Il Nazismo - riassunto della vittoria del Nazionalsocialismo in Germania -Hitler e la fondazione PDF

Title Il Nazismo - riassunto della vittoria del Nazionalsocialismo in Germania -Hitler e la fondazione
Author Ilaria Contu
Course Storia
Institution Liceo (Italia)
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Summary

riassunto della vittoria del Nazionalsocialismo in Germania
-Hitler e la fondazione del regime nazista...


Description

La vittoria del Nazionalsocialismo in Germania

- La Germania, dopo la Prima Guerra Mondiale, si trova in una situazione di debolezza permanente. Questa crisi sarà parte rilevante della vittoria di un movimento di estrema destra, il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP)1,. Sono fattori di crisi insieme culturale, sociale, economica e politica; vediamone i motivi principali: 1. I trattati di pace, al termine della Prima Guerra Mondiale, hanno costretto la Germania ad una condizione di permanente dipendenza: l'enormità del debito imposto alla nuova Repubblica è tale da compromettere qualunque possibilità di crescita autonoma. Per tutti gli anni Venti, quindi, la Germania deve la sua sopravvivenza ai prestiti, soprattutto americani. Con la Crisi del '29, però, i capitali stranieri, e soprattutto statunitensi, vengono fatti rientrare, e questo precipita la Germania in una crisi economica e finanziaria insolubile. 2. Le forze politiche che governano il Paese sono debolissime e delegittimate dall'opinione pubblica tedesca: esse infatti sono considerate le principali responsabili delle difficoltà del Paese. In particolare: a) i partiti di centro-sinistra (SPD, Zentrum cattolico), che governano nel dopoguerra, sono accusati di essere troppo deboli nella difesa degli interessi nazionali nei confronti dell'Inghilterra e soprattutto della Francia. Paradossalmente, gli effetti del disastro prodotto dalle forze militariste e nazionaliste raccolte attorno a Guglielmo II - l'isolamento della Germania, la guerra e la sconfitta – si scaricano sui partiti democratici, mentre la destra, anche quella più compromessa con il periodo di Guglielmo II, ha buon gioco nel cavalcare la crisi per aumentare i propri consensi. Questo diventa clamorosamente evidente nel 1925, quando Hindenburg, il capo di Stato Maggiore responsabile, nel 1917, del varo della guerra sottomarina indiscriminata, diventa Presidente della Repubblica. b) I socialisti (SPD) e il partito cattolico sono divisi, e danno vita a politiche sempre più incerte. C'è inoltre un fattore di crisi che riguarda specificatamente la SPD, ossia la prima forza politica del Paese: il partito infatti, nel 1919, aveva represso brutalmente le proteste operaie, perdendo credibilità in larghe fasce dei ceti popolari, che consideravano i socialisti non più la loro forza di riferimento, ma un partito che si era “venduto” agli interessi del capitalismo tedesco e internazionale pur di mantenere il potere. Su quella vicenda, come sappiamo, la SPD si era spaccata: nasce il Partito Comunista Tedesco (KPD), e questa scissione indebolirà ulteriormente la sinistra, sempre più incapace di rappresentare i ceti popolari. La Repubblica di Weimar, nata da queste vicende, è dunque debolissima, tanto da essere incapace di governare i fenomeni epocali prodotti dall'accelerazione della crisi degli anni Trenta. 1

In questo periodo in Germania, qualunque forza politica, incluse quelle di estrema destra, si attribuisce qualifiche “socialiste” o “operaie”, per cavalcare la “moda” di sinistra piuttosto popolare per tutto il primo dopoguerra.

