione degli elementi che compongono il territorio: insediamenti umani, vie di comunicazione, localizzazione delle industrie;  Indagine sulle relazioni tra gli elementi: si studia la relazione fra il suolo e la produzione agricola;  Enunciare i principi: ad esempio il rapporto fra le industrie e gli operai e la distanza che percorrono per arrivare a lavoro, in questo modo si definisce il diametro fra industria e abitazione;  Rappresentazione cartografica: le carte geografiche dell’organizzazione industriale del territorio;  Predisposizione di un testo: sulla base della rappresentazione cartografica si può produrre un testo che descriva l’espansione industriale del territorio che studiamo.  ASSIOMATICO: metodo che prende in considerazione ciò che è evidente senza indagare con procedimenti analitici (approccio sistematico, sapendo che la realtà è complessa. Il contrario del metodo ANALITICO non conduce la ricerca geografica sul principio di casualità ed un metodo soggettivo perché raccoglie solo elementi, caratteristiche e comportamenti sociali.

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Percorso previsto nel caso del metodo ASSIOMATICO  Identificare: i gruppi umani che vivono sul territorio preso in esame;  Studiare: le condizioni di vita e le caratteristiche culturali del gruppo umano;  Rilevare: quali forme si siano prodotte nel paesaggio urbano in rapporto ai gruppi;  Costruire: la geografia dei luoghi urbani significativi per l’esistenza del gruppo STRUMENTI La CARTA GEOGRAFICA è lo strumento principale della scienza. Da sempre lo scopo finale dello studioso è quello di rappresentare su carta il territorio che studia, già nel paleolitico attraverso le pitture rupestri si disegnava il territorio, ancora più importante fu la rappresentazione del territorio nel neolitico. Anassimandro enunciò i primi fondamenti della cartografia (VI secolo a.C.) e da quel momento la storia della geografia umana si intrecciò con la cartografia. espressione di conoscenza del territorio La DOPPIA veste della CARTOGRAFIA strumento per muoversi sul territorio Il Geografo fa uso di due tipi di rappresentazione del territorio: 1. Carta Geografica in formato convenzionale, quindi in forma cartacea. 2. Sistemi Geografici Informativi (GIS), caratterizzato dall’uso del PC con appropriati software per costruire carte digitali. L’introduzione di questo sistema, avvenuta negli anni 80, fu una rivoluzione, seconda sola all’avvento della carta geografica razionale. Gerardo Mercatore  mappamondo in 24 fogli  ha immaginato come il Globo Terrestre avvolto da un cilindro  1569 nascita della cartografia moderna

( viene concepita per la navigazione ( corretta la forma delle terre solo sulle basse latitudini mentre sulle alte apparivano molto più estesi della realtà CARTOGRAFIA RAZIONALE diffusione dei SIMBOLI ( la CARTA diventa sempre di più una rappresentazione simbolica, simboli tratti dalla geometria PROCESSI DI DIFFERENZIAZIONE 1. in rapporto alla SCALA GEOGRAFICA ( mappe e piante (scala più grande) ( carte corografiche e carte generali (scala più piccola) 2. in rapporto al CONTENUTO ( carte geografiche generali ( carte geografiche tematiche

INFORMAZIONI

QUALITATIVE: basate sul testo e carte e rappresentano il territorio senza far uso di dati statistici che può far uso delle variabili qualitative ad esempio per valutare la presenza o essenza di rischi. QUANTITATIVE: basate su dati statistici e fa uso di variabili quantitative come la densità della popolazione che viene utilizzata per le carte della popolazione ( l’analisi quantitativa è una parte

essenziale della geografia. Divisa in 4 livelli, i primi due sono i dati quantitativi a sé mentre gli altri due sono rappresentati attraverso le carte o grafici. Primo Livello: Secolo Livello: testo

testuale - è costituito da statistiche in merito all’argomento trattato tabellare – è costituito da tabelle statistiche contenenti dati che integrano il

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Terzo Livello:

funzionale – è costituito dall’uso dei dati quantitativi per produrre cartografia, il prodotto che si ottiene viene anche detto cartogramma. Quarto Livello: associato – è costituito dall’inserimento di grafici all’interno di una carta geografica generale in modo da fornire una percezione visiva dell’argomento che trattiamo. natura spaziale, quindi distribuzione territoriale (popolazione nella provincia) Variabili quantitative natura temporale, quindi distribuzione nel tempo (popolazione nella provincia nel corso dell’ultimo secolo)

