LA Famosa Invasione Degli ORSI IN Sicilia PDF

Title LA Famosa Invasione Degli ORSI IN Sicilia
Course Storia dell'editoria pedagogica e del libro per l'infanzia
Institution Università degli Studi di Catania
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Summary

Libro pubblicato da Dino Buzzati nel 1945....


Description

LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA. La famosa invasione degli orsi in Sicilia è un romanzo scritto e illustrato da Dino Buzzat, prima pubblicato a puntate sul “Corriere dei Piccoli” e uscito, poi, in volume nel 1945. Vi sono alcune notevoli differenze tra il testo apparso sul “Corrierino” e quello pubblicato nel dicembre del ’45 dall’editore Rizzoli, anche se l’impianto della fiaba rimane sostanzialmente lo stesso. Innanzitutto nella sua prima versione, la storia si componeva di due raccont distnt: “La famosa invasione degli orsi” e “Vecchi orsi addio!” che rimase incompleto perché il giornalino chiuse. Le altre differenze erano: -al posto del Granducato di Maremma, c’è quello di Sicilia; - sono state aggiunte sia le part in versi che la presentazione dei personaggi e dei luoghi; - scompare una parte dei disegni più piccoli; - molt episodi sono stat rimaneggiat e resi più lievi, ironici, meno cupi, come la fine della guerra alla quale l’autore conferì un tocco di comicità. Inoltre la “Famosa Invasione” è piena di allusioni a ciò che stava accadendo fuori, nel mondo. TRAMA: Il libro narra delle vicende di un gruppo di orsi che vive sulle montagne della Sicilia sotto il comando di re Leonzio. Durante un inverno partcolarmente rigido, gli orsi si trovano senza cibo e decidono di invadere il Granducato di Sicilia per sopravvivere. Leonzio spera anche di trovare il figlio Tonio, il quale fu rapito dai cacciatori alcuni anni prima, mentre si trovava con il padre a raccogliere funghi. Leonzio però disse a tutti che suo figlio cadde da un dirupo altriment sarebbe stato un disonore da parte ammettere di averlo lasciato solo. Nel frattempo in città governava il Granduca, il quale manda un esercito contro gli orsi, ma data l’inferiorità di quest’ultmi la sconfitta sarebbe stata assicurata se non fosse per l’intervento dell’orso Babbone, forte e valoroso, che mette in fuga i soldat nemici lanciando loro addosso delle enormi palle di neve. Così gli orsi banchettano nel campo nemico, dove incontrano il professor De Ambrosiis, stregone ed ex astrologo di corte del Granduca, da lui licenziato per aver predetto la caduta del suo regno. Costui possiede una bacchetta magica che può essere utlizzata solo due volte e che egli conserva per guarirsi nel caso si ammalasse. Quando scese la sera Leonzio chiese all’astrologo di ritrovare suo figlio, ma egli non era d’accordo poiché così facendo avrebbe dovuto sprecare un suo incantesimo. Incantesimo che fu costretto a compiere la mattina seguente per salvare gli orsi e sé stesso, dall’attacco dell’esercito dei cinghiali del Sire di Molfetta, cugino e alleato del Granduca. Questo incantesimo consistette nel far gonfiare e volare i cinghiali fino a farli esplodere. Però il professor De Ambrosiis arrabbiatssimo con gli orsi per avergli fatto sprecare un incantesimo decise di vendicarsi. Così decise di portare gli orsi al castello di Rocca Demona, dove vi erano centnaia di fantasmi, i quali erano stat precedentemente avvisat dal professore di spaventare gli orsi. I fantasmi stettero al giochi, ma gli orsi invece di essere spaventat, erano meravigliat, perché non avevano mai visto niente del genere. Dei fantasmi si avvicinarono al Re, dicendogli che erano gli orsi uccisi nella prima battaglia, così il Re si appartò con Teofilo, un orso saggio che era stato ucciso, e che stava per dirgli dove si trovasse suo figlio Tonio, ma non fece in tempo poiché risuonarono le tre del mattino e i fantasmi scomparvero. Non aveva senso aspettare la notte seguente perché i fantasmi si possono mostrare solamente una notte l’anno. Nel frattempo, il Re contnuava ad interrogarsi su quale potesse essere il posto che iniziava per “T” che gli aveva detto il fantasma. Gli orsi credettero che si riferisse al Tremotano, un castello abitato da un Troll. Quest’ultmo aveva come guardia il “Gatto Mammone” che uccideva tutti gli esseri vivent che incontrava sulla sua strada. Mentre gli orsi si dirigevano al castello nella speranza di poter ritrovare Tonio, il Troll venne informato del loro arrivo e mandò il Gatto Mammone ad ucciderli. A quel punto Smeriglio, un orso sciocco, trò fuori una bomba catturata da Granduca, andò incontro al gatto e la accese. Il gatto scoppiò per aria e l’orso venne buttato a terra, ma si salvò, perché finì in acqua. Tuttavia arrivat al castello del figlio Tonio non c’era alcuna traccia. Dopo diverse peripezie gli orsi giungono alle porte della capitale dove sperano di trovare cibo in abbondanza. Qui c’era il castello del Cormorano nel quale si nascondeva il Granduca. Dopo una settimana di combattiment infruttuosi gli animali hanno la meglio e vincono grazie alle geniali invenzioni dell’orso Frangipane, che costruisce una

