LE MANI Della Madre PDF

Title LE MANI Della Madre
Author Alexandra Micheli
Course Pedagogia dell'infanzia
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Summary

riassunto interno del libro sopra indicato...


Description

Massimo Recalcati LE MANI DELLA MADRE Desiderio, fantasmi ed eredità del materno Introduzione Cultura patriarcale  patologia: madre del sacrificio, soppressione della donna. Donna libera = stigma di anarchia pericolosa e antisociale Quali sono le patologie che attraversano l’ esperienza di maternità nella nostra contemporaneità?  La donna che nega la madre  cultura del capitalismo (accelerazione maniacale  assenza di tempo dedicato alla cura): figli = handicap alla propria affermazione sociale  La cultura della riproduzione meccanicamente assistita  scissione madre – donna: la maternità non dipende più dalla capacità generativa + Il desiderio di maternità è autonomo dal desiderio amoroso rivolto verso l’ altro sesso  problema dell’ umanizzazione della vita: come viene trasmesso ed ereditato il desiderio di filiazione da una generazione all’ altra 2 Pregiudizi: madre = prigione del bambino vs padre = liberatore MA la donna è centrale nel processo di umanizzazione nella vita madre = funzione esclusiva nella cura, non viene data importanza a figlio = frutto di Due MA la donna è al suo interno ambivalente e divisa Che cosa ci insegna la psicoanalisi? La madre “non – tutta – madre” permette al bambino di fare esperienza di quell’ assenza che rende possibile il suo accesso al mondo dei simboli e della cultura! Come devono essere le cure materne? Amorevoli, presenti anche con poche parole giuste, verso una vita particolare che ha un nome proprio! Quali sono le cure che non si possono definire materne? Standard, protocollari, generiche, anonime. Una presenza che è in realtà assenza perché priva di parole e di desiderio 1. Il desiderio della madre Le mani “Una madre di Torino trattiene per ore nelle sue mani le mani del suo bambino sospeso nel vuoto”  Le mani richiamano la figura materna del “primo soccorritore” ovvero il primo volto della madre: quando nasciamo ci affidiamo alle mani di un Altro che ci prende. Le mani della madre sono capaci di alleviare l’ angoscia, di sottrarre la vita all’ abbandono e al non – senso offrendo un sostegno. Non sono mani che punendo, umiliando lasciano segni nelle cicatrici dei figli. Non sono mani di ira e di violenza. Queste mani appartengono alla madre cioè all’ Altro più prossimo che sa prendersi cura di una vita umana che chiede di essere riconosciuta come creatura e che invoca il senso del mondo  la madre non coincide necessariamente con la genitrice biologica L’ attesa Altra figura della maternità: non farsi bruciare dall’ impazienza. Gravidanza = attesa speciale perché non è padrona di ciò che attende e perché attende un’ incertezza (prossimità assolutamente straniera) in quanto ciò che la madre porta in sé è un principio di alterità di cui non si sa nulla, che modificherà il mondo Questa alterità ha una propria libertà, entra nel mondo attraverso il corpo della madre ma ciò non basta per diventare soggetto. E’ un’ esistenza irripetibile, insostituibile e inimitabile che non può essere confusa con nessun altro  la madre è divisa nel suo interno La maternità è un fatto che sconvolge le leggi della natura, non è soltanto un fatto che colpisce il corpo perchè porta ad aprirsi all’ Altro (prossimità assolutamente straniera)  Si accede alla maternità attraverso il desiderio di voler offrire ospitalità. Questo desiderio è caratterizzato