3. La maggior parte della popolazione urbana vive una profonda insoddisfazione: la Germania, infatti, attraversa a partire dall'inizio degli anni Trenta un periodo di miseria e di squallore, che stride se paragonato ai momenti di splendore attraversati nei primi anni del secolo, quando il paese era diventato uno dei più ricchi del mondo. Questo sentimento investe tanto i ceti intellettuali quanto la gente comune. Si fa strada, sul piano della psicologia di massa, l'esigenza di trovare il colpevole di questa situazione: se la Germania, il più grande paese d'Europa, vive un presente tanto meschino, la responsabilità deve per forza essere di forze che complottano contro il suo naturale diritto al benessere e alla potenza. Questo complotto viene sempre più spesso raccontato come frutto di un accordo tra forze internazionali e forze nazionali: le banche d'affari americane, la Francia e l'Inghilterra, la Società delle Nazioni vogliono arricchirsi sulle spalle del popolo tedesco; per farlo, si alleano con gli Ebrei, ossia con una categoria accusata di sacrificare gli interessi nazionali a quelli del proprio gruppo. Secondo la retorica supernazionalista, che si diffonde in maniera via via più rapida con l'avanzare della crisi, gli Ebrei europei si sono messi d'accordo con i banchieri e con i finanzieri internazionali – ebrei anch'essi o almeno controllati da ebrei, in una visione del mondo romanzesca e complottistica –. In questo modo, tale raggruppamento transnazionale riesce ad aumentare i propri profitti a danno dei popoli europei, e dei Tedeschi in particolare, mantenuti in una condizione di asservimento e di sofferenza. Si tratta di un'analisi apocalittica del presente, che ha il vantaggio di essere semplice e di assolvere coloro che la condividono dalle proprie responsabilità, individuali e collettive (sappiamo infatti che, volendo individuare i responsabili della crisi tedesca, sarebbe difficile non mettere ai primi posti le stesse classi dirigenti tedesche, che hanno guidato il paese in una guerra dispendiosa e distruttiva per difendere ed aumentare i propri privilegi). I milioni di Tedeschi che hanno perso il lavoro; quelli che temono di perderlo; la piccola borghesia, che vede il suo salario eroso dall'inflazione; i grandi capitalisti, che temono il definitivo crollo dell'economia tedesca: questi gruppi sociali, che costituiscono la grande maggioranza dell'elettorato, si rivolgono all'estremismo di destra, nazionalista e razzista, e in particolare allo NSDAP, il partito nazista, guidato da Adolf Hitler, ed alle sue bande armate, le SA, organizzate da Ernst Röhm, e le SS, guidate da Heinrich Himmler. Questi gruppi, a partire dalla seconda metà degli anni Venti, si erano resi responsabili di violenze contro i militanti di sinistra, soprattutto i comunisti. Questo clima produrrà, nel 1933, un ribaltamento clamoroso degli equilibri politici tedeschi e la nascita del regime nazista. L'ascesa di Hitler e la fondazione del regime nazista •

1925: Hindenburg vince le elezioni e diventa Presidente della Repubblica.



1930: le SA contano 170.000 camicie brune, militanti che rappresentano il braccio armato dello NSDAP. Sono 400.000 nel 1932; due milioni nel 1933.



1932: alle elezioni lo NSDAP è il primo partito, grazie anche alla divisione che caratterizza i partiti democratici:

Germania: risultati elezioni 1932

voti %

seggi

Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori (NSDAP)

33,1%

196

Partito Socialdemocratico (SPD)

20,4%

121

Partito Comunista di Germania (KPD)

16,9%

100

Partito di Centro Tedesco (DZP)