fionda per lanciare gli orsi oltre le grandi mura della città, permettendo loro di entrare. In seguito Leonzio e alcuni suoi fedeli irrompono nel teatro Excelsior, dove il Granduca all’oscuro della reale situazione sta assistendo allo spettacolo conclusivo della serata. Lo spettacolo venne interrotto dall’arrivo degli orsi e Leonzio riconosce subito il figlio Tonio, costretto ad esibirsi come equilibrista, e si lancia verso di lui, il Granduca lo intuisce a spara a Tonio ferendolo a mortalmente. I compagni di Leonzio uccidono il Granduca, mentre il professore De Ambrosiis, pur con estrema riluttanza, usa il secondo e ultmo incantesimo per guarire Tonio. Inizia così il regno di Leonzio sulla città, all’insegna della pacifica convivenza tra orsi e uomini. La storia riprende luogo tredici anni dopo l’accaduto. Col passare degli anni, però, gli orsi cominciano a corrompersi assumendo abitudini umane, come l’indossare vestt e il bere. Il ciambellano, l’orso Salnitro è al centro di questo processo: distratta l’attenzione di Leonzio con la costruzione di un monumento in suo onore, Salnitro apre una bisca (nella quale Leonzio sorprende il figlio Tonio che sperperava i soldi) e organizza feste sfrenate in un palazzo nascosto, rubando poi al professor Ambrosiis una seconda bacchetta magica che quest si era costruito. Il ciambellano, nella sua sete di potere, giunge a ferire mortalmente Leonzio quando quest, insieme ai suoi fedeli esce in mare per combattere un terribile serpente marino che minaccia la città. Salnitro viene ucciso dall’orso Gelsomino, l’unico ad essersi accorto delle sue macchinazioni. Sul letto di morte il Re Leonzio, chiedi agli orsi di lasciare la città e le ricchezze che li hanno corrotti e tornare alle montagne, dove troveranno la pace d’animo. Così gli animali rispettano la sua volontà abbandonando per sempre gli uomini. STRUTTURA: Il testo rispetta la struttura della fiaba di magia, riproducendone le tappe principali: - il VIAGGIO che vede gli orsi allontanarsi dalle amate ma desolate montagne per scendere a valle in cerca di cibo e vendetta; - la PROVA, ossia la guerra contro il numero e agguerrito esercito del Granduca e l’incontro-scontro con mostri e spettri; - il PREMIO, la conquista della città e il ricongiungimento del figlio Tonio con il padre. Oltre la struttura anche l’atmosfera è prettamente fiabesca grazie ad alcune scelte dell’autore come la collocazione della vicenda in un tempo remotssimo e leggendario, in una Sicilia assolutamente inventata, che somiglia molto ai paesaggi delle Dolomit (dato che Buzzat era cresciuto a Belluno), ma fa anche pensare agli scenari dei Grimm. Vi è poi la presenza di: un mago, mostri e animali parlant. PERSONAGGI: 

