I Macchiaioli - Descrizione di 5 dipinti di Giovanni Fattori PDF

Title I Macchiaioli - Descrizione di 5 dipinti di Giovanni Fattori
Course Storia Dell'Arte Europea
Institution Università Ca' Foscari Venezia
Pages 4
File Size 238.3 KB
File Type PDF
Total Downloads 66
Total Views 119

Summary

Descrizione di 5 dipinti di Giovanni Fattori...


Description

I Macchiaioli (1855-1867) I Macchiaioli sono un gruppo di pittori italiani attivi in Toscana negli anni ’50 e ’60 dell’800. Nasce a Firenze in quanto era il regno più liberale dove c'era una grande affinità tra Macchiaioli la tradizione Fiorentina. I principali esponenti del gruppo sono Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Silvestro Lega. I macchiaioli abbandonano i soggetti storico-mitologici della pittura neoclassica e le emozioni grandiose dei paesaggi dipinti dai romantici. Prediligono invece scene umili di vita quotidiana. Si cerca di riprodurre la realtà così come appare a un rapido colpo d’occhio. Il gruppo si riunisce abitualmente al Caffè Michelangelo di Firenze e proprio in questa città, all’Esposizione Nazionale del 1861, vengono mostrati i primi quadri macchiaioli. In realtà il termine nasce solo l’anno successivo. A coniarlo è un critico della “Gazzetta del Popolo”, che li definisce spregiativamente “macchiaioli”, con riferimento alla loro tecnica profondamente antiaccademica. Tecniche artistiche: -Per i macchiaioli infatti il colore ha la priorità sul disegno e viene steso a macchia(solida) con brevi pennellate. -I contorni sono perciò sfumati - Luci e ombre scolpiscono i volumi -Le figure sono rese con decisi contrasti tonali i quali costruiscono gli oggetti -La campionatura è piatta perciò il colore si stende uniformemente -Non si dà importanza ai dettagli infatti il soggetto viene rappresentato riportandolo ad un solido. -Le macchie si differiscono l'una dall'altra grazie alle gradazioni tonali definendo in tal modo due oggetti diversi Per i macchiaioli l’arte è anche impegno civile. Molti di loro partecipano alle guerre d’indipendenza italiana o ne rappresentano degli episodi con taglio cronachistico, assecondando la loro predilezione per i toni umili e anticelebrativi. Altri temi prediletti da questo pittore sono i ritratti e i paesaggi, soprattutto marini. Il fiorentino Telemaco Signorini è tra i primi a interessarsi agli aspetti più umili della realtà, come prigioni e manicomi. Silvestro Lega propone invece un mondo borghese intimo e domestico, che sembra dimenticato dalla storia. Ricorrente nei suoi quadri è la figura femminile, spesso ritratta mentre si dedica a passatempi. Diego Martelli è invece il teorico dei macchiaioli; la sua villa a Castiglioncello diventa una sorta atelier. Il movimento dei macchiaioli è considerato l’espressione pittorica del naturalismo e del verismo, movimenti culturali del XIX secolo che si sforzano di rappresentare il mondo in chiave realista. Per il loro uso innovativo del colore, molti studiosi li considerano oggi i precursori della pittura impressionista.

Giovanni Fattori (1825-1908) Nasce a Livorno nel 1825 studia all'accademia delle Belle Arti di firenze. comincia a frequentare il caffè michelangelo, dove entra in contatto con altri giovani artisti i, i quali diventeranno parte dei Macchiaioli. Fattori spontaneamente aderisce a questo movimento. La macchia rappresenta per l'artista lo strumento attraverso il quale è possibile conseguire quei risultati di verismo pittorico che, secondo lui, sono alla base di ogni tipo di manifestazione artistica. Muore a Firenze il 30 agosto 1908. Fattori Partecipa al concorso del 1859 per la realizzazione di quattro grandi tele celebrative delle principali battaglie risorgimentali punto nel 1862 il maestro Livornese risulta vincitore con il dipinto del titolo campo italiano alla battaglia di Magenta.