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dalla veglia e dalla preghiera (ex: le tre matriarche Rachele, Sara, Rebecca diventate madri nonostante fossero sterili e anziane, grazie alla loro preghiera). La madre non possiede ma ospita perché nel suo grembo vi è un’ estraneità che ha una vita propria. Se la madre prova gioia  attesa desiderata: la madre veglia cioè prepara il posto nel mondo. Questa attesa continua anche dopo il parto ed è segno di amore: inizialmente il desiderio della madre opera per custodire e proteggere la vita del figlio ma poi opera per consegnarlo al mondo, per lasciargli fare esperienza del macrocosmo  ospitalità senza proprietà: la madre del desiderio sa che il frutto uscito dal suo corpo non potrò più essere reintegrato nel suo corpo perché sa che il figlio non è un oggetto di cui appropriarsi (VS la madre del godimento, patologica, vede il figlio come una proprietà) quindi:  nascita = nascita di 2 nuovi mondi (quello del figlio, quello della madre)  attendere = avere pazienza: la madre dona il suo tempo ovvero non esige, non fa domande, non anticipa, riconosce ogni minima particolarità del figlio, non soffoca  fede nei confronti del figlio  il sogno della madre è la condizione essenziale affinché la donna possa accettare un corpo che si modifica e si deforma in gravidanza L’ attesa della madre implica l’ interferenza sempre attiva dell’ inconscio (fantasmi e pensieri) di cui il bambino si nutre. Ex: la preoccupazione eccessiva proiettata dalla madre sul figlio è un fantasma inconscio che fa parte della storia della madre Il volto Il volto materno è il primo specchio attraverso il quale il bambino può inizialmente riconoscersi: esplorandolo il bambino fa esperienza del proprio volto. Desiderare di rispecchiarsi nel volto dell’ Altro ha a che fare con il desiderio umano di essere riconosciuto da un altro desiderio La teoria dello stadio dello specchio (Lacan): quando il bambino si guarda allo specchio può finalmente riconoscersi come un’ identità separata dalla madre  costituzione dell’ Io Il bambino dipende dal volto materno: un volto privo di emozioni, di risposte  stati di angoscia. Le espressioni del volto della madre si riflettono nelle azioni del bambino  l’ identità non si sviluppa secondo un programma innato! Il corpo frammentato, non autonomo e sconosciuto del bambino trova la sua prima unificazione nel volto del mondo custodito nel volto della madre (il suo volto è la prima apparizione del mondo) quindi se il volto materno non guarda il figlio, è assente o inudibile, non riconosce e non desidera il figlio, egli non potrà sentirsi autorizzato a guardare il mondo, non potrà cogliere l’ apertura del mondo e rischierà di cadere, di perdere il suo sostegno necessario  sensazione di inesistenza  appassimento I propri fantasmi (ciò che della sua storia di figlia, il suo legame con la madre, proietta nel bambino) condizionano il volto della madre: in ogni gravidanza la futura madre si confronta con il fantasma della propria madre (con il suo aver dato o meno l’ autorizzazione all’ attesa che l’ ha resa aperta al mistero della vita oppure segnata dall’ incubo di esso) Se la madre non dà risposte  il bambino scruterà il volto per individuarne i cattivi presagi, per predirne l’ umore  specchio = cosa da guardare ma non in cui guardare per coglierne la potenza  Cosa vuol dire trasformare il “volto – specchio” in qualcosa da guardare?  far sviluppare un rapporto con il mondo nel quale esso si presenta come una minaccia da osservare e da tenere costantemente presente  chiude, ostacola il mondo al bambino perchè non potrà vederlo nel suo interno  nega la possibilità di formare l’ esistenza e di percepire la bellezza del mondo  sensazione di angoscia verso un caos che minaccia di scatenarsi Lalingua Nascita del bambino  nascita della “lalingua” fatta di corpo, affetti, emozioni, segni, gesti, lallazioni, che viene costruita dal rapporto madre – bambino ed entra in gioco mentre ella se ne prende cura  essa permette l’ accesso al simbolico e al linguaggio alfabetico