Gli usi della variabili quantitative

( Tendenza centrale: si propone di accertare come i singoli dati della serie tendano ad avvicinarsi a un valore centrale. Es. se e in quale misura la densità della popolazione delle singole province si avvicini alla densità media nazionale. ( Tendenza alla dispersione: ed è complementare al primo in quanto ci indica se e in quale misura i dati tendono ad allontanarsi dal valore centrale. ( Correlazione fra le variabili: si propone di individuare se e in quale misura due o più serie di valori si trovino tra loro associati. Qui abbiamo causa-effetto, vedi ad es. la microcriminalità e la povertà messe in relazione, se dai dati in possesso i valori alti della prima corrispondono ai bassi della seconda deduciamo che i due fenomeni sono associati ( indagine di tipo strutturalista (il territorio come un mosaico di elementi legati tra loro da relazioni). ( Analisi per le interdipendenze: (legato alla correlazione fra le variabili) misura il comportamento di gruppi di variabili sia associato a quello di altri gruppi. Procedura fattibile solo per mezzo di software.

Immagini del TELERILEVAMENTO Consiste nel rilevare la fisionomia della superficie terrestre da grande distanza con obiettivo di produrne delle immagini, capaci di fornire informazioni molto più dettagliate e precise di quelle di cui disponeva negli anni precedenti ( mezzo utilizzato i satelliti. Immagini PITTORICHE Con l’indirizzo umanistico, i geografi, si sono avvalsi anche delle rappresentazioni pittoriche utili per indagare sul paesaggio e per comprendere come fosse percepito e vissuto nel passato Il geografo rappresenta il territorio in due modi: 1. La geografia considerata scienza dello spazio ( filiera razionalista: filiera del positivismo passando per lo strutturalismo, prevede che il geografo si concentri su di un oggetto per produrre conoscenza oggettiva del territorio con metodo analitico. La filiera razionale tende a collocare il soggetto nel luogo, quindi, considera la superficie terrestre come uno spazio dove si manifestano comportamenti sociali, quindi la superficie è soggetta a trasformazioni.

2. La geografia considerata scienza dei luoghi  filiera a-razionalista: filiera che passa dal positivismo alla geografia umanistica, abbiamo il geografo che mette il soggetto al centro dell’indagine e si propone di conoscere il territorio attraverso il metodo

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assiomatico. La filiera a-razionale mette il luogo nel soggetto, quindi da questo punto di vista non prende in esame il luogo come teatro di azione della società ma come sfondo, facente parte dell’individuo. - Secondo Kant il geografo non può occuparsi di spazio senza tener presente il tempo Attualmente si parla di tre tipi di spazio: 1. Spazio Reale  esterno al soggetto, identificabile, dotato di materialità rappresentabile 2. Spazio Iperreale  realtà immaginaria dal soggetto 3. Spazio Cibernetico  creazione di immagini virtuali espresse in ambito elettronico

e

Gli spazio della Geografia Umana Tipi di Spazio

Natura dello Spazio Indirizzo Geografico

Obiettivo

Spazio Reale

Spazio Fisico

Strutturalista dagli anni ’30 Spiegazione

Spazio Iperreale

Spazio Culturale

Umanistico dagli anni ’70

Comprensione

Spazio Cibernetico

Spazio Tecnologico

Strutturalista/Umanistico dagli anni ’90

Spiegazione Comprensione

Prospettiva Tradizionale  Spazio come Realtà Assoluta Oggetti collocati nello spazio: localizzazione e distribuzione rappresentati tramite coordinate geografiche. Come considerare lo spazio Prospettiva Opposta  Spazio come Realtà Relazionale Gli oggetti non sono nello spazio ma hanno uno spazio: posizione e relazione degli oggetti rappresentati per tipo di relazione. Il termine SCALA in geografia può assumere due significati:  Scala DIMENSIONALE: ambito spaziale a cui si fa riferimento nell’analisi di un determinato fenomeno, concetto che riguarda anche altre scienze sociali, e si hanno: Micro scala  es. Locale Meso scala  es. Nazionale Macro scala  es. mondiale  Scala CARTOGRAFICA: per rappresentare la distribuzione spaziale dei fenomeni abbiamo bisogno di una scala cartografica. E’ il rapporto tra una misura fissata arbitrariamente sulla carta e la corrispondente misura misurabile o individuabile sulla realtà terrestre. 0

