la casa dei Doganieri – Eugenio Montale PDF

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spiegazione della poesia "La casa dei doganieri" di Eugenio Montale...

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LA CASA DEI DOGANIERI – Eugenio Montale Questa poesia risale al 1930, fa parte della sezione “Le occasioni” ed è composta da cinque strofe. Arletta (Anna) è l'emblema della giovinezza passata e irrecuperabile e ricorda “A Silvia” di Leopardi. Il poeta ricorda una casa che è collocata in una posizione affascinante ma pericolosa → situazione precaria perché è situata su uno strapiombo. Questa casa era il luogo di incontro con l'amata, dove si era consolidata una storia che poi è finita. Il ricordo perde il suo valore se dei momenti che si sono vissuti in due, vengono dimenticati da uno dei due. ILLUSIONE → io lo considero un momento importante ma mi sono solo illuso perché l'altra persona non lo ricorda. Il filo della memoria ha un senso se è una memoria condivisa. La vita dell'essere umano è precaria, ma se siamo insieme ci si aiuta (Montale crede che lei fosse il suo aiuto ma lei non ricorda). I pensieri della donna sono uno sciame, sono tanti e confusi quindi non sono stabili al contrario dell'uomo che ha un pensiero stabile e certo. Il tempo frusta e cancella le cose, l'uomo non sente più il sorriso della donna. In questa casa si è abbattuto il tempo, la vita delle cose che potevano esserci o esserci state in un altro modo. Si capisce che il ricordo è morto nelle frasi: • il tuo sciame di pensieri; • il tuo riso non è più lieto; • tu resti sola né qui respiri. PRIMA STROFA: si ha il confronto tra due situazioni e due tempi: • quello ormai lontano con la donna alla casa; • quello presente in cui la donna ha dimenticato l'episodio e la casa è in stato di abbandono. SECONDA E TERZA STROFA: insistono sulla dimensione di perdita e di separazione che minaccia il poeta, la casa e il ricordo....