11,9%

70

Partito Popolare Nazionale Tedesco

8,5%

52

Altri

9,23%

45

1933 30 gennaio: dopo il fallimento di due governi, Hindenburg incarica Hitler di guidare il governo. Febbraio 1933: viene creata la Gestapo, una polizia politica inquadrata nel partito, guidata da Hermann Göring; dal 1934, la Gestapo viene messa alle dipendenze delle SS, la potentissima organizzazione militare nazista, guidata da Ricariche Himmler. 1 febbraio: Hitler scioglie il Parlamento. 27 febbraio: un incendio doloso distrugge il Reichstag, sede del Parlamento. L'attentato è realizzato dalle SA, ma la colpa viene fatta ricadere sui comunisti. Viene varata una legge che limita e pone sotto il controllo delle forze di polizia l'attività delle opposizione. 5 marzo: Hitler, dopo aver sciolto il Parlamento e con il consenso di Hindenburg, va alle elezioni, che si svolgono in un clima di intimidazione e violenza. Lo NSDAP è il primo partito; le opposizioni (SPD, KPD, Zentrum) totalizzano il 41,8%. 22 marzo: su iniziativa di Himmler apre il primo lager, a Dachau, vicino Monaco. Si tratta di un campo di concentramento, gestito dalle SS, in cui i prigionieri sono avviati al lavoro coatto e sono privi di qualsiasi diritto legale. I primi detenuti sono oppositori politici; presto si aggiungono rom, omosessuali e Testimoni di Geova. 23 marzo: con il voto favorevole dello Zentrum, Hitler ottiene i pieni poteri. Nel giro di pochi mesi, sono sciolti e messi fuori legge sindacati e partiti: la Germania diventa un sistema a partito unico, e il nazismo instaura un regime totalitario. Luglio: Hitler stipula un concordato con la Chiesa Cattolica Tedesca e con la Chiesa Protestante Tedesca. Ad esse veniva riconosciuta libertà di culto; in cambio si impegnavano a tacere sulle violenze e le repressioni di cui si rendevano responsabili gli organi dello Stato. Le Chiese cristiane aderiscono all'accordo, ad eccezione dei Testimoni di Geova che, per questo motivo, saranno perseguitati e finiranno nei campi di sterminio.

1934 30 giugno-1 luglio: durante quella che sarà nota come Notte dei lunghi coltelli, la Gestapo e le SS uccidono la gran parte dei dirigenti delle SA, compreso Röhm. I superstiti vengono arrestati. In questo modo Hitler si sbarazza di un pericoloso fattore di instabilità : utili per seminare violenza e terrore tra i gruppi di sinistra, le SA rappresentano, una volta raggiunto il potere, un elemento di disordine, che preoccupa la borghesia moderata che si è avvicinata al Nazismo. Hitler e Göring scelgono di puntare su Himmler e sulle SS, più facilmente controllabili. 2 agosto: alla morte di Hindenburg, Hitler assume il totale controllo dello Stato, unendo in sé i ruoli di cancelliere e Presidente della Repubblica. Nasce il Terzo Reich, mentre Hitler comincia ad essere chiamato Führer (cioè guida, condottiero). 1935 15 settembre: Hitler vara le Leggi di Norimberga: - sono proibiti i matrimoni di Tedeschi con coniugi di altre razze; - i cittadini sono divisi su base razziale: i Tedeschi, che hanno pieni diritti di cittadinanza; e gli uomini di altre razze, che regrediscono a sudditi e non hanno piena cittadinanza; - è revocato il diritto di voto agli Ebrei, che sono inoltre esclusi dal pubblico impiego; - altre professioni interdette agli Ebrei: notai; avvocati; insegnanti; medici di qualunque genere, compresi dentisti e veterinari; - in caso di morte, il patrimonio di un Ebreo non poteva andare in eredità, ma era confiscato dallo Stato; - gli Ebrei sono sottoposti alla giurisdizione della Gestapo, non a quella civile; - gli Ebrei sono esclusi dalle scuole pubbliche e dalle strutture sanitarie pubbliche. Da questo momento inizia la Shoah, termine ebraico che significa catastrofe, massacro, distruzione. 1938 8-9 novembre: nelle principali città tedesche si scatenano violenze nei confronti degli Ebrei, organizzate dalla Gestapo. L'episodio prende il nome di Notte dei cristalli, perché i negozi di proprietari ebrei vengono distrutti. Muoiono decine di persone; 30.000 ebrei vengono internati in campo di concentramento, seguiti a breve dagli altri ebrei tedeschi che non erano riusciti a fuggire. Si consideri, comunque, che la comunità ebraica tedesca è relativamente poco numerosa: 500.000 persona, più o meno, su una popolazione totale di 70 milioni. Questo è, tra l'altro, uno dei motivi per cui è più semplice rivolgere verso di loro un simile accanimento. Nel 1938, quasi metà della comunità ebraica tedesca è riuscita a mettersi in salvo, in altri paesi, soprattutto negli USA....


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