1:10.000 1/10.000 1

 Scala numerica 2  Scala grafica

Che cos’è la SCALA GEOGRAFICA? Al termine SCALA attribuiamo il significato di “rapporto di riduzione”, ma da qualche tempo il termine SCALA viene utilizzato anche in altro modo, quindi, come ordine di grandezza della superficie terrestre, per cui tanto più è esteso lo spazio geografico tanto più si parla di grande scala, e viceversa. Detto questo dobbiamo spiegare la scala temporale che si divide in tempi di natura e tempi della società: La natura è caratterizzata da tempi lunghi che si misurano in centinaia di anni come per le ere geologiche, ma questo interessa la Geografia fisica mentre di interesse per quella umana sono le rilevazione della crosta terrestre in quanto interessano e condizionano la vita delle popolazioni.

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Che cosa sono le PLACCHE? La crosta terrestre è costituita da PLACCHE la cui origine risale a circa 220 milioni di anni or sono quando il Pangea iniziò a dividersi. Le PLACCHE possono muoversi in diverse direzioni dando origine ai margini continentali. Ricordiamo che le PLACCHE non coincidono con le masse continentali ma possono essere costituite da crosta continentale e crosta oceanica. Le conseguenze che la distruzione delle placche sono la disponibilità delle risorse e i disastri ambientali (opportunità e condizionamenti), infatti le dorsali, ossia le linee di contatto delle placche sono sedi di movimenti sismici e vulcanici. TERRITORIO SPAZIO TERRITORIALIZZAZIONE

porzione di spazio geografico che sono stati profondamente trasformati dall’uomo organizzato in società. comprende aree trasformate dall’uomo radicalmente o meno processo messo in atto dall’uomo organizzato in società per trasformare l’ambiente naturale PARTE SECONDA – Temi e Problemi – LA PRESSIONE UMANA

Fino agli anni 70 la geografia della popolazione costituiva il capitolo iniziale della Geografia umana, e trattava su come la popolazione fosse cresciuta e come si fosse distribuita sulla terra. Metodo che non trattava i problemi connessi al popolamento; oggi la situazione è diversa per la Geografia è diventato molto importante indagare sulle conseguenze del popolamento, infatti, da un lato il capito della popolazione è più rilevante rispetto a prima e dall’altro lato richiede di essere affrontato non soltanto mostrando la copertura geografica del pianeta ma anche esponendo gli aspetti geografici connaturati ai problemi derivanti dalla crescita demografica. La prima volta che la popolazione fu considerata nel suo insieme era il Settecento quando la Rivoluzione Industriale stava decollando in GB e ad occuparsi del problema fu Thomas Robert Malthus, nel Saggio sul principio della popolazione. L’indagine lo condusse a capire che la popolazione stava aumentando mentre le risorse risultavano inefficaci a mantenere tutta la popolazione in modo equo. Quindi con l’avvento della società moderna nasceva anche un nuovo problema: i limiti di crescita della popolazione mondiale. Problema ritornato alla ribalta anche negli anni 70 del ‘900 quando si discusse sull’espansione demografica, mettendo in luce che il mondo nel XXI secolo sarebbe andato incontro ad una serie di crisi provocate dagli squilibri crescenti tra l’aumento della popolazione e le risorse a disposizione. Questo dibattito è durato molti anni fin quando le Nazioni Unite nel 1992 propose un piano quello del controllo delle nascite nei paesi in via di sviluppo in modo da regolare anche la richiesta di risorse. A ciò si opposero sia la Chiesa Cattolica che il mondo islamico. Schema sull’esplosione demografica nel corso dei secoli Periodo Mondiale IV secolo I secolo 1492 1700 1800

Popolazione Mondiale 150 milioni di abitanti 250 milioni di abitanti 400 milioni di abitanti 950 milioni di abitanti 1 miliardo di abitanti

Periodo 1920 1955 1970 1980

2000

Popolazione

2 miliardi di abitanti 3 miliardi di abitanti 4 miliardi di abitanti 5 miliardi di abitanti 6 miliardi di abitanti

Vecchia teoria ( Prima l’ipotesi del controllo delle nascite teoria che si è fatta largo fino alla fine del ‘900 Nuova teoria ( Oggi la nuova teoria prevede che la crescita esponenziale subentrerà una crescita frenata che condurrà la popolazione mondiale a stabilizzarsi, agganciandosi alla teoria dello sviluppo delle popolazioni che divide il ciclo in 4 fasi: 1. Prima fase – Equilibrata: questa fase che può durare anche molto caratterizza le popolazioni primitive. L’indice di natalità resta elevato come l’indice di mortalità restando sostanzialmente stabile.