Campo italiano dopo la battaglia di Magenta Campo italiano dopo la battaglia di Magenta di Giovanni Fattori è il primo quadro italiano a rappresentare un avvenimento di storia contemporanea.

Rappresenta non il momento eroico della Battaglia ma triste il ritorno dei feriti. Sulla sinistra alcuni procedono a piedi barcollando. I feriti più gravi, sono adagiati su un carro e accanto a loro si prodigano due monache infermiere (la prima dirigenza della Croce Rossa non ancora ufficiale in quanto la croce non è disegnata). A destra, uomini a cavallo: generali, ufficiali, che da lontano osservano l'andamento della guerra pronti a dare il comando ai civili→Vogliono la guerra ma non la combattono. →Triste realtà è inganno. I soldati destinati al fronte si fermano a osservare il doloroso corteo dei compagni che andranno a rimpiazzare, rendendo loro omaggio in silenzio. L'opera non può ancora definirsi macchiaiola, in quanto disegno e chiaroscuro continuano ad essere usati secondo le regole accademiche. Il colore viene steso mediante campionature orizzontali.

I

soldati

francesi

del

59

In questo quadro sono rappresentati otto soldati in fila, soldati che non sembrano stare sul attento ma sono rilassati. Indossano un cappello nero e una divisa blu. La figura trova composizione nell’accostamento di macchie statiche di colore. Il

chiaroscuro è assente, il tono cromatico è uniforme e nasce dall'accostamento di parti in luce e parti in ombra.

La rotonda di Palmieri Vengono rappresentate alcune signore benestanti che, secondo la moda del tempo, fanno i bagni d’aria di mare stando seduti al fresco, sotto il tendone di uno stabilimento balneare. Dal punto di vista tecnico fattori abbandona il chiaroscuro preferendo accostare pure e semplici macchie di colore di tonalità diversa. Di conseguenza anche i personaggi vengono individuati in modo estremamente sintetico, con veloci pennellate di colori puri. Il dipinto risulta dunque scandito in 5 fasce orizzontali di colore tra loro perfettamente accordati o per assonanza(colore caldo con colore caldo) o per dissonanza (colore caldo con colore freddo). Il paesaggio immortalato sembra statico ed eterno, che dura nel tempo.

Il Cavallo Morto Con il dipinto “II cavallo morto” Giovanni Fattori mostra sulla tela la tristezza e la disperazione di un contadino dinanzi al corpo senza vita del suo cavallo: una perdita non solo sotto il profilo affettivo ma anche sotto il profilo produttivo ed economico, in quanto l’animale è spesso il mezzo indispensabile del lavoro nei campi. Sulla strada deserta, costeggiata da campi gialli di grano, il cavallo è accasciato al suolo, ormai privo di vita, forse sfinito dal duro lavoro nei campi; accanto all’animale è raffigurato il contadino, il quale, ormai vecchio con la lunga barba bianca e con il capo e lo sguardo verso il basso, nel pieno dello sconforto regge ancora tra le mani le redini e la frusta. La sua disperazione viene enfatizzata da un cielo carico di nubi, dalle tonalità scure e cupe in lontananza, che annuncia l’arrivo di un temporale e la completa desolazione intorno alla strada che sottolinea la completa assenza di vita.

In vedetta Il senso straordinario della prospettiva è dato dalla bianca parete sulla destra, la cui perfetta geometria interrompe con un taglio netto la linea dell'orizzonte. La figura del soldato del cavallo in primo piano si tagliano con forza sullo sfondo bianco giallastro del muro calcinato dal sole. Altri due cavalieri in lontananza equilibrano la composizione del dipinto, quasi proseguendo idealmente la prospettiva della parete. La scena è giocata sui forti contrasti delle macchie e la sensazione che ne deriva è quella di un immobile e sonnolenta afosa giornata d'estate....


Similar Free PDFs