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Il seno Cultura patriarcale  madre esclusivamente del seno (nutre e alleva) = cura: dà al bambino quello che ha ovvero il suo seno dal quale il bambino dipende profondamente, e che considera come una parte del suo corpo Seno – oggetto: soddisfa i bisogni primari  seno – segno: presenza amorevole e accudente dell’ Altro ovvero inizialmente il seno è oggetto ma poi il bambino giocherella per desiderio di sentirsi desiderato dal desiderio della madre. Il seno diventa segno di amore “Il bambino vuole qualcuno che lo nutre e lo veste con piacere affinché non si senta senza vita e inutile” (Winnicott): soddisfare i bisogni non coincide con quello del riconoscimento del desiderio (seno – segno)! Senza ciò i bambini si lasciano morire per inedia (es: bambini ospedalizzati). Il vero amore della madre sta nel dare al figlio quello che lei non ha, la sua mancanza, e nel come sa corrispondere al desiderio di riconoscimento del figlio attraverso il proprio desiderio L’ assenza La mamma lascia da solo Ernst  Ernst inventa il gioco del rocchetto: lo lancia facendolo sparire e lo ritira quando vuole lui  Spiegazione: una donna non – tutta – madre che si assenta perché desidera il mondo al di fuori della coppia chiusa madre – bambino permette al figlio di mobilitare positivamente le sue risorse sublimatorie. Sperimentare l’ alternanza assenza – presenza della madre rende possibile il gesto creativo: il bambino simbolizza la perdita dell’ oggetto  il bambino può giocare  può sopravvivere all’ angoscia Solo presenza  soffoca, solo assenza  depressione e senso di abbandono Il desiderio Un madre sufficientemente buona desidera non risolversi tutta nella madre perché conserva il desiderio della donna il quale travalica l’ esistenza del bambino  l’ alternanza assenza – presenza fa esistere un universo nel quale il bambino può sperimentare la propria libertà Una donna tutta madre non fa sperimentare questa libertà ed è una madre patologica perché lo asserve ad un suo personale godimento, lo tratta come un oggetto passivo Il parto è un atto del desiderio della donna (*sublimazione materna): la donna esperimenta subito la discontinuità, la differenza, la perdita  non basta la Legge paterna a staccare la coppia madre – bambino perché la parola del padre dipende sempre in ultima istanza da quella della madre Collera e irrequietezza della donna = segno dell’ esorbitanza della donna rispetto alla madre, la donna rigetta il suo sacrificio di madre e avanza richieste non riducibili a quelle della maternità *Sublimazione: meccanismo freudiano di difesa. Spostare una pulsione verso una meta diversa La paranoia La gravidanza è accompagnata da un lato dall’ euforia narcisistica (senso di pienezza e gioia perché la donna ha il potere di generare) e dall’ altro da diversi tipi di paranoie che provocano angoscia: “mio figlio sarà deforme?”, “lo perderò?”, “succederà una qualche catastrofe?”  paranoia primaria (F. Fornari): il fantasma della morte viene proiettato su un oggetto esterno ovvero il padre che lo sa sopportare, accetta di essere escluso dall’ intreccio mamma – bambino e accompagna senza dirigere  la relazione madre – bambino diventa generativa grazie al padre come “primo ammortizzatore” Il nome L’ amore materno è l’ amore per il nome proprio: una vita particolare, unica, irripetibile e insostituibile. Alcuni aspetti:  muove la ricerca instancabile della madre quando il figlio si perde  rende inconfondibile ai propri occhi il figlio  non può scambiarlo con un altro  ama il figlio perché non è ideale ma particolare e reale  compie gesti volti ad estrarre dalle imperfezioni dei figli la loro unicità più rara  l’ urgenza del nome è per trascinare il nascituro alla vita

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non può dare risposta certa alla domanda “Sarà la sua una vita felice?”