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2. Secondo fase – Crescita accelerata: in questo caso la natalità aumenta più della mortalità, quindi la popolazione aumenta velocemente e ciò accade nei paesi ricchi durante il decollo industriale. 3. Terza fase – Crescita frenata: si rallentano le nascite ed anche la mortalità diminuisce perché si allunga la media della vita per effetto delle migliori condizioni alimentari e sanitarie. 4. Quarta fase – Stabilizzazione: in questa fase le nascite diminuiscono al punto da compensare i decessi, la popolazione è ferma il cosiddetto “crescita zero” che si verifica tuttora nei paesi sviluppati. La distribuzione geografica si evolve in conseguenza di due fattori: 1. Naturale  costituito dall’andamento delle nascite e dei decessi, l’attenzione si concentra sulla fertilità e su alcuni grandi fattori che incidono sulla durata della vita come la diffusione dell’HIV e la mortalità infantile. 2. Migratorio  costituito dagli spostamenti territoriali di una popolazione, e pone l’attenzione su due processi territoriali:  una progressiva concentrazione della popolazione sottosviluppata in grandi agglomerati urbani;  una progressiva concentrazione della popolazione lungo le fasce costiere.  Cresce il problema della fertilità:

1950 ogni donna aveva in media tre figli Paesi

Sviluppati 2050 ogni donna ne avrà solo due

 Cresce il problema della fertilità

La natalità è molto alta

Paesi

Sottosviluppati Si contrappone il problema dell’HIV In Africa i malati quasi raddoppieranno da 115 a 196 milioni  Nei paesi sottosviluppati la speranza di vita è passata da 63 anni agli inizi del ‘900 a 75 anni oggi La storia a tappe delle GRANDI MIGRAZIONI A. Neolitico Urbano : i grandi movimenti migratori sono riconducibili a tre centri di irradiazione, due di questi sono la Mesopotamia e la Cina e l’ultimo l’Europa costituito da popolazioni agricole e centri rurali che si insediarono nella penisola italica, nel bacino del Danubio, e nella valle del Rodano. Questi processi territoriali fecondarono un vasto campo di relazioni interculturali, caratterizzati da diffusione e fusione di lingue, da migrazioni di tecniche e credenze. B. Prima metà del Novecento: le grandi migrazioni di epoca moderna ebbero come protagonista l’Europa. Nel corso del Novecento ai flussi provocati dall’esigenza di trovare nuove risorse si aggiunse le migrazioni dovute alle due grandi guerre, dando nuove ridistribuzioni all’interno dell’Europa e dall’altro lato ci furono grandi esodi verso altri continenti, come gli Ebrei in Palestina dove fondarono un loro stato. C. Seconda metà del Novecento: questi movimenti sono diversi, in quanto hanno raggiunto dimensioni molto più ampie ridisegnando l’intero pianeta, con provenienza intertropicale e con direzione verso i paesi sviluppati come il nord America, l’Europa occidentale, l’Australia e il Giappone. Anche l’Europa dell’est è stata un’area con forti spostamenti verso la parte occidentale. Queste masse si muove per motivi politici o naturali, come le carestie, la

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desertificazione, la povertà o per guerre lunghe e sanguinose. A metà del Novecento appena 6000 persone l’anno si spostavano dai paesi poveri verso quelli ricchi, oggi la situazione è cambiata radicalmente i flussi si sono raddoppiati. l’Unione Europea andrà incontro a una trasformazione sorprendente, caratterizzata da flussi così estesi che imprimeranno un volto nuovo multi-etnico al vecchio continente.  conseguenze dovute ai movimenti sia naturali che migratori sulla territorializzazione 1. Le trasformazioni provocate nelle strutture territoriali; 2. Le influenze che le trasformazioni delle strutture demografiche Conseguenze connesse possono esercitare sulle condizioni di vita tra loro Che cos’è la STRUTTURA? La STRUTTURA è un insieme di elementi connessi tra loro da relazioni e soggetti a evoluzione nel corso del tempo. esempio: se l’età degli abitanti di un posto è l’attributo considerato, la struttura consiste nella ripartizione della popolazione per età. Lo stesso esempio si può applicare per la divisione in sesso, professioni,...


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