Gerusalemme Liberata parte 1 PDF

Title Gerusalemme Liberata parte 1
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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GERUSALEMME LIBERATA CANTO I

1. [Canto l'arme pietose e 'l capitano Tasso inizia come iniziano i grandi poemi dell’antichità: l’Eneide inizia con il canto alle armi e all’uomo; lui canta le armi pietose poste al servizio di Dio e poi c’è la lunga perifrasi per indicare Goffredo ('l capitano) [che 'l gran sepolcro liberò di Cristo.]=ovvero Goffredo che liberò Gerusalemme ;gran sepolcro di Cristo=sineddoche= parte di Gerusalemme, per indicare la città eterna . Goffredo di Buglione è il protagonista assoluto di tutto il primo Canto, [Molto egli oprò co 'l senno e con la mano] egli operò con le armi e con la sua ragione , [ molto soffrí nel glorioso acquisto] e soffrì molto per la conquista di Gerusalemme, [ e in vano s'armò d'Asia e di Libia il popol misto] e invano vi si opposero le popolazioni diverse di Asia ed Africa (Libia per indicare Africa = Sineddoche ). [Il Ciel gli diè favore] Loro sono i Cristiani e devono andare a liberare il sepolcro di Cristo e invano gli altri popoli si oppongono a loro, in quanto hanno dalla loro parte il favore del cielo, quindi sono invincibili perché hanno un potere che gli altri non hanno. [e sotto a i santi segni ] Le loro bandiere sono gli stendardi della Santità; I Crociati battevano sempre la Croce sulle loro armature per rappresentare il motivo per cui andavano a liberare Gerusalemme ; [ridusse i suoi compagni erranti] Poi Tasso descrive i compagni, ovvero i cavalieri erranti che sono dispersi in giro per il mondo e vengono risistemati tutti all’interno dell’esercito Cristiano.

2. [O Musa, tu che di caduchi allori non circondi la fronte in Elicona, ma su nel cielo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona] Dopo aver introdotto la missione di questo capitano , benedetta dal Cielo, chiede la benedizione della Musa, che non è una musa Pagana, ma è Cristiana , la Gloria . Non è la musa tradizionale che fa riferimento alla tradizione greca e latina immaginata come abitante del Monte Elicona, ma è la Gloria data dalla Cristianità, perché questa Musa si trova nel Cielo tra i cori dei beati ed ha una corona di stelle d’oro immortali. Quindi Tasso utilizza degli elementi non attendibili a livello storico per rendere la sua narrazione più interessante . [tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de' tuoi, le carte] Ispira al mio petto ardori religiosi, guida il mio racconto , perdonami se intreccio invenzioni poetiche alla realtà storica, e se, in parte , adorno queste pagine di altri piaceri , oltre che dei tuoi. Tasso infatti utilizza degli elementi non attendibili a livello storico per rendere la sua narrazione più interessante.

3. Sai che là corre il mondo ove più versi di sue dolcezze il lusinghier Parnaso,

e che 'l vero, condito in molli versi,i piú schivi allettando ha persuaso. Cosí a l'egro fanciul porgiamo aspersi di soavi licor gli orli del vaso: succhi amari ingannato intanto ei beve, e da l'inganno suo vita riceve. “Se aggiungiamo alla verità qualcosa di piacevole, possiamo convincere anche il pubblico più difficile " e paragona quest’ultima a quando si dà ad un ragazzo malato una tazza con la medicina amara al suo interno, con il bordo cosparso di miele, così che il ragazzo beva la medicina amara ma smorzata dal dolce del miele , quindi lui vuole raccontare la verità ma adattandola ad un pubblico difficile, utilizzando la dolcezza .

4. Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritogli al furor di fortuna e guidi in porto me peregrino errante, e fra gli scogli e fra l'onde agitato e quasi absorto, queste mie carte in lieta fronte accogli, che quasi in voto a te sacrate i' porto. Forse un dí fia che la presaga penna osi scriver di te quel ch'or n'accenna.

Tasso ci dice a chi è dedicata l’opera, ovvero Alfonso II d’Este, Duca di Ferrara, e gliela sta dedicando perché quest’ultimo ha ospitato Tasso quando era pellegrino errante e gli ha dato una casa , e per ringraziarlo di averlo accolto, gli offre le sue “carte” e spera che vengano accolte , e glie le porta quasi come fossero un voto , poi accenna negli ultimi due versi ad una possibile Crociata alla quale Alfonso II potrebbe partecipare , sperando che lo stesso diventi come Goffredo.