La cura Animali: eredità = fenomeno biologico, acquisizione di geni e di istinti vs Esseri umani: eredità = trasmissione simbolica della facoltà del desiderio. L’ eredità umana per differenziarsi da quella animale richiede un processo di umanizzazione che ha come condizione il figlio che incontra nel campo dell’ Altro un desiderio non anonimo ma capace di trasmettere desiderio Il desiderio della madre può attendere la vita del figlio che per tanto avrà un senso o considerarlo un incidente da evitare Il padre veicola il senso della Legge  attraverso il suo esempio insegna a non opporre il desiderio alla Legge Il desiderio materno è reso non – anonimo dall’ interesse particolareggiato che orienta la sua cura del bambino: le mani curano in modo tale da riconoscere il valore e l’ unicità del figlio. Non agiscono senza desiderio, con finalismo e con efficientismo Una madre è buona o cattiva in base all’ anonimità o non – anonimità del suo desiderio ovvero se la natura di questo desiderio è tale da trasmettere il sentimento della vita Interesse particolareggiato  mancanza della madre = come dono d’ amore: la madre non possiede il figlio ma ama il suo nome che lo rende una differenza assoluta  bambino come soggetto del desiderio materno vs madre onnipotente  il figlio oggetto del godimento materno = merversion La trascendenza Maternità di Maria simbolo di tutte le maternità: la maternità custodisce la presenza di un’ imminenza (viene dall’ interno del proprio corpo) – trascendenza (una vita che non può essere immaginata, prevista, definita e che la madre deve perdere) Il corpo della madre gravida anziché espellere, custodisce il corpo estraneo del figlio  con la crescita del figlio la madre dona lui libertà, lo lascia andare ovvero sacrifica la proprietà del figlio  separazione = lasciare che il figlio sia per sempre altro da se stessa pur essendo stato legato al suo cordone ombelicale ed esser uscito dalle sue viscere 2. L’ ombra della morte Le due madri e il giudizio di Salomone Rappresentazione dell’ esperienza della maternità segnata da uno sdoppiamento interno: ogni madre oscilla tra la madre del godimento che non è disposta a cedere il figlio anche se questo vuol dire provocarne la morte vs la madre che accetta di perderlo pur di lasciargli vivere la sua vita perché ha fede nella forza del suo desiderio Questa oscillazione richiede la presenza di un Terzo tra le parti che renda cosciente la madre onnipotente della libertà del figlio e quindi riconoscente dell’ impossibilità di possedere ciò che lei ha generato La prova più grande per una madre è saper perdere il figlio e la prova più grande per un figlio sta nel doversi confrontare con questi due aspetti della madre La madre che eccede nella protezione causa la morte del figlio Ecco che la frase di Gesù “sono venuto con la spada per dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre” indica il tentativo di liberare il desiderio del soggetto dalla attese degli Altri, per aprire il recinto chiuso famigliare affinché si possa vivere una vita vivente e generativa Voler avere un figlio E’ dimostrato che la ricerca ansiosa di un figlio rischia di non favorire il concepimento. Il figlio non deve nascere da un volere assoluto perché questo è in realtà un fantasma dell’ appropriazione Un figlio richiede la disponibilità della donna che acconsente al suo diventare madre: la donna desidera ospitare un’ alterità per tanto ella generando ne accetta la separazione!