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Re Leonzio: è il re degli orsi. E’ grande, forte, coraggioso e buono. Non porta la corona ma lo si distngue dagli altri perché porta una grande sciabola, tenuta su da una sciarpa a tracolla. Difetti: un po' troppo credulone e ambizioso. Tonio: è il figlio del re. Venne catturato dai cacciatori quando era piccolo. Granduca: è il tranno della Sicilia, nemico giurato degli orsi. Vanitoso e brutto, contestualizzato in quel momento storico rappresenta Hitler. Dietro la figura del Granduca si nasconde un tranno che ordina al proprio esercito di sterminare tutti coloro che si trovano sulle montagne, senza distnzione alcuna, senza rispetto per nulla. Crea un regime totalitario. Professore De Ambrosiis: astrologo di corte, possiede una bacchetta che può essere usata solo due volte. Orso Salnitro: sempre elegante, parlatore distnto, gli piacerebbe salire alle alte cariche dello Stato. Orso Babbone: è il più grande di tutti gli orsi ed è il più valoroso in guerra. Orso Teofilo: è un vecchio orso saggio a cui il re spesso chiede consiglio. Orso Smeriglio: di bassa condizione ma di animo generoso. Orso Frangipane: si diverte a progettare ordigni e macchine geniali. Orso Gelsomino: è dotato di raro spirito d’osservazione. Sire di Molfetta: principe di una certa importanza, nonché cugino e alleato del Granduca. Ai suoi comandi vi è l’esercito dei cinghiali.

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Troll: vecchio orco abitante nel castello di Tremontano. Si ciba preferibilmente di uomini, e al suo servizio, proprio per catturare cibo vi è il gatto Mammone. Gatto Mammone: mostro leggendario e ferocissimo. Serpente di mare: mostro gigantesco che vive in acqua, ha la forma di un serpente ma la testa e i dent di un drago. Fantasmi vari: di brutto aspetto ma innocui. Sono gli spirit degli uomini e orsi mort. E’ difficile distnguerli anche se i fantasmi degli orsi sono un po' più grossi.

IL LINGUAGGIO: Buzzat utlizza un linguaggio semplice ma allo stesso tempo piacevole e divertente. Egli inoltre usa il linguaggio per immagini, con l’alternanza di prosa e poesia. La favola ha la struttura del girotondo, in cui dopo varie peripezie, il punto d’arrivo coincide con il punto di partenza. CONTRAPPOSIZIONE CITTA’-MONTAGNA: Da un lato si ha la città vista come “vile pianura” e la montagna vista come “eden puro” dall’altro. CONTRAPPOSIZIONE UOMINI-ANIMALI: In questa favole, come in molte altre, vi è la rappresentazione di un mondo al contrario, dove i ruoli si invertono, e gli animali sono protagonist rispetto agli uomini. Gli animali infatti governano gli uomini, ma quest’ultmi corromperanno gli orsi che si erano predispost a convivere pacificamente. Quindi tra orsi e uomini i più bestali sono indubbiamente gli uomini, bast pensare alla cattura di Tonio ad opera dei cacciatori. Gli orsi invece sono coloro che ci indicano la via della salvezza. MESSAGGIO: In questo testo si trova da un lato la metafora del totalitarismo che si vuole abbattere, dall’altro ci aiuta a riflettere sul fatto che quando l’alternatva si presenta buona (la democrazia), non vuol dire che lo sia totalmente....


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