5 È ben ragion, s'egli averrà ch'in pace il buon popol di Cristo unqua si veda, e con navi e cavalli al fero Trace cerchi ritòr la grande ingiusta preda, ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace, l'alto imperio de' mari a te conceda. Spera che in futuro Alfonso II possa condurre una guerra per mare e per terra, con le armi , per riconquistare Gerusalemme , come emulatore di Goffredo. Emulo di Goffredo, i nostri carmi intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi. I "nostri Carmi" indica il poema che stiamo leggendo (perifrasi), la Gerusalemme liberata , perché è quello che Tasso sta donando al dedicatario ,e proprio perché egli ascolta il carme di Tasso , lo invita alle armi “ preparati ad essere in guerra “.

6 Già 'l sesto anno volgea, ch'in oriente passò il campo cristiano a l'alta impresa; e Nicea per assalto, e la potente Antiochia con arte avea già presa. L'avea poscia in battaglia incontra gente di Persia innumerabile difesa, e Tortosa espugnata; indi a la rea stagion diè loco, e 'l novo anno attendea.

Era il sesto anno della Crociata , in realtà la Crociata dura solo 3 anni, ma Tasso ci racconta di una guerra più lunga per fomentare il pathos della narrazione, ed è un richiamo all’Iliade e al fatto che i Troiani e i Greci sono in lotta da circa 10 anni, perché 6 anni è più vicino numericamente a 10. Fa una specie di riassunto delle fasi precedenti della Crociata e di tutto quello che era già stato conquistato, ovvero Nicea capitale dell’Abissinia, Antiochia in Siria, poi una battaglia combattuta contro i persiani, espugnata la città di Tortosa , stavano aspettando l’anno nuovo, in quanto con il freddo le guerre si

interrompevano per aspettare la primavera accampati.

7 E 'l fine omai di quel piovoso inverno, che fea l'arme cessar, lunge non era; quando da l'alto soglio il Padre eterno, ch'è ne la parte piú del ciel sincera, e quanto è da le stelle al basso inferno, tanto è piú in su de la stellata spera, gli occhi in giú volse, e in un sol punto e in una vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.

Era la fine dell’Inverno, quando dall’alto trono del Cielo, Dio , che si trova nella parte più scura ,”quanto è lontano dalle stelle e dell’Inferno” fa capire che Dio si trova nel punto più alto del Cielo. Dal cielo stellato , con un solo sguardo , onnisciente, riesce a vedere tutto il creato da un punto solo del Cielo, quindi come nell’Iliade gli Dei si interessavano della battaglia tra Greci e troiani, così Dio si interessa delle crociate combattute nel suo nome.

8 Mirò tutte le cose, ed in Soria s'affisò poi ne' principi cristiani; e con quel guardo suo ch'a dentro spia nel piú secreto lor gli affetti umani, vide Goffredo che scacciar desia de la santa città gli empi pagani, e pien di fé, di zelo, ogni mortale gloria, imperio, tesor mette in non cale. Dio osserva tutte le cose e concentra il suo sguardo in Siria dove si trovano i principi Cristiani, e con lo sguardo che solo lui possiede conio quale riesce a vedere tutti i pensieri, anche i più interni, guarda Goffredo che desidera scacciare da Gerusalemme i Pagani e gli infedeli (tutti coloro che non erano Cristiani erano considerati infedeli in quanto nell’ottica di quel tempo esisteva solo una religione, non c’era rispetto per una religione differente) . L’occhio di Dio si sposta e vede anche i suoi compagni di battaglia .

9 Ma vede in Baldovin cupido ingegno, ch'a l'umane grandezze intento aspira: vede Tancredi aver la vita a sdegno, tanto un suo vano amor l'ange e martira: e fondar Boemondo al novo regno ,suo d'Antiochia alti princípi mira, e leggi imporre, ed introdur costume ed arti e culto di verace nume;

10 e cotanto internarsi in tal pensiero, ch'altra impresa non par che piú rammenti: scorge in Rinaldo e animo guerriero e spirti di riposo impazienti; con cupidigia in lui d'oro o d'impero, ma d'onor brame immoderate, ardenti: scorge che da la bocca intento pende di Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.

Oltre a Goffredo ci sono altri cavalieri, tra cui Baldovin , ovvero il fratello di Goffredo, che aspira alle umane grandezze, “cupido ingegno” significa che è un uomo di indole ….. Poi c’è Tancredi, mosso da un inutile amore, infatti è innamorato di Clorinda. Tancredi è uno dei personaggi storici presenti nella G.L. (Alcuni personaggi storici sono fuori contesto ma aggiuntive rendere più piacevole la narrazione e personaggi inventati, questi primi tre sono storici ) Boemondo, principe di Taranto e zio di Tancredi, egli vuole imporre le sue abitudini e la religione cristiana in

Antiochia, formando un nuovo regno. (culto di verace nome=religione cristiana , verace nel senso che venera figure veritiere, in contrapposizione al Paganesimo ).Boemondo nell’ottava 10 è talmente impegnato a pensare a questo nuovo regno che sembra si sia dimenticato l’impresa primaria, ovvero la Crociata. Nando, personaggio inventato, caratterizzato dal fatto che non è avido di potere ma desideroso di avere onore, di morire gloriosamente per essere sempre ricordato. Rinaldo ,Guelfo Duca di Baviera, personaggio realmente esistito, che però non aveva mai preso parte ad una Crociata, dunque è uno di quei casi in cui la realtà storica viene adattata .