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Senza questo “sì” il bambino non troverà ospitalità e senso perché verrà considerato soltanto come il prolungamento del proprio corpo e per tanto non verrà lasciato andare L’ angoscia materna Assenza del desiderio  assenza di attesa  gravidanza vissuta negativamente. Questo accade spesso quando la gravidanza è vissuta in solitudine, in assenza del legame amoroso  volere avere un figlio a tutti i costi  figli – oggetti feticci posseduti esclusivamente dalla madre Ex: volere a tutti i costi  soffocamento della madre anoressica che alla fine vuole sbarazzarsi della pancia perché non accetta la trasformazione del suo corpo così come vuole vomitare il cibo. Questo riproduce il giudizio negativo della madre “il sesso è una cosa per bestie; stanne lontana”  una donna per diventare madre deve smettere di essere figlia. Ad es: smettere di riflettere il giudizio severo della propria madre di cui la futura madre è stata vittima, in modo da non essere intollerante verso le imperfezioni del figlio Le depressioni post partum sono spesso legate a non accettare il fatto che il bambino reale non coincide al bambino idealizzato, e al non aver sufficientemente simbolizzato il desiderio di maternità  infanticidio. Il figlio idealizzato riflette la propria immagine narcisistica! Il bambino come oggetto Il parto segna la fine dell’ immanenza del figlio e la separazione dei corpi madre – bambino il bambino nato è altro rispetto al bambino notturno e la madre si può sentire inadeguata, smette di sentirsi onnipotente  stati depressivi, desiderio di assassinio. La madre non è seno – segno  insensatezza dell’ essere del bambino. Ex: Vincent van Gogh non è un bambino desiderato ma sostituto del fratello morto l’ anno prima della sua nascita Desiderare un figlio = l’ eredità materna riguarda il diritto alla vita del figlio MA ciò può causare dei turbamenti nella madre  dissociazione vita – senso I sintomi dei bambini sono legati agli stati emotivi della madre  il bambino porta in sé i fantasmi della madre  bambino = oggetto che sostiene l’ essere e non il desiderio della madre ovvero il bambino deve soddisfare un’ aspettativa inconscia Per evitare l’ assorbimento della madre nelle cure del bambino c’è bisogno della mediazione paterna! Il rifiuto della madre Una madre rifiuta, desidera uccidere il figlio quando il passaggio alla maternità non è stato simbolizzato  il figlio viene visto come un reale privo di senso Il figlio appare ingovernabile  inaccettabile Ex: il bambino non permette di avere una vita vitale, ricorda alla madre il marito privo di vitalità  eliminarlo per avere una vita con l’ amante La “perversione primaria” Segna il rapporto madre – bambino nelle prime fasi di vita quando viene meno la metafora paterna di “mediazione”: il bambino – fallo - in senso non psicotico sul bambino convergono tutte le attese e i sogni della madre, è al servizio della madre per saturare la mancanza della madre ovvero il fatto che lei non ha il fallo - in senso psicotico, il bambino è identificato integralmente all’ oggetto del godimento: divorato, rifiutato, vissuto come oggetto estraneo o oggetto – scarto  impedisce al bambino di avere una madre e alla madre di avere un bambino perché la madre lo incorpora a sé Il godimento della madre Il corpo della madre attraversa e costituisce il corpo del bambino: la madre gode del corpo del figlio carezzandolo, manipolandolo, nutrendolo, abbigliandolo a suo piacimento  lascia tracce indelebili nel corpo e nella mente del bambino. Ma se la madre è come un ragno che tesse la tela in cui intrappolare il bambino allora siamo di fronte ad una madre onnipotente che riduce il bambino a oggetto che sta al suo servizio esclusivo, a corpo passivo impossibilitato ad uscire  stati di angoscia nel bambino. Ex: Ange Duroc  “culto del muro”: il suo farsi pietra impassibile è la soluzione difensiva di fronte al rischio di un desiderio dell’ Altro troppo

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invadente e incestuoso. Impedire il contatto erigendo barriere che dovrebbero separarlo da questo godimento consumatosi nell’ assenza del padre: la Legge del padre impedisce il legame incestuoso perché egli interdice, rende il desiderio consono alla Legge La madre – coccodrillo La madre – holding: base sicura affidabile; La madre – reverie: ambiente buono che abbraccia e protegge infondendo alla vita del figlio un senso di continuità del proprio essere e bonificando le sue angosce più primitive La madre non può soltanto essere holding e reverie perché  Lacan: nella struttura inconscia del desiderio materno risiede un tratto pulsionale che spinge la madre a fagocitare i figli come fa il coccodrillo  Cioè? Voler rimettere dentro di sé i figli, godere del loro corpo, conoscerne ogni singolo aspetto, rivendicare il diritto assoluto di proprietà  assoggettamento del figlio all’ arbitrio materno  effetti? cancellazione di ogni differenziazione simbolica (fusione e appartenenza reciproca estreme) Si può paragonare tutto ciò ai totalitarismi novecenteschi: l’ autorità tutela la vita dei suoi cittadini ma in cambio essi devono rinunciare al pensiero critico. E’ un sistema pervasivo che amplifica in modo totalmente perverso l’ accudimento materno in un tutela permanente e fatalmente persecutoria. Troppa sorveglianza e protezione non creano distinzione tra il tutore e il soggetto tutelato! Quando l’ amore materno diventa fagocitante? Quando la donna viene assorbita dalla madre – tutta – madre dedicandosi al figlio senza limiti, senza riferimenti a un terzo che possa assicurare un limite al desiderio materno  effetti più atroci? Maltrattamenti, infanticidio ovvero la coppia madre – bambino diventa una simbiosi...


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