11 Ma poi ch'ebbe di questi e d'altri cori scòrti gl'intimi sensi il Re del mondo, chiama a sé da gli angelici splendori Gabriel, che ne' primi era secondo. È tra Dio questi e l'anime migliori interprete fedel, nunzio giocondo: giú i decreti del Ciel porta, ed al Cielo riporta de' mortali i preghi e 'l zelo. Dopo che Dio ha osservato i cavalieri dell’esercito cristiano (Dio=re del mondo), dei cori degli angeli chiama a sé Gabriele . I primi sono gli arcangeli , ma era secondo perché il primo era Michele. L’arcangelo Gabriele porta i decreti sulla Terra, ovvero colui che informa gli abitanti della Terra delle decisioni del Cielo, e che riporta in alto al Cielo le preghiere .

12 Disse al suo nunzio Dio: "Goffredo trova, e in mio nome di' lui: perché si cessa? perché la guerra omai non si rinova a liberar Gierusalemme oppressa? Chiami i duci a consiglio, e i tardi mova a l'alta impresa: ei capitan fia d'essa. Io qui l'eleggo; e 'l faran gli altri in terra, già suoi compagni, or suoi ministri in guerra."

Tasso immagina che Dio parla direttamente con l’arcangelo Gabriele e gli dice “trova Goffredo e chiedigli da parte mia: perché la guerra è cessata, perché non continua a liberare Gerusalemme oppressa? Dì a Goffredo di chiamare tutti i cavalieri in consiglio, di far velocizzare i lenti e farli, muovere per l’impresa. Io in cielo lo eleggo come capitano della Crociata e la stessa cosa succederà sulla Terra “Quindi quello che dice Dio dev’essere attuato sia in Cielo che sulla Terra e quelli che ora sono i suoi compagni, strano suoi ministri (esegutori della sua volontà) in guerra. Quindi Gabriele è l’intermediario tra Dio e l’esecutore sulla Guerra.

13 Cosí parlogli, e Gabriel s'accinse veloce ad esseguir l'imposte cose: la sua forma invisibil d'aria cinse ed al senso mortal la sottopose. Umane membra, aspetto uman si finse, ma di celeste maestà il compose; tra giovene e fanciullo età confine prese, ed ornò di raggi il biondo crine.

Dopo aver parlato con Dio, Gabriele si trasfigura in forma umana , per arrivare sulla Terra, infatti, deve adattarsi ad una forma che gli umani possono comprendere. Si traveste da adolescente dai capelli biondi.

14 Ali bianche vestí, c'han d'or le cime, infaticabilmente agili e preste. Fende i venti e le nubi, e va sublime

sovra la terra e sovra il mar con queste. Cosí vestito, indirizzossi a l'ime parti del mondo il messaggier celeste: pria sul Libano monte ei si ritenne, e si librò su l'adeguate penne;

15 e vèr le piagge di Tortosa poi drizzò precipitando il volo in giuso. Sorgeva il novo sol da i lidi eoi, parte già fuor, ma 'l piú ne l'onde chiuso; e porgea matutini i preghi suoi Goffredo a Dio, come egli avea per uso; quando a paro co 'l sol, ma piú lucente, l'angelo gli apparí da l'oriente;

Prende le sue ali bianche , e velocissimo raggiunge Goffredo . Arriva all’alba e va sulla spiaggia di Tortosa , quando il Sole stava sorgendo dal lato estremo dell’Oriente e trova Goffredo intento alle sue solite preghiere mattutine mentre il Sole sorge . Egli appare dall’Oriente. 16 e gli disse: "Goffredo, ecco opportuna già la stagion ch'al guerreggiar s'aspetta; perché dunque trapor dimora alcuna a liberar Gierusalem soggetta? Tu i principi a consiglio omai raguna, tu al fin de l'opra i neghittosi affretta. Dio per lor duce già t'elegge, ed essi sopporran volontari a te se stessi.

E disse :”Goffredo, è arrivata la primavera ,la pausa dalla battaglia è finita , è il momento di non aspettare più e di iniziare a non indugiare. Vai a liberare Gerusalemme che è sottomessa . Vai a chiamare i principi e fai in modo che i più pigri si affrettino verso la fine di quest’opera. Dio ti ha già eletto a loro comandante e loro ti si sottoporranno volontariamente .

17 Dio messaggier mi manda: io ti rivelo la sua mente in suo nome. Oh quanta spene aver d'alta vittoria, oh quanto zelo de l'oste a te commessa or ti conviene!"Tacque; e, sparito, rivolò del cielo a le parti piú eccelse e piú serene. Resta Goffredo a i detti, a lo splendore, d'occhi abbagliato, attonito di core.

L’arcangelo Gabriele come messaggero di Dio, dopo aver portato la sua parola gli dice :” Quanta speranza di raggiungere la vittoria, quanta attenzione è necessario che tu abbia per portare avanti l’esercito che ti è stato affidato?” a questo punto sparisce nel Cielo e Goffredo resta immobile, un po’ per lo splendore , un po’ per la notizia che ha portato con sé. Chiasmo negli ultimi due versi.

18 Ma poi che si riscote, e che discorre chi venne, chi mandò, che gli fu detto, se già bramava, or tutto arde d'imporre fine a la guerra ond'egli è duce eletto. Non che 'l vedersi a gli altri in Ciel preporre d'aura d'ambizion gli gonfi il petto, ma il suo voler piú nel voler s'infiamma del suo Signor, come favilla in fiamma.

Quindi Goffredo resta fermo ma poi si riscuote . Ripensa a quello che gli è stato detto dall’arcangelo e arde dal desiderio di portare al termine la guerra, in quanto comandante eletto di questo compito. Però non dobbiamo pensare che Goffredo sia un ambizioso, egli vuole semplicemente portare a termine la volontà di Dio e si infiamma dal desiderio di soddisfare il volere di Dio. Ultimi due versi ( s’infiamma- in fiamma) = rima derivativa .

19 Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge erano sparsi, a ragunarsi invita; lettere a lettre, e messi a messi aggiunge, sempre al consiglio è la preghiera unita; ciò ch'alma generosa alletta e punge, ciò che può risvegliar virtù sopita, tutto par che ritrovi, e in efficace modo l'adorna sí che sforza e piace.

Goffredo deve adesso riunire tutti i crociati che erano un po’ sparsi ,e li invita a radunarsi, usa per convincerli vari modi, tutto ciò che può allettare un’anima nobile e che risvegliare la virtù più annoiata.

20 Vennero i duci, e gli altri anco seguiro, e Boemondo sol qui non convenne. Parte fuor s'attendò, parte nel giro e tra gli alberghi suoi Tortosa tenne. I grandi de l'essercito s'uniro (glorioso senato) in dí solenne. Qui il pio Goffredo incominciò tra loro, augusto in volto ed in sermon sonoro:

Li ha convocati a Tortosa, alcuni si fermano all’interno della città, altri si accampano fuori dalle mura, finché Goffredo il pio (come Enea , mosso da questa virtù)non inizia a parlare . Augusto = venerabile, maestoso, con le caratteristiche di un capo da rispettare .

21 "Guerrier di Dio, ch'a ristorar i danni de la sua fede il Re del Cielo elesse, e securi fra l'arme e fra gl'inganni de la terra e del mar vi scòrse e resse, sí ch'abbiam tante e tante in sí pochi anni ribellanti provincie a lui sommesse, e fra le genti debellate e dome stese l'insegne sue vittrici e 'l nome,

22 già non lasciammo i dolci pegni e 'l nido nativo noi (se 'l creder mio non erra), né la vita esponemmo al mare infido ed a i perigli di lontana guerra, per acquistar di breve suono un grido vulgare e posseder barbara terra, ché proposto ci avremmo angusto e scarso premio, e in danno de l'alme il sangue sparso.

Parla ai suoi compagni e gli dice che sono stati mandati da Dio per rimediare i danni della fede, visto che hanno sottomesso in pochi anni le province che si sono ribellate al volere di Dio, hanno reso terre di cristianità quelle che non lo erano , hanno vinto e domato gente , che hanno steso insegne vittoriose e hanno portato il loro nome in terre lontane. dice che non hanno lasciato le persone a loro care e la loro patria, non si sono sottoposti al male di Dio e ai pericoli di una terra lontana per avere solo una fama effimera, per così poche terre.

23 Ma fu de' pensier nostri ultimo segno espugnar di Sion le nobil mura, e sottrarre i cristiani al giogo indegno di servitù cosí spiacente e dura, fondando in Palestina un novo regno, ov'abbia la pietà sede secura; né sia chi neghi al peregrin devoto d'adorar la gran tomba e sciòrre il voto.

Ma il motivo per cui loro son là è espugnare le mura di Sion e liberarla, e sottrarre i Cristiani della schiavitù indegna, dei Pagani, per portare un nuovo regno in Palestina ,dare ai Cristiani una sede sicura , una sede in cui il devoto possa adorare il sepolcro di Cristo...


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